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Capitolo 14 - FUGA DALLA TORRE - finale

Aveva aspettato che la luna fosse alta nel cielo, che la notte, languida e silenziosa, avesse avvolto con il suo abbraccio di tenebra la piccola isola. 

Sgattaiolava per i labirintici corridoi dell'enorme costruzione metallica, che in quei mesi aveva imparato a conoscere in ogni minimo dettaglio. 

Maximilian e Selene erano in udienza dal Primo Arcimago, quindi, aveva campo libero per agire. Infilandosi in un impervia tromba di scale raggiunse uno spazio più ampio che si chiudeva davanti a un grande portone. L'ingresso era costituito da due pesanti imposte di metallo liscio che non presentavano nessun pomello, maniglia, o altri orpelli che ne permettessero l'apertura.

 Il tempo passato in quel luogo, aveva però fornito alla giovane strega l'esperienza necessaria per aggirare quel genere di ostacoli, intrisi di potere magico. Barriere che un normale essere umano avrebbe trovato insormontabili. 

Alteria ripeté mentalmente una parola in lingua arcana e le due ante della porta cominciarono a scorrere in senso opposto, sbuffando piccole nuvole di vapore. Il piano del torrione ove si trovava era una specie di hangar, che conteneva dei velivoli costruiti dalla mano dei più bravi stregoni, fondendo magia e moderna tecnologia. Era chiaro quello che voleva ottenere: usare uno di quei mezzi per raggiungere Alexandros. Sapeva benissimo ciò che rischiava abbandonando la Torre Scarlatta senza permesso. Le leggi non lo permettevano, soprattutto a una semplice novizia.

"Alteria, te lo riporteremo, fidati di noi" le avevano ripetuto allo sfinimento Selene e il suo compagno, ma non ce la faceva a starsene con le mani in mano. 

In un altro momento la sorpresa, per l'aver scoperto che Maximilian era stato allievo di Alexandros, l'avrebbe spinta a porgli migliaia di domande, ma non ora. Erano passati troppi mesi dal suo addio, inoltre i racconti del Primo Arcimago l'avevano sconvolta. Non potevano corrispondere alla realtà, c'era qualcosa che non le tornava. Il ragazzo gentile che l'aveva salvata più di quattro anni or sono non poteva essere diventato uno spietato assassino.

Doveva assolutamente verificarlo di persona e per farlo era disposta a rischiare tutto.

«Ehi, che diavolo fai qua?» strillò una voce alle spalle.

Maledizione, l'avevano già scoperta, il suo piano di fuga era compromesso ancora prima di cominciare. Strinse i pugni e si concentrò per lasciar fluire l'energia magica all'interno del suo corpo. Era pronta a combattere per raggiungere il suo scopo se necessario.

«Alteria?»

Ma la persona che stava alle sue spalle era qualcuno che conosceva molto bene.

«Dass?»

«Il solo e unico!»

Tirò un sospiro di sollievo nel vedere il volto sorridente del giovane amico.

«Fammi indovinare, vuoi raggiungere l'arcimago Alexandros?»

«Beh, ecco io...» la ragazza arrossì leggermente.

«Uhm, qualcosa avevo intuito.»

«Vedi, lui per me è...»

«Non mi devi spiegare nulla» disse, facendole cenno con una mano. «Sai, non sono molto intelligente, ma queste cose sono in grado di capirle anch'io.»

Alteria ricambiò con un ampio sorriso.

«Dass, ascolta. Vorrei usare uno di questi velivoli, ma non so da dove cominciare. Potresti insegnarmi a pilotarne uno?»

«Beh, ma è impossibile imparare a guidarli in così poco tempo.»

La ragazza si strinse nelle spalle. I grandi occhi brillavano come stelle incastonati nel suo viso, tanto da far girare la testa all'altro giovane mago.

«Ok, ti aiuterò, ci penserò io a portarti da lui.»

«Dici davvero?» chiese con voce tremante.

