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VIII

«Sono sempre stato un fan accanito dei Pokémon. Sapevo praticamente tutto di loro, leggevo tutti i manga, guardavo tutti gli anime, avevo tutti i giochi sui vari Nintendi, sul Gameboy color, eccetera eccetera. In sostanza un ragazzo che passava il suo tempo a parlare di Pokémon» iniziò a raccontare Carl. Ci eravamo seduti per terra, sul pavimento del Campo di addestramento.
«Mi appuntavo un sacco di cose su di loro e il mio più grande sogno era averne uno. Da piccolo volevo diventare un allenatore e battere tutte le palestre, compresa la Lega Pokémon ed impossessarmi di essa» si interruppe un attimo «Si, lo so, aspiravo a tanto» aggiunse ridendo. «Ancora in preda a stupide fantasie mi concentrai a studiare i Pokémon ed ingegneria elettronica. Volevo creare un pokédex, un portale per andare nel loro universo e magari anche delle pokéball. Un giorno, mentre stavo tornando a casa per finire l'orologio-pokédex che indossiamo, un movimento in un cespuglio mi incuriosì. Abitavo in un posto isolato in campagna, spesso le pecore dei pastori scappavano e se le trovavi ancora vive ti davano una piccola mancia. Abbondavano i cani randagi, le volpi, le faine e altri animali che, spinti dalla fame avrebbero ucciso volentieri un piccolo agnellino. So che è strano questo comportamento per una volpe o altri predatori che cacciano animali più piccoli, ma li non c'era molta carne per i predatori. Mi avvicinai al cespuglio con un po' di erbetta per la pecora. Ma, quando infilai la mano, qualcosa mi morse e mi diede la scossa. Urlai spaventato, inizialmente temevo fosse un animale aggressivo, ma poi pensai che era impossibile che dessero la scossa dei semplici animali. "Kevin!" urlai irritato, pensando che fosse il mio caro amico con un altro dei suoi scherzi -è il ragazzo del quale ti ho parlato prima. Lui viveva in città, ma spesso veniva a trovarmi-. Dal cespuglio non uscì nulla, neanche una semplice risata. Capì che non era Kevin quando iniziai a cercarlo attorno al cespuglio e non lo trovai.
Mi imbattei, però, in cinque sfere dei Pokémon, sembravano più che vere. Le aprì tutte e notai che erano vuote, così decisi di prenderle e di arrabbiarmi con Kevin, covinto che fosse ancora uno scherzo. Gli telefonai, mi ricordo ancora molto bene quella conversazione da pazzi: "Ahah.. stupido scherzo, Kev" "Che scherzo?!" Chiese lui. Pensando che stesse ancora scherzando continuai a parlargli in modo irritato "Quello della scossa elettrica e delle pokeball!" "Io... non ti ho fatto nessuno scherzo, sono a casa" sentendo come sottofondo il rumore della televisione mi decisi a credergli. Scoppiai in una risata forzata e gli risposi "Stavo scherzando, ci sei cascato come un pollo, Kevinuccio. Chi è il re del prank, ora?" "Ehm... ok, va bene... a domani...". La mia fantasia mi disse che quelle erano vere pokeball e che forse nel cespuglio, prima, c'era un Pokémon. Uscì in fretta da casa, all'epoca avevo quindici anni, ma avevo iniziato a studiare i Pokémon da quando ne a avevo sette e mezzo. Arrivai trafelato a quel cespuglio e, con molta fatica, riuscì a farne uscire un piccolo Pichu spaventato che cercò di correre via, però io fui più svelto e lo intrappolai nella pokeball. Corsi a casa e liberai il mio Pokémon, non credevo a ciò che avevo visto, pensavo di essere pazzo.
Il Pichu si abituò in fretta a me, lo nascondevo nella pokeball per evitare che i miei genitori lo vedessero.
Un giorno ci trasferimmo nel paese dove abitate tu, Emily, Jacques e gli altri. Feci una passeggiata nel bosco e trovai per caso un albero cavo con un entrata. Le scale non c'erano, quindi mi calai all'interno con una corda e mi feci luce con una torcia. Esplorai l'intera caverna e decisi di farlo diventare un rifugio per tutti quelli che avessero avuto un Pokémon. Questo posto piaceva al mio Pichu e anche a tutti gli altri Pokémon, una mia teoria per spiegare questo fatto è che questa grotta immensa sia stata fatta dai Pokémon.
Passavo qui dentro un sacco di tempo e, pian piano, iniziava ad arrivare gente. Tutti trovavano questo posto per caso, guidati dai Pokémon. Prima arrivò il mio amico Kevin, poi John, Jacques, Ilaria, Emily, Luca e, infine tu.
Intanto stavo applicando ciò che avevo imparato a scuola per costruire i vari macchinari che ci sono qui. E avevo già provato a fare delle pokeball, sbagliando un sacco di volte»
«Ma perché John è il "capo"? Siete arrivati prima tu e Kevin...»
«Voleva fare il capo e glielo abbiamo lasciato fare, eravamo grandi per queste cose»
In quel momento arrivò Emily «Salve, mondo! Ehi, che ci fate voi due qui? Tutti soli, poi...»
«Oh, Emily, non pensare male» disse Carl «Le stavo raccontando come ho fatto a trovare un Pokémon e tutto il resto»
«Uff... speravo in qualche scoop» si lamentò la ragazza sedendosi accanto a me.
«Abituati fin da subito: Emily è pazza» disse Carl ridendo e rivolgendosi a me.
«Oh, grazie» rispose Emily con tono duro e poi si mise a ridere.
No comment... pensai.
«Carl, ho fame, dov'è la colazione?» disse Jacques arrivando nel Campo di addestramento.
«Avete anche cibo umano?» chiesi mentre Carl rispondeva: «Sono le 11.40, adesso aspetti fino all'ora di pranzo»
«Si, si, certo» mi rispose Emily. Intanto Jacques continuava la sua lamentela «Cosa?! Ma io ho fame»
«Hai solo da svegliarti prima» rispose Carl «A proposito, dov'è il fascicolo sul Vulpix? Quello che avete usato ieri»
«L'ho preso io, non avevo voglia di andare a posarlo» rispose Jacques.
«Non perderlo»
«Carl: non perdo le cose importanti»
«Mah, non si sa mai»

