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Compagnia

21-


La ragazza si girò infastidita tra le coperte, senza aprire gli occhi e cercando con una mano la fonte di quel fastidioso rumore.Senza volerlo, urtò il bicchiere, che rovesciò l'acqua sulla sveglia, spegnendola definitivamente. "Maledetto mondo babbano" , pensò la giovane. Con un grugnito si mise a sedere, sbuffando quando la massa ingarbugliata di capelli le cadde davanti al viso. Restò per un attimo così, fino a che il suo sguardo non cadde sulla vecchia scopa poggiata in un angolo. Le spuntò un sorriso triste sul volto e, prima che se ne accorgesse, si ritrovò in piedi, ad accarezzare il manico rigato con la punta delle dita. Cosa avrebbe dato in quel momento per un volo.-Katherine! La colazione!-, la chiamò la voce di sua madre, facendola sobbalzare.-Arrivo-, rispose la mora senza tanto entusiasmo. Si infilò una larga felpa grigia che la sera prima aveva buttato sul pavimento, raccolse i capelli in una strana coda disordinata e uscì dalla camera per poi scendere le scale a passo lento e strascicato.Sua madre le rivolse un sorriso stanco quando la vide.-Pancakes con il miele. Ti piacevano un sacco quando eri piccola--Uh, fantastico. Grazie-, mormorò Katy prendendo posto a tavola.La donna si rassettò i capelli neri con un sospiro di sconforto, ma non aggiunse nulla e lasciò la figlia sola a fare colazione. Sapeva già che parlare era una causa persa.Katy punzecchiò i pancakes di malavoglia con la forchetta e, senza un apparente motivo, le venne in mente quella volta, nella Sala Grande di Hogwarts, in cui James e Sirius avevano dato inizio a una battaglia di frittelle e avevano colpito per sbaglio il professor Doger in faccia. Scoppiò a ridere al ricordo.La cosa che le mancava di più in quel momento era proprio la compagnia dei suoi migliori amici: Sirius, James, Remus, Peter e Lily. Dopotutto erano per lei come una seconda famiglia. L'unica, a dire il vero, che in quel momento avrebbe potuto capirla. L'unica a cui avrebbe potuto parlare della morte di Brian. Brian.Quando quel nome le venne in mente il suo cuore si strinse in una morsa. Da quando la scuola era finita aveva fatto il possibile per non pensarci, per non tornare sull'argomento, nonostante secondo i suoi amici la cosa migliore da fare fosse affrontare la questione. Ecco perchè ora, sulla sua scrivania, vi era ammunticchiata una pila di lettere alla quale lei non aveva mai trovato il coraggio di rispondere se non con qualche fugace "Sì", "No", "Forse".Non perchè non riuscisse a trovare le parole o non le andasse di parlarne, ma perchè secondo lei certe cose erano troppo complicate per farne una sintesi su un foglio di carta.Con un ultimo sospiro, la ragazza lanciò un'occhiata fuori dalla finestra. Il sole splendeva alto, illuminando i tetti delle case vicine e i vialetti di pietra.Uscire non sarebbe stata una cattiva idea, come sua madre spesso le ripeteva, ma la voglia mancava e la scusa più frequente usata da Katy era che i ragazzi le stavano alla larga, a causa della sua apparente stranezza oppure la avvicinavano solo per porle continue domande riguardo alla scuola o alla civetta bianca sempre appollaiata sulla sua finestra.Certo, non che la cosa le importasse, ma era la scusa più veloce e accettabile che aveva.La ragazza finì i pancakes in tre morsi, decisa a ritirarsi in camera il prima possibile e bevve rapida due sorsi di succo d'arancia, quando dal salotto arrivò