Capitolo 21
Sofia's POV
Mi infondo coraggio, levandomi in piedi dopo un'infinità di tempo a fissare il vuoto, lo stesso che aleggia nel mio spirito, o quello che ne rimane.
Il mio petto adesso è peggio del deserto del Sahara, completamente spoglio e privo di alcuna emozione positiva, il cuore batte, ma contro la mia volontà.
Sarebbe meglio che si arrestasse ora, così non farei più parte di questo mondo fatto di ingiustizie e minacce da chi è più grande e dunque va ascoltato, ed io devo obbedire senza oppormi.
Non c'è da stupirmi delle mie stesse incresciose e assurde constatazioni, da quando mi hanno costretta ad intraprendere questa vita fatta di inganni e menzogne, la penso in questo modo.
Soprattutto per Cinzia, che mi ha resa protagonista del suo piano sulla più grande balla dell'universo, quella che aspetto un figlio.
Già mi risulta difficile dimostrare dei sentimenti che non provo più verso Alessio, ma su questo potrei pure sorvolare e fare finta di nulla, ma affermarmi in dolce attesa è tutt'altra questione che non va presa alla leggera.
Il mio cuore è diviso a metà, una parte sta soffrendo perché sa che devo rimanere con lui, che nonostante possa farmi solo del bene con la sua solidarietà e volontà che impiega per formare una famiglia e averla unità, non è ciò che voglio o, almeno, questo era un desiderio di diverso tempo fa, che avrei voluto realizzare quando ancora ero ignara dei piani malefici di mio padre ed ero follemente innamorata di questo ragazzo.
L'altra parte di questo piccolo e fragile organo, invece, avrebbe tanto voluto seguire Matteo, tentando in ogni maniera di fargli cambiare idea e rivalutare la sua decisione di partire per poi tornare e prendersi Valeria, in un modo insano oserei definire.
Non può mica costringerla se anche lei non lo vuole, ma d'altronde è tanto sicuro dei suoi metodi persuasivi che nemmeno riflette l'ipotesi che possa essere rifiutato, ciò che meriterebbe dopo come mi ha trattata.
Ed io come una scema ho accettato il suo volere, senza lottare fino alla fine per il mio vero amore, perché so che non ricambia e sarebbe stato tempo sprecato, e per questo mi ripeto che ho fatto la scelta più giusta.
Al contrario, però, ho creduto che ascoltare la voce tentatrice della madre del mio ragazzo sarebbe stat la soluzione migliore, il mio unico appiglio per salvare l'insalvabile ed evitare la rottura sicura.
Ma quella donna, però, non ha avuto alcuna pietà del figlio, prendendolo in giro come se fosse una cosa di poco conto su cui poterci benissimo mettere una pietra sopra e dimenticare, senza sensi di colpa.
Certo, quelli li ho io, lei se ne è lavata le mani mollando tutto a me, è stata solo la mente ed io il braccio che esegue ogni logica insensata per questa folle impresa.
Chissà, tra qualche mese avrà già scordato questa violenza psicologica che ha inflitto a quel caro ragazzo, ignaro della cattiveria di entrambe e dove ci siamo potute spingere per ottenere ciò che vogliamo.
Come può anche solo esserle venuto in mente?
Non capisco come riesca ancora a guardarlo negli occhi dopo ciò che gli ha fatto, è inconcepibile come possa abbracciarlo senza rivelargli tutta la verità quando il suo sguardo è triste e cupo per un motivo ben preciso, che lei stessa conosce e ne è la causa.
Possiamo nasconderlo e non farci caso, ma si vede che tra me e Alessio non c'è amore, né felicità nei gesti che compiamo meccanicamente.
È rimasto solo il rispetto, e anche l'affetto, almeno da parte mia perché so che lo sto costringendo a sposarmi sotto ricatto morale, ma quello che lui sconosce è che lo sono anch'io.
Mi sento oppressa, in gabbia, un peso per i miei genitori di cui potrei liberarli soltanto andando via di casa e dandogli ciò che aspettano con fremito.
Tutta questa idea del bambino, che non gliel'avrei mai fatto vedere se ci fossimo lasciati, è stata concepita da sua madre che conoscendo il suo punto debole, ovvero il buon cuore e senso di dovere, l'ha tratto in inganno.
