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Livello 10 - Un giro in bicicletta

Quattro giorni dopo, Yuichi, Artemis ed i loro genitori tornarono a Nuova Domino, lasciando Ryoko assieme ad Håkan, il quale si era proposto di riportarla a casa una volta tolte le ingessature.

La lezione di storia dell'arte sembrava non finire mai. Gli occhi neri della ragazzina erano rimasti fissi sul cielo azzurro sin dai primi minuti, con la guancia spalmata su una mano ed intenta a martoriare una matita con i denti.
-Di solito, la pianta delle cattedrali romaniche è a croce latina, divisa in tre navate e... Hogan, stai ascoltando?- il tono di voce improvvisamente alzatosi della professoressa la destó, facendole prendere uno spavento. Annuí debolmente senza aver compreso la domanda, iniziando a scarabocchiare il foglio sotto con la matita.
-Bene, continuiamo allora. Dicevo, divisa in tre navate...-
Artemis si sentí una mano picchiettare sulla spalla; voltatasi, vide che a chiamarla fu la sua compagna di banco: una ragazza dai folti boccoli viola scuro, carnagione olivastra ed occhi blu.
-Ma che hai oggi? Ti vedo strana.- le chiese.
-Uhm...- alla domanda, non riuscì a fare a meno di sorridere.
-Su, parla!-
In quel momento, la campanella di fine giornata suonó e tutti gli studenti si diressero fuori dalla classe schiamazzando.
-Esco con un ragazzo.- all'improvviso qualcuno le saltó addosso come un felino, era una ragazza dai capelli biondo miele legati in una coda di cavallo e gli occhi verdi.
-COOOOSA?! Ho sentito bene? Esci con un ragazzo? Credevo preferissi le ragazze!-
-Calmati, Minako, o la strozzerai prima che possano effettivamente vedersi.- disse la viola, sospirando.
-Zitta Kiko, devo sapere!-
-Beh...- Artemis sfruttó un momento di silenzio da parte delle due per ricominciare a parlare. -Anche io credevo di preferire le ragazze, ma in lui c'è qualcosa di particolare e mi ha colpita sin dal primo momento in cui l'ho visto.-
Le sue amiche si guardarono con sguardo complice.
-Descrivicelo!- dissero, in coro.
-È abbastanza alto, carnagione lievemente scura, ha i capelli neri con alcune striature dorate che tiene sempre legati in un codino e splendidi occhi nocciola. Sorride poco, ma quando lo fa è bellissimo. È calmo, riservato, intelligente ma gentile, un ragazzo d'oro.-
-E come si chiama? Quanti anni ha?- chiese le bionda, avvicinandosi al suo viso.
-Diciannove. Si chiama Yuichi.-
-Yuichi... Yuichi Fudo?- chiese l'altra.
-Lo conosci?- domandó Artemis.
-Chiunque sia abbastanza appassionato di duelli turbo lo conosce. Qualche anno fa ha fatto un incidente cosí grave da uccidere il suo sfidante e da lí non ha più partecipato agli incontri. Non è affidabile, viene spesso evitato perchè il suo non saper guidare la moto ha ucciso uno studente proveniente da questa scuola.-
-Ma che stai dicendo?! Non eri presente sulla duel runner al momento dell'incidente, come puoi assumere che non sapesse guidare?- la ragazza si alzó in piedi e prese lo zaino, preparandosi ad andarsene, ma Kiko l'afferró per un polso.
-Non uscirci, Mis.-
-Faccio quello che mi pare, voi sapete a malapena il suo nome, non conoscete nulla di lui.-
Sbuffó, liberandosi dalla stretta e lasciandole lí. Le due, seppur rimanendo a debita distanza, la seguirono.
Fuori da scuola, Artemis si guardó intorno alla ricerca di un volto conosciuto in particolare, finché non lo trovó: appoggiato con la schiena al muro e con una bicicletta da donna accanto, vi era un ragazzo dai capelli corvini, a braccia conserte. Alcuni studenti si soffermavano ad osservarlo al loro passaggio, ma lui sembrava fregarsene totalmente. Lei acceleró il passo, agitando il braccio per attirare la sua attenzione, quando venne vista sul volto di Yuichi si formò un piccolo sorriso.
-Scusa il ritardo, mi ero fermata a parlare con delle amiche.-
-Non c'è problema. Come stai?- il corvino la osservó attentamente, quel giorno era particolarmente carina, i capelli erano stati piastrati e tenuti in ordine da un cerchietto bianco, il viso era meno truccato e la divisa scolastica le stava molto bene.
-Io sto bene, grazie!- guardando la sua bici, notó un grande mazzo di fiori gialli, bianchi e rosa nel cestino, soffermandocisi sopra.
-Oh, quello? Prima di fare il nostro giro devo andare a fare una consegna. Scusami se credevi fossero per te...- disse lui, con una lieve nota di imbarazzo sul volto. Lei gli diede una forte pacca sulla spalla, ridacchiando.
-Non mi offendo per così poco, carino.- detto ció, saltó sul portapacchi della bici, sedendocisi sopra.
-Aaandiamo, Yuyu!- disse, alzando un braccio verso l'alto.
-Come desidera, signorina.- le disse, prima di montare in sella. Nello stesso istante in cui si sistemó, la ragazzina si avvinghiò a lui poggiandosi sulla sua schiena, suscitandogli non poco imbarazzo. Le sue gote si erano fatte piú rosse, fortunatamente, lei non poteva vederlo in quel momento.

