Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

4. Emma

La sala da pranzo di Charter's House era modesta e non eccessivamente decorata, ma conquistò lo stesso gli occhi di Edward e Alicia Collins, anche se qualcuno avrebbe potuto scommettere che fosse solo una facciata. Emma sapeva che i suoi genitori non approvavano un ambiente piuttosto scarno e silenzioso come lo era quella casa, ma che erano abituati ad altri standard, li conosceva troppo a fondo.

Eppure, a causa della sua situazione, Alicia Collins stava ingoiando il malcontento per quella serata con una maestria che andava oltre l'immaginabile. A Emma non dispiaceva che sua madre facesse quell'immenso sacrificio per lei. Da quando era venuta al mondo non aveva mai fatto nulla per il suo benessere limitandosi a qualche misera dimostrazione d'affetto solo fino ai suoi sei anni — come un casto bacio sulla fronte prima che si addormentasse o un sorriso affettato quando non seguiva le rigide regole dell'etichetta. Questo, a suo dire, era il massimo che potesse concedere a una figlia che non aveva mai accettato il fatto di essere nata in una famiglia di ceto modesto ma non elevato, come sua madre aveva sempre desiderato.

Suo padre, al contrario, era più incline all'indifferenza verso la loro condizione perché col tempo aveva imparato ad accettare ciò che avevano senza chiedere nulla a nessuno. In quella circostanza, tuttavia, si era trovato spiazzato anche lui. Così, al suo primo mese di gravidanza, Emma si era trovata a dover fare i conti con la realtà: Easton Grey non l'avrebbe mai sposata perché, dopo averla deflorata, era partito per la Scozia senza una parola, spedendole poi una lettera dove le consigliava di dimenticarsi di lui.

Jon Charters, il figlio della sua più vecchia amica, era apparsa la sua unica possibilità – come diceva Alicia Collins. Da più di una settimana, da quando Emma aveva mancato il suo puntuale appuntamento con il ciclo, era diventato un mantra a cui tutta la famiglia partecipava quotidianamente. Anche Edward Collins, alla fine, si era piegato alla volontà della moglie e aveva convenuto che Emma doveva sposarsi prima che la sua gravidanza diventasse evidente e che fosse necessario farsi farcire un'altra volta senza che nessuno sospettasse dell'esistenza di un figlio che germogliava già nel suo ventre.

La possibilità che ci riuscisse era buona e le andava a genio, soprattutto perché Jon Charters era un bell'uomo e assomigliava anche vagamente a Easton, così era piuttosto certa che il figlio che avrebbe partorito sarebbe assomigliato al padre. Che si trattasse di una somiglianza con Easton o con Jon non faceva differenza.

Eppure, mentre osservava il signor Charters mangiare svogliatamente, Emma rifletteva su quanto la concretezza di quell'ipotetico matrimonio fosse effimera. Lui non sembrava gradire la loro compagnia, nonostante lady Charters tentasse in tutti i modi di fingere il contrario al posto suo, e lei lo comprendeva; del resto loro si erano insinuati a casa sua senza alcun motivo concreto, almeno all'apparenza.

—La cena è splendida— gracchiò Alicia Collins con uno di quei sorrisi ipocriti che Emma conosceva ormai alla perfezione. —Non è vero, caro?— domandò accarezzando l'avambraccio del marito.

—Certamente sì.

—Ne sono lieta— rispose lady Charters con un sorriso a trentadue denti. Emma finse di non notare la debole gomitata che rifilò al figlio quando lui non si pronunciò. Alla fine, forse per costrizione o forse per rispettare le regole della buona educazione, Jon si decise a proferire parola.

—Siamo davvero lieti che vi siate uniti a noi per la cena, signori Collins. E Emma— aggiunse rifilandole un'occhiata gentile, —voi siete davvero a modo.

A modo? Emma per poco non si strozzò col boccone che stava per ingoiare. La risata che le nacque in gola venne ben presto soffocata da un leggero colpo di tosse. Quel tipo era davvero...

Non riuscì a trovare un aggettivo che gli calzasse a pennello, ma fu celermente sicura che le sue speranze di farsi sposare dal padrone di casa fossero appena crollate al suolo. Chiunque l'avrebbe definita bella ed educata, incline alla conversazione e una moglie che avrebbe saputo rendere felice un marito, ma non lui. No, Jon Charters non era affatto il tipo di uomo che i suoi genitori volevano che sposasse.

—Oh, siete troppo gentile, lord Charters— gli rispose lanciandogli uno sguardo quanto più civettuolo possibile. Quell'arte le era sempre riuscita bene, risultato di tutti gli anni di addestramento da parte di sua madre e — nonostante la palese diffidenza che quel tipo mostrava nei loro confronti — Emma era decisa a sfoderare tutte le sue armi.

—Voi invece siete di gran lunga l'uomo più affascinante che io abbia incontrato.

Non era la verità, dal momento che quella definizione sarebbe andata bene se riferita a Easton Grey, ma Easton Grey le aveva spezzato il cuore e Emma, adesso, doveva ripiegare su qualcun altro.

