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VII: il flirt non era contemplato

Quando arrivarono a destinazione Nolan scese in fretta ed aprii la portiera di Teresa aiutandola a scendere.

Lei sorrise e voltatosi nella direzione opposta rimase piacevolmente colpita dal piccolo ma particolarmente piacevole panorama che si stanziava davanti a lei, tra il verde bagnato da gocce di rugiada del mattino vi era un piccolo ruscello. Il vento le sfiorava i capelli e faceva muovere e cadere le colorate foglie d'autunno degli alberi che padroneggiavano la zona.

<< Questo sarebbe il tuo posto preferito?>> chiese Teresa.

<< Si, da piccoli io ed Edmund venivamo spesso qui>> Sospirò pieno di nostalgia.

<< venivate qui? Per quale motivo?>>

<< Per sfuggire a Phine o semplicemente per prenderci una pausa da tutte quelle stressanti lezioni di pianoforte>> disse quasi infastidito.

Teresa sorrise per l'ovvia differenza che contrastingueva entrambi. Lei avrebbe pagato per ricevere tutti i giorni lezioni gratuite di pianoforte, mentre loro ne avrebbero volentieri fatto a meno.

<< Non ti piaceva proprio suonare vero?>>
<< Non proprio, mi piaceva la musica ma non amavo riprodurla. C'era già mia nonna per quello>>
<< Che tipo di persona è vostra nonna?>> chiese gentilmente.
<< è molto testarda, a volte persino scorbutica, ma è una gran donna. Ha sempre saputo tirar avanti da sola. Mio nonno è morto molto giovane, mio padre aveva appena undici anni, per cui mia nonna ha cercato in tutti i modi di crescere al meglio mio padre. A volte mi sono chiesto come sua riuscita ad affrontare con tanta passività la morte di suo marito, di suo figlio ed ora persino del suo primo nipote>>
<< Gli uomini della vostra famiglia non hanno avuto molta fortuna>> disse Teresa.

<< Si è vero, speriamo che la tradizione non continui>> sorrise.
<< Ma cambiando discorso, vieni con me un attimo>> disse prendendogli la mano e conducendola vicino al ruscello dove la fece sedere e gli mise in mano un sacchetto bianco.
<< Cosa sarebbe?>> chiese incuriosita.
<< Sono mandorle, mi hanno detto che a voi italiani piacciono>> disse invitandola ad aprire il pacchetto.
<< Hai fatto ricerche su di noi?>> chiese aprendo il pacchetto e prendendone una.

<< Qualcosina l'ho cercata, lo ammetto>>
<< E cosa di preciso?>>
<< quali sono i vostri cibi preferiti e i luoghi che frequentate più spesso>>
<< Luoghi?>>
<< Si mi è spuntato il mare, ma effettivamente fa troppo freddo per mettersi in riva, così ho deciso di optare per un ruscello, credo vada bene lo stesso no?>>

<< Con me di sicuro>> sorrise sgranocchiando le mandorle.

<< Menomale, ho cercato in diversi mercati per trovarle>> sorrise buttando la testa indietro sollevato.
<< Oddio davvero?>> chiese sconvolta.
<< Beh volevo far subito colpo su di te>> sorrise malizioso.

<< Cretino>> gli diede un colpo sulla spalla.

<< Cretino?>> chiese interrogativo.
<< Ah, significa Stupido lo usiamo spesso in Italia>> spiegò Teresa.

<< Ah, comunque grazie per avermi dato dello stupido dopo aver saputo cosa ho fatto per farti contenta>>

<< Non credo sia molto bello dire ad una donna appena vedova di volerci provare>> ribatte Teresa, notando una vena di astio comparire nello sguardo di Nolan.

<< Credo che questa "donna appena vedova" stia flirtando con il sottoscritto e anche bene>> si voltò accorciando le distanze tra di loro e facendo deglutire a fatica la giovane.

<< Non si tratta di flirt>> disse leggermente provata.

Allora comparve un intenso e sensuale sorriso da parte del moro. Gli occhi grigi la scrutavano divertiti dalla reazione poco lucida della giovane.

<< Tu credi, ma io penso il contrario mia cara>> puntando le sue lastre nei profondi oceani blu di lei. In quel momento ci furono lunghi minuti di silenzio.

I due si contemplavano silenziosi, cercando di scoprire qualcosa di segreto.

