La villa con le grondaie rosse
Arrivate a scuola Amanda e Ginny si diressero verso la loro aula.
Per arrivare all'aula i ragazzi dovevano salire le scale e prendere il corridoio.
La classe di Amanda era infondo al corridoio di sinistra.
Quel corridoio aveva una finestra semitrasparente che filtrava la luce azzurra delle 7.55.
Quel lunedì mattina, mentre le due ragazze si dirigevano in classe Amanda urtò qualcuno nella folla: all'inizio nn capì chi fosse, ma mentre riacquistava l'equilibrio si girò e vide che il ragazzo che l'aveva urtata era Daniele Invernizzi, il fantasma.
Durante le lezioni pensò a quel momento accarezzandosi il punto della spalla che l'aveva incrociato.
All'ora dell'intervallo le si avvicinò Clery (Clara) che la invitò a casa sua per studiare quello stesso pomeriggio.
Clery viveva poco più in alto di Amanda, vicino a Cereda, infatti capitava spesso che Ginny, Amanda e Clery si trovassero per studiare insieme.
Clery e Ginny erano molto brave nello studio, mentre Amanda era nella media.
Finite le ore scolastiche Clery e Amanda andarono a casa della seconda per prendere i suoi libri e quaderni, inviarono un sms a Beatrice e uscirono per andare a casa di Clery.
Salirono per il grande stradone che si dirigeva a Cereda, poi proseguirono per la strada più piccola a destra.
La prima casa di quella strada era una maestosa villa bianca come il latte con le grondaie e le persiane rosse come le rose in primavera.
Fin da piccola Amanda rimaneva estasiata davanti al grande edificio.
Non ne voleva conoscere la storia o incontrarne i proprietari, il potersela immaginare era un gioco quotidiano coltivato nel silenzio della notte.
Superata la villa le fanciulle immerse nei pensieri che l'edificio regalava camminarono per qualche metro ancora e raggiunsero la casa di Clery.
La sua casa era semplice: due piani, un giardino è un garage.
La facciata dell'abitazione era color scorza di limone e il vialetto era in pietra, mentre il cancello in ferro color acciaio.
All'interno era una casa in stile shabby shich sul color crema, nero e rosso con quaderi che assomigliavano alle stampe della y not?
Nel giardino c'erano alcuni fiori selvatici come primule è margherite e un meraviglioso albero di ciliegio.
La camera di Clery era composta da un letto, una scrivania è un armadio.
La sua era una camera abbastanza grande sui toni dell'azzurro, bianco e nero.
La testata del suo letto era color crema e aveva un design retrò molto romantico, ma la cosa più bella della camera era la scrivania.
La scrivania di Clery aveva l'aggiunta di una libreria fatta da tanti scomparti quadrati.
Al cento della libreria, però non c'erano scomparti per i libri, bensì c'era uno specchio rettangolare che occupava tre scomparti di larghezza e quattro di altezza.
Nei vari scomparti c'erano libri, portagioie e trucchi, una spazzola e alcuni cavi per computer, mp3 e cellulare.
Le due studiarono storia dell'arte fino alle 16.15, in preparazione alla verifica del giorno dopo.
Il sole caldo entrava dalla finestra della camera di Clery. dopo qualche minuto Clery si alzò in piedi e guardando Amanda le chiese se le ansasse di mangiare un gelato.
Dopo l'annuire di Amanda le due andarono in cucina per prendere due magnum dal frizzer e poiché il sole regnava in cielo incontrastato uscirono in strada e fecero una piccola passeggiata.
Raggiunsero un pezzo di strada che regalava una vista meravigliosa su tutta la città e si sedettero ad ammirare la bella Lecco.
In quella visione Amanda si tolse il mollettone che usava mentre faceva i compiti e l'appoggiò al terreno per sentire il vento fra i capelli.
Fini i gelati tornarono a casa di Clery per fare grammatica.
Alle 17.00 finirono anche gli esercizi di grammatica e Amanda raccolse il suo materiale per tornare a casa. uscita da casa di Clery, Amanda si ricordò di aver lasciato il mollettone sul punto di osservazione della città così decise di passare a prenderlo.
Mentre superava tranquillamente l'ultima casa prima del tratto di strada che dava sulla città, Amanda si accorse che dove si trovava lei è la sua amica poco prima, seduto su uno skateboard, c'era Emanuele Invernizzi, che con le cuffie nelle orecchie e tacquino in mano giocava con il mollettone di Amanda con lo sguardo perso nel vuoto.
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