-Allora, dove mi porti dopo la tua consegna?- domandó Artemis, qualche minuto successivo alla loro partenza.
-Sei stata tu a chiedermi di uscire, quindi lascio a te la scelta. Non sono il tipo di persona che va agli appuntamenti con le ragazze.-
-Ah, no? E perchè?-
-Nessuna ha mai suscitato in me un'interesse tale da spingermi ad invitarla.-
-Quindi io ti interesso?-
-Mi hai invitato tu.- lei gonfió le guance, conscia di essersi data la zappa sui piedi.
-Sai, nemmeno io sono mai uscita con un ragazzo.-
-Davvero? Non ti credevo il tipo.-
-È perchè sono sempre uscita con le ragazze.- disse, tranquillamente. Yuichi si stupí di come gli avesse rivelato una cosa del genere cosí facilmente. Si fidava di lui, oppure non le importava di dirlo in giro?
-Sono davvero così interessante?-
-Direi di si. Nessuno era mai stato gentile con me come lo sei stato tu, nonostante fossimo dei perfetti sconosciuti. Come ti è venuto in mente di stendere quell'uomo enorme?!-
-Istinto. Ho sempre fatto risse assieme o per difendere Ryoko, non mi faccio alcun problema a malmenare qualcuno, se serve.-
Per Artemis, quel ragazzo era incredibile. Sembrava cosí pacato, eppure nascondeva tantissime cose. Voleva scoprirle, una ad una.
-Siamo arrivati.- la sua voce la destó dai suoi pensieri, mentre la corsa della bicicletta rallentava sempre di più, fino a fermarsi. Yuichi saltó giú e continuó a spingerla a mano, fino a trovarsi davanti al portone di una villetta.
-Aspettami pure qui.- Artemis obbedí e rimase seduta sul portapacchi. Lo osservó in ogni suo movimento, da quando suonó il campanello, al momento in cui una giovane donna aprí la porta, rimase spiazzata dal bellissimo mazzo, gli diede qualche moneta, lo salutó sorridendo e tornó indietro.
-Sembrava davvero felice per quei fiori.-
-Anche tu lo saresti?- le chiese lui, osservando l'espressione sognante delineatasi sul suo volto. Improvvisamente, avvampó, sgranando gli occhi.
-Ehm... beh...-
-Se ti fa piacere, posso portartene un mazzo la prossima volta.-
Lei agitó le mani davanti al viso, visibilmente imbarazzata.
-Non ti scomodare...!-
A Yuichi scappó un sorriso e le poggió una mano sul capo, scompigliandole i capelli perfettamente pettinati, poi saltó su e ripartí.
-Allora, hai deciso dove vuoi andare?-
-Vorrei rivedere il luogo del nostro primo incontro.-
-E cercare quel tizio che ti aveva rubato il deck? Vuoi che lo spacchi nuovamente di botte? Sono pronto.-
-No, ma che hai capito! Mi piace la spiaggia ed oggi è una bella giornata, per questo voglio andarci.-
-Ricevuto, generale.-

