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11)Passato e Confessione

"Secondo me è morto" sussurra una voce sconosciuta, qualcosa di morbido e bagnato si poggia sulla fronte del ragazzo castano.

"Finiscila Alex" sussurra una voce più delicata e femminile.

"Ma dai Maggie guardalo, secondo me l'abbiamo perso" dice in tono scherzoso la voce maschile sconosciuta, ma nessuno ride alla sua battuta.

"Forse sta dormendo" dice una vocina più piccola.

"Si, Ron sta solo dormendo e dovremmo lasciarlo riposare" dice una voce più adulta femminile, il ragazzo emise un leggero gemito, strinse gli occhi, mentre continuava a rilassarsi al tocco delicato di quell'oggetto morbido e fresca che veniva passato per tutto il suo viso. 

"Si sta svegliando" grida qualcuno.

"Fred non gridare" lo rimprovera la stessa voce adulta che precedentemente aveva parlato.

Eren andandosi a risvegliare, capì che quell'oggetto fresco e morbido era un panno bagnato che veniva passato costantemente in tutto il suo viso, ma quando aprì gli occhi fu immensamente felice di vedere quegli occhi grigi che lui non era riuscito a dimenticare. La ragazza gli sorrise e continuò a passare il panno sulla guancia sinistra, con l'altra mano si avvicinò alla guancia destra e l'accarezza con dolcezza, passando il pollice in tutta la morbidezza, delicatamente e amorevolmente.

"Ciao" sussurrò Eren con voce roca, tossicchiando alla fine.

"Ciao" ricambiò il saluto con un sorriso dolce in volto.

"Cosa, cosa è successo?" chiese Eren cercando di mettersi a sedere sul letto morbido della ragazza. Lei poggiò una mano sul petto scoperto dai suoi vestiti e un'altra mano sulla schiena nuda, aiutato dalla ragazza Eren si mise dritto, si guardo in torno, vide otto persone (compresa Maggie) guardarlo alcuni sguardi erano preoccupati, altri di divertimento e altri ancora di diffidenza. Eren strinse il lenzuolo bianco candido tra le sue dita lunghe e affusolate, si voltò verso l'unica persona che conosceva e guardo Maggie preoccupato.

"Va tutto bene, ti trovi a casa mia, questa è la mia stanza e questa è la mia famiglia, sei stato ferito da un lupo lo ricordi?" chiese la ragazza ad Eren con dolcezza, prendendo la mano del ragazzo tra le sue. Il ragazzo strinse gli occhi, abbassò lo sguardo verso il lenzuolo della rossa e cercò di ricordare quello che era successo la sera prima.

"Si, credo di ricordare, sono venuto a cercarti per scusarmi e raccontarti tutta la verità, ma un lupo...un lupo enorme mi si è avvicinato e mi ha buttato a terra, mi...mi a morso e graffiato, ma...tu l'hai gettato via, come hai fatto? quel lupo era enorme e forte, tu sei così piccola e minuta come hai fatto?" chiese il ragazzo stupito alzando il volto dopo aver ricordato tutto e guardò la ragazza preoccupato e spaventato.

"Forse è meglio se noi usciamo" disse Susan poggiando una mano sul capo del bambino più piccolo. Tutti uscirono, tranne Maggie. Il bambino prima di uscire si avvicinò al letto, si mise al fianco della sorella che era seduta su una sediolina di legno arricchita di fiori veri e liane attorcigliate alle gambe della sedia, il bambino dai capelli castani sorrise ad Eren e gli porse un fiore, più precisamente un giglio che rappresentava purezza ed era di buon auspicio per la guarigione.

"Spero che tu ti riprenda, mia sorella non ha fatto altro che parlare di quando era preoccupata a colazione, e non ha nemmeno mangiato" disse il bambino scappando via dalla sorella che lo guardò male, molto male. Eren vedendo quella scena rise leggermente, all'improvviso sentì qualcosa di morbido, peloso e caldo toccargli la mano, abbassò lo sguardo e vide un piccola palla di pelo che miagolava e strusciava la testa sulla mano del ragazzo.

"Ciao Merlino" lo salutò Eren continuando a sorridere.

"Gli ispiri fiducia" disse dolcemente la ragazza sorridendo ad Eren.

"Maggie cosa è successo questa notte e perché non ho nessun graffio o morso, non mi sono sognato nulla vero? E' successo tutto?" chiese il castano preoccupato che si fosse immaginato tutto e credendosi pazzo.

