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- Unicamente David - un anno è passato.


"Per me la musica è il colore. 

Non il dipinto. 

La mia musica mi permette di dipingere me stesso."

David Bowie


Un breve racconto per un uomo ed un artista decisamente particolare, narrato da un punto di vista decisamente particolare.


Una piccola confessione? 

La maggior parte dei giorni che vivrete vi sembreranno tutti uguali. 

Ma dato che siete umani, sappiamo che non è un segreto per voi.

Quindi, a voi il mio racconto. 

Proprio perché la maggior parte dei giorni sappiamo sembrare tutti uguali, almeno all'apparenza, di quel giorno, vi dico, non ricordo granché. 

Solo un uomo che fece breccia nel resto dei passanti. 

Con la più grande serenità in cui mi fossi mai imbattuta, diceva: "Dovevo prendere il treno.". 

Nessun bagaglio. 

Ed io sono un esperta di bagagli. 

Quello lì non si portava dietro nessuna valigia. 

Come se il mondo che aveva vissuto lo avesse dentro gli occhi. 

E ciò gli bastasse. 

Non doveva trattenerne i colori, le forme, le emozioni in una scatola. 

No. 

Lui aveva tutto questo nel cuore. 

E, credetemi, gli bastava. 

A chi ruba la bellezza di nascosto di ogni cosa, basta sempre.

Ha rimandato tante volte quella partenza. 

Oggi lo vedo alla stazione. 

Finalmente.

Appena lo individuo, annuisco. 

Lo aspettavo.

Lui mi fa un cenno. 

Non sembra rammaricato. 

Allora gli sorrido. 

"Non avresti mai immaginato che potessi farlo." mi si avvicina. 

Scherza, come al solito. 

Si prende gioco di sé e degli altri. 

Mi domando se smetterà mai di farlo. 

"Francamente, pensavo che questo momento non arrivasse mai." gli rispondo.

Ci dirigiamo verso il treno. 

Lui odia gli aerei. 

E come metafora, l'aereo che attraverso il cielo è fin troppo sopravvalutata. 

Lasciamo pure che il cielo se ne stia lassù, incontaminato, con la sua purezza. 

Forse è l'unica cosa che l'umanità non ha ancora riempito del suo egoismo. 

"A spasso nei ricordi?" mi chiede. 

"A spasso nei ricordi." lo rassicuro. 

Prima di arrivare al treno abbiamo tempo. 

Rivede molto, tanto di ciò che è stato in vita. 

Ed io assisto stupefatta. 

Ho letto da qualche parte che qualcuno d'anonimo scrisse: "L'arte è l'unica nostra salvezza all'orrore dell'esistere.". 

E che salvagente abbondante e forte ha forgiato quest'uomo a cui aggrapparsi. 

A cui anche altri ed altri ancora si aggrapperanno. 

"Come fai?" gli domando ad un tratto. 

"A fare cosa...?". 

"Ad essere così.". 

"Suppongo mi venga naturale.". 

"David Robert Jones..." scuoto la testa, divertita.

"Io credo sia perché è l'unico modo che ho d'essere." mi spiega. 

"Lo credo anch'io." mi tolgo una lacrima da una guancia. 

Strana, quest'espressione. 

La ricorderò sempre.

Le porte del treno si aprono. 

Saliamo. 

Il treno sta per partire.

"Un uomo perso nel tempo." sospiro. 

"Incrociamo le dita... Non si sa mai." commenta lui.  "Dove siamo adesso? A che punto siamo?" aggiunge quando il treno comincia la sua corsa.

"Al momento che sai." gli illustro. 

Il mondo sta apprendendo la notizia. 

E fuori dai finestrini vedo milioni di persone che corrono inseguendo il treno. 

Ma non lo possono sapere cosa stanno rincorrendo. 

Perché i loro spiriti non si sono separati ancora dalla carne. 

E sono costretti a percepire cosa percepisce la carne, quindi non lo sanno. 

Eppure, posso vedere chiaramente tante anime fare pressa sui vetri.

Sono quelle che gli si avvicinano da una parte all'altra della terra, una volta che hanno saputo. 

Il pianeta è attraversato da questa notizia e non la si può ignorare facilmente.

C'è chi piange, chi sorride, chi saluta, chi grida di rabbia e canta. 

Sono tutti per lui, quegli addii. 

"Ce l'hai ancora con me, David? Ti penti d'avermi incontrata sul tuo cammino?" non posso fare a meno di trattenermi. 

"Dovrei avercela con te solo se avessi pensato che per un momento tu mi fossi d'impedimento. Non l'ho fatto. Ti ho ignorata e sfruttata come ultima occasione per fare altra arte, in extremis." mi confida. 

"Bastardo!" rido. "Che gusto c'è ad essere la malattia se chi colpisci se ne frega di te?". 

"E io che ne so. Dove stiamo andando forse puoi fare un reclamo nei miei confronti." mi sorride. 

E' il più bel sorriso che abbia mai visto.

Storto, irregolare, sornione, ribelle. 

Eppure è il più bel sorriso che abbia mai visto.

Accompagnato dagli occhi più strani che abbia mai visto.

Adesso le genti sono sparite. 

Dal panorama si osserva solo il sole. 

La pioggia. 

Il fuoco. 

 "Finché ci sarà il sole

Finché ci sarà il sole

Finché ci sarà la pioggia 

Finché ci sarà la pioggia 

Finché ci sarà il fuoco

Finché ci sarà il fuoco." canticchia lui, distratto, una mano a sorreggere il capo, aderendo alla guancia sinistra, contro il finestrino.

L'ultima fermata. 

Lo accompagno. 

Scendiamo.

C'è buio e stelle. 

Quando arrivo a questo punto, mi interrogo sempre sulla stessa faccenda: come fa ad esserci così tanta Luce nelle tenebre dell'Universo?

"Finché ci sarò io

Finché ci sarai Tu..." conclude la canzone il signor Jones, rivolgendo il suo sguardo alla Luce immensa che lo accoglie. 

La Fine

L' Inizio?

Qui

Non c'è musica qui

Sono perso in correnti di suono

Qui sono arrivato in nessun luogo ora? 

Nessun piano

Ovunque io vada
Ma dove?
Solamente lì
Io sono

Tutte le cose che compongono la mia vita
I miei desideri
Le mie convinzioni
I miei stati d'animo
Questo è il mio posto, senza alcun piano

Tutte le cose che compongono la mia vita
I miei stati d'animo
Le mie convinzioni
I miei desideri
Io da solo
Niente da rimpiangere

Questo non è un luogo, ma eccomi qui
Non è ancora finita


David Bowie - No plan (2016)


https://youtu.be/xIgdid8dsC8

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