uno strano rumore.Katy si alzò guardinga dalla sedia e, estratta la bacchetta dalla tasca della felpa, avanzò di qualche passo. La prudenza non era mai troppa, soprattutto da quando Voldemort aveva iniziato a seminare il terrore nel mondo magico, insieme al suo esercito di Mangiamorte. Perseguitavano i Babbani e i Mezzosangue, come Katy. Sempre tenendo la bacchetta alta davanti a sé, la ragazza continuò ad avanzare verso la sala. Risuonarono altri due colpi, come se qualcuno stesse battendo sul muro.Sua madre era di sopra, non poteva essere lei a fare quel rumore.Un altro colpo. La ragazza si girò verso il camino, ormai incuriosita, sicura che i colpi arrivassero da lì. Poi si alzò un'enorme nuvola verde, che coprì la visuale della ragazza e invase il salotto.-KATY!-, prima che la giovane potesse capire cosa stava succedendo si ritrovò schiacciata tra le braccia di quattro altissimi -a parte uno- ragazzoni.-Ehi! Ma cosa ci fate qui?-, rise a gran voce la ragazza cercando di abbracciarli tutti insieme contemporaneamente.-Cosa ci facciamo qui? Ci mancavi!-, chiarì il ragazzo con gli occhiali rotondi fingendosi indignato.-Merlino, James! Anche tu mi sei mancato!-, esclamò la mora saltando addosso all'amico. Questo diede il via ad un'altra serie di abbracci.-MA CHE STA SUCCEDENDO?!-, strillò la madre di Katy scendendo le scale quattro gradini per volta.Quando la donna vide i ragazzi abbracciati l'espressione preoccupata cedette il posto a un grande sorriso.-Eccovi, finalmente! La casa era vuota senza di voi-, ridacchiò.-Anche lei ci è mancata!-, risero i ragazzi all'unisono.La madre di Katy li abbracciò uno per uno. -Suppongo resterete qui a dormire. Vi preparo i letti-, aggiunse poi, tornando a salire le scale.Quando fu sparita alla loro vista, i quattro diventarono improvvisamente seri.-Tu ci devi spiegare qualcosa-, iniziò Sirius, scrutando torvo la ragazza.Katy sospirò. Prima o poi sarebbe dovuto succedere.-Andiamo a fare una passeggiata?-.

***
Nonostante i cinque ragazzi fossero vestiti normalmente e non con vesti da mago, la gente per la strada si voltava a guardarli, forse attirata dalla loro particolare presenza. In ogni caso Katy non avrebbe saputo spiegarselo, per cui si limitava a ignorare le occhiatine curiose dei passanti.-Perchè non hai mai risposto a nessuna nostra lettera? Anche Lily è preoccupata-, esordì Remus, cacciandosi le mani nelle tasche dei pantaloni.Katy storse il naso.-E' che avrei voluto parlarvi, davvero...ma non trovavo il modo per farlo-, che scusa pessima.Sirius decise di tagliare corto.-Tu stai bene?--Come?--Tu stai bene, Katy?-.La ragazza sfoderò un sorrisetto sghembo. -Certo, è tutto okay, davvero, sto bene--E per...Brian?-, domandò cauto James.-Va tutto bene, certo, ho avuto un po' di incubi ultimamente ma, a parte questo, sto cercando...non dico di dimenticare, ma per lo meno di non pensarci-. La ragazza andò a sedersi su una panchina del parco, imitata subito da tutti gli altri.-E voi? Ditemi qualcosa. Come sta andando l'estate?--Tutto bene...per me-, aggiunse James scoccando un'occhiata in direzione di Sirius, che guardava in basso.-Che vuoi dire? E' successo qualcosa?-.Sirius cambiò posizione sulla panchina, a disagio.-Ora che Voldemort è...tornato? A casa è tutto più complicato di quanto non fosse già prima--Che vuoi dire?-, si preoccupò Katy, osservandolo con apprensione.-Mia madre, mio padre e...Regulus...sono i suoi fan numero uno-, finì, con disprezzo.