Fu Teresa a distogliere per prima lo sguardo indirizzandolo nuovamente verso il ruscello.

<< Credo di capire il perché della tua cattiva reputazione Nolan Jules Crawford>> sospirò la donna.

<< Illuminami>> si sdraiò sul prato e poggio la testa sui palmi aperti.

<< Tu ami prenderti gioco delle persone, questo perché ti porta un certo piacere interiore — cominciò a spiegare, facendo sorridere Nolan — inoltre ti porta a ricercare nuove esperienze solo per appagare il tuo smisurato ego>> concluse voltandosi di nuovo verso di lui.

<< Sono impressionato dalla tua straordinaria quanto incredibile analisi, su qualcosa però devo correggerti>>

<< Su cosa?>>

<< Non cerco nuove avventure per il mio ego ma per il puro e semplice piacere di divertirmi, tutto qui>>

<< Ma questo ti porterà mai a trovare la vera felicità? Riuscirai a innamorarti mai se continui a prendere il tutto come un gioco, un'avventura?>>

<< Non so, forse no come può succedere l'esatto contrario>> rispose semplicemente.

<< Dato che stiamo finendo sull'argomento "voglio indovinare la tua psicologia di vivere" provo anch'io a farlo con te>> si alzò puntando di nuovo lo sguardo su lei.

<< D'accordo, ma ti avverto non è molto semplice comprendermi a pieno>>

<< Mi sottovaluti>> alzò un sopracciglio divertito.

<< Prova>> lo invitò girandosi completamente verso di lui.

<< Bene, allora... — si toccò il mento pensante — tu sei molto riservata, non ami parlare di te, preferisci ascoltare gli altri — disse guardandola attentamente, ricevendo un assenso quasi divertito da parte di lei — non hai avuto una vita semplice, probabilmente per l'insicurezza di non piacere o forse per qualcosa che fai e che pensi non piaccia a gli altri. Questo ti ha portato ad isolarti e chiederti spesso " cosa voglio essere davvero?">> concluse fissandola intensamente.

Lei rimase quasi esterrefatta da quell'osservazione. << Wow!>> riuscì a dire semplicemente.

<< Sono bravo eh>> sorrise lui soddisfatto.
<< Si, ma credo che la tua bravura sia dovuta ad un'intensa analisi sulla mia vita. Dimmi la verità, hai fatto ricerche sul mio passato?>> chiese tornando per un attimo seria.

<< Se te lo dicessi si toglierebbe il divertimento non credi?>>
Lei lo squadrò incupendosi sempre più. << Sono seria Nolan, cosa sai di me?>> chiese indurendo la sua espressione già provata.

Lui smise di sorridere comprendendo la situazione. << Puoi credermi Teresa, quello che ti ho detto e tutto quello che so. Non volevo scoprire il tuo passato, non ne ho bisogno. Ho bisogno di sapere solo chi è la Teresa di questo presente, non quella del lontano passato>>

Lei lo squadrò per qualche attimo, non trovando menzogna nei suoi cristallini occhi d'argento.

Forse la sua reazione era stata leggermente esagerata?

Non desiderava che qualcuno scoprisse quello che aveva passato.

Sospirò pesantemente, sperando di potersi realmente fidare di colui che gli stava di fronte.

<< D'accordo, voglio crederti>> sospirò ritornando a sgranocchiare le mandorle.

Nolan si rimise sdraiato, sperando di non avere bruciato l'unica carta nelle sue mani.

Passarono lunghi attimo di silenzio. Il fruscio degli alberi echeggiava nelle orecchie dei due, che silenziosi erano immersi nei loro pensieri più profondi.

***

Edmund uscii dalla villa seguito da Phine. << Signorino Edmund non vuole portare qualcosa da mangiare?>> chiese dolcemente la donna.
<< Non preoccuparti Phine, mio fratello ha già provveduto>> le sorrise salutandola e salendo velocemente in macchina.

<< D'accordo, allora le auguro una buona giornata>> fece una piccola riverenza verso il giovane padrone.

Edmund mise la cintura e partii. Lungo il viaggio venne avvolto da tanti di quei pensieri.

I movimenti di Teresa, quella musica così malinconica, quel dolore nascosto. C'era qualcosa che non quadrava, qualcosa che c'entrava con lo strano rapporto tra lei e Greg.

Più ci pensava più si insinuavano strani pensieri. Cosa stava nascondendo quella donna? Cosa stava nascondendo Greg?