Meno di venti minuti dopo inizió a scorgersi il lungomare, la brezza marina si sollevó subito nonappena furono in prossimità della spiaggia. Il ragazzo posteggió la due ruote nel portabiciclette e cominció a dirigersi verso la grande distesa sabbiosa, seguito da Artemis.
-Vuoi darmi lo zaino? Sembra pesante.- le chiese, mentre percorrevano una passerella in pietra.
-Va bene cosí, non è così pesante.- mentì; in effetti, le stava distruggendo la spalla.
-Insisto, pendi tutta da un lato.- rispose lui, osservandola e generando in lei un sospiro. Glielo porse.
Gli sembrava di portare un sacco pieno di pietre, ma quanti libri c'erano dentro?
-Certo che è p-- improvvisamente, la vide correre a gran velocità verso la riva, togliersi scarpe e parigine ed entrare in acqua fino alle ginocchia.
-Vieni anche tu, Yuyu!- la raggiunse, rimanendo peró sul bagnasciuga.
-L'acqua sará gelida... e poi ho i pantaloni lunghi.-
-Per favore...- lo disse con una dolcezza tale da scioglierlo come un ghiacciolo al sole. Sospiró, poggiando la borsa sulla sabbia e togliendosi le scarpe.
-Mi devi qualcosa, sappilo.- quando mise un piede nell'acqua ghiacciata, l'intero suo corpo rabbrividí ed istintivamente alzó una gamba.
-Eddai, non fare storie!- la ragazza lo raggiunse, lo afferrò per un braccio e lo trascinó dentro, ma finí per perdere l'equilibrio e caddero entrambi, inzuppandosi. Yuichi si alzó, grondante d'acqua salata e congelata da ogni fibra del maglione.
-Sarai contenta ora, quando mai ci asciugheremo?- e gli arrivó un'altra ondata in pieno viso lanciata da Artemis, la quale stava ridendo a crepapelle. La prese piuttosto male.
-Tu! Brutta...- inizió ad inseguirla nel tentativo di farla cadere, ormai non sentiva nemmeno piú il freddo.
La rincorse per un lasso di tempo indefinito, finché lei non si voltó improvvisamente e gli saltó addosso, facendo finire nuovamente entrambi in acqua, continuando a ridere. Lui sbuffó, esasperato.
-Sai...- tutto d'un tratto, si fece seria in viso. -Le mie amiche non volevano che uscissi con te, oggi.-
-E perché?- per ascoltarla, non fece minimamente caso al fatto che lei fosse a cavalcioni su una delle sue gambe.
-Per l'incidente di due anni fa, dicono che sia stata interamente colpa tua.-
Yuichi abbassó lo sguardo, rivolgendolo altrove. L'acqua del mare si fece nuovamente gelida sulla sua pelle.
-Lo è stata.- sussurró, ma lei scosse il capo.
-Non è vero! È stato per un malfunzionamento, me lo ha detto Ryoko!-
-Rimane il fatto che io abbia ucciso una persona, loro avevano ragione. Sono un soggetto pericoloso, nessuno dovrebbe avvicinarsi a me. Merito di rimanere solo per sempre.- tentó di spostarsela di dosso e di alzarsi, ma lei lo tenne incollato al terreno afferrandogli le braccia. Si guardarono negli occhi, lui dischiuse le labbra a fronte di quell'espressione decisa.
-... ma io non le ho ascoltate, ho messo in gioco la nostra amicizia per te, perchè ho visto chi sei! Una persona estremamente gentile e che non ci pensa due volte a mettere in gioco sé stessa per una sconosciuta.- spostó le mani dai polsi e avvolse il suo corpo in un abbraccio, appoggiando la testa sul suo petto. Poteva sentire benissimo i battiti del cuore accelerare. Il corvino continuó a rimanere in silenzio, non più conscio della situazione.
-Ti ho visto combattere, ti ho visto sorridere, ti ho visto piangere, ti ho visto venire a consolarmi di tua spontanea volontà, mi hai abbracciata, mi hai scompigliato i capelli, mi sei stato vicino e sei uscito con me, nonostante ci conoscessimo da pochissimo tempo. Yuichi, non mi importa cosa pensano gli altri di te, ma io sono pronta a mettere in gioco tutti i miei legami per stare dalla tua parte, incidente mortale oppure no. La tua forza è incredibile.-
-Artemis...- fu l'unica cosa che riuscí a dire, soffocando un singhiozzo. Gli occhi nocciola si erano fatti lucidi, non era capace di vedere nulla attraverso quella visione annacquata.
Lei sciolse l'abbraccio, prendendogli il viso tra le mani ed asciugando le lacrime con le dita.
-Ci sono tantissimi ragazzi a scuola pronti a dare ogni cosa per uscire con me, perchè mi ritengono la più bella. Fanno sempre a gara, mostrandomi le loro duel runner fiammanti e facendo i cascamorti ogni tre per due, ma io ho scelto quello che la scuola nemmeno l'ha finita, lavora in un negozio di fiori e mi viene a prendere con una vecchia bici arrugginita, perché preferisco di gran lunga la tua genuinità ed il tuo cuore. Per questo voglio conoscerti sempre piú.- sorrise, continuando a tenere lo sguardo fisso nel suo, finché lui non abbassó gli occhi e tiró su col naso.
Avrebbe voluto rispondere, dirle quanto fosse grato di quel gesto nei suoi confronti, ma non ci riusciva, desiderava maledire sé stesso e la sua introversione. Non era capace di esprimere sentimenti nitidi in alcun modo, il suo atteggiamento costantemente passivo era per lui una gabbia impossibile da sfondare. Come faceva, quella ragazza che lo stava fissando con quegli splendidi occhi scuri, ad esternare tutto cosí facilmente, ad essere tanto empatica da comprendere persino ciò che la sua corazza a tratti apatica celava?
-Vuoi tornare a casa? Se rimanessimo ancora immersi, ci prenderemmo un raffreddore.- gli chiese, a bassa voce. Il corvino annuí, alzandosi ed iniziando a camminare verso la sabbia.
-Aspetta!- arrivó lei, prendendolo a braccetto. Yuichi la guardó con la coda dell'occhio, suscitandole un adorabile sorriso. Era bellissima anche da fradicia.

