5)Merlino
PER LE PAROLE IN LATINO USO IL TRADUTTORE, QUINDI PERDONATEMI SE SBAGLIO QUALCHE PAROLA
>Narratrice<
Il pomeriggio dello stesso giorno, Margaret si esercitò con i suoi poteri nel bosco con l'aiuto di sua nonna.
"Margaret concentrati sulla ferita del gattino" (in foto il gatto)disse sua nonna poggiata ad un albero. La ragazza si trovava seduta sul terreno pieno di erba verde, lei teneva sulle gambe un cucciolo di gatto nero che era stato ferito da un falco che girava intorno a quella zona, la ragazza poggiò le sue mani sulla ferita del gatto, chiuse gli occhi e fece delle lunghi respiri, con gli occhi chiusi si concentrò sulla ferita del gatto.
"A solis lucida, ad lunam claram, deos me audi, servus tuus sum, sana vulnus, suscipe haec sacrificia" infine prese un coltello e si ferì un dito facendo uscire una goccia di sangue che andò a posarsi sulla ferita del gattino, il vento incominciò ad alzarsi e un odore dolce si diffuse in tutto il territorio, la ferita del gatto incominciò a rimaginarsi, un leggero miagolio uscì dal muso peloso del cucciolo che guardò spaventato Morgana.
"Rassicuralo" sussurrò la donna alla nipote.
"Tranquillitas" bisbigliò Maggie accarezzando il dorso del gatto, il vento divenne sempre più forte, i suoi lunghi capelli rossi vennero scompigliati e la sua voce sotto forma di sussurro si espanse in tutto il l'ambiente, il cucciolo miagolò ma stavolta chiuse gli occhi e si rilassò alle carezze della ragazza, infine lei aprì gli occhi e il vento si fermò di scatto, i suoi capelli ricaddero sulle spalle della ragazza e l'odore dolce andò a mescolarsi con l'ambiente che le circondava. Morgana sorrise alla nipote che più cresceva e più somigliava a sua mamma, Maggie sorrise alla nonna e si alzò da terra e tra le braccia aveva il gattino che incominciò a fare le fusa leccando il volto della ragazza che ridacchiò.
"Dagli un nome, perché il vostro sangue si è mescolato e adesso siete legati, lui non ti lascerà mai più" disse infine la nonna accarezzando delicatamente la testa del gatto e camminando verso casa, la ragazza guardò il gatto e sorrise pensando al nome che avrebbe potuto dargli.
Arrivata a casa Margaret rientrò in camera sua con il gattino, lo poggiò sul suo letto tra le morbide lenzuola, il gatto si stese felice e incominciò a rotolarsi tra le profumate lenzuola bianche, mentre la ragazza pensava a che nome donare al gatto.
"Batuffolo?" il gatto la guardò male e continuò a fare le fusa.
"Ok, non ti piace" disse tra se e se.
"Fuffy?" chiese nuovamente, il gatto si fermò di scatto e vomitò sul pavimento una palla di pelo nero.
"Ok, lo prendo per un no" disse lei disgustata, prese un fazzoletto e lo avvolse a torno alla palla piena di saliva, poi la buttò nel cestino.
"Neve, Sole, Luna, Stella, Ricciolo, Trovatello?" le provò tutte, ma il gatto rifiutava sempre, guardandola male o mordicchiandole il vestito infastidito. La ragazza alla fine provò con la sua ultima speranza.
"Merlino?" chiese accarezzando il gatto sulla zampa. Il gatto alzò la testa dalle lenzuola e le lecco la mano, la sua lingua ruvida e bagnata le fece venire dei brividi, lei ridacchiò.
"Lo prendo per un si, bene, allora ti chiamerai Merlino" disse lei felice, prese il gatto in braccio e lo poggiò sul suo petto coccolandolo. Il gatto miagolò felice e le leccò la guancia facendo le fusa.
Il giorno dopo la ragazza si svegliò da un sonno profondo per colpa di una piccola palla di pelo nero che le leccava la guancia e miagolava per svegliarla.
"Va bene, ho capito" disse lei prendendo dal suo volto il gatto e alzandosi a sedere sul letto.
"Sei un pestifero" disse lei ridacchiando e baciando sulla testolina il pelo morbido e nero come la pece.
"Stai qui" disse con tono fermo la ragazza poggiando il gatto sul letto, il piccolo amico peloso sprofondò tra le lenzuola morbide e soffici e miagolò ricominciando a rotolare. La ragazza ridacchiò a quella vista e infine decise di entrare in bagno per lavarsi, uscì dal bagno con il minuto corpo coperto da un'asciuga mano, si avvicinò all'armadio di legno scuro e aprì le ante, al suo interno trovò molti vestiti, aveva pensato di chiedere a sua nonna e a sua zia di cucirle un abito più elegante, ma poi pensò che lei non andava mai a feste o ad eventi eleganti, quindi scacciò subito quell'idea. Spostò i vestiti e alla fine ne scelse uno bianco e azzurro, con le mani larghe e con dei lacci che le cingevano il petto.
Dopo essersi vestita, prese il gatto tra le sue braccia e scese in cucina per fare colazione e per dare da mangiare a Merlino.
Dopo aver fatto colazione, la ragazza decise di andare nel bosco dove lei ed Eren avevano deciso di incontrarsi, camminò velocemente e con impazienza, mentre il gatto stava accucciato tra le sue braccia, era così emozionata e non vedeva l'ora di incontrare il ragazzo che in quel periodo le si infiltrava nella sua mente.
Arrivata difronte al fiume la ragazza si guardò in torno, ma di Pioggia e di Eren non se ne vedeva l'ombra, la ragazza sospirò e si sedette ad aspettare Eren sul tronco con le gambe che pendolavano sul fiume e il gatto che le si muoveva sulle gambe. Pochi minuti dopo, Margaret sentì il trotto di un cavallo, emozionata si alzò dal tronco e si avvicinò al rumore di zoccoli, mentre teneva stresso (non troppo) il suo gattino.
"Eren" lo chiamò felice, lui sorrise, scese da cavallo e le si avvicinò abbracciandola.
"Wow, è questo piccolino chi è?" chiese il ragazzo riferendosi al gattino.
"Lui è Merlino, il mio cucciolo" dici sorridendogli intenerita, Eren sorrise e accarezzo delicatamente il cucciolo che incominciò a fare le fusa.
"Ci sediamo?" chiese Eren indicando un grande albero con sotto tanti bei fiori colorati, la ragazza guardò il punto indicato dal ragazzo e annuì ridente, i due ragazzi si sedettero sotto il grande albero di noce. I due ragazzi incominciarono a parlare del più e del meno conoscendosi a vicenda, sempre però mantenendo i loro segreti, Margaret mantenne il suo segreto e non gli rivelò di essere una strega, mentre Eren continuò a parlare di se, senza però accennare alla sua famiglia o al suo cognome.
"Sai questo albero mi ricorda Daphne del mito di Apollo e Dafne" disse la ragazza ammirando l'albero.
"Non la conosco" commentò Eren curioso di sapere la storia di Apollo e Dafne.
"Dafne era una bella naiade, una ninfa che abitava nelle acque dolci, era figlia del dio fluviale Ladone o per altri Peneo e della naiade Creusa, Dafne era una creatura dolce e delicata, passava le sue giornate nei fiumi di acqua dolce, un giorno il dio Apollo vide il dio Eros esercitarsi con il tiro con l'arco, Apollo vedendo la sua bravura si ingelosì visto che era il dio arciere, geloso sbeffeggiò il dio Eros, così lui per vendicarsi aspettò che il dio si voltasse e prese una delle sue frecce d'oro che rappresentavano l'amore, scoccò un colpo andando a colpire il cuore del dio Apollo, in quel momento sfortunatamente stava passando la naiade Dafne ed Eros ne approfittò per scagliare una freccia di piombo alla ninfa che venne colpita all'istante, il dio Apollo si innamorò di lei, mentre invece lei provò ribrezzò ed odio, scappò via da dio che però la inseguì cercando di afferrarla, quando ormai la ninfa capì che sarebbe stata catturata dal dio, si tuffo nel fiume del padre e chiese al padre di farla sfuggire al dio, il dio clemente ascoltò le parole della figlia, nel momento in cui Apollo la raggiunse, Dafne cominciò a trasformarsi in un albero e mentre il dio arciere cercava di afferrare i capelli della ninfa si rese conto che tra le mani aveva delle foglie, Dafne si era ormai trasformata in un albero di alloro, rassegnato Apollo decise che l'alloro sarebbe stata la sua pianta sacra e co n le sue foglie fece una corona d'alloro che indossò e da quel momento il dio concesse la corona solo agli eroi e agli uomini che trionfarono, da quel giorno la corono d'alloro divenne simbolo di trionfo. Apollo si pentì amaramente di aver offeso il dio dell'amore, infatti dopo quel giorno Apollo non fu più fortunato in amore"
ANGOLO SCRITTRICE
Salveee, spero che il capitolo vi sia piaciuto e perdonate gli errori.
Voi conoscevate la storia di Apollo e Dafne?
Che ne pensate di Merlino?
Comunque io amo la mitologia greca e romana quindi da adesso molto spesso troverete qualche racconto su questa mitologia nei miei libri...
Parole: 1507
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