Capitolo 3 - PRESENTE E PASSATO - prima parte
«Ehi, ma tu chi sei?» Chiese il ragazzo, mentre riprendeva conoscenza nel letto dell'infermeria. Nonostante fosse ancora dolorante, aveva passato una notte di sonno ristoratore, svegliandosi di prima mattina fresco e riposato. Stropicciava gli occhi con le dita delle mani, convinto di trovarsi a fianco il solito volto familiare e invece...
«Io?» Rispose la giovane, indicandosi il viso con fare un po' ingenuo. «Io mi chiamo Alteria, ti chiami Dass, giusto?»
"Bionda, carina, più o meno della mia stessa età..." fu la prima cosa che pensò.
«Ci conosciamo?» chiese il ragazzo con crescente interesse.
«Il signor Maximilian mi ha detto il tuo nome, piacere di conoscerti.»
«Beh, direi che è un risveglio decisamente migliore di quello di ieri» pensò ad alta voce, davanti allo sguardo interrogativo della sua dirimpettaia.
«Perché, che ti è successo ieri?»
«Ehm ecco, diciamo che ieri al mio risveglio c'era Maximilian, che, a differenza tua, è tutto tranne che carino e gentile.»
«Strano, perché con me si comporta sempre da gentiluomo» disse Alteria arrossendo, pensando che si trattava anche di un ragazzo di bell'aspetto.
Dass scorse con invidia che il suo maestro aveva fatto colpo: "Come sempre..."
«Beh, si vede che non lo conosci bene, con me è sempre tremendo. Non hai idea di che culo mi ha fatto, per quel piccolo pasticcio che ho combinato con quello stronzo di Esgarth!»
Dass aveva un anno in più di Alteria. Era un tipo estroverso, gioviale, simpatico e anche piuttosto eccentrico. Parlava con un linguaggio colorito, tipico di chi aveva avuto una vita lontana dagli agi e dagli ambienti borghesi, agli antipodi come carattere rispetto al suo maestro. Giunto alla torre circa un anno fa, secondo Selene aveva combinato più guai che altro, causando un sacco di grattacapi a chi lo stava addestrando.
«Uffa! Ancora 'sto maledetto gesso!» disse Dass sbuffando. Il braccio sinistro, quello che gli era stato spezzato, era ricoperto da una pesante ingessatura.
«Sono passati solo tre giorni da quando te lo sei rotto, è normale che devi tenerlo ancora steccato.»
«Sarà normale per i babbani (cit.), ma qui alla Torre Scarlatta esistono gli incantesimi di guarigione! Di sicuro, quel bastardo del mio maestro, non si sta impegnando abbastanza per farmi guarire.»
Alteria rise, trovava divertente stare in compagnia di Dass, forse anche perché, era tra i pochissimi con cui condivideva la stessa età.
«Vorrà dire che dovrò fare da me, vedrai come con le mie grandi capacità magiche riuscirò a guarire in tempo record!»
Il ragazzo gonfiò il petto, cercando di pavoneggiarsi con abilità che sapeva non possedere. Vide che l'attenzione della sua nuova conoscenza era tutta focalizzata su di lui, inoltre, sembrava anche trovarlo simpatico.
"E' arrivato il momento di affondare il colpo..."
«Posso provare io!» disse Alteria, «Selene mi ha mandato da te per fare pratica!»
La richiesta della giovane arrivò inaspettata, scombinando tutti i suoi piani.
«D'accordo, fai pure!» disse con tono arrendevole. Affidarsi alle amorevoli cure della bella fanciulla sarebbe stato comunque piacevole.
La ragazza scivolò con entrambe le mani fino a sfiorare il braccio ingessato. Si concentrò, cercando di trasportare parte della propria energia verso l'arto del ragazzo. Visualizzò nella sua mente ciò che non riusciva a vedere: le due ossa dell'avambraccio spezzate che, grazie alla magia, andavano saldandosi. All'inizio, una tenue energia azzurra avvolse il braccio del ragazzo, ma qualche istante dopo cambiò colore verso gradazioni ben più vive, tendenti al cremisi. La sensazione di tepore e benessere che Dass percepì all'inizio, si stava trasformando in qualcos'altro.
«Aaaaah, aiuto, scotta!» urlò il giovane, sottraendo il proprio braccio alla presa di Alteria, che ritrasse prontamente le mani interrompendo l'incantesimo.
«Ops, mi sa che ho sbagliato qualcosa», si giustificò lei imbarazzata, abbassando lo sguardo in modo colpevole, «ti chiedo scusa, alla fine sono solo quattro giorni che sono qui.»
«Quattro giorni? Non potevi dirmelo prima?» Dass sembrava piuttosto alterato: «A saperlo non ti avrei fatto fare pratica con il mio povero braccio!»
Alteria si rattristò stringendosi in se stessa, i suoi grandi occhi nocciola si gonfiarono di lacrime.
«Ehi no scusa... non volevo... cioè...» il ragazzo, accortosi di aver esagerato nella reazione, ora cercava di giustificarsi.