-L'aria è gelida!- Imprecó, tremolando e con gli occhi socchiusi.
-Devo ricordarti che l'idea di buttarci in mare, ad aprile, è stata proprio tua? Se vuoi ti lascio il mio posto, cosí senti meglio la brezza.- rispose, con una nota di sarcasmo nelle parole. Il vento che gli sbatteva in faccia come continui schiaffi aveva intorpidito il suo viso e congelato il maglione, ormai diventato equivalente ad una lastra di ghiaccio aderente al corpo. Si maledí più e più volte per aver accettato anche solo di entrare in acqua, avrebbe dovuto aspettarselo da Artemis. Perlomeno, lei gli stava avvinghiata cosí forte da scaldarlo almeno un poco.
-Uffa, come potevo sapere che sarebbe finita cosí?-
-Mi hai lanciato in acqua, è colpa tua!- tacque un attimo, finché il sorrisino comparso sulle sue labbra non andó scemando.
-Hey, Yuyu.-
-Cosa c'è?-
-Un giorno mi insegni a duellare come solo tu sai fare?- lui scosse il capo.
-Non posso.-
-E perché?-
-Ho chiuso con Duel Monsters ormai da un po'.-
-Eppure, sei la mente dietro Stelle Cadenti. E mi hai aiutata.-
-Non c'entra, lo faccio solo per aiutare mia sorella. Sennó chiuderei il mio deck in un cassetto e butterei la chiave.-
-Posso provare a convincerti?-
-Se pensi di riuscirci... fa pure.-
-Evvai!- lasció un braccio per alzarlo in aria, riappiccicandosi subito nel momento in cui si sbilanció rischiando di cadere, iniziando poi a ridere.
-Sta più attenta, non mi va di portarti in ospedale. Tuo padre mi ammazzerebbe.-
-Non preoccuparti, glielo avrei detto che è stata colpa mia.-
-E ci mancherebbe che la dessi a me!- frenó all'improvviso, voltandosi e guardandola malamente. Lei rivolse lo sguardo altrove, facendo il broncio.
La bicicletta ripartí.
-Comunque sono stata bene oggi, a parte il freddo. È stato divertente, che ne dici di rifarlo?-
-Usciró nuovamente con te solo se ci terremo alla larga dall'acqua gelata.-
-Allora la prossima volta ti lanceró in una piscina riscaldata!-
-Non ci pensare neanche, non te lo lasceró fare cosí facilmente come oggi, mi hai solo preso alla sprovvista. Sarai tu a finire in acqua, da sola.-
-Quindi hai apprezzato la vista di prima?- ammiccó.
-Non-, Non! NO!- il corvino avvampó immediatamente, ormai l'aria fredda non aveva piú il potere di mitigare quella sensazione bollente che stava invadendo il suo viso.
-Ahahah, sei proprio carino quando fai così!- la fece ridere a crepapelle, mentre lui scuoteva il capo in segno di esasperazione. In che guaio si era andato a cacciare, con Artemis?

