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Un anniversario nero

Erano passate due settimane dal sogno che piano piano allontanava l'incredula e confusa Amanda dal freddo e introverso Emanuele.

Poi l'arrivo del giorno più brutto di tutto l'anno scese come una tempesta sulla famiglia di Amanda, soprattutto su Amanda.
Quel giorno non si presentò a scuola.
Nessuno doveva sapere il motivo, l'unica a conoscerlo era Ginny, la sua amica più stretta.

Intanto in Emanuele cresceva nuovamente il senso di solitudine e frustrazione che Amanda aveva alleggerito.
Non pensava ad altri che a lei e Tomas si preoccupava sempre di più.

Arrivato al limite della sua tolleranza andò in classe di Amanda a cercarla rimanendo con un palmo di naso.
Ginny intanto lo controllava, cosa voleva dalla sua amica.
Dopo averlo seguito per un paio di ore gli si avvicinò e chiedendogli il motivo di tanto interessamento.
"Non sono cose che ti riguardano, pettegola." fu la sua risposta, mentre si accingeva a superarla.
"Invece si se c'è di mezzo la mia migliore amica..." disse decisa trattenendolo.
Poi aggiunse sottovoce "sopratutto ora."
Il silenzio cadde fra i due, poi Tomas se la scrollò di dosso e se ne andò, lasciando capire a Ginny che non era finita.

Finita la scuola, infatti, si recò a casa di Amanda, ma durante il tragitto qualcuno lo fermò.
Era Ginny che con tono freddo e deciso gli disse: " non andare, sarebbe come ucciderla qualunque cosa tu le voglia dire."
"Perché non dovrei dimmelo, forza, perché dici queste sciocchezze."
Ginny alzò lo sguardo e Tomas vide nei suoi occhi lucidi la disperazione.
Tomas la guardò poi abbassò il suo volto, si avvicinò e le disse: "scusa non ne parlerò con lei per ora, ma tu liberati ora."
La strinse a se per un abbracio e Ginny scoppiò in lacrime disperate.

Intanto Amanda in camera sua fissava il muro come pietrificata: il dolore era troppo e la lontananza da Emanuele lo accentuava infliggendole dolore come una lama.
Il dolore era lancinante è implacabile, così intenso da non permetterle nemmeno di piangere.

Arrivò l'ora di cena nella casa di Amanda.
Eleonora preparò il riso in bianco, a tavola si percepiva solo l'assordante silenzio.
Il dolore di Amanda non la faceva piangere, intorno a lei c'era come una bariera, anche i suoni si ovattavano, non c'era il tempo né lo spazio, la felicità era repressa.
Come in trans si alzò dal tavolo e si diresse verso la porta dicendo: "esco ho bisogno d'aria."
Senza nessuno che la fermasse uscì sotto la pioggia.

La pioggia era un sottofondo lontano, il tatto non la percepiva è come uno zombie iniziò a camminare.
Non aveva una meta precisa in testa così il suo subconscio la portò dove si sentiva veramente al sicuro.

Salì per lo stradone dirigendosi a Cereda per poi raggiungere il tratto di strada che dava sulla città.
Si appoggiò a un albero e si accasciò sotto la pioggia.
Dopo un po' vide la luce di un auto e si alzò in piedi.
Qualcuno scese dall'auto e le venne in contro poggiando le mani sulle spalle di Amanda e poi con preoccupazione le chiese: "cos'è successo?"
Riconoscendo la vice Amanda abbracciò la figura nera e sussurrò:" sono morti" poi finalmente dagli occhi lucidi iniziarono a caderle alcune lacrime rogandole il viso.

Ad averla trovata era stato Emanuele che stava tornando da una cena a casa di Tomas, accompagnato in macchina dal padre dell'ultimo. Aveva visto una figura in lontananza che fissava la luce.
La figura era femminile, aveva i capelli lunghi e bagnati, una felpa larga, blu, dei jeans e una canottiera bianca col pizzo, infine delle convers grigie.
Aveva notato nella figura un qualcosa di familiare ed era sceso per controllare chi fosse, senza però immaginarsi che la ragazza in questione era Amanda, la sua Amanda.
Appoggiò le mani sulle sue spalle, mentre fissava i suoi occhi spenti e disperati.
Poi le chiesa cosa fosse successo, ma lei gli cadde fra le braccia e rispose: "sono morti." , poi iniziò a piangere.

Emanuele la prese in braccio e la appoggiò a uno dei sedili posteriori e si sedette accanto a lei.
Amanda iniziò a stringere la manica di Emanuele e piangendo si addormentò.
Il padre di Tomas accompagnò i due a casa di Emanuele che decise di mettere la ragazza in camera sua e lui di andare in quella del padre.
Una volta aver messo a letto Amanda, ancora inzuppata, Emanuele chiamò l'amico perché avvisasse Ginny e lei avvisasse i genitori di Amanda.

Quando Tomas chiamò Ginny e le spiegò la situazione lei scoppiò a piangere.
"Perché stai piangendo, non è morta al massimo domani avrà un po' di raffreddore."
"Piango per lei, idiota.
Oggi è l'anniversario di morte dei suoi nonni.
È successo l'anno scorso, un incidente d'auto.
Lei era molto affezionata a loro, soprattutto a sua Nonna Clarissa, l'adorava."
"Mi dispiace, hai ragione, sono proprio un cretino."
"Puoi dirlo forte... comunque lei è rimasta quasi traumatizzata, sempre triste, spenta. o l'ameno fino a novembre, allora era quasi allegra e felice.
Quando provavo a chiederle il motivo, lei con un sorriso mi rispondeva: TOP SECRET."
"..."
"Perché non parli, stai nascondendo qualcosa?"
"No,no figurati."
"Un'altra cosa: come mai Amanda è a casa di Emanuele Invernizzi?"
"Bhe... ecco..."
"Cosa sai?!?"
"Ora ti spiego ma non urlare, mi spacchi i timpani!"
Tomas racconto tutto a Ginny, la quale rimase a dir poco di sasso, ma era felice per l'amica, aveva un quasi ragazzo!

Dopo aver avvertito il padre di Amanda , dicendo però che era da lei e che sarebbe tornata a mezzogiorno del giorno dopo, andò a dormire pensando al dolore della amica.

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