Sa che non si sarebbe comunque tirato indietro da questa enorme responsabilità che comporta diventare genitore, senza bisogno di dirgli così, anche se forse avrebbe potuto pensare di fare il padre a distanza dalla sottoscritta, senza necessariamente essere una coppia, e a me è solo quello che interessa.
Devo sposarlo, per prendermi ciò che ha da offrimi, ed io in cambio dovrei donargli l'emozione e la gioia di avere un figlio tra le braccia, il sangue del tuo sangue.
Il suo pregio più grande è probabilmente l'aver accettato questa gravidanza senza discutere troppo sulle condizioni in cambio, seppur sia stata esposta per lo più come minaccia.
Certo, avrà sicuramente delle considerazioni non del tutto piacevoli, ma se lo tiene soltanto per sé, e forse lo preferisco, meglio rimanere ignara delle brutte cose che potrebbe dire sul mio conto non conoscendo la verità.
Anche se in fin dei conti non sarebbe nemmeno capace di una cosa del genere, non con la madre di suo figlio: un attimo prima potrebbe anche dirmene di tutti i colori e il momento dopo essersi già dimenticato tutto perché riflette.
Mi odierà per avergli impedito di stare insieme la sua amata, quella che gli illumina il viso al mattino appena sveglio e ripensa prima di andare a dormire, ma d'altronde è altrettanto sicuro che non appena partorirò proverà le stesse emozioni a vedere il nostro bambino.
Pensa possa anche farne almeno di questo tipo di amore, verso una donna, basta avere quello incondizionato verso il figlio per avere tutto dalla vita, ed io lo penserei davvero se mi trovassi al suo posto.
Di un uomo non me ne faccio nulla, quelli vanno e vengono, ma la creatura che hai dato alla luce tu, che hai fatto crescere anche da sola e con le tue forze, quell'affetto e riconoscenza di tornerà indietro e ti riappacificherà con tutti, anche con chi credevi tuo nemico.
Se era vero non mi sarebbe interessato neanche dell'amore, ma d'altronde a mio padre non interessa quel sentimento ma solo il denaro, è per lui che sto facendo tutto questo, non lo devo affatto dimenticare.
È a causa sua se mi trovo con due piedi in una scarpa, sempre in bilico e con l'ansia che possa lasciarmi da un momento all'altro, se solo Alessio faccia prevalere l'amore alla razionalità.
Sospiro, sentendomi angosciata e triste anche se non ne ho motivo, sta andando tutto secondo i piani.
La cosa che mi affligge è che i due sentimenti che ho citato prima, quello verso un figlio e l'altro per il partner, anche se volendo non possono essere messi sullo stesso livello, sono differenti e importanti ad egual modo, donano emozioni belle e indescrivibili del tutto diverse però.
Quel povero ragazzo dovrà pazientare ancora altri tre mesi per ritornare con la sua sua ragazza, quando ognuno sarà libero per la sua Strada.
Dopo neanche una settimana di nozze chiederò il divorzio al contrario di ciò che si sarebbe aspettata Cinzia, che crede ami suo figlio a tal punto di mentirgli pur di rimanerci.
Il suo piano era tutt'altro, e lei sta facendo davvero di tutto affinché diventi sua nuora, solo io sarei quella perfetta, agiata e benestante come la loro famiglia, sì, una volta.
Se solo scoprisse ciò che mio padre ha in mente, penso non vorrebbe più vedermi nemmeno in fotografia, perché lei ha riposto in me totale fiducia, ed io la sto pugnalando alle spalle non dicendole le mie vere intenzioni.
Ma non devo sentirmi in pena, sta facendo esattamente lo stesso con il sangue del suo sangue, io in fin dei conti sono un'estranea però mi sta aiutando, si accontenta in questo modo e vedere il figlio angosciato e con la testa tra le nuvole quando si parla del nostro futuro.
Non abbiamo ancora organizzato un bel nulla, eppure abbiamo i giorni contati e a lui sembra non importare, dovrò sbrigarmela da sola con i preparativi, insieme mia suocera che di certo non si tirerebbe mai indietro pur di darmi una mano d'aiuto.
Dovrò stare ben attenta quando sceglierò il vestito, non troppo stretto alla vita da evidenziare il pancione che non avrò e invece dovrebbe crescere a vista d'occhio.
Utilizzerò ogni tipo di scusa per evitare di farmi vedere privata dei miei abiti, per ora ho altri due mesi di libertà per fortuna, a Dicembre dovrò fare più prudenza perché qualcosa dovrebbe cominciare già a vedersi esteticamente.
