Capitolo 1 - UNA NOTTE SENZA LUNA - quarta parte
Alioth e Dubhe assistettero terrorizzati alla morte del loro compagno.
« Bastardo, la pagherai cara!» gridò il giovane cavaliere, preda dell'odio più profondo.
«Dobbiamo attaccarlo insieme» aggiunse Dubhe «contro un tale demonio non possiamo concederci la correttezza di un regolare duello.»
La donna aveva da poco superato la trentina e, a differenza del suo commilitone, sembrava decisamente più calma e misurata. Infatti nell'ordine dei cavalieri celesti era famosa, oltre che per la sua abilità in battaglia, per essere una fine stratega. Gettò un veloce sguardo al suo avversario ed estrasse dai foderi legati a una cintura alla vita due wakizashi*. Alioth frenò la sua ira accogliendo il consiglio della compagna, e impugnò la lunga spada ricca di decorazioni e pietre preziose puntandola contro il nemico.
«Questo non è il momento di usare la cavalleria nobile Alioth, ora per noi non c'è nulla di più importante che sbarrare la strada agli invasori, a ogni costo!»
Il giovane si morse la lingua, i nobili ideali con i quali era stato allevato gli imponevano di attaccare l'avversario in singolar tenzone. Tali principi però, dovevano esser seppelliti nei riguardi di un nemico così pericoloso. Fermarlo con ogni mezzo che avevano a disposizione, doveva aver priorità su tutto.
Lo stregone osservò i suoi due avversari, con gesti lenti disegnò strane forme nell'aria, prima di assumere una curiosa posizione di attacco. Fredde energie bianche avvolsero i suoi avambracci: per magia si formarono due lame di ghiaccio che fungevano da prolungamento delle sue mani.
Con un'accelerazione improvvisa scattò contro Dubhe che con un colpo di reni riuscì a parare il suo attacco.
«È anche più veloce di prima» osservò a denti stretti.
Alioth non perse tempo e ne approfittò per scagliare un fendente orizzontale che lo stregone schivò indietreggiando. Seguì uno scambio di colpi tra i due: all'abilità nella scherma del giovane cavaliere l'avversario rispondeva con eleganti movimenti di una misteriosa arte marziale.
Alioth cercò un varco con un veloce affondo alla gola, il suo nemico lo deviò sopra la testa incrociando entrambe le lame di ghiaccio, dopodiché gli sferrò un calcio talmente potente da scaraventarlo a metri di distanza.
Dubhe ne approfittò per incalzarlo con le sue due armi. Le washizaki incontravano ad ogni attacco l'opposizione delle lame di ghiaccio dello stregone. Giunti ad una situazione di stallo la ragazza ebbe un'idea: con un colpo a incrocio volutamente lento, affondò verso la spalla opposta del suo avversario, che, approfittando della rotazione data dalla sua schivata attaccò con il lato destro del suo corpo. Dubhe si abbassò sulle ginocchia parando con entrambe le lame il poderoso fendente dello stregone. L'esplosività della parata ebbe l'effetto di spezzare la lama di ghiaccio.
«Alioth le nostre armi benedette possono infrangere le sue spade di ghiaccio!» gridò al suo compagno.
Il giovane non se lo fece ripetere due volte, con un balzo attaccò il nemico sferrando un fendente talmente potente che infranse l'altra lama di ghiaccio sacrificata per la parata.
Con le braccia doloranti per gli urti subiti e privo delle sue armi lo stregone indietreggiò; Dubhe, annusandone la condizione di difficoltà, decise di approfittarne. Rapida incrociò le proprie lame puntando alla gola indifesa del nemico.
«E' fatta!» esclamò, mentre le sue armi ne fendevano la carne.
Per quanto però l'attacco fu rapido e forte la ragazza non percepì la resistenza che il corpo umano doveva oppore al taglio.
«Ma cosa?»
Sotto lo sguardo stupito dei due cavalieri l'immagine residua del loro nemico andava lentamente dissolvendosi.
Dubhe sentì una mano afferarle il collo alle spalle.
«Maledetto, era soltanto un'illusione...» fece in tempo a dire prima che una potente scarica di energia negativa le invadesse le membra facendola gridare dal fortissimo dolore. La donna cavaliere cadde a terra esanime mentre il giovane compagno sgomento, tratteneva a fatica le lacrime.
"Chi diavolo è quest'uomo? Ci sta sbaragliando uno ad uno, noi i cavalieri celesti, i migliori guerrieri del mondo intero. Prima Merak e ora Dubhe."
Osservando meglio la sua compagna si accorse però che il suo diaframma si contraeva con un debole movimento irregolare
"No, forse no, percepisco in lei ancora uno spiraglio di vita. Devo calmarmi, la rabbia non fa altro che offuscare la mia mente. Grande Madre, donami il potere di affrontare questa impresa, dona a questo tuo devoto figlio la forza per sconfiggere questo miscredente."
Con la mano sinistra Alioth estrasse da una fondina una pistola composta da due canne tozze, finemente decorata con paramenti dorati. La fede che nutriva nei confronti della Dea gli fornì la risolutezza per proseguire nel combattimento.
«Ora facciamo sul serio.»
Alioth sparò contro lo stregone che tentò di bloccare i proiettili come già fatto in precedenza. La pallottola non si arrestò e gli perforò la spalla sinistra mancando per sua fortuna un punto vitale.
Il mago toccò la profonda ferita, incapace di comprendere il motivo per cui il suo incantesimo non avesse bloccato il colpo.
«Sei sorpreso vero?» osservò il ragazzo che nel frattempo aveva ritrovato la proverbiale calma. «Questa non è una comune arma da fuoco, i proiettili benedetti di quest'arma non possono essere fermati dai tuoi poteri.»
Alioth puntò nuovamente la sua arma contro il nemico che riuscì a schivare il colpo rotolando a terra. Il cavaliere si lanciò contro di lui approfittando del fatto che fosse ancora sdraiato sul pavimento. Il suo primo affondo andò a vuoto, ma lo stregone rotolando per l'ennesima volta finì per essere bloccato contro il muro. Con lo sguardo di chi non conosce misericordia Alioth stava per eseguire la sua sentenza di morte, ma venne investito da una vampata di fiamme. Quest'ultimo disperato attacco permise al mago di rialzarsi e di riportare lo scontro in equilibrio. Scivolando rapidamente all'indietro evitò un altro colpo di pistola esploso dal giovane che non sembrava aver accusato minimamente le ustioni dovute all'incantesimo di fuoco. Tra tutte le armature quella di Alioth sembrava la più resistente. L'eleganza dei dettagli e dei finimenti che ne componevano ogni sua parte identificavano il ragazzo come il cavaliere di rango più elevato dei tre. Le sue capacità, decisamente superiori di quelle dei suoi compagni, ne erano la controprova.
Lo stregone concentrò tutto il suo potere in una mano lanciando una palla di fuoco come quella che in precedenza aveva spazzato via i soldati semplici. Il cavaliere reagì sorprendentemente lanciandosi contro il pericolo: con un colpo di spada spezzò in due la sfera fiammeggiante che esplose divisa in due metà contro la parete alle sue spalle.
«Come vedi sto facendo sul serio.»
«Te lo dico per l'ultima volta!» Disse lo stregone creando altre due lame di ghiaccio. «Lasciami passare!»
* (spade corte giapponesi)
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro