MAIUSCOLO GRASSETTO: punto di vista di Oblio (dialoghi e riflessioni)

ESSI GLI ERANO SCAMPATI.

MA NON GLI SAREBBERO SFUGGITI PER SEMPRE.

TUTTI, NESSUNO ESCLUSO, INVOCA L'OBLIO, ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA.

OBLIO LO SA BENE.

OBLIO SA CHE IN UN'ESISTENZA UNICA, UN'ESISTENZA SOLA, COME SOLITARIA E' LA CONDIZIONE DI OGNI UOMO, UOMO ISOLA E MOSTRO DELL'ISOLA, PIU' VOLTE DEI PENSIERI INCONTROLLABILI CONDUCONO ALLA DISTRUZIONE DI UN'ANIMA.

"PER MANO VOSTRA, UOMINI, VOI VERRETE A ME.

ED IO HO L'ETERNITA' PER ASPETTARE LA VOSTRA PROGENIE, I VOSTRI FIGLI DIMENTICATI ED IL LORO STORDIMENTO." SILURO' QUESTO PENSIERO NEL COSMO VUOTO.

NE AVVERTI' IL RIVERBERO DELL'ECO SFIORARLO COME UNA CORRENTE, ANZI, UNA TEMPESTA CHE LO SCANSO' DI PESO.

NE SFRUTTO' LA SPINTA PER ARRIVARE PIU' LONTANO. TAGLIARE LE DISTANZE PER ACCORCIARE IL PERCORSO VERSO UNA META, IN QUALCOSA DI ILLIMITATO, DI PARALLELO ED ALTERNATIVO COME L'INFINITO, E' COMPLESSO.

COME COMPLESSO E' IL SISTEMA PER RIDURRE LA LONTANANZA.

SE OGNI ESSERE VIVENTE GIA' GLI ERA DESTINATO, PERCHE' AVREBBE DOVUTO PREOCCUPARSI DI QUEL FOLTO GRUPPO DI SCIOCCHI DELLE LANDE INCANTATE?

PER GLI ABITANTI DELL'UNDERGROUND E DI GOBLIN, PER LORO, CHE NE AVREBBERO AVUTE COSI' TANTE DI VITE A LORO DISPOSIZIONE, AVREBBE ATTESO UN ALTRO MOMENTO DI DISPERAZIONE NELLE VITE A VENIRE, NELL'OSCURITA' CHE ERA SORELLA D'OBLIO. NELLA TENEBRA SUA MADRE. NELL'OMBRA, SUA DIMORA.

NELL'OMBRA DI SARAH WILLIAMS.

NELL'OMBRA DI JARETH, RE DEI GOBLINS.

"IO SARO' NELL'OMBRA DI CHIUNQUE INVOCHERA' L'OBLIO. IO SARO' L'OBLIO E NELL'OBLIO VOI PREGHERETE IN MIO NOME! DI QUESTI TEMPI, MI VENERATE." UN ALTRO PENSIERO, UN'ALTRA PROPULSIONE.

LA FAME DIVORATRICE LO SPINSE A SORPASSARE QUEGLI STESSI PENSIERI LANCIATI NELL'UNIVERSO.

L'OBLIO, SE NON SFAMATO, COME OGNI CREATURA, SI ESTINGUE.

E SI DA IL CASO CHE IL SUO APPETITO SIA GRANDE QUANTO OGNI MONDO SCONOSCIUTO, QUANTO GLI ABISSI.

ATTRAVERSO' OGNI BARRIERA, OGNI CREPA, OGNI SPIRAGLIO, OGNI PORTA, OGNI STRINGA, OGNI LIMITE.

E LA VIDE. LA PREDA PROMESSA, COLEI CHE SI CHIAMAVA DAIMON.

ERA SVEGLIA.

UNA CREATURA, IGNARA, SENZA FORMA NE' VOLONTA', NELLA SUA FORMA PRIMORDIALE ED ORIGINALE.

UN'AMEBA, UN AMMASSO DEGRADATO DI IMMENSO POTENZIALE CHE AVREBBE COLTO.

GLI OCCHI ENORMI ED INFRAROSSI ERANO RIVOLTI AGLI ASTRI CHE GALLEGGIAVANO NELLO SPAZIO, AGGRAPPATI ALLA VOLTA CELESTE, SENZA GRAVITA'.

ANCHE LEI LI OSSERVAVA.

ERA LA SPERANZA A RENDERLA COSCIENTE?

SPERANZA DI TORNARE?

NE AVEVA RICORDO?

AVEVA RICORDO DEL SUO EVOCATORE?

AVEVA RICORDO DEI SUOI PECCATI?

SE NE AVESSE AVUTI, POCO IMPORTAVA.

NE AVREBBE CANCELLATO OGNI TRACCIA.

SQUARCIO' IL NIVEO EMBRIONALE GUSCIO CHE L'AVVOLGEVA.

I SUOI BULBI OCULARI NEL BIANCO CIECO VUOTO VISCHIOSO LO GUARDARONO.

LE SUE ORBITE SAREBBERO STATE LE PRIME COSE CHE SI SAREBBE PRESO DI LEI: COSI' GRANDI PER CONTENERE MOLTE COSE, COME SACCHE VERGINI.

SPALANCO' LE FAUCI.

E LE STELLE SOPRA DI LUI, ORRIPILATE, TREMANDO, ASSISTERONO ALLO SCEMPIO.

Brutto spettacolo eh?

Oh beh, almeno i nostri eroi sono al sicuro, finalmente.

Ecco a voi la dipartita di Daimon.

E l'addio di Oblio.

Il Sonno Mefitico potrebbe fare di tutto, ma non riuscirebbe MAI a farmi dimenticare l'affetto di tutti voi lettori verso la storia e l'autrice, me medesima.

5.4 k!