Spero che queste settimane passino più lente e sereni possibili, perché devo riflettere bene a come comportarmi in seguito; quella donna infima e senza emozioni ha lasciato tutta la parte difficile nelle mie mani, devo gestire questa situazione da sola nei dettagli, e sono questi che se non studiati bene possono farmi scoprire.
Io dovrò solo sorridere fintamente a loro due, nonostante Cinzia abbia fatto molto per me andando pure a pensare di trarre in inganno Alessio, fuorché ci veda sposati il prima possibile, e questo enorme favore, seppur crudele e ingiusto nei confronti di tutti, mi è stato di grande aiuto per non perderlo e vederlo tra le braccia di Valeria in men che non si dica.
Sarebbe successo l'impensabile se solo non fosse intervenuta la cattiveria che scorre nelle vene a quella donna, mentendogli senza pietà, dimenticando chi fosse e trattandolo come uno sconosciuto che non le importa della sua felicità, ma solo che adempia ai suoi doveri.
Se rifletto bene mio padre non l'ha neppure presa bene questa notizia della gravidanza prima delle nozze, sembra quasi perché ci tenga a me e quindi non si aspettava un simile comportamento, invece l'ha fatto solo per farmi pesare ulteriormente la sua disapprovazione, perché nessuno sospetta il contrario.
L'unica mente diabolica è quella della madre dell'uomo che metterà la fede al mio anulare, sigillando un patto ed esponendo ad alta voce delle promesse che io stessa non ci tengo a mantenere, per il nostro bene.
A me non frega nulla del giudizio della mia famiglia, hanno una concezione della vita troppo antica, e poi vorrei ricordare al dittatore che si trova in casa mia, che è stato lui a costringermi a starci insieme, e questo era l'unico modo rimasto per tenermelo stretto, per volere suo.
Altrimenti non avrei retto le sue urla e lamentele, così la cosa sembra essere più semplice, l'importante per lui è ottenere dei soldi in prestito che poi non restituirà mai.
Sono entusiasta nonostante tutto che lui pensi abbia bruciato le tappe, un torto per un torto caro papà, in cambio di ciò che esigi dovrai accettare di diventare presto nonno.
Un risolino sfugge dalle mie labbra, non potrebbe mai essere una persona affettuosa, nemmeno con i nipoti, non è portato per questo mestiere.
Perché sì, i nonni quando vanno in pensione fanno davvero di tutto, accompagnano i bambini a scuola, li vanno a prendere se si sentono poco bene, ogni mattina di estate li portano a mare per divertirsi, gesti che lui non potrebbe mai riuscire a compiere.
Lui brama talmente tanto allungare le mani nelle tasche di mio marito che tutto il resto non conta, non sa più come comportarsi nemmeno con quest'ultimo, si è contraddetto da solo quando Alessio gli ha chiesto la mia mano.
Ha subito accettato nonostante quando gliene avessi parlato io non credeva mai mi avrebbe presa in moglie, anzi, pensava se ne sarebbe scappato insieme alla fortuna che lui sente già sua, ed è questo che gli avrebbe arrecato dolore, non che sua figlia fosse diventata una madre single.
Già Alessio con il solo pensiero di diventare padre gli si forma un sorriso spontaneo sul viso sereno, e in fin dei conti non sta nella pelle per questo, infatti sarà più propenso a sborsare ciò che il padrone della mia esistenza gli chiederà, nascondendosi dietro una maschera di gentilezza.
Ottenuto ciò che vuole non avrà più niente da obbligarmi, potrò fare quello che voglio, o se la testa mi gira venendomi strane idee, mollerò tutto prima scappando dalla Sicilia, mi va bene andare in un qualsiasi altro posto lontano da tutti dove sarò solo una sconosciuta, e non la figlia di Giuseppe Messina, l'ormai ex pediatra stimato.
Per non essere rintracciabile butterò il mio telefono nel primo mare che incontrerò camminando e girando come una vagabonda, dopo aver lasciato la casa coniugale con le mie valigie pronta per una nuova avvenuta che sono sicura potrà essere migliore della vita che ho vissuto finora.
Prenderò il primo autobus per andare dove il vento mi porterà, dato che non ho mai perso La Strada per la Speranza, e questa mi guiderà verso nuove emozioni.
