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8)Il villaggio

"Si zia, va bene, lo so, devo stare attenta, adesso posso andare?" chiese la ragazza sbuffando.

"Va bene" disse la zia accarezzando la guancia della rossa.

"Assomigli così tanto a tua madre" disse lei sospirando tristemente, la ragazza diede un bacio sulla guancia morbida di Susan e la salutò uscendo, aveva pranzato da sua zia Susan e adesso si stava dirigendo verso il solito posto per incontrare Eren. 

Quel ragazzo ormai occupava la sua testa, da cinque giorni, era affascinante, simpatico, educato, Margaret non riusciva a trovare dei difetti in quel ragazzo, amava perdersi in quegli occhi verdi, rispendevano di luce propria, era come se uno smeraldo fosse stato incastonato in quel ragazzo, amava parlargli, lui la ascoltava e molto spesso quando non capiva faceva delle domande. Sorrise al suo pensiero e con una camminata leggera si diresse verso il luogo d'incontro, era così felice che dei fiori le crescevano dove calpestava il terreno, doveva contenersi o Eren l'avrebbe scoperta. Con la gonna che le sfiorava le gambe e i capelli che venivano scompigliati leggermente dal vento Maggie arrivò nel punto dove i due si dovevano incontrare, la ragazza notò che il ragazzo non era ancora arrivato. 

Sospirò e si sedette al solito posto, sopra le radici di un grande albero, la ragazza incominciò a giocare con la sua magia mentre aspettava il castano, prese un piccolo sasso grigio, lo rinchiuse dentro la sua mano chiara e chiuse gli occhi pensando intensamente, schiuse le sue dolci labbra rosse come le ciliegie e fece uscire delle flebili parole, sentì un formicolio nella sua mano, infine aprì gli occhi delicatamente e aprì la sua mano. Sorrise nel vedere un piccolo fiore apparire dal sasso, era colorato di viola chiaro e al centro aveva un piccolo pallino giallo, la ragazza sorrise a quel bizzarro fiore e lo seppellì dentro il terreno per farlo sopravvivere.



I secondi, i minuti e le ore passavano e di Eren non c'era traccia, la ragazza si incominciò a preoccupare, chissà cosa stava facendo Eren, stava bene? Gli era successo qualcosa? Preoccupata la ragazza incominciò a camminare avanti e indietro. Mentre rifletteva e camminava, le venne un idea che lei non osò definire geniale, si fermò di scatto e corse verso casa sua, se lui non veniva da lei, sarebbe stata lei ad andare da lui. 

Arrivò davanti alla sua casa ed entrò sbattendo la porta di legno, sua nonna la guardò male e le disse: "Ti sembra il modo di entrare?".

"Scusa nonna, ma devo andare urgentemente" affermò la rossa correndo per le scale, aprì le ante dell'armadio e afferrò il suo amato mantello, era l'unico mantello che si era salvato dall'incendio di sua madre, era azzurro con rifiniture argentate, sua madre era più alta di lei, quindi il mantello toccava terra, il cappuccio del mantello la teneva ben coperta, finalmente poté usare per la prima volta quel mantello, non ne aveva mai avuto bisogno, ma ora era arrivato il momento giusto. 

Scese le scale di fretta e uscì di casa, lasciandosi dietro sua nonna confusa che le chiedeva a cosa le serviva il mantello, corse più veloce possibile con il mantello che svolazzava sulle sue spalle e l'orologio da taschino in mano, voleva vedere Eren, voleva sapere cosa gli era successo, voleva sapere se stava bene e voleva sapere perché non era venuto al solito incontro.

Si fermò di scatto vedendo davanti a se la fine del sentiero, era la prima volta che usciva da quel sentiero, ne era davvero sicura? Se sua nonna o sua zia l'avessero saputo l'avrebbero messa in punizione, le due odiavano gli abitanti di quel villaggio, suo nonno, suo zio e suo padre facevano l'eccezione ovviamente, ma da quando sua madre è morta non andavano più nel villaggio, se la cavavano con il loro forno per fare il pane e le torte, con i loro animali e con la loro vegetazione, dopo la morte di Jane e Charlie avevano fatto una promessa, non si sarebbe mai più avvicinate ad un uomo del villaggio e non avrebbero mai più chiesto aiuto a quelle persone e la mantennero, ma Maggie era pronta a spezzare quella promessa, sospirò, chiuse gli occhi e strinse l'orologio nella sua mano.

"Posso farcela?" si disse la rossa, con l'altra mano si mise il mantello sul capo e con un piede superò il sentiero, superò la parte vietata, la parte che lei non avrebbe dovuto superare, chiuse gli occhi di scatto, spaventata che potesse accadere qualcosa, ma non successe nulla, niente di niente. Sorrise e disse: "Non è successo niente, forza Margaret puoi farcela" si incoraggiò da sola.

Con una lenta camminata cominciò ad avvicinarsi al villaggio e a superare il sentiero, man mano che andava avanti gli alberi diventavano sempre più piccoli e la natura incominciava a scarseggiare, così come gli animali, man mano andavano a diminuire. Arrivata davanti al villaggio, la ragazza sentì le grida dei mercanti, le urla dei bambini che giocavano, le donne che mentre lavavano i vestiti nel lavatoio spettegolavano e ridevano e infine sentì i famosi cantastorie narrati da suo nonno nei suoi racconti della buona notte. Dopo la morte dei suoi genitori Maggie aveva sempre incubi su di loro, ma suo nonno per farla dormire le raccontava favole e molto spesso mentre sua nonna non sentiva le narrava del suo vecchio villaggio e delle sue avventure da piccolo quasi con nostalgia, anche lui era ferito e arrabbiato con gli uomini che avevano ucciso sua figlia e il suo caro genero, ma non per questo condannava tutto il villaggio, lui considerava gli abitanti del villaggio delle povere persone indottrinate dalla famiglia Jaeger che era la famiglia che governava il villaggio.

La ragazza con esitazione si incamminò verso la strada, ammirava quel villaggio, le case variavano, c'erano quelle più povere, basse e rovinate e poi c'erano anche quelle più ricche, alte e ben curate, in quest'ultime c'erano dei bei giardini protetti dai cancelli di vario colore, i giardini erano decorati da fiori e piante di un verde brillante, che le ricordavano gli occhi di Eren. Vide anche i negozi, dove vendevano vestiti, solo per la gente ricca, negozi che vendevano stoffe, negozi che vendevano oggetti per gli animali o per la campagna e negozi di alimentari, dove vendevano cibo.

Margaret vide anche i carri che trasportavano merci, le carrozze con il tettuccio e quelle senza che portavano le persone più ricche e persone che andavano a cavallo, vide dei bambini che giocavano e delle donne che portavano dei panni appena lavati in delle ceste di legno e parlottavano tra di loro, vide i mercati con le donne e figli che guadavano cosa potere comprare, vide i burattinai narrati da suo nonno che intrattenevano i bambini facendo vedere le avventure di Achille, quelle di Odisseo, quelle dell'Orlando furioso e quelle dei cavalieri della tavola rotonda, tutto con dei burattini in legno come protagonisti e infine vide i famosi cantastorie che narravano le avventure della famiglia Jaeger.

Guardandosi in torno la ragazza vide un bellissimo fermaglio per capelli, era argentato con decori di perle bianche candide e un pettinino che si infilza nei capelli.

Era bellissimo, la ragazza lo prese in mano e lo ammirò, accarezzando le perle preziose.

"Che ne pensa, lo vuole, secondo me le starebbe benissimo tra i suoi capelli rossi signorina" disse una signora anziana sorridendole, aveva degli occhi azzurri, dei capelli bianchi legati in uno chignon, il suo volto era pieno di rughe e il suo sorriso era smagliante.

"Dice davvero?" chiese la ragazza abbassandosi il mantello e accarezzandosi i capelli rossi e lunghi.

"Si, guardi che bellezza, le renderebbe il viso più luminoso e le darebbe un aria principesca" disse la donna accarezzando il volto della ragazza.