«No davvero, stavo scherzando! Cosa vuoi che sia un po' di calore.» sorrise per cercare di non offendere ulteriormente la giovane, mascherando così il dolore da ustione che ancora gli pulsava sul braccio.
«Scusa, scusa ancora!» disse lei, affondando con le mani nella gonna. Avrebbe voluto diventare ancora più piccola per la vergogna. «Sono un disastro!»
La ragazza stava per abbandonare la stanza convinta di aver fatto un pasticcio, ma Dass la bloccò prima che si allontanasse.
«Vieni, Alteria, avvicinati, ti faccio vedere io come fare un buon incantesimo di guarigione.»
Il tono della sua voce era calmo e rassicurante tanto da levare la ragazza dall'imbarazzo che provava.
Dass passò i successivi minuti a spiegarle dove aveva sbagliato, mostrandole, con il braccio buono che gli rimaneva, come doveva agire per fare un buon sortilegio curativo.
Alteria provò a mettere in pratica quanto appena appreso, sotto la supervisione del ragazzo. Per mostrarle i giusti movimenti, Dass sfiorò con la sua mano quella della novizia. Al contatto i due ragazzi incrociarono i propri sguardi, arrossendo reciprocamente.
«Forse non sono un bravo insegnante come credevo.» disse lui, per vincere il disagio.
«Forse sono io che non sono una brava allieva come credevo.»
Seguirono alcuni lunghi istanti di silenzio, con i due giovani immersi nei reciproci pensieri.
«Sai, Maximilian mi ha raccontato tutto.» fu Dass il primo a rompere l'oblio, «ti ringrazio per essere corsa in mio soccorso.»
Alteria sorrise.
«È stato un gesto istintivo, quel tizio è un gran prepotente.»
«Hai corso un grave pericolo, Esgarth è un tipo pericoloso, ed è uno dei principali candidati ad entrare nella cerchia dei Cinque Arcimaghi.»
"Da che pulpito viene la predica..." sorrise mentalmente Dass.
«Selene mi ha accennato qualcosa a proposito di questi cinque, ma non è stata molto esplicativa.»
Alteria finse di non avere troppo interesse riguardo a quell'argomento, anche se in realtà, era proprio lì che voleva arrivare.
«Uhm, da dove comincio?» Dass fissava il soffitto cercando le giuste parole per intavolare il suo discorso.
«Devi sapere che al vertice della Torre Scarlatta ci sono cinque figure chiamate i Cinque Arcimaghi. Si tratta degli stregoni più forti della torre, infatti i requisiti principali per entrare in questa ristretta cerchia sono proprio le abilità e il potere magico che un individuo possiede.»
Aveva ottenuto la piena attenzione della ragazza.
«...Esgarth è uno dei più ambiziosi stregoni della torre e vorrebbe diventare uno dei cinque, soprattutto da quando c'è una posizione vacante tra gli arcimaghi.»
«Una po-posizione vacante?» domandò Alteria con voce tremante. Dass notò la cosa, senza però badarci troppo.
«Già, uno dei cinque è scomparso da qualche mese e nessuno ha sue notizie.»
La ragazza si strinse a sé, sentendo il proprio cuore esplodere nella gola. Il pensiero di lui, che se ne andava senza alcuna spiegazione, ne attraversò la mente, con la potenza di un lampo che squarciava il cielo notturno.
«Al momento, sono solo in quattro a prendere le decisioni, ed è stata messa in palio la quinta posizione. Per questo i maghi più potenti cercano in tutti i modi di conquistare quel posto, attaccandosi a qualsiasi pretesto per mostrare i loro poteri magici.»
Dass fece una pausa per accarezzarsi il braccio fratturato.
«Io poi, come dice Maximilian, sono uno che non sa stare al proprio posto, e non potevo di certo stare a guardare Esgarth che, con le sue prevaricazioni, tenta di occupare indegnamente la posizione che apparteneva al grande Alexandros!»
"Alex..." Alteria sentì mancare l'aria nei polmoni.
«Ehi, stai bene?»
«Sì, sì, tutto ok!» minimizzò lei.
Dass prosegui nel suo discorso: «Alexandros, manca ormai da mesi dalla torre e pare che nessuno sappia dove sia scomparso. Alcuni ritengono addirittura che sia morto.»
«Mo-morto?»
La rivelazione sembrava aver sconvolto la ragazza.
«Sì, ma stai tranquilla, io lo ritengo altamente improbabile.» Il giovane non capiva perché le sue parole a riguardo di una persona che non poteva conoscere, la sconcertavano così tanto.
«Forse è solo una mia sensazione, ma nelle poche volte che l'ho incontrato qui alla torre mi ha dato l'idea di essere un tipo veramente in gamba. Beh, poi c'è anche il mio maestro, che ha una considerazione smisurata di quel tizio.»
Alteria lo sapeva bene, perché nutriva in lui la stessa fiducia.
«Ti prego Dass, va avanti, raccontami qualcos'altro di Alexandros.»
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