-Oh, beh, l'importante è che tu gli tenga testa, vedrai, si risolverà tutto-, lo rassicurò Katy, posandogli una mano sul braccio.-Per quanto riguarda il concetto di tenergli testa, Sirius non ha eguali-, ridacchiò James, facendo insospettire la ragazza.-No, aspetta-, sbuffò Katy, -Non dirmi che l'hai rifatto-.Sirius le lanciò uno sguardo colpevole.-E' scappato un'altra volta-, chiarirono Peter e Remus a una voce, ridacchiando a loro volta.Nonostante fosse compito di Katy quello di fare le prediche, la ragazza non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere spudoratamente.-Nessuno tiene testa a un Malandrino-, disse tra una risata e un'altra.-E se Voldemort ci viene a cercare gli sguinzagliamo contro Remus--Gli facciamo la festa, ragazzi!-.Andarono avanti a ridere e a scherzare fino a pomeriggio inoltrato, dimenticandosi persino del pranzo.Nonostante ciò, ognuno di loro, dentro di sé, covava una preoccupazione più grande di quello che dava a vedere, ma nessuno in quel momento desiderava spezzare quel clima sereno e leggero che si era creato.Solo quando cominciò a fare buio, i ragazzi si accorsero di avere fame.-Cosa non darei in questo momento per uno di quei grossi tacchini ripieni che fanno a Hogwarts-, sospirò Peter sorridendo sornione.-Mia madre non è mai stata una cuoca provetta-, li avvertì Katy, -Dovremmo ordinare una pizza-.I ragazzi si guardarono in faccia gli uni con gli altri come se l'amica avesse appena detto qualcosa in farfallino.Lei scoppiò a ridere.-E'...Non so come spiegarvi, ma è molto buona, davvero--Oh, beh-, sorrise Sirius, -L'importante è questo-. ***
-Io 'on ho mai manfato nienfe di più fuono nela mia fita!-, esclamò Sirius tra un boccone e l'altro, facendo ridere gli amici.Erano tutti in camera di Katy, seduti sul pavimento. In mezzo a loro vi erano i due cartoni vuoti della pizza che i ragazzi avevano provveduto a far scomparire.-Confordo-, annuì James, cacciandosi in bocca una generosa fetta.La ragazza scoppiò a ridere.-Questa a Hogwarts non la fanno, eh?--E' un peccato-, convenne Remus, che tra di loro, era il più controllato.Rimasero tutti un attimo in silenzio, quando all'improvviso arrivò un rumore dalla strada.Katy sussultò e si girò di scatto verso la finestra.-Ehi, Katy, è soltanto una macchina-, mormorò Peter senza smettere di guardare la sua pizza.-Sì...sì, è vero-, sussurrò la ragazza, tornando a girarsi verso gli amici.Sirius la guardò preoccupato.-Katy...Hai paura?-. La schiettezza con cui il ragazzo aveva formulato la domanda colse Katy impreparata.-N-no...perchè dovrei? Era soltanto una macchina-, rise nervosamente. Non gliela diede a bere.-Lo sai che finchè ci saremo noi con te non ti succederà nulla, vero?-. Katy maledì mentalmente la capacità dell'amico di leggerle nel pensiero. Non disse nulla e si limitò ad annuire, mentre Sirius la raggiungeva e le circondava le spalle con un braccio.Gli altri rimasero in silenzio, mentre Katy cercava di recuperare il sorriso.-E' tardi-, disse infine, -E' meglio dormire-.Detto questo non parlò più e gli amici non poterono fare altro che guardarla portare via i cartoni di pizza e spegnere la luce, senza riuscire a trovare nessuna parola di conforto da rivolgerle.Si scambiarono un veloce "buona notte" e si rintanarono nei loro letti -materassi, tecnicamente- mentre Katy faceva la stessa cosa.Che cosa stupida aveva combinato. L'ultima cosa che voleva era che i suoi amici si preoccupassero per lei. Non dovevano pensare che avesse paura, perchè lei per prima non riusciva ad ammettere a sé stessa di averne. Con un sospiro si infilò sotto le coperte, cercando di pensare ad altro. Non che fosse possibile, vista la situazione: aveva appena mobilitato i pensieri di quattro ragazzi che avrebbero dovuto pensare solo a godersi le vacanze estive in quel momento. Stupida, stupida, stupida.-Katy?-, la ragazza non rispose. Forse Sirius avrebbe pensato stesse dormendo.-Katy? Lo so che sei sveglia-. Maledizione.-Posso parlarti?--Ho scelta?-, mormorò la ragazza con voce soffocata.Sirius soffocò una risatina. -No- .Katy estrasse una mano da sotto le lenzuola e fece un gesto vago. -Accomodati--Grazie-, mormorò il ragazzo sempre sorridendo e andando a sedersi sul letto di Katy.-Katy-, iniziò bisbigliando, nel timore di svegliare gli altri. -Non voglio che tu abbia paura--E non ce l'ho-, sbottò l'amica da sotto le coperte. -Io sto davvero alla grande, se poi mi troveranno, bene, buon per loro-, ironizzò la ragazza, pentendosi subito dopo aver pronunciato quelle parole. Sentì Sirius irrigidirsi al suo fianco.-Non dirlo mai-, la rimproverò.Katy si scalciò di dosso la coperta presa da un impeto di rabbia e frustrazione verso se stessa.-Che posso farci, Sirius? Scappare, forse?-.Il ragazzo la guardò sofferetnte per qualche istante.-Forse solo per un po'-, mormorò.Katy si rizzò a sedere e assunse all'istante uno sguardo duro e triste. -Li vedo i telegiornali, lo capisco quando c'è di mezzo questa storia. La gente muore, non importa dove vada-, deglutì, -Non importa dove si nasconda--No-, Sirius scosse la testa, improvvisamente assalito da una paura che non aveva mai provato prima.Prima che potesse pensarci, si ritrovò abbracciato alla ragazza.-Non ti faranno del male-, le sussurrò Sirius, -Non finchè ci sarò io con te-.Katy lo strinse a sé più forte. -Mi sei mancato da morire--Pure tu mi sei mancata-.Restarono abbracciati ancora per un po', confortandosi l'un l'altro senza dire nulla.-Beh, quanto affetto tutto in una volta, meglio andarci piano-, ridacchiò alla fine Sirius, spezzando la tensione e facendo sorridere l'amica, che si staccò piano da lui.-Sì, attento a non sprecarti-, ricambiò Katy, con una smorfia teatrale.Risero sotto voce fino a quando Poo -la civetta bianca di Katy- non entrò in camera, passando agilmente tra la fessura della finestra che la ragazza aveva lasciato apposta.Con uno frullo d'ali, l'animale andò a posarsi tra le gambe di Katy, tubando piano in attesa di una carezza. Con un dito, la ragazza, le arruffò le piume sulla testa, facendole schioccare il becco felice.-Non deve essere male essere una civetta, eh, Poo?-, sospirò Sirius, così piano che Katy non lo sentì.Dopo che Poo si fu ritenuto soddisfatto, lasciò il letto e si diresse verso la sua postazione, la scrivania, con gli occhietti vispi che di tanto in tanto si chiudevano per via del sonno.Dopotutto non doveva essere davvero male essere una civetta, pensò Sirius. Pappa, coccole e nanna: una vita che gli sarebbe andata a genio.-A che pensi?-, domandò Katy osservando lo sguardo assorto dell'amico, il quale le rispose senza nemmeno distogliere lo sguardo da Poo, ora appallottolato per metà dentro un calzino della ragazza.-A quanto debba essere fico avere un becco e quattro piume-, mormorò, facendo scuotere la testa all'amica, mentre ridacchiava piano.