"No, ti devo dire la verità, è giusto così, ma incomincio dall'inizio, io, mia nonna, mia zia e lo è stata anche mia madre, siamo delle streghe, la nostra famiglia è un antica stirpe di streghe, le streghe Bennet sono state le streghe fondatrici di questo villaggio, le altre famiglia fondatrici si sono nascoste e nemmeno noi sappiamo dove si trovano, non ti sei sognato niente, c'era davvero un grande lupo che ti ha morso e graffiato, se non ti avessi guarito le ferite con la magia saresti morto, non saresti arrivato vivo al villaggio, era troppo lontano e stavi perdendo troppo sangue, si lo so, dovevo dirtelo, ma volevo sembrare normale per una volta, non volevo essere la solita strega che deve esercitarsi con i suoi poteri, Eren tu mi hai fatta sentire libera, con te tutti i problemi svanivano e potevo parlare liberamente, come una ragazza di diciassette anni normale" la ragazza sospirò, finalmente si era tolta di dosso questo peso.

"Wow, tutto questo è...è strabiliante, non avevo mai visto una strega dal vivo, grazie, grazie al tu aiuto e a quello di tua nonna sono vivo e sano, ma...per quale motivo tua nonna mi guardava con così tanto disprezzo?" chiese il ragazzo continuando ad accarezzare il piccolo gattino.

"Lei non disprezza te, disprezza il tuo cognome, la tua famiglia, tuo padre, i tuoi avi, come ti ho già accennato le streghe Bennet insieme alle streghe Stuart, Baker e Wood hanno fondato questo villaggio in tempi antichi e hanno accolto tutti gli umani che riuscivano a superare gli ostacoli del bosco selvaggio, come hai anche visto tu, più vai in fondo al bosco e più incontrerai animali pericolosi e selvaggi, ma tanti anni dopo la fondazione del villaggio, arrivarono i tuoi avi che invasero il villaggio, indottrinarono gli abitanti dicendogli che le streghe che comandavano erano delle donne maledette e mogli del diavolo, le streghe vennero cacciate dal villaggio e le donne si rifugiarono nel grande e profondo bosco, lanciando incantesimi di protezione. Da quel momento le streghe vissero nella profondità del bosco, ma mia nonna e mia zia odiano tuo padre per quello che lui ha fatto ai miei genitori. Tuo padre insieme a tuo fratello hanno incendiato la casa dei miei genitori e li hanno uccisi, mia madre è stata decapitata davanti gli occhi di mio padre, lui sarebbe stato lasciato libero perché era un umano, solo se avesse denunciato dove si trovasse la famiglia di mia madre, ma lui non lo fece e venne impiccato davanti la piazza principale, i corpi dei miei genitori non furono restituiti ai miei nonni e da quel giorno mia nonna promise di proteggerci e di non contattare più gli umani del villaggio" finì il suo racconto. La stanza della ragazza cadde in un silenzio tombale, nessuno fiatava, si sentivano solo i gemiti di Merlino che cercava coccole ignaro di quello che stava accadendo attorno a lui. Eren strinse la mano sul lenzuolo bianco e strinse i denti con frustrazione.

"Mi dispiace, mi dispiace davvero tanto per il dolore che la mia famiglia e i miei avii vi hanno provocato" disse Eren guardando con decisione la ragazza, i loro occhi si incrociarono e si mescolarono come al loro primo incontro.

"Non è colpa tua, tu eri piccolo e anche io, sono i grandi ad avere torto e ad essere i colpevoli" disse la ragazza con nostalgia pensando ai pochi ricordi che aveva dei suoi genitori, era già passato così tanto tempo, non ricordava molto, ma ricordava molto bene il fuoco che divampava nella sua amata casa.

"Per favore Maggie siediti qui vicino a me" supplicò il ragazzo verso la rossa, lei abbassò lo sguardo, ma non si mosse dalla sedia.

"Eren non posso, le nostre famiglia sono nemiche, ma la cosa maggiormente importante, tu ti devi sposare, sei promesso sposo ad un altra donna" disse la ragazza tristemente.

"NO, lei non è niente per me, Maggie, tu hai conquistato il mio cuore, sei stata una ladra, perché te lo sei presa senza nemmeno lasciarne un pezzo, il mio pensiero è sempre su di te, non puoi lasciarmi così, per favore, ho bisogno di te, questa settimana è stata un inferno senza di te" la supplicò Eren, prendendole un mano e tirandola verso di lui che ormai aveva gli occhi colmi di lacrime, la ragazza sorrise con gli occhi lucidi e abbracciò il ragazzo.

"Ti amo Margaret Lily Bennet" sussurrò il ragazzo sul capo della ragazza, lei sorrise e abbracciò il ragazzo, si guardarono negli occhi con passione, si guardarono negli occhi, si avvicinarono e infine le loro labbra morbide si incontrarono.

Quel bacio sapeva di: paura, pentimento, felicità, ma sopra tutto amore...

ANGOLO SCRITTRICE

Ed eccoci qui, anche questo capitolo è finito, oggi doppio aggiornamento per farmi perdonare dell'assenza. In che scuola andate?

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate <3




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