Arrivato nel luogo d'incontro scese dalla macchina vedendo quella di Nolan posteggiata poco più avanti.

<<... cosa sai di me?>> vide i due davanti al ruscello. 

<< Puoi credermi Teresa, quello che ti ho detto e tutto quello che so. Non volevo scoprire il tuo passato, non ne ho bisogno. Ho bisogno di sapere solo chi è la Teresa di questo presente, non quella del lontano passato>> sentii rispondere da Nolan leggermente provato.

Teresa lo fissava diffidente. In quel momento si accorse di una leggera vena di paura trasparire dall'ancofa delicata espressione di lei.

<< D'accordo, voglio crederti>> sospirò la donna, tornando a voltarsi verso il ruscello.

Vide Nolan sdraiarsi nel prato e osservare il cielo.

I due rimasero in silenzio assorti nei loro pensieri, mentre Edmund gli osservava silenzioso, titubante nel interrompere o no quel silenzio quasi imbarazzante.

Qualche minuto dopo sospirò prendendo coraggio e si avvicinò lentamente.

<< Nolan, Teresa sono arrivato, scusate per il ritardo>> cercò di essere il più naturale possibile.

I due si voltarono contemporaneamente verso di lui, non felici della sua presenza.

<< Ho per caso interrotto qualcosa? Avete delle facce terribili>>

<< No, stavamo semplicemente ammirando il panorama, non è vero Teresa?>> sorrise teatralmente Nolan, chiedendo conferma alla confusa Teresa.

<< S-si come ha detto Nolan>> rispose titubante la mora.

<< Bene credo sia arrivato il momento di pranzare, non credete anche voi?>> disse alzandosi e andando verso la macchina.

Edmund lo segui con lo sguardo. Lo vide aprire la macchina ed estrarre un cestino del pranzo abbastanza grande e capiente.

Sistemò una lunga e larga tovaglia sul prato, e cominciò ad estrarre piatti di prelibatezze.

<< Oggi ho portato pasta alla carbonara, direttamente dalla cucina italiana di Guadalupe, pollo al curry con patate al forno, insalata di carote e lattuga, frutta ed una bella crostata di mele>> sorrise mostrando il cibo.

Teresa sorrise sedendosi. << Direi di iniziare dalla pasta allora>> chiese gentilmente.

<< Bene, eccola>> le porse il piatto con una buona porzione di pasta.

Teresa lo ringrazio per poi sbiancare vedendo il contenuto. << Hai messo la panna?>> chiese.
<< Beh si, Ho proposto a Guadalupe di inserirla per renderla più saporita>>

Lei comincio a toccarla quasi schifata. << Ecco Nolan, ti ringrazio di aver pensato a me — comincio posando il piatto — ma ecco... come posso dirtelo, nella pasta alla carbonara non ci sta la panna>> Nolan si accigliò all'istante << Non va la panna? Ma in questo modo non viene abbastanza saporita>>
<< Ti consiglio di non dirla più quella frase, in special modo ad un italiano>> ritornò di colpo seria.

<< Per noi la tradizione è legge in Italia, un po' come il formaggio nel pesce>> Nolan posò subito il suo piatto e ritirò quello di Teresa.

<< Mi dispiace allora, non ne ero a conoscenza, vorrà dire che mangeremo semplicemente il secondo>> Si scusò Nolan.

<< Vorrà dire che la prossima volta cucinerò io un bel piatto di pasta alla carbonara>> sorrise Teresa.

<< Sarà un vero piacere assaggiare un piatto tipico italiano>>
Sorrise porgendogli il piatto.

Teresa lo assaggiò rimanendone particolarmente colpita. << È davvero buonissimo>> sorrise gustando il secondo boccone.

<< Guadalupe è la migliore>> sorrise Edmund assaggiandone anch'esso un pezzo.

<< Siamo d'accordo su qualcosa fratello>> rispose Nolan.

<< Ma parlaci un po' di te, sappiamo poco e niente>> chiese Nolan versandole un calice di vino rosso.

<< Non c'è molto da dire. Sono nata e cresciuta a Firenze in un piccolo quartiere con i miei due fratelli più piccoli e i miei genitori>> si limitò a dire.

<< Due fratelli? E come si chiamano?>> chiese Nolan.

<< Il piccolo Tommaso ha dieci anni mentre mia sorella Cecilia ne ha quindici>> sorrise ricordando la sorella sorridente.

