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Ventiquatresimo Capitolo

Mi risvegliai in una stanza d’ospedale. A fianco a me c'erano praticamente tutti. Ma appena il mio occhio si soffermò su Cesare, scattai sul posto iniziando ad urlare dalla paura. PERCHÉ ERA QUI?!?! Lorenzo corse immediatamente verso di me per calmarmi.

Ci vollero alcuni minuti per farmi tranquillizzare. E quando mi ricomposi del tutto, mi spiegarono cos'era successo. Dell'incidente, che avevo perso il concerto.... Ma quando arrivarono a Cesare scese il silenzio. Perché nessuno parlava? In fine Maria guardando i presenti disse:

-" Andiamo un attimo in corridoio, deve essere  lui stesso a spiegargli cos'è successo!"

In quel momento ricordai tutto, e in preceda al panico sbottai dicendo completamente terrorizzata :

-"No no.... Non potete lasciarmi sola con Cesare. Tenterà di violentarmi di nuovo non voglio..."

Appena dissi quelle parole, sul volto di tutti apparve il terrore. Eccetto Lorenzo che era furibondo, contraendo freneticamente la mascella, ma rimaneva in silenzio. Perché non diceva niente? Maria mi regalò un caldo abbraccio e Salvatore....... Stava lanciando occhiataccia a Cesare. Che qualcuno mi spieghi cosa sta succedendo, perché nessuno lo massacra di botte? Avevano capito o no quello che mi aveva fatto!?!?

Guardai furibonda Cesare, ma la rabbia sparì subito o perlomeno un po'. Nel vedere il suo volto avvolto dalle lacrime. Si colpiva con dei pugni sul petto, ripetendo a se stesso «che doveva morire per ciò che aveva fatto»  mi sentivo più confusa che mai, perciò decisi, visto il suo strano comportamento, di dovergli concedere almeno un  opportunità per chiarisi, così dissi cercando di non sembrare spaventata:

-"Cesare a stare sola con te proprio non ci riesco, devi comprendermi. Però se loro possono restare ti ascolto"

Lui annuì ed evitando il mio sguardo disse:

-" Io non ti avrei mai fatto nulla di male. Non sto mentendo. Ma il problema è che io soffro di disturbo di personalità multipla. Erano anni che non riappariva e pensavo che ormai fossi guarito. Ma da quando ti ho incontrato ho iniziato ad avere vuoti di memoria. All'inizio pensavo che fosse per la stanchezza.... Ma..... Quella sera.. Ho capito che forse lui ti aveva fatto qualcosa... "

Cesare parlava del suo alterego come se fosse un altra persona, piangeva si colpiva da solo come se avesse voluto ferire il mostro che era situato dentro di lui.

So che avrei dovuto Capitolo, perdonarlo ma... Non c'è la facevo, ogni volta che incrociavo il suo sguardo riaffiorava in me come se un film, le immagini di quella sera. La paura che provai. Ed il disgusto del suo tocco. So di essere crudele, ma la paura prebaleva sulla ragione. Le lacrime iniziarono a scorrere nuovamente, Maria mi continuava a darmi dolce pacche sulla schiena per tranquillizzarmi. Ma non erano di molto aiuto in questo momento. Tremavo, piangevo. Non riuscivo a stare nella stessa stanza con lui, e con voce tremolante dissi a Cesare :

-"So che non è colpa tua. Ma io ho paura. Ho paura di te. Mi serve tempo."

Sul volto di Cesare, scese un ombra. L'avevo ferito e mi dispiaceva, però non volevo restare un secondo di più con lui.  Avevo paura soltanto ad incrociare il suo sguardo.

*Dopo alcune ore*

Lorenzo rimase con me, mentre gli altri se ne andarono. Maria e Salvatore andarono al minimarket, dovevano pur lavorare?!?! Mentre Cesare... Se ne andò salutandomi con aria affitta. Mi dispiaceva per lui, ma purtroppo mi aveva causato una ferita troppo grande,da poter dimenticare così facilmente. So che non l'aveva fatto a posta, e che non era colpa sua ma....  Dentro di me ancora non ero pronta a perdonarlo.

****** 

Dopo alcune settimane mi fecero uscire. A casa era tornata la solita routine​, con l'unica differenza che adesso non mi era più permesso uscire senza una scorta.... Va bhe che si erano preoccupati, ma comportarsi così non non era un tantino esasperato?!?! Ma andava bene così, so che lo facevano per il mio bene.

Quella sera avevo del tempo libero, visto che ero in convalescenza forzata, Maria e Salvatore mi vietarono di andare a scuola o fare qualsiasi tipo di sforzo, e Lorenzo ovviamente stette dalla loro parte, nemmeno fossi disabile.

Così ormai arresa alle loro premure verso di me, mi misi a comporre le ultime due melodie rimaste. Suonavo, e suonavo ma..... Non erano così belle come le precedenti.... Sicuramente dopo quel evento traumatico avevo avuto un blocco. A deconcentrarmi furono due forti braccia che mi strinsero da dietro. Li per lì trasalì sul posto spaventata, per poi tranquillizzarmi nel vedere che era Lorenzo, ma quando era entrato? Io non lo avevo nemmeno sentito... Così gli dissi leggermente infastidita :

-"Si usa bussare lo sai?!?!"

-"Io veramente ho bussato, sei tu che non mi hai sentito. E nemmeno ti sei accorta che ero entrato per quando fossi assorta nei tuoi pensieri!" disse ciò, dandomi dei dolci baci sulle guance.

Aveva ragione, ero così assorta dai miei dubbi che nemmeno avevo fatto caso a lui. Gli chiesi scusa ovviamente, l'avevo rimproverato senza motivo, per poi tornare nel mio mondo. Lorenzo notando il mio stato d'animo, mi abbracciò più forte iniziando a riempirmi di baci, non c'era malizia in quel gesto, i suoi erano soltanto gesti d'affetto e funzionava a dire il vero. Ad ogni bacio che mi dava il mio cuore galoppava, suscitando brividi lungo tutto il mio corpo. Amavo così tanto Lorenzo, con un semplice abbraccio riusciva ad alleggerire il mio cuore. Era un abilità che solo lui era in grado di fare. Mi alzai andandogli di fronte  contraccambiando il suo abbraccio per scoppiare in un pianto silenzio. Anche se mi faceva stare meglio il suo calore, sentivo il bisogno di sfogarmi, nella mia testa scorrevano  le immagini di quella tremenda notte.
Lo sguardo glaciale di Cesare, i suoi modi di fare così violenti mi scosse parecchio, io mi fidavo di lui e sinceramente avevo paura che mi avrebbe ucciso quella sera, tanto fu lo spavento. 

Ma riflettendoci meglio, ricordai chiaramente che quando lo incontrai era normale.....  Allora quant'è che si trasformò nel suo alterego? o come diavolo lo chiamo lui?!?! Senza che me ne accorsi iniziai a tremare e Lorenzo sentendo ciò mi afferrò il volto tra le mani e mi disse dolcemente:

-"Ti prometto che da oggi in poi non ti lascerò mai più da sola, nemmeno per un secondo... Ti seguirò ovunque pure al conservatorio se sarà necessario.... sarò la tua ombra"

Io con ancora gli occhi umidi per le lacrime, dissi ridacchiando per cambiare discorso:

-"Oddio ora mi sembri tua madre?!?"

Mi guardò per un po' facendo il finto offeso, per poi scoppiare a ridere come un bambino dicendomi divertito :

-"Bhe tale madre, tale figlio giusto?!?"

