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Venticinquesimo Capitolo

Mi trovavo davanti al bar di Cesare, il cuore iniziò a battermi a mille per la paura, però dovevo farmi coraggio perché rimandai pure troppo da quando decisi chiarire la questione con lui. E ormai non potevo aspettare oltre, perché se volevo tornare ad impugnare il mio violino, non potevo fare altrimenti. Portai con me anche il mio strumento quel giorno, non so nemmeno io perché lo feci, visto che non ero in grado di spicciare una nota.

Suonare era l'unica cosa che sapevo fare, ed ora non ne ero più capace, mi sali subito la rabbia, non ero una ragazza debole?!?! Insomma con mia mamma ho passato le peggio cose, eppure il solo pensiero di parlare con Cesare mi terrorizzava..... Perché parlandoci chiaro io a mia madre lo sempre odiata, quindi anche se mi faceva del male la cosa non mi tangeva... Però con Cesare era diverso, lui per me era un caro amico e ciò che mi fece, mi ferì nel profondo.

Lorenzo venne con me per darmi man forte. Mi stringeva la mano sussurrandomi «che sarebbe andato tutto bene» « che non dovevo preoccuparmi perché non mi avrebbe lasciata sola» e sinceramente quelle parole funzionarono, Lorenzo era per me come una medicina, bastava una carezza o una sua parola per far rilassare ogni mia parte del corpo.

Appena entrai, Cesare nel vedermi si pietrificò, sicuramente non si aspettava di vedermi li, lo intuivo dal suo sguardo. Mi avvicinai a lui stringendo la mano di Lorenzo così forte per la paura che lo senti fare una piccola smorfia, ma non disse nulla, sapeva benissimo che in questo momento avevo bisogno di lui più che mai. Stranamente Cesare non disse cose del tipo« ehi Isa hai portato anche il cagnolino?» o «Isa qui i cani non possono entrare» ma credo che sapesse benissimo pure lui che quello non era proprio il momento di fare battute del cavolo. Mi sedetti ad un tavolo a quattro posti ed appena il bar fu vuoto  con un gesto del capo invitai Cesare a sedersi. All'inizio fu un po' titubante ma dopo che anche Lorenzo gli fece cenno con la mano di venire da noi, venì senza troppe storie.

Appena si sedette, mi feci coraggio prendendo un bel respiro e gli dissi con la voce tremolante :

-"Vedi Cesare, quando ti ho detto che ho paura di te. Lo detto perché e vero..... Non riesco nemmeno a guardarti che inizio a tremare come una foglia. Ma questo mio sentimento non è dovuto dal fatto che io ti consideri un mostro anzi...... E dovuto appunto perché ti considero il mio migliore amico e quando ripenso a cosa mi..... A cosa mi a fatto il tuo alterego mi sento ferita."

Cesare già a metà discorso iniziò a piangere come un bambino e vederlo in quelle condizioni mi si spezzava il cuore, così provai a rincuorarlo ma Lorenzo intervenne prima di me dicendogli con mio grande stupore:

-" Sono sincero avrei voluto massacrarti di botte, quando Isabella mi disse che l'avevi quasi violentata. Ma..... So che non eri in te. Tu puoi essere: arrogante, presuntuoso, odioso ma una cosa la so.... Tu non sei né violento né uno stupratore. Se il problema è il tuo alterego... Poco importa perché ora non sei più solo ci siamo noi con te. Quello che ti a fatto tuo padre è a dir poco terribile, e portare da solo un simile fardello deve essere stato duro. Ma non sei più solo"

Sia io che Cesare rimanemmo di stucco, nessuno dei due ci aspettavamo un tale discorso profondo da parte sua.... Non per Cesare. Ma lo fece lo stesso, per me?!?! Ora capite perché amavo questo ragazzo?!?! Avrei voluto aggiungere qualcosa anch'io ma Lorenzo disse già tutto quello che si  doveva dire.

