Un incontro con il fantasma
Emanuele Invernizzi sembrava isolato da tutto e tutti, Amanda lo guardava un po' incuriosita, un po' affascinata, un po' impaurita.
Lo osservò per circa venti minuti nel tentativo di capire cosa stesse pensando.
Poi una canzone: "senza scappare mai più" di Tiziano Ferro.
Prese il cellulare dalla tasca della felpa blu e lo alzo porgendolo conto il sole per vedere il nome di chi lo chiamava, così vide la ragazza nel riflesso dello schermo.
Si girò verso Amanda, la guardava senza parole, con uno sguardo indifferente.
Si girò, ripose i suoi oggetti nello zaino della ispac nero, lo prese, poi spostò lo skateboard e andò verso la parte opposta della strada, chissà dove.
Il giorno dopo Amanda tornò nella strada, nel punto che dava sulla città.
Seduta con un libro aspettava Emanuele Invernizzi, il fantasma.
Emanuele Invernizzi arrivò alle 16.40 sul suo skateboard e il suo zaino nero.
Esattamente come il giorno prima il fantasma di sedette sul suo veicolo, tirò fuori dallo zaino tacquino e auricolari, poi senza guardarla chiese ad Amanda come mai era lì.
Amanda, titubante e impaurita, gli rispose:" il mollettone di ieri è mio... ti volevo chiedere se me lo restituiresti...per favore".
Senza dire una parola tirò fuori il mollettone dallo zaino e glielo lanciò.
"Grazie" era l'unica parola che le veniva in mente, cosa doveva fare: aprire una conversazione, andarsene e non parlargli mai più, cosa stava pensando il fantasma.
"Cosa stai facendo ancora qui?"il fantasma ruppe il silenzio con un atteggiamento più gelido del ghiaccio.
"E tu?" Rispose Amanda.
"Penso", "sei un tipo di poche parole, a cosa pensi" ribatte Amanda con un sorriso.
"Il tuo entusiasmo è quasi fastidioso sai", "se è per questo lo è anche la tua freddezza" ribatteva Amanda sarcasticamente.
Intorno a loro c'era il silenzio, non un rumore e il tempo perdeva di significato, era come sospeso.
"Secondo te da quanto tempo siamo qui?" Chiese il fantasma.
"Non saprei qui è tutto così tranquillo che mi sento quasi spaesata"rispose Amanda.
"Risposta esatta, qui non c'è tempo, brava pensavo che avresti sbagliato."disse Emanuele con sarcasmo.
In quel silenzio dove si contemplava la città dalla lontana collina non c'era tempo, ogni cosa era sospesa.
"Ci vediamo domani mattina alle 6.00 davanti alla villa con le grondaie rosse, Amanda Mascheri di 3B." la lasciò così, raccolse le sue cose e con lo skateboard prese la stessa strada del giorno prima.
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