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Quinto Capitolo

Le urla ormai presero il sopravento. Mia madre stava dando di matto, essendo ubriaca come al solito, ma la cosa mi puzzava, come mai era venuta solo ora? Era passata una settimana e solo ora si ricordava che esistevo?!? Il fine mia mamma sul l'orlo di una crisi di nervi urlò :

-"SE NON MI RIDATE MIA FIGLIA, VI DENUNCERÓ PER SEQUESTRO DI MINORE! FINO A PROVA CONTRARIA L' AFFIDABILE C'È L'HO  ANCORA IO, QUINDI RIDATEMELA!"

Il padre di Lorenzo ruggì a denti stretti :

_" ancora per poco! "

Dovevo intervenire, per il bene di Lorenzo e dei suoi genitori. Non volevo portare la mia merda a casa loro. Così mi feci avanti e posando una mano sulla spalla di mia madre gli dissi freddamente:

-" Andiamo a casa brutta pazza! " Lorenzo stava per intervenire, quando lo interuppi dicendogli dolcemente :

-"Tranquillo, aspetterò con impazienza di tornare da voi. So che non mi abbamdonerete!" e con le lacrime agli occhi aggiunsi:-"Grazie per essere così favolosi!"

Nonostante tentarono di convincermi a rimanere, sapevo benissimo di non poter restare. Per riceve l'affidamento, se ne sarebbero passati mesi se non anni. E se rimanevo potevano finire nei guai. Quindi non mi rimaneva che essere forte ed aspettare, prima di andarmene porsi il violino a Lorenzo, chiedendogli:

-"Me lo tieni al sicuro per favore? Ho paura che mamma potrebbe venderlo per comprarsi la droga!" lui lo afferrò ed abbracciandomi mi sussurrò :

-"Devi tenere duro, ti riporteremo da noi, e questa volta per sempre!" 

Gli diedi un bacio sulla guancia ed usci con mia madre. Che ovviamente appena arrivammo a casa, mi chiese i soldi. Adesso capivo, aveva finito le birre.
Non avrei voluto darglieli però se non l'avrei fatto, molto probabilmente mi avrebbe picchiato di nuovo, cosi gli diedi venti euro, e se ne andò contenta.

Io invece trovai un po' di quiete nella mia stanza. Ovviamente il resto della casa faceva schifo, ma adesso proprio non avevo voglia di mettermi a pulire. La mia testa era piena di pensieri. Perché Lorenzo non capiva i miei sentimenti? Non mi fece nemmeno un complimento, niente, neanche un lurido "brava"  stavo iniziando a pensare, che se non glie lo avrei detto chiaramente non lo avrebbe mai capito, tonto com'era.

In più un altro problema, che mi ronzava in torno era mia madre. Perché quella cretina doveva capitare a me? Perché?!?! Forse in una vita precedente avrò fatto qualcosa di orribile per meritarmi tutta questa merda. Quella sera proprio non riuscivo a chiudere occhio, ha distrarmi dai iei pensieri fu il telefono che vibrava. Chi mi chiamava a quest’ora? Vidi il numero. Era Cesare e che voleva mo, risposi:

-" pronto!" lui intimidito rispose :

-" Buona sera raggio di sole, dormivi?"

-"Che domanda di merda! Se dormivo a quest'ora mi avresti svegliato comunque no?!?! Comunque che ti fa male ora?" risposi infastidita.

-" Che cattiva che sei. Sempre male mi tratti ed io che ti ho chiamato per farti i complimenti! Comunque ora mi dici cosa e ti e successo una settimana fa? " rispose scherzando, ma a all'ultima frase si fece serio.

-" non sono affari tuoi per quello che ti riguarda! "

risposi infastidita, ormai era un continuo. Si può sapere che vuole da me? Ed anche se glie lo dico lui che cavolo ci guadagna? Niente, quindi che si faccia gli affari suoi. Ma lui la pensava diversamente, infatti sbotto dicendomi :

-" sono diventati affari miei dal momento che ti ho preso ha lavorare nonostante fossi minorenne. E mio dovere saperlo in quanto tuo titolare. E se la mettiamo cosi o me lo dici subito o ti licenzio."

Bene ora ricatta anche! Che odio. Sbuffai  rumorosamente e gli spiegai brevemente la situazione. Di mia madre che era una alcolizzata. Di papà. E che quella sera fu proprio lei a ridurmi in quel modo. A fine racconto ormai esasperata esclamai:

-" Ora sei contento? Ciao"

Stavo per riattaccare il telefono quando mi fermò rispondendomi preoccupato :

-" perdonami non ne avevo idea. Fatto sta che non può trattarti così, devi denunciarla!"