Cesare ritornado a guardarmi, assunse un un espressione afflitta, forse il fatto che non riuscissi a perdonarlo faceva più male a lui che a me.  Mi si spezzava il cuore a vederlo così.... No basta Isabella tu non sei mai stata una smidollata!?! Mi alzai di scatto sbattendo le mani sul tavolo, con il risultato che che feci trasalire entrambi i ragazzi con quel mio gesto impulsivo, guardai Cesare con  determinazione, per raccogliere tutte le mie forze e gli dissi con tono sicuro :

-" ora ho capito perché non riesco a suonare. Quando creo faccio uscire tutto quello che ho nel cuore. Ma io cercavo di mentire a me stessa con delle note non mie . Se voglio che tutto torni come prima, tra noi, devo far uscire tutto il dolore che ho nel mio cuore."

Era così ovvio, perché non ci ho pensato prima? Se volevo tornare a suonare, dovevo esprimergli tutte le mie paure con la musica.... Mi diressi al centro del bar, non c'era nessuno ed andava bene così, sta volta avrei suonato per Cesare, per salvare la nostra amicizia. Per permettere a me stessa di perdonarlo.

Chiusi gli occhi per ascoltare meglio il mio cuore e sentì :la paura, l'angoscia e le brutte sensazioni che provai quella sera per poi trasformarla in una melodia triste ma al tempo stesso con ritmo. Quella melodia fceva trapelare la mia paura ma al tempo stesso la voglia di riallacciare i rapporti. Non saprei nemmeno io come descrivere questa melodia. So soltanto stavo, che stavo esprimendo me stessa, in una musica piena di dolore. Ma man, mano che suonavo senti quei sentimenti sparire come per incanto, stava funzionando.

Così decisi di continuare sotto lo sguardo di Cesare, colmo di lacrime. Era triste, ma vedevo che anche lui, come me, che gli si alleggerì il cuore . Infondo era questo me mi prefissai fin dall’inizio, suonare per rendere felici gli altri.

Appena fini, mi riavvicinai al tavolo, era come se quella musica avesse cancellato la mia paura, come per magia. In fondo sapevo chi era Cesare . Ed ero l'ultima persona che poteva condannare un altro essere umano per il suo passato.  Anchio ho vissuto momenti terribili nella mia infanzia. E se non fosse stato per Lorenzo e la sua famiglia molto probabilmente sarei come lui in questo momento.

Provare un dolore così grande, ti logora l'anima e la situazione peggiora quando non si a nessuno su chi affidarsi. Questo era quello che successe a Cesare.

Lo guardai con affetto e gli dissi:

-"Ora sono pronta a perdonarti!" Lui mi sorrise, e rispose :

-"Grazie ragazzi, forse avrei dovuto dire prima cosa mi fece mio padre.... Il problema è provavo vergogna per me stesso ed avevo, paura che qualcuno mi gudicasse per questo. Spero solo che con il vostro aiuto potrò finalmente guarire!"

A quelle parole Lorenzo stupì tutti i presenti dicendo :

-" Il passato è passato. Tu non hai colpe, né devi vergognarti. L'unico che deve e tuo padre. E sono certo che guarirai, ma da oggi in poi dovrai confidarti con noi più spesso. Non devi più tenerti tutto dentro noi ti aiuteremo."

Lorenzo era sempre stato così, non poteva stare fermo senza fare niente, soprattutto quando si trattava di qualcuno che soffriva. Indipendente da chi fosse. Ed era per questo che lo amavo. Cesare lo guardò, per la prima volta nella sua vita con affetto e gli disse con un sorriso :

-"Non sei così male come pensavo."

-"Neanche tu!" rispose Lorenzo contraccambiando il sorriso, e dopo qualche secondo aggiunse :-" però devi stare lontano dalla mia donna!"

Che dire..... Lorenzo rimaneva il solito geloso.  Però grazie a lui ero riuscita a superare il mio ostacolo. E non solo questa volta, se non fosse stato per lui, penso che la mia vita sarebbe stata molto diversa..... Grazie Lori, grazie mille per essere così unico.

Nota autore :

Questa melodia mi e stata suggerita da sv58shadow2 che non so come ha azzeccato la melodia che avevo in mente per questo capitolo ancor prima di pubblicarlo. Grazie e spero che vi sia piaciuto il capitolo.

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