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2)Margaret

>Narratrice<

"Jane hanno invaso la casa" gridò il padre gettando con un secchio l'acqua per spegnere l'incendio che si era andando a formare al centro della casa.
"Maggie prendi tuo fratello" la piccola bambina dalle guanciotte rosse e i capelli rossi prese il neonato avvolto da una copertina azzurra, quella che in passato era la sua, gli occhi sempre allegri e solari, questa volta erano lucidi e le tenere e morbide guance rosse erano rigate da lacrime amare. Il neonato piangeva spaventato e la bambina lo stringeva non troppo forte al suo petto.
"Maggie devi scappare, tieni con te tuo fratello e scappa via" dice la madre facendo uscire dalla finestra la bambina, la donna baciò sul capo i figli e pianse con loro.
"Meg ricorda che io papà ti vorremo sempre bene, non ti abbattere mai, il mondo è una giungla piena di ostacoli e bestie feroci pronte ad attaccarti alla prima possibilità, ma tu sei una strega forte e viva, non essere triste quando non ci vedrai, non temere noi saremo accanto a voi in ogni istante della vostra vita" disse la donna singhiozzando.
"ma mamma, tu e papà dove andrete, venite con noi" la supplicò la bambina.
"no...io papà non possiamo scappare, andate, via presto" gridò la donna quando la porta venne sfondata dai cacciatori. La bambina terrorizzata scappò via con il neonato tra le braccia, che piangeva disperato, era come se capisse che i suoi genitori stessero per morire. La bambina allontanatasi, sentì le grida della madre, si voltò verso la casa e vide la donna avvolta dal fuoco, la bambina trattenne un gemito di dolore e scappò via, scappò dalla sua casa e scappò da quell'inferno...

DIECI ANNI DOPO

"Una donna
Delle corna
Delle ali, sembrano quelle di un corvo
Una spada argentata
 Capelli neri pece,
Rovine di villaggi e... 
tanti, tanti morti"
"Maggie nooooo" una voce maschile grida verso qualcuno...


Il sole era sorto da qualche ora, il cinguettio degli uccelli invadeva l'intera casa sperduta nel bosco, Era avvolta nel silenzio, che non durò molto, infatti la porta della camera di Maggie venne spalancata di botto, un mugolio seccato uscì dalle sue morbide labbra, si coprì con il cuscino bianco sospirando seccata. Aveva fatto un sogno strano, delle immagini diverse tra di loro si andavano a mescolare nella sua mente.

"Margaret Lily Bennet svegliati subito" gridò Alex, suo cugino.

"Che vuoi?" gemette la ragazza coprendosi maggiormente con la coperta di lana cucita dalla nonna.

"I tuoi odiosi topolini sono entrati di nuovo in camera mia" dice prendendo un topo per la coda. La ragazza seccata si mise a sedere sul letto, i suoi dolci occhi grigi erano gonfi e lucidi, mentre i suoi lunghi capelli rossi erano spettinati. La ragazza guardò male il cugino e disse: "Non è colpa mia se porti il cibo in camera tua, ti seguono fino a casa, perché sanno che nascondi fette di torta alla mela dentro l'armadio".

"Touché" pronunciò Alexander Green alla cugina sorridendo, lei ricambiò e gli lanciò un piccolo cuscino rosa cucito dalla nonna in faccia.

"Eiii" si lamentò lui.

"Esci da camera mia, non vedi che sono in vestaglia" gli gridi a dosso. Lui ridacchiò ed uscì dalla stanza.

La ragazza sospirò e scese dal morbido letto, rabbrividì al tocco dei suoi piedi contro in freddo pavimento. Si alzò dal suo talamo e si avvicinò allo specchio d'argento, sorrise vedendo la sua buffa immagine allo specchio, era messa proprio male, prese la spazzola bianca e si pettinò i capelli rosso fuoco e si avvicinò al bagno che aveva in camera, fece scivolare la vestaglia bianca latte dal suo minuto corpo, non amava il suo corpo, non era bella come sua zia, era magrolina e bassa, però si riteneva mediamente carina in volto. Entrò nella vasca di marmo bianco e si incominciò a lavare.

Finito di lavarsi si vestì mettendo un abito che sua zia le aveva cucito, era semplice, aveva la sottoveste bianca e il di sopra era una giacca di suo zio Hector che ormai gli veniva piccola, quindi la zia la tagliò in uno stile più femmine e la cucì sul vestito, andando a creare una piacevole combinazione.


Sistematasi i capelli, scese le scale di legno e si ritrovò diretta nella tavola da pranzo, vide sua zia Susan, suo zio Hector, suo nonno George, sua nonna Morgana e i suoi cugini Fred e Alex seduti sul tavolo di legno ricoperto da una tovaglia bianca con dei ricami a fiori e piena di cibo, dalle torte e frutta. 

"Meg" gridò suo fratello Ronald gettandosi tra le sue braccia, lei sorrise e lo fece girare abbracciandolo.

"Ron, hai dormito bene" gli chiese la ragazza baciandogli le guanciotte morbide. Lui le sorrise e annuì, la prese per mano e si sedette a tavolo accanto alla sua sorellona, tutti le diedero il buongiorno e incominciarono a mangiare. Margaret si servì, sul piatto di porcellana con delicati fiori colorati mise una fetta di torta alla mela, e taglio con il coltello affilato il pane morbido fatto in casa da suo nonno, sopra la fetta di pane spalmò la marmellata di mirtilli fatta da suo zio. Si gustò la sua colazione accompagnata da un bicchiere di succo di pera. Finita la colazione, si pulì le labbra sporche di marmellata e si alzò dal tavolo aiutando sua nonna a sparecchiare, mentre suo zio e sua zia se ne andarono nella loro casa leggermente lontana dalla dimora di Margaret, mentre Alex, Fred, Ron e George si chiusero nello studio del nonno per progettare qualcosa da costruire.

"Nonna ho problemi con il gestire l'elemento del fuoco" si lamentò Maggie posando i piatti sulla bacinella dove sua nonna li lavava.

"Il fuoco è un elemento forte e difficile da gestire, è normale alla tua età Margaret, devi essere paziente ed esercitarti, hai ancora 16 anni e sei giovane, tua madre ci mise anni per gestire l'elemento del fuoco" le spiegò la donna incominciando ad insaponare i piatti.

"Lo so, ma sai come sono fatta, non riesco ad aspettare un altro anno, voglio imparare a gestire tutti gli elementi e voglio diventare una strega del tuo calibro" le disse la ragazza posando gli ultimi due bicchieri nella bacinella.

"Identica a tua madre" disse più a se stessa con un sorriso malinconico.

"Ti voglio bene nonna" la rossa le diede un bacio sulla guancia grassoccia ed uscì dalla casa.

"Anche io te ne voglio, tanto" sussurrò la nonna guardando l'acqua mista al sapone.

La ragazza si incamminò per uscire dal giardino, amava stare a contatto con la natura, amava sentire il vento sussurrarle parole dolci all'orecchio, amava essere travolta dai raggi del sole splendente, amava accarezzare le piante e sentire i loro discorsi, amava anche camminare scalza per il bosco sentendo la fresca erba mattutina accarezzarle i piedi. Sorrise ammirando il cielo azzurro ricoperto di nuvole, si avvicinò ad un albero malato e poggiando una mano e la fronte sul tronco ascoltò il suo dolore, la ragazza sussurrò delle parole in una lingua diversa da quella che parlava di solito e l'albero si rianimò, con i suoi rami l'alberò le accarezzò la guancia e la ringraziò, la rossa sorrise e salutò l'albero.

La ragazza si ritrovò a camminare sopra un tronco che si trovava sopra un piccolo fiumiciattolo, non era mai caduta da quel tronco, nemmeno da piccola, ma quando una voce maschile la richiamo, lei spaventata si voltò e inciampò in poco tempo si ritrovò a non sentire più i piedi scalzi sul tronco e sentì il vuoto invadere il suo colpo...

ANGOLO SCRITTRICE

Salveeee, capitolo molto lungo questa volta, come state? Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e perdonate gli errori...

Parole 1293.



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