Jon le lanciò uno sguardo di sottecchi, ma appariva distratto, come se quell'affermazione l'avesse colto di sorpresa ma non ne fosse affatto colpito. Perfino i suoi genitori voltarono il capo nella sua direzione, leggermente increduli che avesse potuto essere tanto sfrontata al suo primo incontro con quello che volevano diventasse il suo futuro marito, ma non si espressero in merito né cercarono di porre rimedio.

—Perdonatemi— disse Jon Charters pulendosi la bocca con il tovagliolo e appoggiando le mani sul bordo del tavolo. —Ma credo che andrò a ritirarmi. È stata una lunga giornata e domani lo sarà altrettanto, quindi vogliate scusarmi, miei gentili ospiti, ma...

—Oh, non essere scortese, Jon!— s'inteomise lady Charters sventolando una mano come se quello che lui aveva detto fosse una sciocchezza. —Hai tempo per prepararti, e sono sicura che Emma vorrebbe visitare il giardino prima di coricarsi.

—Coricarsi?— ripeté Jon sottovoce sporgendosi verso la madre. —Che intendete dire, madre?

—Beh— fece lady Charters con un'alzata di spalle, —si èfatto tardi e ho già fatto predisporre le camere degli ospiti perché possano soggiornare qui... almeno per qualche giorno.

Emma vide una vena iniziare a pulsare sulla fronte di Jon, e per poco non fu tentata di intervenire dicendo che non c'erano problemi e potevano andarsene all'istante. Ma poi la voce del bisogno ebbe la meglio, pensò alla propria critica situazione e decise di tacere. Se avesse avuto qualche giorno a disposizione da trascorrere con Jon Charters, sicuramente sarebbe riuscita a sedurlo.

—Io... devo partire domani, ma credo che una passeggiata in giardino ci farà bene.— Jon lanciò un altro sguardo in direzione di Emma che cercò di apparire sollevata. —Venite, miss Collins, usciamo.

Alicia Collins strinse la mano della figlia come monito, mentre Lady Charters cercava di stemperare la tensione che era divenuta palpabile con un altro sorriso.

Emma si alzò e raggiunse Jon, seguendolo poi fuori dalla sala da pranzo e nel corridoio. Ma prima che potesse indossare lo scialle sulle spalle per uscire in giardino, Jon Charters la sospinse contro il muro. Torreggiava su di lei con un paio di occhi che ardevano, ma non era niente che potesse lontanamente avvicinarsi al desiderio come la maggior parte degli uomini avevano mostrato nei suoi confronti... era piuttosto collera.

—Che cosa state cercando di fare?— sibilò l'uomo con tono rigido. Emma si ritrovò a deglutire la propria saliva amara. —Non capisco a cosa vi riferiate.

—Tutta questa messinscena, questa cena, il vostro scrutarmi palese, il tentativo di adularmi e il fatto che mia madre abbia deciso di farvi soggiornare in casa mia— ringhiò l'altro sottovoce. —Gradirei conoscere le vostre intenzioni, miss Collins, e subito se non vi reca disturbo, da momento che io stesso non ero stato messo al corrente della vostra visita.

Emma strinse le labbra, in un tentativo ben riuscito di apparire quantomeno intimidita. Se fosse riuscita a fargli tenerezza, perlomeno non avrebbe dovuto rivelare la verità, e Jon sembrava esattamente il tipo d'uomo che cercava la verità in ogni dove.

—Vostra madre e la mia sono amiche da molti anni e vostra madre ha pensato che avreste gradito la visita di una sua amica e della sua famiglia per...

—Il giorno prima della mia partenza?— la interruppe Jon inarcando un sopracciglio. —Sembra un'assurda coincidenza.

—Non sapevamo che steste per partire, lord Charters, davvero. Comunque, se la nostra presenza non vi aggrada, toglieremo il disturbo all'istante.

Emma sostenne il suo sguardo di brace con tutta la dignità che riuscì a racimolare, poi fece per sgattaiolare via ma la voce di Jon la trattenne.

—Aspettate. Non vi lascerei mai andare via così, sono stato assolutamente... perdonate i miei modi se potete.

Voltata di schiena, Emma sorrise senza che lui potesse accorgersene. Quando tornò a girarsi, aveva assunto un'espressione di condiscendenza.

—Ma certo che vi perdono— sussurrò. —Comprendo la vostra diffidenza ma vi assicuro che non c'è nulla di malizioso nella nostra visita e...

—Lord Charters?— All'improvviso un'altra voce, di un altro uomo, risuonò alle loro spalle e Emma fu portata a voltarsi ancora ma stavolta contro la propria volontà.

—Perdonatemi, vi stavo cercando per conoscere l'orario preciso della partenza di domani.

Emma non riuscì a distogliere lo sguardo. Era alto, meno di Jon Charters, ma era lo stesso attraente e aveva negli occhi un altro tipo di lume, non quello del padrone di casa, ma differente e la stava guardando come si guardano le cose belle... come un tempo —un tempo che sembrava ormai lontano— l'aveva guardata Easton.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro