Capitolo 24
Alessio's POV
Un divertimento che adesso sto pagando a caro prezzo, perché è stato quest'ultimo l'inizio dei miei problemi che ha messo la parola fine alla mia vita.
Sciacquo via lo shampoo dagli occhi, stato capace soltanto di provocarmi un bruciore fisico talmente debole che mi fa una pippa rispetto quello dell'anima, molto più intenso, come i sentimenti per quella brunetta che nasconde quei suoi occhi piccoli e sinceri dietro la montatura degli occhiali troppi grandi.
Quanto avrei voluto, con un gesto volontario e scattante, afferrare quelle lenti e toglierle via, lanciarle lontano per poter ammirare meglio le guance arrossate e gli occhi socchiusi, al sentire le mie dolci e sferzanti carezze.
Magicamente riesco a visualizzare la pelle chiara di quella ragazza sotto le mie dita ruvide e bollenti, i polpastrelli si muovono su e giù lungo il suo braccio, fino a farla allontanare perché intimorita.
Magari subito dopo mi dà le spalle, essendosi vergognata almeno quanto me per le azioni che avremmo voluto compiere inconsciamente, gridate dentro la nostra mente e il cuore.
Così come per gli occhiali avrei fatto lo stesso con i vestiti, togliendoglieli di dosso quasi strappandoli, ormai arrivato ad un punto di non ritorno, dettato dall'impulsività.
Certo, non sarebbe affatto da me, come non lo sono i pensieri poco casti che fluttuano e occupano la mia testa, facendo confondere la realtà con la fantasia.
Mi ero ripromesso di rimaner calmo, che nessuno è degno neanche di guardarla passare da lontano, e poi penso che questo e molto altro starà facendo Matteo, quindi mando tutto a puttane e me ne frego anch'io.
Valeria, così piccola e ingenua e altrettanto testarda, che crede di sapere tutto della vita, avendo già fatto programmi futuri con il suo nuovo fidanzato, dove io sarò escluso perché non esisto più.
La cosa irreale è che pensava sul serio di poter mai padroneggiare i suoi sentimenti, da sola, non sapendo che per gestirli bisognava essere in due, io e lei.
Ha tentato a nascondere da sempre gli evidenti segnali che mi lanciava anche solo guardandomi dritto negli occhi, non sapendo che quello sguardo parlasse e mi supplicasse di avvicinarmi e prendermi cura del suo fragile cuore, che io poi ho ridotto in mille pezzi.
E tuttora, se mi vedesse, proverebbe le stesse sensazione e il suo corpo scatenerebbe la guerra dentro, una lotta a più riprese fin quando, stremata, si manifesterebbe anche fuori dando origine a un qualcosa di scandaloso, forse un tradimento.
Inutile pensare e pensare, alla fine non è la testa ad averla vinta ma le nostre pelli che bollenti si reclamano, volendosi assaporare come non hanno mai avuto modo di fare in un così breve tempo di relazione.
Non so neanche cosa stia blaterando, forse l'acqua calda mi ha dato alla testa, so solo che le sue iridi color cioccolato insieme le mie verdi erano una fusione si incastravano perfettamente, dando vita a mille sfaccettature e ad una marea di riflessioni dubbiose.
Sono sicuro che se adesso fosse qui io esiterei per non appoggiarle le mani su quell'esile figura, ma probabilmente sarebbe proprio lei a dare inizio all'agonia, carezzando con le sue mani fredde il filo di barba che non ho avuto il tempo di rasare stamattina, che sono sicuro le piacerebbe da impazzire.
Così come io passerei ore a inalare il profumo dei suoi capelli lunghi e giocherei con le sue ciocche seguendo i ricci morbidi che partono dalle punte, di un castano un po' più chiaro dovuto all'esposizione al sole.
E poi, pieni di domande entrambi che ci frullano nella testa, proveremmo ad esporle, ma senza successo; il nostro silenzio spezzato solo dal rumore dei nostri baci e dei gesti pieni d'amore farebbero da sottofondo a delle perplessità interiori non facilmente dicibili.
Un tempo aveva solo dei piccoli e insignificanti problemi adolescenziali, come il fatto di non essere sicura di ciò che provava per me perché credeva di essere innamorata di quell'altro, e lo sta dimostrando pure adesso.
Ma io non voglio, non ci posso credere che tutti i miei tocchi leggeri sul suo corpo tremante non le abbiano provocato abbastanza scombussolamento, almeno non più di quelli del cretino che spaccia per fidanzato.
Non può essere stato tutto vano e buttato al vento, dimenticato dall'arrivo del cavaliere oscuro, perché è così che lo definisco quel deficiente, arrivato soltanto per farsi credere il salvatore dell'umanità, il principe che aiuta le donzelle con il cuore infranto a risollevarsi da terra.
Ed è proprio per questo che ha fatto colpo, proprio nel momento peggiore tra me e la mia ex lui le ha rievocato dei ricordi che era meglio se rimanessero seppelliti.
Certo, è sovrumano rimuovere dei fatti belli dal proprio cervello, ma in questo caso sarebbe stata la cosa migliore da fare, anziché far scordare a Valeria i nostri in sole settantadue ore.
Quella ragazzina potrà dirmi tutto ciò che vorrà con la voce, ma verrebbe tradita dall'espressione contorta e persa nel vuoto che assumerebbe al solo rievocare certi momenti belli che so bene vorrebbe ritornassero, come me.
