ONE SHOT EXTRA = "Una piuma"
27/11/2016, in una Roccaforte lontana in bilico sul mondo, ad un passo dalle stelle... Nella Roccaforte di Elisabetta Roccaforte, badate bene.
Appaio improvvisamente nella Roccaforte e sembra esattamente come l'ho lasciata. Anzi, più bella. Dopo un periodo di separazione, coloro che lasciamo ci sembrano sempre migliori. "Casa dolce casa!" sussurro. Sono talmente tanto stremata che, in un primo minuto, prima di materializzarmi nuovamente dove si trova il re dei goblins, finisco in uno dei mille armadi delle scope del Castello. "Fantastico!" mi lamento. "Polvere magica e polvere dei secoli! E... E... ETCIU!!!" starnutisco, strofinandomi il naso e gli occhi. Accanto a me, c'è un goblin che ronfa soddisfatto, appoggiato al manico di una scopa. "Si lavora, eh..." gli dico. Mi concentro con le ultime forze rimaste per teletrasportarmi ancora. Adesso dove sono finita? Mi guardo attorno, spaesata. E' un posto meraviglioso. Credo sia una sorta di giardino dietro al Castello. E' rigoglioso, pieno di alberi. "Che mi sia sbagliata un'altra volta?" mi chiedo, confusa, fissando il cielo limpido e terso. Con lo sguardo individuo due oggetti che si muovono nel mio campo visivo: uno, sopra di me, piuttosto in alto e lontano. L'altro, sta incedendo verso di me. "Elisabetta!" sento qualcuno gridare il mio nome, per la prima volta, pronunciato giustamente. Di sicuro non può essere il sovrano. Pochi secondi dopo, vengo travolta da un abbraccio caloroso. E'... "Sarah!" grido gioiosa. "E' da un secolo che non ti vediamo qui!" mi rimprovera. "Un secolo? E' qualche settimana. I nostri anni terrestri sono solo mesi nell'Underground, figuriamoci le settimane.". "Era un modo di dire!" ride lei, di cuore. Ha preso delle brutte abitudini da Jareth: ad esempio, quella di scherzare in modo così distaccato da non far capire al suo prossimo la differenza tra un tentativo umoristico ed un rimbrotto. Rido anch'io. "Sai, la tesi...." alzo le mani al cielo. "FINALMENTE E' FINITAAAAAAAAAAAA!" urlo soddisfatta. "Ci sei mancata tanto!" mi dice lei. "Anche voi... Per quanto petulante possa essere Vostra Altezza, alle volte. A proposito..." indago, guardinga. "Lo hai dissuaso dal lanciare addosso all'università l'esercito, gli Spazzini, il gigante di ferraglia alle porte della città e qualche serpente? Non manderà nella Gora il mio corpo docenti, vero? Sono stati così carini quando ho esposto, veramente, non se lo meritano!". "Perché, io quando ho baciato Gogol lo meritavo?" mi chiede sorridente. "Sì. Lui è un tipo possessivo ed è ossessionato dalla tua persona. Perciò lo hai ingelosito e sì, l'hai meritato!" le faccio la linguaccia. Poi aggiungo con una smorfia: "Ce l'ha tanto con me per essermi assentata?". "Nah." minimizza con un gesto lei. "No, eh?" domando sarcastica. "Sai..." inizia, con quel suo modo di fare da attrice consumata, imitandomi, "Lui è un tipo possessivo ed è ossessionato dalla tua persona, la scriba dell'Underground, perciò lo hai ingelosito e sì, l'hai meritato!". "Ah, adesso sfotti anche eh!" sghignazzo. "Stargli attorno ti peggiora." considero. Lei alza gli occhi al cielo, arricciando il naso. "A proposito," continuo, "gli hai illustrato la pratica di noi umani mortali di laurearci, per ottenere un mestiere? E quanta fatica e sacrificio comportino tutte le ore incatenati alla scrivania, dal giorno alla notte, per studiare?". "Sì, l'ho fatto." Mi rassicura. "E...?" aspetto. "E... La ritiene una cosa inutile.". "Inutile?" sottolineo, allargando le braccia. "Inutile perché tu hai già una vita qui nella Roccaforte come scrittrice di Corte, sostiene, ruolo più importante. Il tuo titolo l'hai già avuto. I compiti esclusivi che devi svolgere, cito testualmente, sono lasciare al resto degli abitanti del Sopramondo il racconto delle nostre ultime gesta, in modo che se ne perpetui il ricordo ai posteri anche tra il popolo di Goblin. Il resto, è superfluo.". "Superfluo?!" mi lascio cadere seduta sul prato. "Quindi, alla fine, Jareth si è comportato come avrebbe fatto tipicamente Vostra Maestà." butto lì, rassegnata. Che ci posso fare? La sua mente deviata non la posso cambiare. "Dov'è, comunque?" mi guardo attorno. Sarah stende semplicemente un indice verso il cielo. Ed il mio sorriso si allarga: "Ah!" apostrofo. "Fammi indovinare, lezioni di volo?". "No, solo lezioni di - guardaquantosonofigopurementrevoloaggraziatosolcandoicielicontutteleevoluzionichepossofare -" precisa lei.
Sospiro, trattenendo una risata e mi distendo sull'erba, sonnecchiando. Quante ore di sonno ho ancora da recuperare... Sarah, nel frattempo, mi racconta di tutti i tipi strani che ha avuto modo di veder circolare al Castello in occasione della festa di Halloween, indetta dal Signore del Labirinto. Più che essere invitata avrebbe preferito evitare di incontrare tanta gente inquietante. Fino a qui tutto bene. Poi, per risponderle, dicendole che Jareth, per me, è già bell'inquietante di suo, per quanto ricolmo di fascino, apro gli occhi e mi ritrovo la faccia a cuore, capovolta, di un barbagianni addosso, che mi scruta con i suoi occhi tondi, enormi e neri.
Emetto un gridolino, scattando con la schiena in su. Col fiatone per lo spavento, lo guardo sconcertata. Ma che cos'ha che non va, dannato cervello brillante sbrilluccicoso! Avrà troppi brillantini perfino infilati nel cranio, che non lo fanno ragione a dovere. "Sire, Vi pare il modo di annunciare la Vostra venuta ad una fanciulla indifesa che, finalmente, si stava un po' rilassando?" domando, retorica. L'unica risposta che ricevo è un "Uuuuuh", verso soddisfatto dello stramaledettissimo rapace che è.
"Un gufo non sarebbe così screanzato!" parlo tra me e me, in un bisbiglio ben calcolato. Eppure, il barbagianni spalanca accanto al mio viso le sue ali, agitandole.
"Sì, sì, ho capito," correggo subito il tiro, "i gufi sono degli sfigati. Poveri perdenti! Viva i barbagianni, yeeee." esulto, mimando con la mano l'atto di sventolare una bandierina. La mia accondiscendenza viene punita con il fastidio che mi procura l'avere delle ciocche dei miei capelli tirati giocosamente dal suo becco. "Ma non avete nient'altro da fare? Voglio dire, magari forgiare altri sogni od organizzare una spedizione nell'Aboveground per un bambino cattivo che merita di farsi un giretto turistico nel Vostro Castello? Cos'è, improvvisamente tutti i fanciulli della Terra sono diventati dal primo all'ultimo ubbidienti e rispettosi? Tu non aiutarmi, eh, mi raccomando!" volgo gli occhi, in un tentativo disperato, verso la Campionessa del Labirinto. "Più fai così, più non smetterà mai di farti i dispetti. Lo diverti, l'ho imparato a mie spese." si pone una mano sul cuore, teatralmente, lei. "Non essere così severa con lui: ti sta solo dando il bentornata." commenta, intenerita. Eh sì, quei due sono fatti l'uno per l'altra. Sarah ha ultimato il lavaggio del cervello, sicuro. "E non potreste, vediamo, amoreggiare, tanto per accontentare i tremila e passa occhi, esattamente tremila duecento occhi, che vi osservano dall'altra parte del monitor?" ci tengo ad evidenziare che, nonostante la mia assenza, le visualizzazioni sono comunque aumentate. Così potrò attutire il risentimento di Vostra Magnificenza nei miei confronti ed il disprezzo che prova per gli studi accademici. Sarah arrossisce. "Questo, secondo gli standard narrativi, è previsto per gli ultimi capitoli.". "Ecco, magari, spiegalo al fandom, perché i fans strepitano per fare di voi la coppietta felice ed io con loro, anche soltanto per liberarmi di questo ostinato animale notturno!". Il barbagianni adesso si è arpionato con le zampe e tutto il suo peso sulle mie ginocchia. Menomale che indosso i jeans. Che dite, se me li strappa, li vendo online sotto la voce: "Jeans strappati all'ultimo grido: artigliati da Jareth il magnifico!" oppure me li tengo? Qualcuno di voi è interessato a comprarli? Avete idea del valore inestimabile che hanno? Voglio dire... Io porto la 42 – 44, fatevi avanti! Improvvisamente, vedo Jareth stendere un'ala soltanto, guardandomi intensamente.
Aggrottando la fronte, storcendo la bocca in un angolo, mormoro: "Che cosa gli prende adesso al barbagianni?" in cerca dell'aiuto di Sarah. "Credo che voglia darti il regalo di laurea di cui mi ha parlato." mi confida lei, raggiante. Deglutisco rumorosamente, balbettando un: "C...C-che?". Solare, Sarah mi indica le sue piume. "Io... Cosa?" sgrano gli occhi, pronta a farmeli uscire dalle orbite. "Ah," esito, "Così... Devo... Uh." Sillabo come un'idiota. Credevo di essermi fatta più intelligente col pezzo di carta che mi sono portata ieri a casa. Invece, mi sa di no. "Uuuuuuh!" mi fa il verso lui. "Mi state correggendo nella pronuncia?" tergiverso, imbarazzata. "No, ti sta solo incoraggiando a prendere una sua piuma." mi spiega la Campionessa del Labirinto. "Ma non posso, dovrei letteralmente strappargliela! Non è che ne avete persa una per strada? Perché mi sta bene anche quella. Non c'è nulla di cui vergognarsi nell'essere stressati, noi perdiamo i capelli ed a Voi sarà capitato di perdere le piume. Ecco, prenderò una di quelle che ha perso." mi affretto a rimediare alla mia imbranataggine. "Per quello che ha in mente," specifica Sarah, "Ne serve una non caduta in terra, che ha perso il suo potere magico.". Sto per ribattere, scuotendo energicamente la testa, ma il barbagianni accenna già, spazientito, a beccarsi da solo l'ala per prenderne una. "No!" scatto. "D'accordo: non c'è bisogno che Ve la stacchiate da solo con il becco. Fa molto più male. Io... La prenderò io con le mie dita." sospiro. Ma di che regalo si tratterà? Perché devo fargli male? Per un poco di potere magico? Non m'interessa averlo! L'unica cosa da fare, è strapparla velocemente come un cerotto. Non mi pare che Jareth sia disposto a rinunciare: se non lo farò io, lo farà da solo. Così, afferro più rapida di un fulmine una sua piuma e la stacco: io ed il barbagianni chiudiamo gli occhi nello stesso momento. Io stringo forte le palpebre. Quando le riapro, mi ritrovo davanti Jareth, nella sua forma umana, con il suo classico completo bianco crema che ricorda molto il piumaggio del barbagianni. "Sei stata delicata, lo devo riconoscere. Non mi sono accorto di niente." valuta col solito sorrisetto sornione e beffardo. Mi alzo in fretta in piedi: "Davvero? Ma perché l'avete fatto? Non era necessario. Io non...". "E la tua delicatezza viene compensata dalla tua inattitudine di... Come dite? Chiudere il becco?". Mi costringo a tacere, pronta all'ascolto. "Dammela un secondo." mi indica Jareth la piuma. Gliela porgo: se l'accosta ad una parte del mantello, dal lato sinistro, che sembra slabbrato. "Bene, a sinistra, me ne sono ricordato. D'altronde, tu sei mancina." Afferma. "Sì, ma cosa c'entra?" non ci sto capendo nulla. "Puoi riaverla!" mi sprona. La riprendo e mi illustra la natura del mio regalo: "Nonostante questo titolo che ti sei conquistata sia sicuramente inferiore a quello di scriba dell'Underground, scrittrice della corte del Castello," ricomincia. Mi mordo la lingua per non dargli una rispostaccia. E' Jareth, c'era da aspettarselo. "nel tuo mondo, comunque," torna a parlare, "si è soliti fare un dono di laurea. E questo è il mio: la mia piuma è una penna per scrivere dall'inchiostro magico. Non finirà mai. E si piegherà al tuo volere. Quando dovrà essere invisibile, lo sarà. Quando dovrà passare da un libro ad un altro, lo farà: è in grado di viaggiare attraverso le storie. Potrà comunicarti molti messaggi interessanti e notizie, quando dovrai svolgere le ricerche tra i tanti testi delle biblioteche che non potrai raggiungere, perché sono troppo distanti oppure quelle che addirittura non conosci. Potrai chiedere alla penna qualunque cosa tu voglia e potrà risponderti." concluse. Io ho perso finalmente la capacità di parlare. Peccato che sia il momento sbagliato, ora. "Lo gradisci?" mi interpella. "Se lo gradisco?!" esclamo. "Io... Ecco, io..." non so cosa dire per esprimere la gratitudine. E Sarah interviene con un "Uuuuh", che imita il verso di Jareth quando è un barbagianni. E che imita, a sua volta, il mio stupore e piacere. "Sì, quello che vuole dire la Campionessa del Labirinto," colgo la palla al balzo, "è che mi lusingate con questo dono, Sire. Lo apprezzo.". Jareth mi omaggia ancora con un inchino. Ed io, rossa dalla vergogna, decido che è il momento di squagliarmela. "Levo le tende!" annuncio praticamente in mondo visione, prima che perda i sensi dall'emozione. Ci manca solo che svenga. "Grazie ancora, Sire." faccio una riverenza e mi congedo. Non appena rientro nella Roccaforte, lasciando soli Jareth e Sarah che si scambiano uno sguardo complice ed affettuoso, afferro il quaderno viola dove abbozzo tutto ciò che scrivo ed utilizzo per la prima volta la penna magica, ponendogli questa domanda. "Sei felice di avermi?" e lei risponde "Sì. Tanto.". Ed io scrivo di nuovo a mia volta, "La cosa più preziosa a questo mondo è amare ed essere amati, non trovi? E, per quanto mi riguarda, grazie all'affetto dei miei genitori, degli amici lettori e del popolo di Goblin, compreso il suo re, posso ritenermi fortunata. Grazie a tutti voi, per aver reso il giorno della mia laurea speciale con il vostro sostegno. Sono tornata per restare.".
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