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Capitolo 12

Il 13 Novembre.

Era il 13 di Novembre e Hanna non era ancora riuscita ad affrontare quella che lei chiamava "Miss Stronza Omicida".
Non poteva certo andare da lei senza prove che la incastrassero o a dirle semplicemente " Hai ucciso mia sorella e ora aspetti qui con me . Chiamerò la polizia ,che ci metterà ore ad arrivare dato che siamo rinchiusi in un collegio fuori dal mondo, e nel frattempo chiacchieriamo: ti va un The? "

No, decisamente non avrebbe funzionato.

Non aveva parole . Non sapeva il motivo della sua apparente crisi epilettica , sapeva solo che se avesse sentito ancora quelle voci nella sua testa si sarebbe rinchiusa di sua spontanea volontà in uno di quegli ospedali psichiatrici di massima sicurezza.

Ormai aveva abbassato le sue difese talmente tanto, agli eventi, che non riusciva più ad avere il controllo della situazione .

In pratica, l'ultimo briciolo di normalità era scomparso.

Si alzò dal letto , non senza aver prima dato un bacio a Mitchell che, in quel mese di riposo forzato , non aveva intenzione di staccarsi da lei .

《Se ci sono io ti posso proteggere 》 le aveva detto piangendo , appena si era ripresa dallo svenimento.

Quello che si ostinava a non capire , era che la battaglia era dentro di lei .

Doveva capire chi era , prima di avventarsi su quello che stava succedendo.

Cercò di non svegliarlo , anche se era lunedì, e , con molta calma , raccolse i vestiti che si erano tolti la sera prima , piegandoli e riponendoli sulla sedia posta accanto alla scrivania .

Si affrettò, quindi , a correre in bagno , dato che il freddo provocava brividi e pelle d'oca su tutto il suo corpo ancora nudo , ed entrò in doccia per avere un po' di tempo sola con i suoi pensieri.

Quando uscì dal bagno , avvolta in un asciugamano e con le guance arrossate dal calore , trovò il suo ragazzo ancora dormiente .

Sarebbe stata in quella posizione a fissarlo per tutto il giorno , ma poi la sua attenzione fu attirata dall'ora appuntata sulla sveglia ...7:25.

Considerato che non voleva far prendere al suo ragazzo una punizione per causa sua , lo scosse dolcemente e lo svegliò con un bacio.

Il ragazzo sorrise e attirò Hannah tra le sue braccia ma , appena posò lo sguardo sull'orologio, balzò in piedi e , eseguendo una perfetta imitazione di Bolt, in cinque minuti si preparò e uscì di corsa dalla stanza.

《Tre...due...uno...》borbottò la ragazza ancora stesa tra le lenzuola .

Puntualmente la porta si aprì e ,con mille scuse e un bacio , il ragazzo di prima rientrò e afferrò la sua cartella , per poi uscire definitivamente.

《Sarà una lunga giornata》si disse mentre pensava al modo più truculento per eviscerare la barbie assassina che le aveva rovinato l'esistenza.

**********

Mancavano ancora parecchi giorni alla fine di quel "riposo " obbligatole dal dottore .

《Ha rischiato seriamente la vita , ora il suo corpo non deve essere stressato》la voce gracchiante del medico dell'infermeria sembrava esserle rimasta impressa come un marchio a fuoco.

Come se non bastasse il registratore era sparito.

Non i gemiti .
Quelle due voci continuavano a infastidirla, ripresentandosi in loop, come un disco rotto che produce sempre la stessa parte di melodia , senza riuscire ad andare avanti.

Le due voci le suonavano famigliari ed era sicurissima di averle già sentite prima , il problema era che la registrazione era un po ' disturbata e non si riusciva ad ascoltare a pieno l'intero 'concerto ' del piacere appartenente a quei due individui.

Quello che non capiva era cosa potesse c'entrare un coito con un omicidio ...era alquanto bizzarro come indizio .