"Grazie, ma-"

"Maggie?" la chiamò una voce a lei conosciuta, la ragazza si voltò sorpresa riconoscendo la voce e vide il castano dagli occhi verde smeraldo.

"Eren, ciao, ti stavo cercando" disse la ragazza tenendo ancora in mano la spilla e nell'altra l'orologio da taschino di Eren.

"Cosa ci fai qui? E perché mi stavi cercando?" chiese lui sorpreso sorridendole.

"Mi sono preoccupata, non sei venuto oggi, pensavo stessi male" disse lei arrossendo leggermente, lui sorpreso le sorrise e le alzò il viso imbarazzato.

"Ti stavi preoccupando per me?" chiese lui avvicinandosi al suo volto con un ghigno.

"Può essere" disse lei arrossendo e girando la testa da un lato.

"Volevo anche darti questo" disse la ragazza restituendo l'orologio al suo proprietario.

"Grazie, non mi ero accorto di averlo perso" disse lui sorridendole.

"Non c'è di che, adesso so anche il tuo cognome" disse lei ricambiando il sorriso. I due continuarono a sorridersi.

"Signor Jaeger gli dica anche lei che questo fermaglio le starebbe divinamente" disse l'anziana signora facendo vedere il fermaglio.

"E' vero ti starebbe benissimo" disse lui guardando il fermaglio e prendendolo in mano.

"Guarda" disse lui, sistemandole la lunga chioma rossa in uno Chignon e mettendole sopra il fermaglio, la ragazza si specchiò e arrossì, si vide più bella, ma la cosa che la fece arrossire erano le mani del ragazzo poggiate sulle sue spalle coperte dal mantello, mentre la guardava con una luce nuova negli occhi.

"E' stupendo ma non ho solti con me" disse la ragazza tristemente.

"Non c'è bis-" la voce di Eren venne interrotta da una voce più femminile e dolce.

"Eren ti avevo perso" disse una ragazza minuta, bionda e con gli occhi azzurri, era davvero bella e Maggie la trovò molto più femminile di lei.

"Ciao" disse la ragazza con un sorriso verso di lei, Maggie abbassò lo sguardo timidamente e ricambiò il saluto.

"Piacere di conoscerti, sei un amica di Eren?" chiese lei stringendole la mano.

"S-si, io sono una suo amica" rispose lei. Amica, perché essere chiamata amica le faceva così male al cuore. Eren guardò a disagio la ragazza bionda che lo guardava.

"Historia lei è Margaret Lily Bennet, Maggie lei è Historia Reiss la mia-" cominciò lui presentandole.

"La sua futura promessa sposa" disse senza malizia la ragazza stringendo la mano della ragazza.

Il mondo le cadde a dosso, il suo cuore di Maggie si spezzò in mille piccoli pezzi, senti un groppo formarsi nello stomaco e trattenne le lacrime, Eren la guardò preoccupato, mentre la bionda non si era accorta di niente.  

La rossa trattenne le lacrime e una posizione composta, non avrebbe fatto notare a nessuno di loro quando male ci fosse rimasta.

"Capisco, è un piacere conoscervi, adesso devo scappare, grazie mille anche a lei signora, ma non ho soldi per comprare questo magnifico fermaglio, grazie dei suoi complimenti e buon lavoro" disse lei togliendosi il fermaglio dai capelli e posandolo sul bancone.

"Magg-" cercò di chiamarla Eren.

"No, lascia stare, devo tornare a casa, ciao" disse lei scappando letteralmente via.

"Ho detto qualcosa di sbagliato?" chiese Historia preoccupata.

Eren cercò di seguire la ragazza, ma non la trovò più, era sparita, il ragazzo strinse tra le sue mani l'orologio e sospirò tristemente, l'aveva persa...

La ragazza corse il lacrime a casa e sbatté la porta di camera sua, chiudendosi a chiave tra le chiamate dei suoi nonni.

ANGOLO NARRATRICE

Salveeeee, come state? Io sto bene. 

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e perdonate gli errori, questo è uno dei capitoli più lunghi di questo libro e mi sento fiera di me stessa...

Cosa ne pensate di Historia?

Secondo voi lei è innamorata di Eren?


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