<< Sei andata a trovarla vero?>> chiese Edmund.

<< Si, fra poco dovrà affrontare una difficile operazione, volevo incoraggiarla un po'>> sorrise tristemente Teresa.

<< Operazione? Di cosa?>> domandò Edmund.

<< Un'operazione ai polmoni>>

<< Così giovane, mi dispiace debba affrontare questo, non sarà facile>> le accarezzò la testa Nolan.

Lei si incupì leggermente, mostrandosi leggermente scossa.

<< Si, ecco... non possiamo parlare d'altro>> chiese trattenendo a malapena le lacrime.

<< Si, scusaci, siamo venuti per passare qualche ora in pace, ma abbiamo avuto l'effetto contrario, credo sia per il semplice fatto che vogliamo sinceramente conoscerti, fai parte della nostra famiglia. In questi anni siamo stati dei pessimi cognati, ma ora per un motivo o per l'altro siamo riusciti a incontrarti ed ora vogliamo seriamente impegnarci. Te lo assicuro Teresa, non siamo qui per i soldi, la villa, il patrimonio, siamo qui perché sei l'unica persona rimasta a cui Greg teneva davvero, l'unica persona a cui ha chiesto esplicitamente di tenere cura, e noi abbiamo tutta l'intenzione di rispettare le sue ultime volontà>> disse Nolan stringendola a se e puntando le sue punte grige sulle orbite blu zaffiro di lei.

Per qualche minuto ci fu assoluto silenzio, come se il tempo si fosse fermato. Per Edmund fu davvero difficile rimanere composto nonostante le incoscienti parole appena uscite dalla bocca del fratello.

Se si fosse venuto a sapere l'imbroglio non sarebbe più riuscito a guardare in faccia Teresa.

<< Si, ecco... g-grazie>> riuscì a rispondere la mora, allontanandosi leggermente rossa in volto.

<< È quello che pensiamo non è vero Edmund?>> chiese conferma beffardamente Nolan.

Lui lo guardò quasi con sdegno, e quelle parole tanto attese da lui non uscirono. Aveva il diritto di mentire fingendo di essere davvero lì per lei?

<< Edmund? Tutto okay?>> chiese perplesso Nolan.

<< N-no niente ho solo una leggera emicrania>> rispose distogliendo lo sguardo.

<< Mi dispiace, dovresti prendere qualcosa>> disse Teresa avvicinandosi a lui.

<< Perché non vai a riposarti? Penso io a sistemare qui e accompagnare Teresa>> propose Nolan.

<< Ecco, non credo sia opportuno, e se si dovesse sentire male durante il tragitto?>> si intromise Teresa seriamente preoccupata.

<< Non preoccuparti non è così forte, posso andare solo>> si alzò Edmund.

<< Ma...>>

<< Tranquilla Teresa, sa badare a se stesso, lasciamolo andare in pace, appena arrivato prenderà qualcosa e andrà a riposare, anche perché domani pomeriggio dovremmo di nuovo tornare in città per lavoro, dovrà riposarsi parecchio>> sorrise quasi vittorioso.

Lei sospirò senza entusiasmo lasciandolo andare. << Chiama quando arrivi>> disse prima di lasciarlo andare.

Lui sorrise e si avviò verso la macchina.

Edmund si rese conto di aver servito Teresa in un piatto d'argento a Nolan, era l'occasione giusta per lui, ma non gli importava. Quella ragazza sarebbe stata ferita per la seconda volta ed era colpa sua e della sua debolezza.

Angolo lettori:

Buon giorno, anzi buon pomeriggio 😅😅😅 so di non avere scusanti ho perso anche il conto di quanti giorni sono passati dall'ultimo aggiornamento. Da poco è finita la scuola e sono stata leggermente impegnata, spero di continuare puntualmente d'ora in poi. Scusate!!!! 🥺🥺🥺 come posso farmi perdonare? Ci sono, che ne dite di un extra? Nel prossimo capitolo vi mostrerò chi è colui che interpreta Edmund, che ne pensate? 🥴🥴🥴 okay basta faccine.
Vorrei tanto sapere cosa ne pensate fino ad ora e quale personaggio vi inspira di più? Nolan? Edmund? Nello scorso capitolo non mi avete risposto e mi è dispiaciuto non sapere la vostra opinione al riguardo, spero di ricevere presto le vostre risposte.

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