E continuando così, a ridere e scherzare come se qualche minuto prima non fosse successo niente, si distacco di poco per guardarmi meglio in viso e sorridermi con fare sospetto, mi afferrò a mo di principessa per poi posarmi delicatamente sul letto.….. Mi saltò sopra mettendosi a cavalcioni su di me, e con delicatezza iniziò a baciarmi il collo per poi risalire verso le labbra ed in fine riscendere verso il collo, il mio corpo era in estasi e non riuscivo più a connettere come si deve. Tutte le mie paure svanirono in un istante. Lui aveva sempre avuto questo strano potere su di me.

Si fermò di colpo, causando in me un gran trambusto. Perché si era fermato?!?! Ma nonostante la mia espressione delusa, lui stava li, fermo sopra di me a fissarmi con malizia, e dopo una intensa lotta di sguardi si avvicinò piano alle mie labbra per poi sussurrarmi con passione , mentre la sua mano si inoltrava nel mio interno coscia:

-" ora però devo purificati. Devo disinfettare il tuo corpo"

Quel suo tono sensuale, così profondo, così sexy e il suo tocco.... scosse in me qualcosa di profondo. Mi avvinghiai a lui spingendolo verso di me ed afferrandogli  il volto attaccai le sue splendide labbra.
Veniamo travolti in un vortice di passione e desidero. Non ce la facevo più.... con uno scatto gli strappai la maglietta di dosso, lui guardandosi attorno divertito, soffermandosi sui brandelli di maglietta sparsi per il letto mi disse con un sorrisetto :

-"La mia tigre"

-"Zitto e prendimi" dissi ormai ansimando per l'eccitazione.

Mi sorrise di nuovo, iniziando a baciarmi con più passione di prima. Ma chi poteva arrivare in questo momento?!?! Ovvio Maria, spalancò di scatto la porta, rimanendo a fissarci per un po'. Non diceva nulla, stava li guardarci con due occhi luccicanti. Conoscendo quella donna pazza so che avrebbe voluto urlare di gioia, ma si stava trattenendo. Dopo minuti interminabili di silenzio, Lorenzo intervenne accampando una scusa che non stava ne in celo ne in terra :

-"Emm.... Gli stavo facendo vedere come si può difendere da sola.... Emm... Sai com'è?!?! Caso mai risucedesse!"

Ovviamente Maria, non credette a quella scusa assurda... Dai andiamo va bene che è pazza, però era palese quello che stavamo facendo, pure un ceco se ne sarebbe accorto. Ma per fortuna Maria stette al gioco rispondendogli:

-" Ah bravo il mio figliolo hai avuto un ottima pensata. Però ora scendete che è ora di cena! "

E se ne andò lasciandoci in quella posizione. Mi voltai a guardare Lorenzo, ormai era diventato di tutti i colori per  l'imbarazzo, non c'è la feci più scoppiai a ridere di gusto ignorando le sue occhiataccie, una scusa peggiore non se la poteva inventare? Stavo letteralmente morendo, iniziò a farmi male persino la pancia per le risate. Maria io ti adoro, hai la mia più completa devozione.

Tornai subito seria appena ripensai a ciò che mi angosciava, non riuscivo più a suonare, mi bloccavo ogni volta che provavo a fare una singola nota, e se volevo risolvere il problema c'era solo un modo.... chiarire la questione con Cesare! Dovevo trovare la forza di affrontarlo, odiavo lasciare le cose in sospeso, non era nel mio carattere, e finché non avrei chiarito con lui, conoscendomi non sarei stata più in grado di suonare. Il problema è che ero completamente terrorizzata, se ero con Lorenzo riusciva a distrarmi ma bastava poco per ricadere nell'abisso, mi aveva quasi violentata, so che non era colpa sua è che era soltanto malato però....... La paura prevaleva sulla ragione.

Lorenzo notando la mia espressione, capì immediatamente cosa mi tormentava, mi abbracciò forte e mi sussurrò dolcemente :

-"Tu non sarai mai sola, affronteremo il problema insieme. Io ti starò sempre accanto. Questa è una promessa!"

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