-"A questo proposito, ci ha già pensato la famiglia di Lorenzo. Tu non preoccupartene e non immischiarti o mi arrabbierò sul serio. E per l'amor di dio, non farne parola con nessuno, ora ti devo salutare che domani anche se è domenica devo studiare."

Ci scambiamo la buonanotte e andai a dormire.

**********

Il giorno dopo lo passai interamente a studiare, non scrissi ne parlai con nessuno avevo troppe materie da recuperare.

Il giorno seguente dopo una domenica da schifo, a scuola come da previsto non riuscì a concentrarmi. Guardavo Lorenzo affianco a me, in attesa di una qualsiasi reazione ma niente, faceva il caretino come al solito. Avvolte proprio non lo capivo, quando ero con Cesare non si staccava un secondo da me, pasando di continuo al bar, mentre quando ero con lui a volte nemmeno mi parlava. Se non voleva intraprendere il discorso, lo avrei fatto io, gli scrissi un bigliettino con su scritto :

«Ehi?!? Non mi hai detto se ti è piaciuta la melodia che ho composto per te. Sinceramente ci sono rimasta male.

Ps : sei un cretino!»

E glie lo passai. Appena lo lesse, vidi chiaramente che trattenne una risata. Ovviamente lo fulminai con lo sguardo. Lui prese la penna e mi rispose passandomelo:

« Non ti ho detto niente per il semplice fatto che mi hai lasciato senza parole. Sei stata meravigliosa come sempre.»

Meravigliosa?!? Mi senti avvampare. Ma cercai di trattenermi. Alla pausa pranzo gli raccontai della mia discussione con Cesare e lui fuori di se mi urlò:

-"QUEL COGLIONE?!? Giuro che lo ammazzo!"

  disse contraendo la mascella, in effetti fu sleale, l'altro ieri a minacciarmi in quel modo, ma non potevo farci niente lui era il mio datore di lavoro, ed in questo momento non potevo permettermi di perdere il posto. Così gli dissi ormai stanca:

-" Lo so Lori, ma a me serve quel lavoro. Spero solo che non vada a raccontarlo in giro."

-"Se lo fa, lo ammazzo veramente. Comunque sia, Isa per sta sera non posso venire a prenderti. Devo andare dai miei amici. Mi hanno inviato a casa loro per una bevuta."

Senti una fitta al cuore ma non potevo nemmeno incolparlo. Primo non eravamo veramente fidanzati, anche se non mi sarebbe dispiaciuto.

Secondo a differenza mia lui aveva una vita sociale. Però mi ferì il fatto che non mi chiese di venire con lui da questi suoi amici. Faceva sempre così, non me li voleva mai presentare, non è che si vergogni di me? Ogni volta che glie lo chiedevo, mi rispondeva sempre nello stesso modo. Ma visto che c'ero ci provavo ugualmente :

-"E se dopo il lavoro passassi assieme a te alla festa?"

Lui mi guardò come se avessi bestemmiato dentro il Vaticano e rispose seccato:

-"Non se ne parla, i miei amici sono come cani in calore, appena ti vedrebbero.... Guarda non voglio nemmeno immaginare!"

Eccola?!?! la famosa frase che mi ripeteva di continuo. Perché?!?? Possibile che fosse geloso? Seh.... Troppo bello per essere vero. Ammetto che mi dava parecchio fastidio, ma in fondo era solo con i suoi amici, giusto? Non c'era niente da temere!

*********

A lavoro ovviamente stetti sempre con la testa fra le nuvole. Commettendo un errore dietro l'altro. Proprio non era giornata oggi. Iniziò storta e ovviamente doveva finire storta. Cesare preoccupato mi chiese :

-"Ehi cos'hai? Problemi con.... Tu sai chi?"

-"No stavolta lei non c'entra. Il problema e Lorenzo. Io non lo capisco, alcune volte penso che si vergogni di me.
Oggi ad esempio deve andare con i suoi amici. Volevo andare anch'io assieme a lui. Ma ogni volta che gli chiedo se posso andare ad incontrare i suoi amici mi risponde sempre di no. Mi fa incazzare a dirla tutta. "

Lui scoppiò a ridere e rispose, mentre serviva un caffè ad un cliente:

-" dai sul serio! Non pretenderai veramente che ti stia sempre appiccicato come un francobollo. E normale che voglia trascorrere un po' di tempo con i suoi amici. Rilassati! Quel coso fastidioso tornerà domani a rendermi la vita un inferno stai tranquilla!"

Aveva ragione. La sua vita non poteva ruotare intorno a me.  Quella sera finito il turno presi la giacca ed uscì, ma prima che potessi farlo Cesare mi fermò dicendomi:

-"Aspetta! Ma dove il cosino, non passa sta sera?"

-"Soffri di alzheimer per caso? Te lo detto questo pomeriggio e dai suoi amici!"  risposi infastidita.

-"Ma è scemo per caso? Non puoi tornare da sola a quest’ora!" rispose lui arrabbiato. Io invece lo guardai inarcando un sopracciglio e risposi:

-" Sono le sette di sera, non sono mica una bambina!"

Insistette per accompagnarmi, ma io dovevo trovare a casa e non avevo tempo per aspettare a lui, visto che staccava alle dieci di sera. Cosi mi dileguai non lasciandogli nemmeno il tempo di controbattere.

Camminare da sola era più tosto noioso. Quando mi riaccompagnava Lorenzo il tempo volava in un baleno. Ma adesso, sembrava che la strada non volesse finire mai. Controllai il telefono, ma niente, nemmeno uno schifoso messaggio da parte sua, ero tentata di scrivergli ma non volevo sembrare assillante, in più per lui ero solo un amica.
Dopo qualche minuto a riflettere, me ne fregai e decisi di chiamarlo. Strano non rispondeva, iniziavo a preoccuparmi e se gli fosse successo qualcosa? Chiamami di nuovo e finalmente mi rispose, ma non era lui al telefono, mi rispose una voce maschile a me sconosciuta:

-"Qui parla la segreteria di Lorenzo, chi parla?"  bene faceva pure l'ironico? Come se non mi giravano abbastanza le palle.

-"Sono Isabella una sua amica, niente volevo solo..."

Ma non mi fece nemmeno finire la frase che rispose euforico:

-"Quindi tu sei la famosa Isabella di cui parla sempre. E dimmi se gnocca? Di seno che taglia hai? "

Rimasi allibita dalla stupidità di quel ragazzo, ma da come parlava intuivo che era ubriaco come una spugna. Adesso capivo, erano veramente come cani in calore. Non gli risposi nemmeno, mi limitai a richiudere il telefono. Ma dopo qualche secondo il telefono squillò di nuovo, però questa volta dall'altra parte c'era  Lorenzo che rispose anch'esso ubriaco :

-"ISA?!?! TESORO!" eh! Come scusa? Mi aveva veramente chiamato tesoro? Però decisi di non dire nulla, evidentemente era molto, ma molto ubriaco, cosi lo lasciai proseguire:-" Scusa quel deficiente, ero in bagno a vomitare ed ha risposto lui al mio posto, e successo qualcosa?"

E adesso che gli dicevo? Non potevo mica dirgli che volevo solo sentire la sua voce. Così presi la prima scusa che mi venne in mente e dissi :

- " No niente, e che mi serviva il violino e pensavo fossi tornato. Poco male chiederò a tua madre, ti saluto, buon proseguimento!"

Stavo per richiudere quando mi disse :

-"Perché non vieni pure tu, dai ci divertiamo!"

C'è prima faceva di tutto per tenermi lontano dai suoi amici, e ora mi invitava? Bhe passo grazie. Così risposi innervosita:

-"No grazie, non mi avevi detto che non potevo venire perché i tuoi amici erano come cani in calore?"

ovviamente non era una domanda a cui serviva una risposta, era più un modo per manifestare la mia rabbia. Ma sentendo dei brusii in sottovoce, mi fecero insospettire, capì poco dopo che era in vivavoce, e la cosa mi fece arrabbiare parecchio, ma cercai di mantenere la calma e risposi :

-"Ora ti saluto, sono a casa!"

E riattaccai, non aspettando nemmeno una sua risposta. Per oggi non volevo nemmeno sentirlo. Quando andava dai suoi amici si ricordava a stento di me, ero stufa.

********

La mattina seguente, non andai a scuola, per via della rabbia, stress e stanchezza fu un mix letale per farmi venire un febbrone da cavallo. Ovviamente avverti Cesare con un messaggio, perché non potevo andare a lavorare in queste condizioni a malapena mi reggevo in piedi. Con mia madre in casa per sicurezza mi chiusi in camera, con lei in giro non mi sentivo per niente al sicuro. Mi sentivo mancare, la febbre deve essermi salita, così decisi di addormentarmi.

Al mio risveglio, sentì qualcuno affianco a me, trasalì dallo spavento, per poi tranquillizzarmi vedendo che era Lorenzo. Aspetta, come ci era finito nella mia stanza? La porta era chiusa a chiave, ricordo benissimo di averlo fatto.  Lui intuendo il il mio stupore indicò la finestra e disse:

-" sono entrato da li!"

-"Che ci fai qui?" chiesi imbarazzata, e come non potevo esserlo, era disteso accanto a me nel letto a pochi centimetri da me.

-"Mi sono preoccupato. A scuola non sei venuta. Sono passato pure a lavoro a cercarti, e quando il tuo titolare mi ha detto che eri a casa con la febbre, mi sono preoccupato e sono venuto a casa tua per vedere come stavi. Ma dormivi così profondamente che non me la sentivo di svegliarti! "

Era preoccupato per me? Come potevo rimanere arrabbiata con lui se faceva così. Tentai di alzarmi ma un capogiro mi fece ricadere a letto, così Lorenzo mi chiese preoccupato :

-" Hai preso qualcosa per la Febbre! " io scossi la testa e lui furibondo aggiunse :-"Vedi che senza di me non sai fare niente? Come devo fare con te!"

Io mi avvicinai a lui, posando la testa sul suo magnifico petto, infischiandomene del fatto che si irrigidì come un pezzo di marmo. Dissi mentre gli accarezzavo quel suo petto perfetto:

-" E per questo che ho bisogno di te"

-"Isa....." sembrava imbarazzato, vedevo che mi voleva dire qualcosa, ma se non parlava come facevo a capire cosa volesse? Realizzai poco dopo che senza accorgermene gli ero praticamente saltata addosso. Rossa come un peperone scesi immediatamente. La febbre mi stava giocando brutti scherzi.  Balbettai delle scuse e lui mi rispose anch'esso intimidito :

-"torno subito, vado a prenderti le medicine e torno!"

Ed uscì dalla finestra. Fece ritorno poco dopo. Fin da bambino era sempre stato agile come una scimmia, mi ricordo che si andava arrampicando ovunque, e Maria lo sgridava di continuo, soffocai una risata a ricordare quei giorni.

Fui distratta da Lorenzo che mi porse un bicchiere d'acqua ed una pillola, odiavo le medicine, però questa volta avrei fatto un eccezione, anche perché stavo troppo male per fare la bambina, così le presi senza troppe discussioni. Lorenzo mi accarezzava la testa, dal suo sguardo sembrava triste, cosa aveva? Lo guardai stranita, e lui mi disse :

-"Scusami per ieri, e ti chiedo scusa pure da parte dei miei amici."  io cercando di smorzare l'atmosfera risposi:

-"Bhe, perlomeno ora capisco cosa intendevi quando dicevi che erano come cani in calore!" dissi ridendo.

Ma Lorenzo non contraccambiò la mia risata, si limitava a guadagnarmi con un espressione indecifrabile, mentre si avvicinava sempre di più a me. Il mio cuore ormai impazzito, iniziò a battere all’impazzata, ma rimasi comunque ferma essendo rimasta ipnotizzata dai suoi occhi azzurri come l'oceano, che mi trasmettevano una queste fuori dal comune, causando al tempo stesso una tempesta nel mio cuore. I nostri visi si fecero più vicini, mi stava per? Ma non feci nemmeno in tempo a metabolizzare la cosa che mia madre ci disturbò, bussando incessantemente facendoci trasalire entrambi:

_"Isabella apri questa porta, ho bisogno di soldi, muoviti! "

Feci cenno a Lorenzo di andarsene, che controvoglia ubidi. Se mamma lo avesse trovato qui, sarebbe scoppiato il caos. Così una volta che usci, apri la porta, e barcollando diedi una banconota da venti euro a mamma. Lei afferrò i soldi, senza nemmeno notare il mio stato di salute, ma che mi aspettavo, se volevo attirare la sua attenzione, mi sarei dovuta vestire da bottiglia di birra.

Richiusi nuovamente la porta imprecando contro di lei, proprio adesso doveva rompere il cazzo quella pazza?!?! Che tempismo di merda!










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