Poi ovviamente fingerebbe non sia successo nulla, implorandomi di lasciarla in pace a vivere la sua vita con la persona che ama, ed io lì non ci metterei molto per farle capire quel sentimento a chi sia è rivolto per davvero.
L'avvicinerei dalla schiena baciandola fino a toglierle il fiato, per non far affievolire mai la piccola fiammella che brucia ancora nei nostri corpi l'un per l'altra, anche se lo neghiamo con tutte le nostre forze.
Io più di lei, perché devo saper essere molto convincente con la mia futura moglie, lei non si accontenta solo di quattro parole biascicate, vuole vedere la determinazione nel mio atteggiamento.
Sono certo vorrebbe pure che questo trattamento appena pensato verso Valeria lo rivolgessi a lei, intrappolando quelle labbra tinte di rosso con le mie, che altro gesto non conoscono per chiedere perdono ulteriormente e farle credere che per me non esista nessun'altra.
E io ormai a fingere sono diventato un maestro, un vero attore, lo faccio da una vita con mia madre e una volta che pensavo avrei abbandonato per sempre questa maschera ecco che ritorna tutto come prima, al punto di partenza.
Come se fosse carnevale devo vestire un altro personaggio che non sia io, soltanto che dovrò portarmelo dietro fino alla morte.
Sono a pezzi dentro esattamente come immagino si senta la ragazza che mi è stata strappata senza ritegno dal cuore, spezzando uno parte di esso che ho deciso di donarle per sempre, per ricordo di ciò che abbiamo vissuto in pochi giorni che a me sono parsi un'eternità.
Devo ammettere che è proprio vero che quando si è felici il tempo sembra durare la metà di quando si è giù di morale, perché quando si è al settimo cielo tutto cambia al solo vedere passare da lontano la persona amata, oppure ammirarla attraverso una fotografia.
Dentro sei tutto in subbuglio, sentendoti addirittura impacciato, cosa che non ti è mai capitato, ma lei ti causa questa strana quanto inspiegabile sensazione che però adori soltanto perché è avvenuta grazie alla ragazza dei tuoi sogni, che riesce a smuovere qualcosa nel tuo petto senza neppure esserne a conoscenza.
Fremi dal desiderio di vederla e zittirla non appena avanza un passo verso di te, perché povera innocente creatura si fida ciecamente e crede che tu non possa farle mai del male; non sa che si sta recando di sua spontanea volontà tra le braccia del lupo cattivo.
La rabbia che le causerei dopo, dal così tanto schifo che le faccio, sarebbe paragonabile al doppio tradimento di un amico, una persona fidata, la quale sarò stato per Valeria.
Io oramai ho perso ogni capacità di renderla serena e farla sentire al sicuro, adesso appena mi vede gira i tacchi e va dalla parte opposta, lanciandomi solo un'occhiata assassina.
Mi ucciderebbe se potesse, per non avermi più tra i piedi, in modo che non debba più ricordarmi neppure per sbaglio, avvistandomi per puro caso per strada, o sull'autobus che dovrà prendere tutti i giorni appena inizierà scuola: a questo problema ci penserò dopo, ora ne ho altri più importanti.
Tutto questo è successo perché non sono stato onesto fin dal principio, mettendo in chiaro di essere incastrato in una relazione contro il mio volere da ormai diversi mesi.
Forse avrebbe capito, forse no perché si sarebbe sentita presa in giro e avrebbe preso le distanze ugualmente, senza neanche sapere della gravidanza, questo non lo saprò mai.
Quanto pagherei per sapere cosa stia pensando in questo preciso momento, se abbia sbuffato o riso istericamente alla vista del mio messaggio, se lo abbia letto o eliminato senza neppure aprirlo.
Vorrei tanto venire a conoscenza di cosa passi per quella testolina, e se creda realmente che la storia del bambino la conoscevo già prima di iniziare a flirtare con lei...
Non lo avrei fatto, forse, ma se era destino ci saremmo incontrati comunque, in un modo o nell'altro, e ci saremmo parlati inventandoci una qualsiasi scusa.
Era destino che soffrissimo e si è realizzato, ecco tutto.
Non le è chiaro che io non sono in grado di raccontare sporche bugie, l'unica che ho mai detto è quella che voglio che Sofia diventi mia moglie, ma tanto sa benissimo anche Valeria non sia vero, lo sa tutto il mondo chi io desidera veramente.
Fingerò di riuscire a tollerare nuovamente la sua presenza vicino, dimenticando ciò che mi ha fatto passare con questa benedetta storia che ha rovinato tutti i miei piani, e un giorno magari potrei pure amarla, il mio subconscio si potrà abituare così tanto a questa situazione che potrebbe addirittura piacergli.
Tanto non mi resta altro da fare ormai, merita un'altra possibilità perché sarà la madre di mio figlio, non ho vie di fuga e anche se ce le avessi sono bloccate dalla mia coscienza, che non permettere mai di allontanarmi dalla mia nuova famiglia.
<<O sto con lei o con nessun'altra.>> Mi impunto, ripetendolo all'infinito pure ad alta voce, facendolo diventare una litania insopportabile come la ragazza che sto per sposare.
Basta con le offese adesso, non devo.
Rimango con i piedi per terra, constatando che dopo aver visto passare l'amore della mia vita davanti gli occhi senza poterla trattenere per più tempo, non incontrerò più chi potrà rubare il cuore accennando un solo sguardo verso la mia direzione, come è accaduto con la signorina che occupa la mia mente da quando ho terminato di lavorare.
E anche se ne trovassi un'altra non glielo consentirei.
Non ho più niente che mi leghi a Valeria, né una scusa per guardarla o sentire la sua voce tramite un cellulare, non ne sono degno perché lei, all'udire la mia, potrebbe scoppiare in un pianto incolmabile.
E io non so proprio se sia meglio così, oppure che si dimostri indifferente, in entrambi i casi io non potrei fare nulla e dovrei restare con le mani in mano, zitto davanti quel dolore che non potrò alleviarle in alcuna maniera, anzi, solo peggiorare con la mia presenza.
Non so come potrebbe reagire se decidesse di accettare l'invito del mio messaggio, e forse non lo voglio nemmeno immaginare: urla strazianti e insulti lanciatomi contro.
Ma non mi sembra affatto il tipo di ragazza che dopo una rottura ti viene a rinfacciare tutto in questo folle modo, mi sembra più un atteggiamento adatto a Sofia, perché lei sì che si è comportata in questa maniera ogni volta che ho tentato di lasciarla.
Solo una volta no, ha assestato il colpo in religioso silenzio, per poi fare tutto ciò che ha fatto dopo, al suo corpo; l'appetito le era passato, si ostinava a non toccare cibo e ha cominciato a ricoprire la sua splendida pelle bianca dove i primi tempi passavo volentieri le mie mani, causandole un immenso piacere, piena di orribili tagli, tentando di fare ben altro.
Forse la mia ex si comporterebbe con assoluta freddezza, rivelandomi pacamente che in fondo al suo cuore c'è sempre stato un piccolo spazio riservato al suo fidanzato attuale, e che il mio è stato solo uno sbandamento dettato dalla confusione.
Certo, mi farebbe molto male, come ogni verità che viene esposta e noi non siamo pronti per ascoltarla, specialmente se riguarda il posto d'onore che Matteo si è guadagnato senza fatica alcuna, solo standole vicino dopo averla ignorata da sempre.
Io che le ho offerto tutto di me fin da subito non avrò mai avuto la stessa importanza, ne sono sicuro, perché non mi ha mai detto frasi del tipo sei tutto il mio mondo.
Non lo sono, non lo sono mai stato e mai lo sarò, invece la mia fidanzata mi ha smette dimostrato il suo amore con queste dichiarazioni inaspettate, che mi sarebbe piaciuto ricevere solo da qualcun'altra...
Non per alimentare il mio ego, assolutamente, ma per alimentare il forte sentimento che lo ha distinto da tutti gli altri, per aumentare la Speranza del nostro rapporto.
Non dico che sia sbagliato che ora si faccia la sua vita, però non può averci messo una pietra sopra, come se non fosse successo nulla tra noi, io provo ancora le stesse sensazioni, se non moltiplicate per cento, al solo pensarla e sapere che non potrò mai provare il brivido di passare le mie dita sulle sue forme dolci e sinuosi, delicate come lei.
Mi sono reso conto solo ora che forse rimanere solo in casa non è il miglior stratagemma per dimenticarla...
Devo distrarmi, per non pensare più a nulla, ma risulta impossibile pure questo, perché il risentimento di averla lasciata senza neanche una spiegazione, ogni tanto fa capolino nella mia testa, ed è estenuante: ha dovuto capire tutto da sola, io sono stato un vigliacco senza palle per dirle in faccia tutta la verità.
Può farmi credere che non mi ama più, ma una parte di me spererebbe sempre sia una menzogna, quella irrazionale e innamorata ancora come il primo giorno soltanto di lei.
Un colpo di fulmine che mi ha dato alla testa, suppongo, perché mi ha cambiato, in meglio.
Grazie a quella ragazzina ho rispolverato un vecchio lato della mia personalità che credevo ormai sepolto, quello del pagliaccio che è in me, del simpaticone che mi sono sempre mostrato, a volte pure sbruffone.
Ma non ero così da mesi, se non anni, lei mi ha ridato la risata e dunque la vita, e non ho perso tempo per mostrare anche a me stesso di cosa fossi capace di fare con la mia spavalderia non del tutto antipatica.
Ora non è il più il momento di pensarci, è tutto concluso, so che per il suo bene ha bisogno di essere lasciata in pace, libera di aprire le sue ali da farfalla e spiccare il volo, verso un posto ignoto che ha la faccia di una persona fidata.
Vuole costruire un rapporto con quell'altro, ma io al solo intuire che una volta vicini lui possa metterle le mani addosso anche solo per scherzo, come fanno due innamorati per gioco, sfiorando successivamente le gote diventare rosse a causa della timidezza che contraddistingue Valeria da tutte le altre, per poi unire le loro labbra in un sensuale bacio con tanto di lingua da parte di quell'essere, mi fa andare in bestia.
Il sangue ribolle nelle mie vene, rendendo l'acqua della doccia scottante, come i miei spiriti del tutto incalmabili.
Esco dal boxe e per non pensarci più accendo la televisione in camera mia, cercando di distrarre la mia mente con i suoi sciocchi e tormentati pensieri, facendomi sperare in qualcosa che ormai si è sgretolato, diventato cenere, morto.
Nel mentre che ascolto distrattamene le pubblicità che si susseguono in un canale qualsiasi, decido di indossare dei vestiti puliti, sentendo la muscolatura del corpo più sciolta e non rigida, come quando sono entrato a casa.
Non so per quanto tempo sia rimasto dentro al bagno, menomale che sono solo e non c'è stato nessuno a mettermi fretta, almeno è servito a qualcosa lo sgorgare dell'acqua sulla mia pelle, si è portata con sé anche le ultime idee illusorie di poter rivedere Valeria, non ci spero più.
Ho smaltito la rabbia repressa, tutti i pensieri negativi che incombevano la mia testa si sono per un attimo accantonati e posti di lato, anche se so sia solo una questione di tempo, a breve mi sentirò esattamente in apprensione come prima.
Mi tormenterò con decine di domande senza saperne le risposte o vagamente immaginarle, perché potrebbero essere benissimo opposte, esistono tanti modi per reagire ad un solo comportamento.
Valeria potrebbe prendere questo messaggio con serenità, dimostrandosi matura per fare certe sceneggiate, e quindi decidere di parlare dell'unica cosa rimasta che ci accomuna, la questione delle frottole che ho raccontato di cui lei, giustamente, rivendica tutta la verità.
Potrebbe succedere questo, in modo molto tranquillo, oppure potrebbe fare prevalere l'impulso -qualora dovesse venire-, scagliandomi contro le peggiori offese e oggetti che trovi in giro per casa.
E io non so in quale caso sarei più entusiasta, forse in quest'ultimo perché involontariamente mi farebbe capire che non mi abbia dimenticato, anzi, tutto l'inverso a giudicare una simile reazione.
Ciò che temo sul serio e fa tremare le mie ginocchia è l'indifferenza, quella uccide chiunque e io ne morirei se Valeria sfoderasse quest'arma, non guardandomi neppure in faccia.
Come farei senza nemmeno poterla ammirare con il capo alzato?
Non potrei più perdermi in quegli occhi coraggiosi, perché per trovarsi di fronte al sottoscritto dovrebbe averne avuta molta di audacia, dicendomi che ha scelto un altro come suo principe azzurro, perché i suoi sentimenti hanno preso tutt'altra direzione.
Io pure ne ho avuta, mi basti pensare alle due ultime proposte che ho fatto, una indecente e l'altra scandalosa, perché riguardava la ragazza che fino due settimane fa detestavo, e che ero intenzionato a lasciare perché ho ancora li stessi pensieri tuttora.
Ho sempre creduto che Sofia mi abbia fatto perdere gli anni migliori della mia giovinezza, e sono fermamente convinto che sia davvero così, in questo preciso istante più che mai, perché a causa sua mi sono sempre privato di qualsiasi uscita con i miei amici, anche se si fosse trattato solamente di andare in qualche locale tranquillo per bere un bicchiere di birra, ritrovandomi con i miei vecchi compagni del liceo.
Non avrebbe voluto, perché troppo gelosa fino le punte dei capelli, e io non sarei stato in grado mentalmente di mentirle per tutta la serata, non lo credevo possibile, invece adesso ho avuto la prova che ho saputo raccontare menzogne a più persone contemporaneamente per più tempo, pochi giorni che a me però sono sembrati infiniti ma veloci, due aggettivi che insieme non possono stare nella stessa frase.
Così come io e Valeria non potremmo vivere nemmeno a così pochi chilometri di distanza, ma solo in città differenti per non pensarci più reciprocamente.
Accantono queste riflessioni amare da mandare giù peggio di un boccone di cibo troppo asciutto, strofinando in testa l'asciugamano per togliere l'acqua in eccesso dai capelli, che poi si asciugheranno esposti all'aria.
Tampono bene prima di mettere la tovaglia in cotone già piegata attorno le spalle, scendendo giù per scale e aggrottando le sopracciglia a ogni passo che avanzo, avvicinandomi all'ingresso.
Ogni centimetro in meno che manca per arrivare lì, sulla soglia della porta, il mio cuore accelera come se battesse per due persone, non solo per me ma anche per quell'angelo mandato dal cielo che si trova fuori casa mia.
Ma qualcosa cattura la mia attenzione, risvegliandomi parzialmente dallo stato di trance in cui mi trovo, delle urla provenienti da chi io intuisco si innalzano rompendo la quiete del primo pomeriggio, ma nella mia mente aleggia una sola frase: lei è qui.
Non penso ad altro in questo momento, non distinguo neppure le parole, so solo che un sorriso smagliante, come un bambino all'apertura dei regali di Natale, prende forma sul mio viso prima ridotto ad una maschera nera senza un colore più sgargiante, vivido, mentre adesso sono l'uomo più felice su questa terra.
Dio mi ha dato modo di riparare al danno che ho causato e io non deluderò me stesso una seconda volta; mi dirigo dunque all'entrata, contento perché sia venuta, ma proprio quando poggio la mano sulla maniglia della porta e faccio pressione, tutto l'entusiasmo che avevo mi passa, cadendomi il mondo addosso.
La sento insultarmi nel più brutale dei modi, e le sue frasi sconnesse si uniscono ad un pianto liberatorio, non facendomi capire più un cazzo di ciò che dice ma facendo ugualmente crollare le mie labbra piegate all'insù.
<<Maledetto, sei un maledetto>> la sento mormorare all'improvviso, biascicando in modo chiaro queste due semplici parole ripetute, mentre prende a bussare alla finestra della cucina, cogliendomi di sorpresa.
La sfonderebbe se potesse, e mi meraviglio che non ci abbia ancora tentato, incavolata com'è solo a causa mia per averle scritto quelle righe di getto, senza riflettere, come lei sta facendo in questi gesti, senza pensarci, in modo istintivo.
E io senza ulteriori indugi aprirei questa maledetta porta e la prenderei di forza, facendola entrare in casa e rimanere ferma dinanzi a me, gustandomi la lieve paura mischiata all'ira che troverei sicuramente nei suoi occhi profondi.
E poi così, con la confusione che padroneggia le sue riflessioni, la alzerei di peso facendo intrecciare le sue gambe dietro la mia schiena, tenendola ben salda dal sedere che stringerei fino a farle male, per udire qualcosa dalle sue labbra che non siano dei rimproveri ma dei gemiti di piacere, i quali vorrebbe aumentassero.
Preso dall'euforia non capirei più nulla, né dove mi trovo né con chi sia, allora abbandonerei l'entrata senza neanche chiudere la porta, e salirei le scale a due a due con Valeria addosso, stretta a me per paura di cadere.
Tasterei ogni parte del suo corpo come non avrei mai pensato poter fare, non riuscendo a trattenermi affatto neanche dal passare i polpastrelli roventi sul suo seno turgido e voglioso di più attenzioni.
E se uno schiaffo dovesse volare a causa di questo mio gesto troppo avventato, anche un mio bacio arriverebbe con la stessa velocità, tappandole quella bocca stata capace soltanto di lanciarmi insulti da quando ci siamo lasciati.
L'Alessio che conosceva, quello buono e gentile, sarebbe solo un ricordo, perché avrà lasciato il posto a uno decisamente più passionale e desideroso solo di un po' di calore dalla persona amata.
Stanco, finito di salire tutti i gradini, la appoggerei al primo muro che mi trovi davanti, in modo da poterla prendere meglio una volta averle fatto sentire quanto la desidero, avvicinando i nostri corpi sempre maggiormente fino a toccarsi.
E lei, scioccata di così poca parsimonia per essermi tuffato a capofitto senza prima valutare la situazione, spalancherebbe gli occhi e un risolino acuto non le vieterebbe nessuno di farlo uscire, come straordinario apprezzamento di ciò che le starei procurando, un'infinità di brividi ovunque.
E poi sì che Matteo vatti a fare fottere, si dimenticherebbe di lui in un solo secondo, allo stesso modo io di Sofia e tutto il resto che le ruota attorno: mia madre, le sue pretese, tutte cose di poco conto.
Un sospiro scapperebbe ad entrambi, questo è sicuro, per lo più per riprendere fiato dopo esserci assaggiati senza smettere un solo attimo, i nostri sapori mischiati insieme sarebbero troppo buoni per separarsi, così come i nostri corpi.
Lei non ne vorrebbe sapere di scendere così come le mie mani non vorrebbero dividere il contatto con il tessuto dei suoi jeans, che presto o tardi vorrei proprio strappare per ammirarla per intero, come non ho potuto fare neppure quando siamo andati al mare.
Ce l'ho ancora impresso qui, in mente, quel giorno in cui ci siamo indirettamente scambiati un bacio, bevendo dalla stessa bottiglia, e sono qui per ricordarglielo ogni qualvolta ce ne sia bisogno.
Se ha voluto due settimane fa senza neppure conoscermi, concedermi l'onore di poggiare le labbra dove poco prima le aveva lei, adesso non farebbe tante storie se gliele poggiassi sul collo succhiando quel lembo della sua pelle così sensibile, sopra la clavicola, lasciandole un segno violaceo come non ho mai fatto con nessuna, per rivendicare che lei sia solo l'amore della mia vita, e di nessun altro.
Valeria, così testarda e ferma, si lascerebbe andare sicuramente alle mie sensuali carezze, anzi, arretrerebbe meglio volendo appoggiare del tutto la schiena contro muro, in modo da non aver timore di perdere così tanto il controllo da non avere più equilibrio.
Allargherebbe le labbra in un sorriso spontaneo, allegro, così come le gambe in cerca di qualcosa che non è proprio da lei...
Ma in un momento come questo non sarebbe lei, come io non sarei io.
Difatti non ci metterei molto per soddisfare la sua muta richiesta, ma non prima di averle fatto vedere il rossore del suo viso eccitato e fuori controllo e le sue gambe ancorate al mio bacino.
Andrei alla ricerca di uno specchio e mi ci posizionerei davanti, l'unico abbastanza grande per riflettere il nostro sconfinato amore è quello della camera da letto dei miei.
Con passo deciso e gli occhi socchiusi, provato dalle mani di Valeria strette ai miei capelli, aprirei la porta di schiena, non mollando la presa sulla mia una volta ex.
Ora cosa diverrebbe, un'amante?
Non saprei, ma non è il momento di dare etichette, saremmo solo due semplici anime in cerca di ciò che hanno sempre desiderato, io più di lei, la felicità.
E il sapore del tradimento, in quell'istante, mi donerebbe proprio quella sensazione di spensieratezza e speranza in un noi che non ci potrà mai essere.
Mi stringe forte, quasi facendomi soffocare, aggrappata al mio collo e nascondendo il viso dietro di esso, non volendo specchiarsi in quelle condizioni con me.
E io farei finta di lasciare perdere, permettendo che poggi i piedi per terra e girandomi di spalle, come se mi volessi allontanare.
Avanzerei qualche passo ammirando come per la prima volta la stanza che mi circonda, in tutto il suo ordine: lenzuola bianche perfettamente stirate, merito solo della governante, le tende con dei ricami floreale dello stesso colore delle coperte, chiuse per non far filtrare ulteriore luce che potrebbe infastidire gli occhi.
E poi, il rosso vivo delle pareti, che trasmettono un non so cosa di pura carica sessuale, quella che provo per questa fanciulla dagli occhi ingenui e incapace di capire le mie intenzioni, o forse non più, poiché desidera che avvengano le stesse cose che penso io.
La camera sarebbe nel più totale silenzio, spezzato solo dai nostri respiri affannati e del tutto irregolari, il mio per lo sforzo fisico che ho fatto, il suo per quello emotivo.
Non sarebbe mica facile esprimere a se stessi di amare una persona che si sa benissimo non si potrà mai avere, se non di nascosto da tutti, pure dalle ombre, perché nessun neurone del nostro cervello sarebbe d'accordo con questa scelta.
Ma i corpi sì, e a noi basterebbe questo.
Dopo attimi interminabili sentirei dei piccoli passi alle mie spalle, realizzando con un sorriso beffardo sul volto che sia lei, avvicinandosi di sua volontà in modo lento, per paura delle sue stesse azioni.
Con esitazione imprimerebbe le sue dita sul mio torace, poggiando meglio il palmo alla schiena, aggrappandosi fermamente per paura che scappi.
Ma io non potrei mai fuggire da questo angelo, non se sia sano di mente almeno... o se non fossi costretto dal ricordo di avere quasi un figlio da un'altra.
Allora sì che mi allontanerei, battendo le ginocchia al legno bianco del letto, e lei forse sospirerebbe delusa, come lo sono io per questo surreale sogno a occhi aperti.
Scuoto la testa dandomi qualche schiaffo da solo, non credendo di aver sognato da sveglio per tutto questo tempo, essendomi perso le lamentele della mia ex.
Invece di mettere in atto tutto quello che mi è passato per la mente come un film a colori, sono costretto ad appoggiarmi meglio alla porta, in modo da non farmi vedere dalla finestra.
Non saprei cosa fare, sono un blocco di pietra, vorrei uscire e provare a tranquillizzarla ma il mio gesto probabilmente la farebbe innervosire ulteriormente.
Rimango fermo, respirando a fatica un'aria pesante, carica di tensione che riesco a percepire tra noi due nonostante ci sia la superficie di legno a dividerci, perché ritornata di nuovo dietro la porta.
Se uscissi non so cosa mi farebbe, mi salterebbe addosso strappandomi i vestiti senza esitazione, ma non di certo per fare ciò che avrei in mente io...
Passerebbe le unghie sul mio petto, graffiandomi ovunque, volendo centrare proprio il cuore, infilzandolo e strappandomelo per gettarlo via, come ho fatto io con il suo senza volerlo.
Mi pento per aver commesso questa enorme cazzata, come mi è saltato in mente di mandarle un messaggio con l'intenzione di chiarire?
Le ho solamente rovinato la vita, facendole riaffiorare certe cose che magari lei, dopo tanta fatica, era riuscita a seppellire sotto metri e metri di terra, da dove magari sarebbe nato un nuovo bocciolo, il fiore della Speranza di vivere entrambi una nuova vita lontani e distanti quanto basta per non averci nel nostro campo visivo.
E io ho calpestato questi germogli che stavano spuntando, così come la sua dignità, perché l'ho spinta ad esporsi ancora davanti un deficiente che ancora tenta vanamente di rimanere in buoni rapporti con lei.
Per difendersi sta dicendo le peggiori cose avessi mai potuto sentire da una ragazza, ferendo il mio orgoglio da uomo perché tutto vero, anche se ormai non lo sono più, non mi rimane più nulla di buono.
<<Se avessi avuto le palle non saresti uscito e non mi avresti lasciata da sola.>>
Non riesco a ragionare lucidamente dopo questa frase, sento che la vista si annebbia a poco a poco, ho rovinato tutto, ancora.
Mi appoggio con la schiena cercando di tenermi in piedi, sapendo di non aver ancora sentito tutto, il problema è che non riesco a non abbandonarmi sul pavimento, l'unico posto che merito di occupare.
Credo proprio che per sentire almeno metà del dolore che starà mai potendo patire a causa mia, dovrei farmi investire da dieci camion tutti in corsa, allora sì che mi sentirei esattamente come lei, vuoto e distrutto.
<<Come ho fatto ad innamorarmi di uno come te?>>
È la stessa domanda che mi pongo anch'io, anche se non ne avrei motivo, basta un nonnulla per invaghirsi di questa splendida ragazza, amando prima di tutto il suo buon cuore, che grazie a me non esiste più.
È solo un lontano ricordo quella fanciulla dal volto calmo e sempre sorridente, seppur in modo timido e lascivo, quando eravamo insieme, adesso non voglio neppure immaginare in che condizioni si trovi, sicuramente con gli occhi arrossati dal pianto e i capelli rovinati dal continuo soffio del vento.
L'espressione furiosa, affranta, addolorata, ma soprattutto iniettata di odio verso la persona che l'ha solo illusa, presa in giro per i suoi comodi, me.
Mi faccio schifo per questo, non sono un uomo, a questo punto è meglio ricredermi su Matteo, non penso lui possa farla soffrire più di quanto sia riuscito io con il mio silenzio, per aver taciuto una grossa verità.
Lo vedo solo di malocchio soltanto perché ovviamente ha preso il mio posto, è una cosa che auguro non succeda a nessuno quando si è ancora innamorati follemente dell'altra persona.