L'accompagnó a casa, proseguendo il tragitto verso la sua abitazione da solo. Quando l'aveva lasciata all'inizio della sua via, lei al posto di salutarlo normalmente gli si era fiondata addosso e l'aveva stretto in un forte abbraccio, rischiando di far cadere entrambi assieme alla bicicletta.
Mentre pedalava per le strade trafficate, non fece a meno di sorridere al pensiero di com'era trascorsa la giornata. Nonostante fosse fradicio ed infreddolito, Artemis si trattava di un guaio in cui si sarebbe volentieri cacciato.
-Sono a casa.- disse, aprendo la porta. La chioma rossa di Aki sbucó dalla cucina, che quando lo vide bagnato dalla testa ai piedi assunse un'espressione confusa.
-Che ti è successo? Ha piovuto e non avevi l'ombrello?-
-... Non proprio.- rispose con imbarazzo, portandosi una mano sulla nuca. La donna sorrise, intuendo qualcosa.
-Su, vai a cambiarti. O ti prenderai un raffreddore.- il figlio annuí, correndo su per le scale e fiondandosi sotto la doccia. Oltre ad essere fradicio, era anche pieno di fango e sabbia.
Quando fu sicura di non essere sentita, la madre inizió a parlottare con Yusei in quanto alla sua uscita, suscitando in lui un sospiro.
-Lascialo stare, non è più un bambino, avrá pure il diritto di uscire da solo, ogni tanto.-
-E se avesse una ragazza segreta? Voglio conoscerla!-
-Non mettergli pressione e pensa a preparare la cena.-
-... cavolo, si bruceranno le verdure!-

Posó la mano annerita e dalle unghie ingiallite sul muro altrettanto lercio, a fianco ad una pagina di giornale. Ansimava, la voce roca, stanca, a tratti adirata. Si voltó verso il pavimento, pieno di mozziconi di sigaretta, un posacenere colmo fino all'orlo, bottiglie e vetri rotti. Faticava anche a rimanere in piedi, non chiudeva occhio da giorni.
Dal momento in cui nella sua testa scattó quella strana molla, la mente aveva viaggiato alla velocità della luce, pensando ad un'infinità di cose, tutte rivolte verso un unico obiettivo. Si lasció cadere sulla poltrona di pelle marrone e piena di buchi, con quella pagina tra le mani, appena strappata dalla puntina che la teneva affissa ad una bacheca. Avvicinó la candela, unico elemento atto ad illuminare quella putrida stanza assente di finestre, osservando la foto in bianco e nero presente in prima pagina. L'uomo si leccó le labbra screpolate, fissandola per un lasso di tempo che sembró infinito e sorrise, fece un enorme sorriso. Accanto al divanetto, tra mozziconi, siringhe e bottiglie, altri pezzi ritagliati dai giornali, foto e fogli con scritte apparentemente alla rinfusa. Su uno dei braccioli era posata una maglietta rosa, sporca e bucata. L'uomo la prese in una mano e se la portó al viso, annusandola prepotentemente.
-Sa ancora di te...-
Prese un coltellino, passando lentamente la lama sulla foto di quella pagina che ancora teneva avidamente tra le sue grinfie. Vi era raffigurata una ragazzina piccola ed esile, i lunghi capelli chiari e tinti legati in un'acconciatura adornata da un diadema, vestita con un abito di paillettes, una coppa in mano ed un pappagallo appollaiato sulla spalla. Grandi occhi neri ed un adorabile sorriso arricchivano il suo bel viso.
-Artemis... Hogan... è questo il nome che ti sei data, quindi? Tornerai da me, te lo prometto.- con la lama del coltello, tagliò la carta proprio in prossimità della sua gola, sorridendo nuovamente.

Angolo autrice
Bella raga, come state? E anche questo capitolo è andato!
Vi è piaciuto? Personalmente, non vedevo l'ora di vedere questi due interagire da soli, sono entrambi adorabili. Chi non vorrebbe farsi scarrozzare in giro dalla bici di Yuichi? Altro che duel runner.
Dato che non è passato molto dall'ultimo aggiornamento, non ho nulla di importante da dirvi.
Alla prossima.~

Jigokuko

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