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#POV JADE#
-Ciao Jade io sono il dottor Style, Harry Style.- mi porge la mano, con timidezza gli porgo la mia e la stringe.
-Bene cara, abbiamo molto di qui parlare. Gary, se vuoi puoi passare a prenderla dopo. Ci vediamo tra due orette.- i due si stringono la mano e Gary esce.
-Piccola Jade, mi hanno parlato molto di te. Ma immagino che dette da te le cose cambino, ti va un caffè?- alzo le spalle.
-Va bene, vieni andiamo in caffetteria.- mi guida di corridoio in corridoio e arriviamo ad un piccolo bar interno all'ospedale. Harry sceglie un tavolo un po' in disparte, ci sediamo e i suoi occhi incrociano i miei.
-Allora, immagino che non tutto quello che ho sentito su di te sia vero... parlami un po' di te.- sorride incoraggiante.
-Mi hanno detto di non parlare agli sconosciuti, mi racconti lei qualcosa di lei.- lo guardo con occhi da sfida e lui sorride, ma che ha da ridere sempre sto qua?!?
-Sono una persona normale.- ecco, lo sapevo: un altro che come tutti i grandi credeva di capirmi.
-Non puo essere normale se fa sto lavoro.-
-Oh, ti prego non darmi del lei mi fai sentire vecchio. Infondo ho solo una decina di anni in più.-
-Qiundi hai 27 anni.-
-Ma su via, non siamo certo qui per parlare di me, dimmi di te bella Jade.- penso di essere diventata viola in faccia. Per fortuna arriva la cameriera che ci chiede le ordinazioni. Lui prende un caffe e un muffin io non ho gran che fame e non ordino nulla.
-Be che ti devo dire Style? Che ho un problema alimentare? Che non so più per chi vivere? O vuoi sapere il perchè non mangio?- punta i suoi occhi smeraldini sui miei color nero.
-Partiamo da qualcosa di un po' meno profondo, dimmi... um... il tuo colore preferito.-
-Mache siamo all'asilo? Comunque il verde.-
-Come i miei occhi?-
-Si va be un colore vale l'altro. Il tuo?-
-Nero.- la cameriera arriva con le cose ordinate. Prende un sorso di caffe e un nirso di muffin.
-Altro? O posso andare a casa? A me non serve uno strizzacervelli.- cala il silenzio mentre beve il suo caffè e mangia il muffin. Quando ha finito poggia i soldi sul tavolo e torniamo in studio.
-Ho bisogno di pasarti per annotare da adesso miglioramenti e peggioramenti. Vieni di qua.- apre una porta e arriviamo in una stanza piccola con una bilancia nel mezzo.
-Allora, ci pesiamo?-
-Come se avessi scelta.- mi tolgo il giubotto e scarpe e li appoggio sull'attacapanni. Mi avvicino alla bilancia, faccio per salire ma lui fa segno di no.
-Jade, non posso pesarti così.- vuole che mi spogli?!?
-Facciamolo insieme.- si avvicina e inizia a togliersi la giacca, poi si allenta la cravatta e la poggia a terra. Apre la camicia davanti e se la toglie, ha gli addominali scolpiti.
-Allora, mi peso prima io?- alzo le spalle. Lui si toglie scarpe e pantaloni restando in boxer e sale sulla bilancia. Una settantina di chili poco più. Scende e mi guarda incoraggiante.
-Devo proprio?- annuisce.
-Lo ho fatto io, tocca a te.- mi avvicino alla bilancia, tolgo scarpe e jeans. Poi sfilo la felpa e resto in reggiseno. Salgo sulla bilancia. Quaranta chili e cinque etti. Scendo e mi rivesto velocemente. Il dottor Style si è gia rivestito e mi aspetta in studio. Mi siedo sulla sedia difronte a lui.
-Intanto credo sia meglio conoscerci. Ti va di venire qui ogni giorno?- squoto la testa.
-Facciamo così: questo è il mio numero. Quando hai voglia ci facciamo una chiaccherata.- prendo il foglietto che mi tende e lo metto in tasca. Proprio in quel momento arriva Gary e mi riporta a casa.
Vado in camera senza badare alle domande che mi fa e mi chiudo dentro. Dalla finestra che lascio sempre aperta sperando di trovare Beck entra un freddo gelido, ma non voglio chiuderla, non posso. Mia madre mi supplica di uscire per cenare ma finisce per mandarmi la solita sottiletta con il post-it.
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