-Sei assurdo. E poi non ti fa onore-, gli ricordò la ragazza.Sirius annuì, ricordando improvvisamente, -Giusto, ai cani non vanno a genio le cose piumate--Nemmeno i felini--C'è sempre qualche eccezione-, afferrò al volo Sirius, intuendo dove l'amica voleva andare a parare. -Uh, quest'anno ne vedremo delle belle-, sospirò Katy deviando brusamente conversazione e accennando con un segno del capo a Remus, il quale era profondamente addormentato ai piedi del letto. -Già i licantropi sono pericolosi, vogliamo metterne uno in piena crisi adolescienziale?--Saranno gli ormoni...-, sussurrò piano Sirius, pensando che prima o poi avrebbe dovuto fare all'amico lo stesso discorso.Remus non era mai stato un tipo logorroico, se così si può dire. In quattro anni di scuola non aveva mai spiaccicato più di sette parole al giorno, ma senza di lui tutti sapevano che la vita a Hogwarts sarebbe stata una noia: per cominciare, niente più scazzottate al chiaro di luna, niente più professore privato correggi-compiti, niente più coscienza buona in eterno conflitto con quella cattiva -costituita ovviamente da James e Sirius-...Come si poteva anche solo pensare ad un anno senza di lui?-Si sta comportando troppo bene-, sussurrò Katy, assecondando i pensieri di Sirius. -Non ha chiesto lui tutto questo--Pensa a quando avrà una ragazza...Merlino-, aggiunse il ragazzo sconvolto.-Merlino perchè ci stiamo immaginando la vita privata di Remus alle due di una domenica mattina-.Scoppiarono di nuovo entrambi a ridere. E Katy era fin troppo felice del loro riacquistato cameratismo. Da quando le cose si erano complicate l'anno prima, dopo il Ballo e tutto il resto, la ragazza non aveva fatto altro che sperare che il loro riapporto si riaggiustasse e, in seguito alla morte di Brian e al ritorno di Voldemort, era riuscita a lasciarsi tutto alle spalle, come del resto sembrava aver fatto Sirius. Nonostante ciò, il ricordo di loro due sul davanzale della scuola, ogni tanto tornava a tormentarla.La ragazza cercò di mascherare il rossore dovuto al ricordo del loro "quasi bacio", ma non fece in tempo a nasconderlo e Sirius se ne accorse.-Che c'è? Hai fatto un pensiero a luci rosse su Remus?-, domandò il ragazzo, sollevando un sopracciglio e sfoggiando un gran sorriso sghembo.Katy ignorò la domanda.-E' tardi-, sbadigliò, ricacciandosi sotto le coperte, sperando che l'amico non decidesse di indagare oltre.-Allora stavi davvero pensando a quello?!-, si scandalizzò Sirius, riuscendo a malapena a tenere un tono di voce basso.-No!-, sibilò Katy da sotto un cuscino, per poi aggiungere uno strascicato "scemo".Il ragazzo ridacchiò sotto i baffi.-Ti spiace se dormo qui? James mi russa nelle orecchie-.Katy cercò di mantenere un tono di voce pacato e democratico e, senza girarsi per guardarlo in faccia, borbottò: -Fai come vuoi--Se vuoi vado sul pavimento-, la stuzzicò Sirius, mentre Katy tornava ad arrossire.-Ho detto: fai come ti pare-, ribattè la ragazza, premendosi il cuscino più forte sulla testa, mentre qualcosa nel suo stomaco si agitava come uno sciame di api...o forse erano farfalle?Sirius si sdraiò accanto a lei, a debita distanza e senza andare sotto le coperte.-Grazie-.Katy grugnì qualcosa in risposta, ancora sconcertata dagli strani movimenti nel suo stomaco per riuscire a mettere insieme una frase.Sentì mormorare Sirius una veloce buonanotte e lei optò per un altro grugnito.Il ragazzo si ritirò nel sonno con un'ultima risatina, mentre il cuore di Katy, prendeva il volo, deciso a prendersi gioco di lei.

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