Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 2


Quando si riprese era stesa a terra. Velocemente si rialzò, ripulendosi dal pulviscolo della strada, come mai era già sera? Dov'era Carletto? Guardò dall'altra parte della strada. Davanti alla porta di casa sua, il perfido felino la fissava stupito. Attraversò la strada, sorpresa di vedere la macchina di sua sorella parcheggiata nel vialetto. Che cosa ci faceva lì a quell'ora? Velocemente rientrò in casa trovando l'uscio accostato come l'aveva lasciato quando era andata a recuperare il gatto.

La casa era immersa nel più profondo silenzio e quando sbadatamente urtò con un piede il portaombrelli dell'entrata, si accorse di non essere sola.

«Sara sei tu?», esclamò una donna dalla cucina.

Riconobbe con gioia la voce di sua madre chiedendosi al tempo stesso, cosa ci facesse a quell'ora a casa sua.

«Mamma sono Elsa», rispose entrando in cucina.

Sua madre girata di spalle, sciacquava alcune stoviglie rimaste nel lavello.

Curiosa si avvicinò, accorgendosi stesse piangendo sommessamente.

Improvvisamente la voce di Andrea dall'ingresso le fece sobbalzare.

«Monica dove sei?», esclamò suo marito che come d'accordo era rincasato per la cena.

«Sono in cucina, caro», rispose la donna asciugandosi gli occhi con un lembo del grembiule.

«Come mai la porta era accostata?», s'informò l'uomo entrando in cucina.

«E' stata Sara. E' uscita a fumare una sigaretta e rientrerà tra qualche minuto», rispose Monica cercando di apparire tranquilla.

Andrea, grazie alla penombra in cui versava la stanza, non si accorse che la suocera avesse pianto, e tantomeno sembrò ravvisare la sua persona.

«Cosa sta succedendo?», chiese Elsa ad alta voce, squadrando sia il marito che la madre.

I due non fecero una piega, quasi non considerando la sua presenza.

«Cosa dicono all'ospedale?», chiese Monica togliendosi il grembiule e lanciandolo su una sedia.

«Insomma la volete finire con questa pagliacciata?», urlò Elsa sempre più alterata.

«La situazione non è buona...»,rispose l'altro senza calcolarla.

«Povera piccola», esclamò la donna.

Monica versò della tisana in due tazze bianche di ceramica disposte sul tavolo, invitando il genero ad accomodarsi.

«I medici dicono che l'emorragia è estesa e preme sul cervello», continuò Andrea.

«E quindi?», s'informò sua madre.

«E quindi non possono pronunciarsi. Potrebbe essere in un profondo stato comatoso oppure già morta cerebralmente», spiegò lui rovesciando qualche goccia d'infuso sulla tovaglia a quadretti bianchi e rossi. «Le prossime ore comunque, saranno decisive», aggiunse poi serio.

Elsa non voleva credere a quello che stava accadendo. Era seduta a tavola tra sua madre e suo marito, eppure sembrava che questi non la vedessero. Ma cosa era successo? Ricordava solo un'auto scura correre all'impazzata e poi un rumore sordo. Successivamente si era risvegliata sull'asfalto, si era rialzata ed era rientrata in casa come niente fosse accaduto.

«Hanno identificato l'investitore?», esclamò Andrea distrutto dal dispiacere.

«La polizia non ha ancora chiamato», rispose Monica. «Probabilmente sta ancora investigando. Lo troveranno, vedrai», concluse cercando di convincersene.

Elsa sentì la testa girarle forte, cosa le stava succedendo? Si avvertiva disperatamente viva ma gli altri erano incapaci di vederla e di sentirla. Da quello che aveva appreso però, le cose non erano così semplici, giacché la credevano ricoverata nella rianimazione del vecchio ospedale. Tra l'indifferenza generale, cominciò a dondolare avanti ed indietro, fissando con gli occhi sgranati un punto indefinito innanzi a lei.

Si svegliò in una stanza completamente bianca. Le pareti erano imbottite e con suo sommo disappunto si accorse di essere legata al suo giaciglio.

«Buongiorno, signora», esclamò la voce di un aitante medico sulla quarantina, seduto sulla sponda del suo letto.

Elsa non rispose ma lo guardò furente.

«Comprendo il suo disappunto», proseguì l'uomo, «ma siamo stati costretti a sedarla e legarla al letto», aggiunse poi con decisione.

Negli occhi della paziente, la rabbia lasciò il posto alla disperazione.

«Sono Elsa Landi, fatemi parlare con mio marito», urlò fissando gli affascinanti occhi castani del medico.

«Si calmi», le intimò l'altro. «E si rassieni all'idea che il signor Andrea Landi non sia suo marito.»

«Lo è», reagì convinta Elsa, «e purtroppo per voi è un avvocato».

«Mi dispiace contraddirla "Elsa", se davvero questo è il suo nome», replicò l'autorevole interlocutore.

«Lo è!» rispose la donna, cercando inutilmente di dimenarsi nel letto.

«Allora Elsa, lei sostiene che il signor Andrea Landi sia il suo legittimo consorte. Vero?»

«Esattamente», ribadì la donna caparbiamente.

«Ne è proprio sicura?»

«Chi è lei?», lo interrogò.

«Mi presento», rispose lui con un sorriso. «Sono il professor Massimo Pirozzi».

«Professore di che?», ribatté lei irritante.

«Professore e primario del reparto psichiatrico di questo ospedale», replicò lui seraficamente.

«Quindi mi credete pazza?», s'informo preoccupata.

«Diciamo piuttosto che ha avuto un importante crollo psicologico», ribadì il professore, «le sembra più accettabile?»

«Sarebbe più "accettabile" se mi slegaste», sbottò Elsa.

«Sarebbe più accettabile se lei non si ostinasse a credere il signor Landi suo marito.»

«Mi sleghi e le racconterò tutto», lo pregò affranta.

«D'accordo», accettò il medico convinto.

Pirozzi uscì dalla stanza, rientrando qualche istante dopo con due robusti paramedici.

«Slegatela», comandò sicuro.

I due trafficarono con i tiranti che la tenevano bloccata sul letto e quando ebbero finito, la donna mosse con circospezione gli arti doloranti ma finalmente liberi.

«Vogliamo cominciare con la seduta di psicoterapia?», chiese Pirozzi.

«Ho alternative?», s'informò lei.

«No Elsa, effettivamente non ne ha», rispose l'altro, sorridendo e mettendo in mostra i bei denti bianchi.

«Cosa vuole sapere?», chiese ancora distesa a letto. «A tal proposito, è uno psichiatra freudiano o Junghiano?», s'informò massaggiandosi i polsi.

Il luminare la fissò sbalordito, quasi non capisse ciò che gli stava chiedendo.

«E di grazia, chi sarebbero costoro?» la interrogò basito.

Elsa lo fissò allibita, quasi certa l'avesse sottoposta ad un giochetto per testare la sua capacità di giudizio.

«Sigmund Freud è il padre della psicanalisi mentre Jung è uno degli esponenti più importanti delle teorie psicoanalitiche», rispose seccata.

«Non mi risulta che questi signori abbiano a che fare con la psicoanalisi», rispose ridacchiando Pirozzi.

«Dice sul serio?», esclamò Elsa ironica.

«Chiaramente», ribadì lui.

«Mi vuole prendere in giro? Non li conosce?», chiese con malcelato astio.

«Li conosco, stia serena», replicò il primario. «Come tutti sanno però, Jung è uno scrittore di libri gialli e Sigmund Freud è stato un celebre attore di teatro, forse il più importante che si ricordi», aggiunse poi.

Elsa si sentì venir meno. L'aria sembrava mancarle e cercò di mettersi seduta sul letto senza riuscirci.

«Vuole l'aiuti a sedersi?», chiese sollecito il medico.

«Mi piacerebbe», rispose Elsa, «fatico a respirare in questa posizione».

Il primario richiamò i due paramedici che erano rimasti all'interno della stanza.

Subito i due ragazzi, uno bruno e l'altro dai radi capelli rossi, l'aiutarono a sedersi sul letto e le sistemarono il cuscino dietro la schiena.

Frastornata Elsa fissò alla sua destra una finestrella abbellita da una tendina. Quella stanza la soffocava, voleva uscire di lì o almeno guardare quello che accadeva fuori da quelle mura ovattate.

«Per cortesia potete tirare la tenda?», chiese cercando di calmarsi, «vorrei guardare fuori» .

«Bravissima», esclamò il professore. «Vedo che sta cercando di ristabilire un contatto con la realtà», proseguì svelando la finestra con le sbarre.

Fuori, il mondo appariva sereno e tranquillo. In un cielo notturno costellato da numerosissime stelle, due lune luminose e sinistramente vicine, rischiaravano la notte rendendola meno tenebrosa.


Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro