Capitolo 6 - DAL TRAMONTO ALL'ALBA - terza parte
«Incenerirlo non sarebbe stata una buona idea ragazzo!» esclamò il cacciatore di taglie, rivolgendosi ad Alexandros.
«Quei due gentiluomini ci servono vivi, ancora per un po'» concluse, con una nota di sarcasmo mentre pronunciava la parola gentiluomini. Sex Machine era un uomo sulla quarantina dall'aspetto selvaggio e con il volto butterato. Indossava un vistoso gilet di pelle nera dove, al suo interno, erano celate senza troppa solerzia numerose armi da taglio.
«Se sei intelligente la metà di quello che credo, avrai già intuito cosa ho in mente.»
«A grandi linee sì» rispose lo stregone.
«A Tiluana esiste una specie di accordo tra residenti e vampiri che vivono nei dintorni» cominciò a spiegare il cacciatore di taglie, «in cambio di qualche sprovveduto straniero di passaggio, o qualche verginella, rapita dalle famiglie di contadini dei paraggi, i vampiri evitano di massacrare la popolazione locale, così gli abitanti possono dormire sonni tranquilli.»
«E qui, al Titty Twister, vampiri e gentiluomini, come i due fratelli, vengono a concludere i loro affari giusto?»
«Esatto, si tratta di portare pazienza ancora un po' e presto avremo qualche succhiasangue a cui domandare gentilmente dove si trova il loro capo.»
Lo stregone si limitò a osservare; col crescere delle tenebre aumentava anche il livello di urla e schiamazzi degli avventori, sempre più preda dello sballo causato da alcol e droghe. Persone ai margini della società dallo sguardo vacuo e dall'aspetto poco rassicurante. Per quel che ne sapeva molti di essi potevano essere vampiri, celati sotto l'aspetto di semplici frequentatori di quel locale.
«Non ci resta che attendere allora.»
Nel frattempo, i due fratelli rientrarono nella sala, trascinando l'adolescente malconcia con una pessima e vistosa medicatura che le fasciava il naso.
«Scusate il contrattempo» si giustificò Seth, mentre accomodavano la giovane, che gemeva ancora per il dolore, su uno sgabello posizionato tra le loro due sedute.
«Che ne dite di ingannare il tempo con una partita a poker?» domandò, estraendo dalla tasca della giacca un consumato mazzo di carte.
***
Al raggiungimento dell'undicesima ora del giorno, all'interno del Titty Twister venne finalmente il momento tanto atteso dagli avventori. Un magro e anziano signore dal passo claudicante, agghindato con abiti eleganti e un cilindro come copricapo, salì sul palco attirando l'attenzione dei presenti. Gli habitué del luogo si affrettarono a spostare sedie e sgabelli lungo la passerella che si estendeva al centro della sala principale.
I fratelli e i loro ospiti distolsero per un istante l'attenzione dalle proprie carte, osservando il tizio appena giunto che si stava schiarendo la voce.
«Gentili ospiti che siete giunti in questo fantastico luogo di godimento e perdizione, la vostra pazienza sta per esser presto ripagata perché Miss Pandemonio sta per arrivare e avverare con le sue doti i vostri sogni più reconditi!»
Da dietro il sipario, acclamata a gran voce, comparì una giovane donna slanciata, dalla pelle liscia e abbronzata, le cui grazie erano coperte soltanto da uno stretto lembo di stoffa grezza che le conferiva un aspetto selvaggio. Miss Pandemonio, così era chiamata, cominciò a danzare al ritmo degli strumenti di un'improvvisata orchestrina. I suoi occhi profondi sapevano penetrare gli sguardi adoranti degli uomini, il suo corpo sensuale sapeva muoversi ad un ritmo quasi ipnotico. Soltanto le note prodotte dalle corde pizzicate di un paio di chitarre, accompagnavano la carica erotica che quella donna sapeva sprigionare.
Dei quattro impegnati nella loro partita a carte fu soprattutto Richard a rimanerne incantato. Era completamente smarrito davanti a quella bellezza prorompente, incapace di formulare qualsiasi pensiero che non la riguardasse. Sex Machine non si lasciò sfuggire l'occasione e ne approfittò per puntare forte.
«Rilancio, con tutto quello che ho.»
Seth e Alexandros passarono la mano.
«Io invece vedo» disse Richard, palesemente distratto.
«Cazzo fratello, se perdi questa mano ci toccherà vendere una dozzina di ragazzine per ripagare il tuo debito.»
«Sta zitto Seth e guarda qua!» L'uomo scoprì sul tavolo le proprie carte, «full di jack!» disse con tono canzonatorio, mentre posava le mani sul tavolo pronto ad arraffare tutte le fiches presenti.
«Poker di donne, amico» sghignazzò il cacciatore di taglie, mostrando il suo quartetto di eleganti regine dei quattro semi, accompagnate da una carta di nessun valore.
«Non è possibile, tu stai barando!» lo accusò Richard, furioso per aver appena perso una forte somma. Stringeva i pugni talmente forte per la rabbia da provocarsi dolore.
«Ehi, non inventare false accuse per giustificare la tua incapacità!» rispose piccato Sex Machine, mentre stringeva tra le mani il suo vasto patrimonio di fiches multicolori.
Per tutta risposta, Richard estrasse una pistola puntandola contro l'avversario:
«Balle! Tu sei un fottuto baro!»
«Datti una calmata, fratellino» intervenne Seth, cercando di stemperare gli animi.
«Di' a tuo fratello di mettere via quell'arnese, altrimenti gli apro un buco nello stomaco!»
L'arma a tamburo da sei colpi tremava nelle mani del più giovane dei fratelli, mentre con il pollice ne armava il cane.
«Cosa faresti te? Pensi di poter estrarre un'arma prima che io prema il grilletto?»
«Io non ho bisogno di estrarre nulla, tu sei già sotto tiro da un pezzo!» Sex Machine sorrise, arricciandosi ancora una volta i baffi.
I presenti al tavolo si abbassarono per guardarvi sotto. Tra le gambe del cacciatore di taglie, un ingegnoso marchingegno faceva comparire una rivoltella, che in questo momento era puntata sulla figura di Richard. Con un semplice movimento delle gambe, l'uomo era in grado di sparare un colpo o semplicemente far sparire l'arma nel cavallo dei pantaloni, in modo da celarla agli occhi di qualsiasi nemico.
«Ora capisco perché ti chiamano Sex Machine!» esclamò Seth, divertito.
I due rifoderarono le proprie armi e la situazione sembrò tornare alla normalità, ma all'improvviso qualcosa balzò sul tavolo, facendo volare in aria, col suo pesante tonfo, carte e fiches.
«Ma che diavolo...»
Miss Pandemonium, con un balzo felino, era letteralmente volata dalla passerella dove si stava esibendo fino al tavolo dei giocatori.
«Che vuoi da noi?» le urlò contro Richard visibilmente alterato, pochi istanti prima di rimanere paralizzato dalla paura.
Il viso della danzatrice si contorse in qualcosa di grottesco: i suoi lineamenti mutarono, le sue pupille si schiarirono fino a ingiallirsi, i suoi denti crebbero a dismisura, diventando piccole zanne. Il volto della bellissima ragazza era ora quello di un mostro assetato di sangue.
La vampira, dal tavolo balzò sul più giovane dei fratelli scaraventandolo a terra. All'inerme malcapitato cominciò a masticare il volto, strappandogli naso e grossi lembi di carne. Il sangue schizzava a fiotti sulla faccia di Miss Pandemonio che, in estasi per quel banchetto, ne assaporava ogni singola goccia.
L'urlo acuto di terrore della giovane adolescente rapita quasi frantumò i timpani di chi le era vicino, mentre il boato di un colpo di pistola scaraventava la mostruosa creatura lontano dalla sua vittima.
«Brutta puttana! Guarda come hai conciato mio fratello!» urlò Seth, con in mano la pistola ancora fumante e gli abiti ricoperti dagli schizzi di sangue e materia grigia prodotti dall'impatto del proiettile contro il cranio di Miss Pandemonium. Sdraiato a terra con il volto ormai completamente sfigurato, Richard emise un gemito agonizzante.
Dalla sala si levarono numerose urla cariche di terrore e orribili lamenti. I vampiri, fino a quel momento mimetizzati con gli avventori, rivelarono la loro natura, uccidendo indistintamente e senza alcuna pietà chi gli stava attorno. Il rumore di pelli lacerate e ossa frantumate si mischiava alla pioggia di sangue scatenata da quell'improvviso vortice di violenza che in pochi istanti, aveva trasformato quel luogo di perdizione in un orrendo mattatoio.
«A quanto pare sono stati i vampiri a trovare noi» disse Alexandros, osservando la scena come se fosse spettatore del più orribile degli incubi.
«Ci hanno solo risparmiato la fatica di cercarli, ragazzo» aggiunse Sex Machine. I due, in quella specie di inferno, in terra sembravano gli unici a non aver perso la calma.
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