Alla fine non credo abbia qualcosa che non va, le mie sono soltanto le paranoie di un ex fidanzato geloso, comprensibile dal mio punto di vista ma non da quello di tutti gli altri.
È un'agonia, uno strazio ascoltare questi lamenti usciti direttamente da quell'organo propulsore di cui mi sono appropriato senza il suo consenso, sono un mostro.
Adesso non ho più dubbi, Matteo è davvero il ragazzo più adatto che possa farle dimenticare tutti questi dispiaceri, anche se non si fermerà di certo a qualche abbraccio o sfregamento di labbra, come ho fatto io nella realtà e non nella mia fantasia.
Getto la spugna, mi arrendo, non posso evitare che ciò non accada e non devo, soprattutto; è giusto che la consoli, basta che mi tolga dalla sua testa, per far cicatrizzare la ferita ancora aperta.
Adesso capisco cosa possa lontanamente aver provato Sofia -innamorata di me e pure incinta- nell'essersi resa conto di non essere più ricambiata, come se delle lame mi avessero trafitto la testa, che ancora pensa ciò che non dovrebbe e si ostina a dichiarare amore alla ragazza sbagliata.
I miei sentimenti dovrebbero essere verso quegli occhi verdi che a Marzo di un anno e mezzo fa mi hanno colpito, più degli lunghi boccoli biondi che le ricadevano con sinuosità sulle spalle.
Le palpebre colorate di strani colori tutti mischiati, le labbra di un bordeaux scuro e i denti chiari al contrasto, come la sua pelle: mi era parso un angelo, il più bello che avessi mai visto finora.
Di certo fisicamente mi ha colpito, e parecchio, ma allo stesso identico modo di molte altre ragazze, solo che loro non beneficiavano e non nuotavano nel lusso come lei, per questo a mia madre è parsa speciale e perfetta per il sottoscritto.
E anche se avevo iniziato più per fare contenta lei poi mi sono trovato bene, e sembrava davvero una relazione stabile la nostra, finché ho capito il suo vero carattere e che mi mostrava alle sue amiche come fossi un soprammobile acquistato a poco prezzo, un buon affare.
Potevo uscire solo ed esclusivamente con lei, mai da solo o in compagnia di chi volevo, e poi si è fatta più insistente e gelosa, fino ad arrivare a fare cose orribili al suo corpo, luogo che adesso ospita nostro figlio.
Malata di me come era le sarà costato parecchio assestare il colpo che avessi già un'altra e che fossi felice con la mia Valeria, ma Dio volle che lei rimase incinta durante il nostro ultimo rapporto, anzi, lo ha deciso lei questo.
E si è un po' scavata la fossa da sola, perché se fosse stata sola avrebbe sofferto sì molto, ma solo una volta, e poi non avremmo più avuto nulla che ci legasse.
Se invece l'avessi lasciata per davvero, in questo stato in cui riversa adesso, si sarebbe dovuta crescere il bambino da sola, che ogni giorno gli avrebbe ricordato il padre e lo sbaglio che ha commesso volutamente o meno di rimanere incinta, solo perché talmente innamorata di me che ha voluto per forza rimanerlo, con tutte le sue forze.
Si sa, quando una donna desidera qualcosa dal profondo dell'animo ci riesce sempre...
Io mi sento un assassino, più per quello che ho causato a Valeria che a Sofia a dire il vero, che mi ha incastrato e io sono stato talmente stupido da lasciarglielo fare.
Ma adesso in lei trovo un porto sicuro, e sono quasi felice di tutta questa storia, l'abitudine fa questo: ti fa amare qualcosa che in principio detestassi con tutto il cuore.
La mia vita non avrebbe più un senso senza quel figlio che mi diletterò a crescere, viziandolo come mio padre non ha mai potuto fare per mancanza di tempo per il suo lavoro, e sarà lui solo capace a far dimenticare il mio passato, nel bene e nel male.
Sono giunto alla conclusione che non rifletto mai abbastanza prima di agire, l'impulsività mi porterà alla morte, ne sono certo, se non fisica mentale.
Un tonfo mi fa trasalire, facendomi pensare che lo spettro di quella che un tempo è stata la mia fidanzata si sia messa nella stessa posizione in cui giaccio da qualche minuto, senza poter muovere le gambe.
Intrappolo il labbro inferiore tra i miei denti, per trattenere le lacrime di puro sfogo che vorrebbero fuoriuscire e riversarsi proprio davanti alla mia amata, per farle capire che non è l'unica ad essere in queste condizioni.
Soffro ugualmente, solo che per esseri veri uomini ci insegnano che non bisogna piangere davanti nessuna situazione, cretino chi dice questo, me ne frego di queste leggi del più forte.
Io piango perché ho perso tutto ciò che la vita di bello mi aveva donato, il mio unico amore: mai potrò cambiare le nostre sorti, ormai è andata così.
<<E come faccio ancora ad amarti dopo tutto quello che mi stai facendo...>> rivela, e io annuisco prontamente, sapevo che ancora prova qualcosa, non capisco però perché mi sono talmente intestardito da far diventare entrambi due fontane in piena, pronte per esplodere e non per formare un lago.
Resteremo separati anche dopo questo, io soffro perché non posso replicare ciò che dice, un mucchio di sciocchezze che sono destinato ad ascoltare in silenzio senza aprir bocca, perché non ho il diritto di fiatare e contraddirla anche adesso.
<<Perché mi hai fatto questo?>>
Silenzio, non mi azzardo nemmeno a respirare, anche volendo non saprei che dire per scusarmi, non esistono parole in grado di quantificare la mia vergogna per averla trattata come non merita.
Io che ho fatto piangere una donna mi definisco ancora un uomo?
<<Io... non lo merito>> dice, e io mi giro poggiando la mano aperta sulla porta, come per sentire il suo calore attraverso, oppure per farmi trasmettere un po' della pazienza e voglia di continuare ad andare avanti che ha avuto lei non so come.
Me ne servirà tanta, troppa con Sofia, dovrò fingere di voler stare con lei e aver dimenticato invece la bella straniera che quel giorno è salita sul mio autobus, dal quale poi non avrei più voluto fare scendere perché divenuta indispensabile.
<<Sei stato tu a lasciarmi, io non ho fatto nulla.>> Ancora lacrime versate per un patetico codardo che non le merita.
<<Tienile per te, ti prego, almeno queste non le lasciare nelle mani di un traditore...>> avrei voluto urlarle.
Boccheggio, esausto di questa situazione, creatasi solo a causa mia, un'altra volta.
<<Incontrarti è stata la cosa peggiore della mia vita, e lo sappiamo entrambi.>> ammette, mentre io stringo la mano a pugno fino a far cambiare colore alle nocche.
Mi giro posando la fronte sul legno freddo, dove vorrei sbatterla fino a perdere conoscenza e dimenticare tutto, ma tanto anche se la mente scordasse ci sarebbe il cuore a ricordarmi le angherie che ho costretto a patire a chi mi ha voluto bene.
Chiudo gli occhi in due fessure e prego che tutto questo finisca al più presto, emettendo a fatica dei respiri mozzati e cacciando indietro le lacrime.
<<È solo colpa tua, te la sei cercata>> mi ripete la coscienza, sbuffando per quanto mi trovi ridicolo in questo momento.
Niente, è sempre più lancinante, doloroso come un incontro di box finito male, per me, perché è questo che sto subendo, la sconfitta di averla perduta per sempre, così come la mia integrità.
<<Non dovevo essere ingannata, trattata come una principessa per poi sprofondare diventando solo un'inutile ragazzina di seconda scelta, potevo essere solo un'amante per te>> mi ricorda quella proposta che tutt'oggi l'ho creduta l'unica soluzione, se solo avesse voluto accettarla.
Ma lei non è così, non come le ragazzine pronte a tutto per farsi calpestare la dignità dal ragazzo che amano, solo per renderlo felice ed esserlo anche a loro volta, piuttosto preferisce soffrire una sola volta e tentare dopo un'altra strada, magari troverà quella giusta, senza più piangersi addosso.
Ma la felicità è qualcosa di astratto ed estremamente soggettivo, che dura poco, a volte solo un battito di ciglia, e non è necessario avere un partner affianco per esserlo.
Basterebbe fare ciò che si vuole, da una semplice passeggiata a un viaggio verso una destinazione a piacere, non è importante avere l'amore o essere supportati da qualcuno, avere l'appoggio di una persona a cui si vuole bene.
L'importante è volerlo davvero, interessandosi solo di se stessi e non di chi ti circonda, nel bene o nel male.
Dopo aver anche urlato di odiarmi, essere lasciata in pace una volta per tutte e che avrebbe preferito non avermi mai conosciuto, sento un rumore sordo proveniente dal mio petto, e questo mi costringe a sbarrare gli occhi per rendermi conto della dura realtà.
Sono riverso a terra, con le ginocchia alzate e i capelli grondanti di goccioline d'acqua che imbrattano il parquet, andandoci a finire insieme pure alcune lacrime che mi sfuggono e non posso evitare di trattenere ulteriormente.
Il cuore si è frantumato, e mai come ora mi sono sentito una nullità, un essere umano capace solo di far soffrire chi della sua specie, neanche un animale arriverebbe a tanta crudeltà.
<<Devi lasciarmi fare una vita con chi voglio... adesso sto piangendo ma non per te, bensì perché il mio ragazzo è partito, sono per lui queste lacrime, è lui che mi manca>> Un altro duro colpo da sopportare, che trafigge dritto la mia anima.
E se questo lo credevo tutto mi sbagliavo di grosso, perché una voce mi fa saltare in aria.
<<Chi è che odieresti?>>
Oh cazzo, è Sofia, sono fottuto.
Adesso sì che la mia vita è finita, questione di secondi e perdo anche lei, e soprattutto mio figlio.
Sono un grandissimo coglione che non si accontenta mai di ciò che ha ma anzi, pretende sempre di più fino a quando non sarà felice di aver perso tutto, come succederà a breve.
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Spazio autrice
Hola lettori che siete rimasti 😆 sì, perché siete rimasti in pochi e mi dispiace solamente di farvi aspettare sempre così tanto, ma la scuola come ben sapete la sto odiando e non vedo l'ora arrivi l'estate solo per non svegliarmi tutti i giorni molto prima dell'alba! 😬 a voi le impressioni, questo Alessio è pieno di sorprese, un sognatore ad occhi aperti niente male, non è vero? Quando ha immaginato tutta quella scena con Valeria, spero solo di non essere caduta sul volgare ma hey, quando ci vuole ci vuole 😂 e Alessio è stanco di aspettare inutilmente, si sente in gabbia e difatti lo è, ha tutto il diritto immaginare ciò che voglia 👏🏻 lasciate delle stelline ✨ e dei commenti se vi va e noi ci vediamo al prossimo capitolo, bye bye 😍
~Sabrina~ ❤️
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