Il tempo passò velocemente e, verso le 12.30, ci incamminammo nella "hall". «Fai pranzo con noi?» mi chiese Emily.
«Bho... ok...» risposi, probabilmente i miei genitori si sarebbero arrabbiati, ma... chissene frega.
Ci sedemmo attorno ad un piccolo tavolo. Carl prese del cibo da una piccola stanzetta piena di ripiani. Nella stanza comunicante ad essa, c'era una specie di mini cucina.
«Carl, ma in pratica tu studi i Pokémon da quando avevi sette anni e mezzo e continui anche adesso che ne hai...» non ero mai stata brava ad indovinare l'età di qualcuno solo per il fisico.
«Quasi diciotto» disse con un sorriso divertito.
«Ecco, quindi è da quasi undici anni che studi i Pokémon e non ti sei mai annoiato?»
«No. Certo, qualcuno potrebbe dire che ho sprecato la mia vita ma a me piace così...»
«Beh, almeno cucini bene» disse Emily, alludendo all'ottimo pranzo.
«Ovvio, I'm the best...» iniziò a dire Carl.
«Si, il the best pavone» lo interruppe Jacques.
«Beh, il pavone è un animale regale, con delle belle piume...» continuò a blaterare Carl.
«Finiscila!» lo ammonimmò noi tre.

Il pomeriggio lo passai con i miei nuovi amici ed i Pokémon, allenando il mio piccolo Vulpix. Prima o poi avremmo iniziato a combattere.

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