"Certo che dico davvero, sei troppo bella per poterti dire di no, e io abbastanza scemo da rischiare la vita."

Il ragazzo annuì, e con la mano destra le indicò uno strano mezzo di trasporto. Si trattava di un velivolo costituito da uno scheletro formato da sottili tubi di metallo, su cui venivano stese due grandi tele neri che ricordavano la forma di due ali.

«Quello si chiama Corvo, è una specie di mezzo di trasporto in grado di volare per lunghe tratte. Non ci crederai» disse auto celebrandosi un po' «ma sono piuttosto in gamba alla guida di quei cosi.»

Ad Alteria non interessava ascoltare le vanterie dell' amico e si era avvicinata al Corvo, osservandolo con nutrito interesse.

Rassegnato Dass si appropinquò a lei, cominciando a illustrarle alcuni dettagli sul funzionamento del particolare deltaplano.

Sistemò l'imbragatura attorno alla vita della maga prima di fare altrettanto con se stesso.

«Preparati, dovrai reggerti forte stringendo quest'asta davanti a te quando spiccheremo il volo.»

I due, per necessità, si ritrovarono a brevissima distanza l'uno dall'altro, così la ragazza ne approfittò per avvicinare le proprie labbra alla guancia destra del suo amico, sfiorandolo con un delicato bacio.

«Grazie» disse con un fil di voce.

Il ragazzo arrossì come un peperone, provando a balbettare qualcosa senza senso. Passato qualche secondo riuscì a ricomporsi.

«Ok, ora prendiamo un po' di rincorsa e poi reggiti forte!»

Presero velocità correndo come forsennati per una trentina di metri prima di lanciarsi nel vuoto. Alteria dovette lottare contro il proprio istinto per non gridare dalla paura.

Una specie di strano marchingegno composto da ingranaggi e pulegge montato sopra le loro teste si avviò all'improvviso, facendo flettere le ampie ali nere che cominciarono a sbattere su e giù imitando il movimento degli uccelli.

«Si vola!» esclamò Dass, mentre riprendevano quota. 

Il ragazzo corresse la rotta, incrociando lo sguardo trasognato della sua amica. Sorrise, poi la sua attenzione fu attirata da un gingillo dalla forma circolare, legato sull'asta di supporto posta davanti ai loro occhi.

«Questa è una magibussola, se impostiamo le coordinate del luogo dove dobbiamo recarci ci indicherà la rotta, anche nel buio della notte più cupa.»

Notò qualcosa di strano che lo sorprese.

«A quanto pare sarà più facile del previsto, le coordinate sono già state impostate.»

«Le coordinate per Florentia?» domandò Alteria con il vento che le sferzava i capelli.

«Sì, è incredibile! Chi può averle...» Dass si ghiacciò di colpo. «Oh, cazzo!»

«Che succede?»

«Ehm, credo che abbiamo rubato il Corvo del primo maestro Tron. Sai che significa Alteria?»

«Che ci ucciderà?»

«Sì che ci ucciderà, e tra atroci sofferenze!»

Mossa dalla propria coscienza la giovane fece un tentativo per dissuadere l'amico dall'accompagnarla, risparmiandolo così da una sicura punizione.

«Dass, sei ancora in tempo per tornare indietro, tu non c'entri nulla con questa storia.»

Il ragazzo assunse la sua classica espressione spavalda.

«No, ti sbagli, ormai ci sono dentro fino al collo! Inoltre che razza di uomo sarei se abbandonassi una ragazza sola al suo destino?»

Alteria avvicinò la sua mano fino a sovrapporla a quella del suo amico.

«Grazie Dass, grazie ancora» disse dal profondo del suo cuore. 

***

SPAZIO DELL'AUTORE

Ho poco da dire sul capitolo 14, è l'ultimo atto prima dei due capitoli conclusivi.

Riuscirà la piccola Alteria a ritrovare Alexandros? 

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