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Capitolo 14 - FUGA DALLA TORRE - seconda parte

La stanza dalle pareti color avorio, usata dagli arcimaghi per le loro comunicazioni, era parzialmente gremita dagli stregoni, presenti in quello specifico momento all'interno della torre. Al gruppo si unirono anche Dass, Selene, Alteria e Maximilian e notarono che contando anche loro, tutto sommato non erano che un paio di dozzine. Raramente nella duecentennale storia della Torre Scarlatta l'organico aveva superato la trentina di elementi: la compatibilità con il Quaresh era qualcosa per pochissimi eletti in tutto il mondo.

Sul piedistallo poggiato sulla parete opposta, tre dei cinque troni erano già occupati dai rispettivi arcimaghi. Era presente persino Esmeralda che raramente presenziava alle riunioni della gilda, quindi la platea intuì che doveva trattarsi di qualcosa di importante. Erano i tre scranni centrali ad essere stati occupati, rispettando l'ordine di importanza degli arcimaghi. Dopo Esmeralda sedeva Hakurei, e al quarto posto Bella.

Alteria nutriva un misto di curiosità ed eccitazione per quello che stava per accadere. Era soprattutto nei confronti del Primo Arcimago appena ritornato in sede, il suo principale interesse. Maximilian percepì l'inquietudine della ragazza e le posò una mano sulla spalla cercando di confortarla.

Tron si presentò sulla scena passeggiando a piccoli passi fino al centro del palco. Era un uomo a metà strada tra i trenta e i quarant'anni, dal portamento regale e lo sguardo fiero simile a quello di un nobile. Indossava una pregiata divisa che ricordava quella di un alto ufficiale dell'esercito, semicoperta da una cappa antracite che ne celava il fianco destro. La folla rumoreggiò nel vederlo comparire e lui non poté fare a meno di compiacersi, nel constatare che l'intera Torre Scarlatta aveva risposto al suo appello.

«Cari colleghi» esordì, schiarendosi la voce «vi ho convocato in questa stanza, strappandovi ai vostri importanti affari quotidiani, per delle comunicazioni di vitale importanza.»

Era sicuro dei propri mezzi, e le pause sceniche che si prendeva tra una frase e l'altra, non facevano altro che attirare l'attenzione su se stesso.

«Come ben sapete, l'arcimago Alexandros è scomparso senza motivazione da mesi. Questa sua assenza mi ha portato ad allontanarmi dalla Torre per seguirne le tracce.»

Alteria trattenne il fiato nella spasmodica attesa di ricevere notizie del suo amato.

«Oltre a questo, la sua assenza ha anche provocato un vuoto nella nostra catena di comando. Il consiglio dei Cinque Arcimaghi è stato per parecchi mesi composto da soli quattro elementi e tutto ciò non può esser considerato più come qualcosa di accettabile.»

Il Primo Maestro concluse il discorso dando parecchia enfasi alle sue ultime parole, provocando la reazione interessata dei presenti che scoppiarono in un intenso mormorio.

«Me l'aspettavo» disse Maximilian, senza nascondere la sua preoccupazione. Selene si voltò verso di lui sconcertata.

«Non penserai che...»

L'espressione silenziosa dell'uomo fu una risposta sufficiente.

«Pensare cosa?» domandò Dass, che non aveva la minima idea di quello che stava succedendo. La soddisfazione per la sua curiosità stava però giungendo, tramite il prosieguo del discorso di Tron.

«Quindi, dopo tutto questo tempo, è giunta l'ora di colmare il vuoto.»

Il maestro si girò verso il quinto scranno del palco, per sottolineare quello che intendesse dire con la sua ultima frase.

«Il consiglio ha deliberato! Con tre voti favorevoli e uno contrario il nuovo Maestro Arcimago della Torre Scarlatta sarà...»

Una coltre di silenzio quasi assoluta sembrò dilatare quei pochi istanti di attesa in un tempo lungo e indefinito.

