Capitolo 5
«Signora, signora mi sente?», esclamava il professor Pirozzi cercando di richiamarla alla realtà.
Elsa smise di dondolare avanti ed indietro e la sua vista ottenebrata cominciò via via a schiarirsi.
Quando riuscì a distinguere l'affascinante volto del suo interlocutore, si accorse di essere distesa sul lettino dello studio del luminare. Mobili dallo stile inconsueto, attirarono la sua attenzione.
«Elsa, come sta?», le chiedeva Pirozzi preoccupato. «L'abbiamo trasportata qui, dopo averle iniettato una consistente dose di tranquillante» spiegò l'uomo.
«Mi sembra di stare abbastanza bene», rispose lei con un filo di voce.
«Meno male», esclamò il medico prendendole il polso e controllando la frequenza cardiaca. «All'improvviso ha cominciato a fissare un punto d'innanzi a sé e a dondolare velocemente avanti ed indietro», aggiunse pensoso.
«Dice davvero? Non ne ho ricordo» dichiarò la paziente che sembrava essersi risvegliata da un sonno profondo.
«Cosa ha scatenato la crisi?», chiese Pirozzi.
Elsa tacque.
«Insomma, vorrei mi parlasse un po' di lei», continuò quindi il professore.
La donna senza calcolarlo, si aggiustò la tuta azzurra da casa e si sistemò il codino, legato da un elastico dello stesso colore della sua mise.
«Vorrei avere degli abiti puliti», esclamò tranquilla.
«Li avrà, appena avremo finito con la seduta», rispose comprensivo Pirozzi.
«Cosa vuole sapere?», chiese rassegnata.
«Mi parli di come si sente», rispose l'altro.
«Mi sento diversa o meglio sento che la realtà intorno a me sia diversa», continuò la donna.
«Che ci faceva a casa dei Landi», incalzò il medico.
«Glielo ripeto per l'ultima volta. Io sono Elsa Ferrari ed Andrea Landi è il mio legittimo consorte», aggiunse stralunata.
Pirozzi la osservò con preoccupata tolleranza.
«Almeno si ricorda altro del suo recente passato?», chiese con gentilezza.
«Certo», esclamò Elsa. «Ero uscita di casa per recuperare il mio gatto.»
«Da che casa?», la interrogò Pirozzi.
«Da casa mia!», urlò Elsa.
«Intende dire dalla casa di Andrea Landi?»
«Come vuole», strillò indignata, smettendo improvvisamente di piangere. «Sono uscita da casa di Andrea Landi.»
«E che cosa ha fatto?», l'interrogò il luminare senza considerare la sua indignazione.
«Sono scesa in strada per recuperare il nostro gatto e probabilmente sono stata investita da un'auto pirata che correva a folle velocità», rispose nervosa.
«Probabilmente? Ne è sicura? Mi sembra non sia ferita fisicamente», sentenziò Pirozzi .
«Vorrebbe insinuare forse che potrei essermi inventata tutto?», esclamò incredula la donna balzando in piedi.
«Si calmi!», la tranquillizzò il dottore. «Forse è vittima di uno shock nervoso, oppure di una lieve ischemia cerebrale.»
«Sottoponetemi ad una TAC, allora», propose, accorgendosi quasi subito di essere stata indiscreta.
«Ad una cosa?», contestò Pirozzi stupito.
«Lei è un professore in medicina e non conosce la "tomografia assiale computerizzata"?», replicò scandalizzata Elsa.
«Cara signora Ferrari», rispose spazientito l'uomo, «mi dica che funzione avrebbe questo bislacco macchinario?»
«E' una apparecchiatura che collegata ad un computer riproduce immagini in sezione e tridimensionali dell'anatomia interna», esclamò Elsa. «Serve per scoprire se gli organi hanno o meno, qualche problema», spiegò quindi il più esaustivamente possibile.
«Tutto questo è totalmente illogico», sbottò spazientito Pirozzi. «Al mondo esistono solo pochissime macchine computer ed il loro utilizzo è ancora a livello sperimentale», concluse poi convinto.
Elsa lo fissò attonita.
«Penso che lei sia molto confusa, signora Ferrari!», aggiunse piccato.
«Mi vorrebbe far credere che non avete i personal computer, i cellulari, il wi fi?», domandò lei stupefatta.
Il professore la fissò allibito.
«Vorrebbe farmi credere che l'uomo non è ancora andato sulla luna, forse?» lo schernì Elsa, ridendo nervosamente.
«Su quale?», indagò Pirozzi.
«Sulla luna, il satellite della terra», rispose l'altra avvicinandosi alla scrivania.
«Terram ha due lune, signora Ferrari e le posso assicurare che nessun uomo ci ha mai messo piede», ribattè indispettito.
Solo allora Elsa ricordò cosa l'aveva sconvolta poche ore prima. Nel cielo aveva scorto nitidamente due enormi lune, una accostata all'altra. Sentì i battiti del suo cuore aumentare la loro frequenza e la vista appannarsi.
Il professor Pirozzi angosciato, la vide fissare un punto imprecisato sopra la sua testa. Velocemente si alzò dalla sedia della sua scrivania, appena in tempo per afferrarla ed attutire la caduta del suo corpo. A terra Elsa si dimenava, muovendo il busto avanti ed indietro mentre le gambe rimanevano rigide al suolo.
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