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Capitolo 17.

«Spero che tu non mi stia mentendo.» dissi
«Perché dovrei mentirti?»
«Non lo so. È tutto così strano, ma maledettamente bellissimo.»dissi abbracciandolo.
«Ti amo piccola.» mi sussurrò, e una scia di brividi mi avvolse il corpo. Alexander raramente diceva di amarmi, ma quando lo diceva, lo pensava realmente. Restammo incollati ancora per un po' fin quando non mi arrivò una chiamata da mia madre, così costrinsi il mio ragazzo ad accompagnarmi a casa.
La serata fu bellissima, quel posto era veramente magico. Alexander è stato semplicemente perfetto.

La mattina seguente mi svegliai verso le 8 e andai a farmi una doccia. Subito dopo mi diressi verso il mio armadio e scelsi cosa mettermi. Optai per una leggings nero, una maglia a maniche lunghe, solo che era scoperta un po' dalle spalle, le scarpe nere, e misi una camicia rossa e nera alla vita. Mi feci due treccie, e scesi di sotto a fare colazione. Trovai mio fratello Duncan seduto, intento a mangiare i suoi adorati pancake. Lo salutai con un bacio sulla guancia e mi sedetti affianco a lui.
<<Ma ieri poi che fine hai fatto? Sei sparita con Alexander.>> mi chiese
<<Ah si, mi ha portata fuori città, in un posto magnifico.>>
<<Non è che ti ha scopato in macchina?! Dimmi di no, perché  lo uccido.>> disse urlando.
<<Ma no, stai tranquillo! E poi anche che fosse, che problema c'è ?>> -chiesi
<<Il problema è che se scopro che ti porta a letto, gli taglio il cazzo.>>
<<Siamo fidanzati, e poi tu puoi scoparti tutte le ragazze che vuoi, perché non dovrebbe farlo Alexander?>>
<<Perché si tratta di te Sophia, cazzo capiscilo.>>
Non dissi niente , semplicemente andai via. Non mi andava di stare ad ascoltare ancora mio fratello. Infondo io ed Alexander stavamo insieme, ed è normale farlo a questa età. Per il momento non mi sentivo pronta, lo ammetto. Ma più avanti chi lo sa.
Mi diressi verso la mia macchina, misi in moto, e andai a scuola. Le prime ore per fortuna passarono  velocemente, e senza neanche accorgermene era già l'ora di mangiare. Andai in mensa, presi il mio vassoio, quando si avvicinò Brandon. Benissimo ci mancava l'ex ragazzo della mia migliore amica ora.
«Pss pss Sophì.»disse avvicinandosi sempre di più a me.
«Cosa vuoi Brandon» risposi acida
«Vengo in pace. Volevo semplicemente dirti che Bryan ci sta stando male, per tutto quello che è successo.» -disse
« A me non importa nulla, sono fidanzata! Doveva pentirsene prima, non ora che mi ha persa. Poi lui ora sta male? E quando sono stata io male sette mesi per lui? Ne vogliamo parlare?» risposi acida.
«Lo so che ci sei stata malissimo, ma secondo me, tra di voi non è finita del tutto.» risponde
« Ti sbagli di grosso, a me non importa più nulla di lui.» e me ne andai . Lo lasciai li solo, ma poco mi importava.

Pov's Bryan
Sono seduto con il mio solito gruppo, e in più quella Troia di Allyson. So che non dovrei chiamarla in quel modo, ma è così. Sono riuscito a portarmela a letto subito. Ed ora mi sta attaccata peggio di una cozza. In questo momento avrei bisogno di Sophia, sono stato davvero uno stupido, a lasciarla andare.
«Tesorino come mai sei così silenzioso? A cosa pensi?» disse con quella voce così antipatica.
« No nulla, stavo pensando che non vedo l'ora di scoparti.» mentii.
« E perché aspettare? Andiamo subito.» rispose tutta contenta alzandosi dal tavolo.
Mi alzai anch'io e la trascinai nei bagni dei maschi. Dovevo sfogarmi, è questa è l'unica soluzione per il momento. Appena arrivammo in bagno mi accertai che non ci fosse nessuno, ma trovai due secchioni. Li obbligai ad uscire. Presi con forza Allyson e la sbattei al muro. La bacia con foga, mentre infilai un dito nella sua intimità. Lei fece uscire un gemito, che soffoco' immediatamente. Gli tolsi il top rosa e notai che non avesse il reggiseno. Meglio pensai. Lei mi tolse la mia maglia, poi si abbassò e mi tirò giù i pantaloni insieme al boxer. Tolsi il dito da dentro di lei e la guardai. Poi gli abbassai la testa, e lei iniziò a farmi un pompino. Devo ammettere che la Troia ci sapeva fare. Ma non ero venuto in bagno per fare solo preliminari. Quindi la spinsi, la presi in braccio, e infilai velocemente il cazzo nella sua intimità. Emise un piccolo urlo. Continuai a spingere sempre di più , poi quando stavo quasi per venire, uscii da dentro di lei. Mi vestii e la lasciai li . Corsi verso il mio armadietto, ma andai a sbattere contro qualcuno.

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