«Esgarth!» gridò Tron, indicando tra la folla il nominato e raccogliendo un'esclamazione di sorpresa da parte del pubblico. «Esgarth, signore della telecinesi, ti nomino Arcimago della Torre Scarlatta!»

Lo stregone, tronfio per la promozione ottenuta, salì sul palco, raccogliendo un applauso, a dir la verità, non troppo convinto da parte dei presenti. Dopo oltre un decennio di studio e sacrificio, ma anche di intrighi e prevaricazioni, era finalmente riuscito ad ottenere il suo scopo: raggiungere una posizione di vertice all'interno della torre.

Volteggiando nella sua mantella, camminò a testa alta fino a occupare il quinto scranno, precedentemente appartenuto a Bella che era scalata alla posizione superiore. Si sedette lentamente, accarezzandone i sostegni, assaporando in ogni suo gesto il gusto di quella che era la sua più grande vittoria personale. Non mancò di rivolgere un'occhiata di sfida verso Esmeralda; non era difficile capire qual era stato l'unico voto contrario alla sua ascesa.

La potentissima arcimaga non era l'unica ovviamente a nutrire astio nei suoi confronti. Nel corso degli anni Esgarth si era fatto parecchi nemici, soprattutto tra gli stregoni più ambiziosi che volevano ricoprire quella carica. I sussurri e gli sguardi invidiosi lo facevano godere ancora di più per il suo successo. La sua attenzione, si posò poi verso l'ultimo ostacolo che aveva dovuto affrontare. Maximilian ricambiò senza distogliere lo sguardo, i suoi occhi emanavano una forza così intensa che non passò inosservata ai maghi più sensibili ed esperti. Era come se il loro ultimo duello, interrotto nel momento culminante, si prolungasse nelle loro menti. 

Esgarth, sentì un brivido lungo la schiena, ripensando al momento in cui Maximilian aveva sprigionato tutto il suo potere latente.

Mascherò la paura pronunciandosi in un ampio sorriso spavaldo.

"Io sono seduto qui bastardo, sono stato io a vincere" fu il suo pensiero, nel vedere l'avversario lontano dal palco, perso nelle file conclusive della platea.

«Non è giusto! Non è giusto che quel vigliacco diventi un arcimago!» disse Selene alterata, rivolgendosi al suo compagno con Alteria e Dass che annuivano. Maximilian però fece cenno loro di tacere, come se gli sviluppi della questione non gli importassero più di tanto.

Tron batté due volte i propri palmi per richiamare l'attenzione dei presenti, spezzando così la tensione che si stava andando a creare.

«Bene, ora il Consiglio dei Cinque Arcimaghi può tornare a chiamarsi tale. Quindi, passiamo alla questione successiva.»

"Quale questione successiva?"  fu il pensiero di tutti i presenti, perfino gli stessi arcimaghi sembrarono cascare dalle nuvole nell'udire quelle parole.

«Dunque, parla Tron, siamo qui che pendiamo dalle tue labbra.» disse Hakurei nell'invogliare il collega a non tergiversare. Esmeralda, l'unica che aveva intuito qualcosa, cominciò a mordersi le unghie nervosamente.

«Sono tornato alla torre, dopo parecchie settimane, perché ho finalmente trovato notizie certe riguardanti il nostro illustre compagno dato per disperso.»

Il Primo Arcimago accarezzò i capelli castani ordinati sulla cima della testa, mentre i suoi ammalianti occhi azzurri correvano verso i suoi pari seduti accanto a lui.

«Parlo dell'ex Secondo Arcimago della Torre Scarlatta: Alexandros!»

Nella platea serpeggiò ancora una volta un concitato parlottio. Max e Selene si voltarono verso Alteria. Stava con lo sguardo perso in direzione del palco, tremando come una foglia alla brezza del mattino.  

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