"Forse fa parte del movente , magari non è direttamente collegato all'omicidio per essere un amplesso in sé, magari è importante sapere chi sono per capire il movente ; se 'L'Informatore ' me l'ha recapitato significa che è importante in qualche modo".

I suoi neuroni lavoravano ininterrottamente per cercare di capire qualche cosa, decifrare qualche indizio .

Inoltre rimaneva il mistero della voce nella sua testa : Luce , così aveva detto.
Il vero problema, ancora una volta , era proprio riuscire a capirne il significato .

Hannah si sistemò i capelli in una coda alta e scese per andare in mensa , visto che era appena suonata la campanella di mezzogiorno.

*******

Spinse la grossa e bianca porta anti-incendio e subito centinaia di occhi si puntarono su di lei .
Non ci fece molto caso perché, dopo tutto , lei era sempre stata popolare e , di conseguenza, abituata ad essere al centro dell'attenzione.

Quello che davvero la preoccupava era lo sguardo glaciale e insolito che Concepcion e la rossa al suo fianco , della quale aveva già dimenticato il nome , le stavano rivolgendo .

《Stewart, come mai qui ? 》la barbie assassina aveva osato rivolgerle la parola a quanto pare .

《Mangio esattamente come te...》Le riservò uno sguardo pieno di cattiveria 《...ah , no, è vero, tu non mangi, aspiri a essere trasparente .
O molto probabilmente è il tuo stesso ego che mangia te...buon appetito 》il suo tono minaccioso e monocorde non ammise replica.

O'Connel la guardò con gli occhi fuori dalle orbite e diede una gomitata a Martines per farla risvegliare dall'apparente coma nel quale era sprofondata .

Tutti tacquero improvvisamente , come se un primino stupido di Hogwarts si fosse divertito a provare la sua nuova bacchetta, finendo per togliere l'uso delle corde vocali a tutta la scuola.

Probabilmente, se il mondo di Harry Potter fosse esistito , a quest'ora quella che Hannah chiamava " Stupida barbie assassina " sarebbe già stata vittima di un suo Avada kedavra .

Una maledizione senza perdono , questo ci sarebbe voluto per giusta punizione ; purtroppo per lei era costretta in un mondo babbano .

Sicuramente quello che era il suo dono non contribuiva alla sua salute mentale.

Finito lo shock generale , ovviamente, tutti iniziarono a mormorare fra loro e , sicuramente, a scommettere quale brutta fine sarebbe toccata alla seconda gemella .

Non le importava granché , era solo incazzata perché voleva fare giustizia ma non poteva a causa della mancanza di prove .
In ogni caso , comunque , era la cocca della preside la colpevole, quindi avrebbe dovuto pianificare le cose ancora più duramente se voleva essere creduta.

***********

L'aveva capito .

Qualcuno aveva capito il loro segreto e avrebbe dovuto pagarla cara .

Bisognava solo capire chi fosse stato .

Camminò fino all'ufficio di suor Clotilde ed entrò senza bussare , come faceva sempre .

《 Ma allora ! Non si u-...》la suora tirò su il capo mozzando le parole in gola alla vista del suo interlocutore.

La ragazza davanti a lei non si scompose e si affrettò a tirare fuori dalla borsa un registratore .

《 La stanno avvertendo e lei sta sospettando. Purtroppo il veleno che le ho dato non era abbastanza ...che si fa ?》domandò con no-chalance.

《Mmh...io non mi preoccuperei, tanto alla fine ce la caveremo esattamente come con Althea . Nessuno potrebbe mai sospettare di noi , in fondo . 》ridacchiò divertita dalla situazione .

《Molto bene , se è quello che vuoi ...》ghignò prima di voltarsi e uscire .

Poco lontano da lì un ragazzo le aveva sentite .
Rimase inorridito e dentro di lui scattò il comando mentale di andare a raccontare l'accaduto.

Proprio mentre si apprestava a partire , però , venne colpito alla nuca e svenne.

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