Sarò accompagnata solo da sospiri finalmente sereni e da sorrisi sinceri a trentadue denti, rivolti non più ad un uomo ma a me stessa.
Potrò guardarmi allo specchio senza sentirmi un mostro, annunciando entusiasta di aver lasciato il peggiore criminale che abbia mai incontrato in quella casa dove sono nata e cresciuta.
Sono maturata in fretta e già a neanche vent'anni me ne sento il doppio alle spalle, ma non importa, perché da quel giorno potrò sfruttare ciò che ho appreso da sola osservandomi attorno, e sopravviverò a qualsiasi evenienza non ritornando più indietro.
Non romperò più la quiete di nessuno, possono fare tutto ciò che gli pare e non dovranno dar conto ad una povera pazza che non dicendo nulla è fuggita, senza nemmeno dare l'addio alla sua famiglia.
Non vorrei separarmi da Alessio per non tornare ad usare il mio cognome, solo perché è lo stesso di quell'uomo che mi ha costretta a scappare come una ladra dalla terra che mi ha vista andare avanti e farmi forza senza l'ausilio di nessuno.
Eppure dovrei odiarlo a tal punto di andare all'anagrafe per crearmi una nuova identità, poiché ogni volta che lo pronuncio mi ricorda lui, facendomi salire su per la gola un rigurgito già pronto per essere rigettato sul pavimento.
Mi sceglierei addirittura un altro nome per non poter essere mai riconosciuta da chi ha fatto parte del mio passato, ma non posso perché so che è l'unica cosa che mia madre abbia mai potuto scegliere nella sua vita, ed io me lo tengo stretto.
Non si è mai potuta opporre a nulla, follemente innamorata ha acconsentito sempre a tutto ciò che ordinava suo marito, obbligata anche ad essere sua complice per qualsiasi cosa.
È sempre stata dalla sua parte, appoggiandolo nelle decisioni -sbagliate o giuste che siano- che lei non condivideva, ma per il bene della famiglia ha cercato di andare d'accordo e così ha ricevuto l'affetto e la fiducia incondizionata di mio padre, la sua approvazione.
La sua scarsa autostima l'ha portata a volersi sempre fare accettare da tutti, è per questo motivo che io ho creato un personaggio parallelo al mio, per non essere sfruttata e subire le sue stesse torture psicologiche da nessuno.
Ed io sono dovuta rimanere forte, avendo il doppio del coraggio che lei neanche si sarebbe sognata di possedere, ho quello di entrambe.
E dire che quell'uomo l'ha pure plagiata e messa contro la sua stessa figlia, la sua prima e vera gioia che avrebbe dovuto avere ogni priorità, sempre.
Mamma non si è mai accorta di trattarmi con indifferenza, perché ormai è diventata una cosa assolutamente normale rivolgermi la parola solo quando necessario, in modo freddo e distante, mai caloroso.
Questo suo progressivo allontanamento mi ha costretta a rimboccarmi le maniche e fare tutto da sola, senza chiedere consiglio su nulla.
Anzi, almeno ha tentato di calmare papà quando ho rivelato di essere gravida, perché stava già dando di matto, ma lei gli ha ricordato che pure loro hanno messo su famiglia molto presto, quindi non sarebbe dovuto essere un dramma come ha fatto credere.
Hanno messo in primo piano i sentimenti, al lavoro ci hanno pensato dopo, forse perché mio padre amava davvero la donna che gli ha donato due figlie, in un modo sano e non malato.
La sua gelosia per tutto l'ha portato ad essere il capo, una figura rigorosa ma non in senso positivo, come se tutto ciò che ci sia in quella casa gli appartenesse, noi inclusi.
Sofia deriva dal greco e significa sapienza, saggezza, e spero con tutto il cuore di rispecchiare e saper portare a testa alta questo nome che mi è stato assegnato alla nascita, un giorno riscattando mia madre e perdonarla di tutti i suoi errori passati, se solo se ne pentirà sul serio.
Non gliene faccio una colpa, sarei pronta ad accettare le sue scuse in qualunque momento, ma so che cosa più difficile e improbabile non esista al mondo, dopo vent'anni che ci sta insieme non sembra essere infastidita più di tanto di questo atteggiamento, quindi che se lo sopporti per un altro po', finché non aprirà gli occhi capendolo da sola.
È molto più facile che io mi risollevi, avendo a breve la spensieratezza e la pace interiore che merito, ma non che lei muti i suoi sentimenti indirizzandoli alla sottoscritta, che sono sangue del suo sangue.
Mi ha tenuta in pancia per nove mesi, mi ha fatta venire alla luce ma non si è mai presa cura -come avrebbe dovuto fare- di quella neonata che allora era indifesa, nelle mani della vita, avendo qualche accortezza in più, magari.
Quel viso così simile al mio perché siamo due gocce d'acqua, gli stessi occhi verdi che non brillano più e forse non l'hanno mai fatto da quando ne ho memoria.
Se erano lucidi era perché probabilmente aveva pianto, e non certo di gioia, ma per l'oppressione psicologica cui era sottoposta; adesso non più, non se ne rende conto, è diventata la sua quotidianità.
Mai un fievole sorriso speranzoso nei miei riguardi, come se volesse dirmi che non aveva stima, né fiducia verso quella bambina intelligente e spigliata a scuola con i compagni, ma taciturna a casa.
Perché io avevo già capito tutto, dovevo interpretare la parte della ragazza che se ne fregava del giudizio della gente ma che anzi, era la prima ad insultare, solo per difesa psicologica, come se volessi dimostrare ai miei familiari che non ero stupida ma mi sapevo fare rispettare.
Una carezza, neanche una sola carezza ho mai sentito sulla mia pelle da parte dei miei genitori, per conforto dalle paure, semplicemente ero e gli sono indifferente, mai neanche un ceffone quando sbagliavo, bastava uno sguardo pieno di rabbia per far tacere tutte le mie mosse e intenzioni.
Le lacrime sgorgano come fiumi in piena a questi ricordi veramente orribili, ed io vanamente cerco di asciugarli con il dorso della mano, mentre a passo lento mi dirigo dove ho lasciato la macchina parcheggiata, ma una scena cattura la mia attenzione, strappandomi il cuore.
Su una panchina giace una donna che tiene tra le braccia qualcosa, sostiene un gracile essere, stringendolo con tutta la sua forza come per proteggerlo da ogni male.
Mi avvicino cautamente per non spaventarle, notando meglio i loro aspetti trasandati e l'amore che prova questa madre verso la figlia, chi non lo vedrebbe, se accorgerebbe anche un cieco.
Questa bambina tra le sue braccia è al sicuro, nonostante vivano per strada come vagabondi non gli manca la cosa più importante, i sentimenti, quelli ce li hanno e lo dimostrano benissimo, facendomi venire un moto di invidia.
A che serve avere i soldi e tutto il resto se poi la cosa fondamentale non esiste?
Avrei preferito fare la loro vita, ma almeno con dignitosità e affetto reciproco, perché sono sicura non si separerebbero per nulla al mondo, piuttosto muoiono di fame, ma non si allontanano.
Ed io le fisso con ammirazione mista allo stupore, per il coraggio che ha avuto questa signora per affrontare tutto questo con la consapevolezza di non essere sola, ma avendo la responsabilità di una creatura innocente.
Un brivido passa lungo la schiena, facendomi drizzare e uscire dalle labbra un verso confuso, quasi come se volessi prendere parola non ci riuscissi, non saprei che dire.
La donna alza il capo avendomi vista a pochi centimetri da lei e come se nulla fosse lo riabbassa, come se sapesse di essere invisibile agli occhi di tutti.
La guardo sbigottita, indossa dei vestiti sgualciti, larghi e tutti colorati, che non si possono definire tali perché sono dei leggeri veli che solitamente si usano come parei per andare al mare, che ricoprono a stento le sue forme molto abbondanti, al contrario della costituzione magra e scarna che mi sarei aspettata tuttavia.
La gravidanza ti cambia totalmente, ed io sono più che convinta che non vorrò mai averne alcuna, perché qualcosa mi dice che potrei finire nella sua stessa situazione.
La bambina invece è magrissima, sembra di vedere uno di quegli spot pubblicitari dell'Africa, dove come protagonisti ci sono i bambini malnutriti, ma averla davanti gli occhi cambia tutto.
Il vestitino di cotone che indossa le va largo, potrà avere pressoché due o tre anni, anche se sembrerebbe molto più piccola a causa della corporatura esile.
Ma io ci metto la mano sul fuoco che sua madre faccia di tutto pur di garantirle un pasto al giorno, togliendosi il pane da bocca, come diceva mia nonna.
È l'unica gioia che le è rimasta, magari sarà sbarcata qui in Sicilia da qualche paese in guerra, e durante il viaggio avrà perso il marito, lei è tutto ciò che le rimane, la luce dei suoi occhi.
Con le mani asciugo i miei che, assistendo a questa visione, non hanno resistito dal trattenere altre lacrime da versare, sono riuscite a colpirmi dentro, davvero.
La povertà arriva a livelli sovrumani, chissà che storia avrà da raccontare questa forza della natura che vive solo per questa creatura che tiene in braccio cercando di farla addormentare e tranquillizzarla che tutto si sistemerà.
Tutte Speranze al vento, frasi ripetute per incoraggiamento.
Quando la vista si fa più nitida riesco a frugare nella mia borsa e nel portafogli trovo l'ultima banconota da cinque euro che mi è rimasta, sapendo che in questo modo ho finito tutti i miei risparmi.
Ma non importa, questa fanciulla dalle iridi sicuramente scure e profonde ne ha bisogno più di me per poter crescere sana e riscattare la madre, un giorno, facendola vivere dignitosamente con un tetto sotto la testa e un pasto caldo a pranzo e cena.
Allungo la mano ma la donna, spaventata dall'improvvisa intrusione e gesto che ho compiuto, arretra spostandosi, teme possa causarle altro dolore, come se non stesse già soffrendo abbastanza di suo.
Gesticolo in modo da farle intendere che non cerco nulla da loro, anzi, vorrei contribuire ad aiutarle con questi miseri spiccioli con cui non potranno fare molto, ma è già un inizio.
Un sorriso a trentadue denti si allarga sul suo volto, apparendo molto più solidale e illuminato, come se avesse ricevuto chissà cosa.
Con la testa annuisce prontamente, facendo muovere le centinaia di treccine in cui è racchiusa la sua chioma voluminosa e scura più della sua pelle.
<<Dankie, dame>> dice, con voce che le si spezza per il pianto, però di gioia.
Non capisco cosa voglia dire ma non posso evitare di sorridere a mia volta, commossa per questo atteggiamento riconoscente, non ho fatto nulla di straordinario.
Un giorno non molto lontano ho paura di esserci io al suo posto per colpa di mio padre, rimanendo senza una casa, e sono sicura che se Alessio non dovesse più sposarmi per qualche assurdo motivo io finirei sul lastrico.
E se così dovesse accadere vorrei tanto che qualcuno facesse lo stesso gesto nei miei confronti, lo apprezzerei almeno con la metà dell'entusiasmo di questa signora che ha trovato il modo di sfamare quell'angelo, ignaro dei problemi che ogni giorno è costretta ad affrontare la madre per tentare di sopravvivere.
Almeno io sarò sola, senza nessun'altra vita a mio carico, ed è meglio così, non sarei così forte da riuscire a sopportare tutto questo.
<<Thank you, madam>> parla in un inglese ostentato, facendosi capire.
<<What she's name?>> chiedo, indicando la bambina e lei subito recepisce la mia domanda rispondendo con vigore.
<<Radhiya.>> Sorride, orgogliosa, come può esserlo solo un madre.
Quanto avrei voluto avere anch'io una figura del genere nella mia vita, mi sarebbe stata di grande conforto morale, affrontando tutto insieme si può vincere.
<<And you?>> domando ancora, curiosa di rimanere qui a conversare ancora per ore e ore, almeno posso essere me stessa e non fingere la parte della fidanzata gelosa con Alessio.
<<Taariq.>> Sembra sorpresa del mio interessamento.
Certo, nessuno le si avvicina sicuramente, da piccoli ci hanno sempre insegnato che non bisogna mai dare confidenza agli sconosciuti, ma in questo caso è diverso.
<<I'm Sofia>> mormoro, prima di sparire perché non riesco più a contenere le mie emozioni dentro.
Il cuore batte forte contro la gabbia toracica, sempre di più, rischiando di esplodere da un momento all'altro, ma non ne capisco il motivo.
Delle goccioline di sudore imperlano la mia fronte sempre asciutta, e per un momento mi sento mancare il respiro e l'equilibrio.
Sto sprecando la mia vita.
Qualcosa rimbomba nella mia mente, qualcosa che non ho mai provato, la voglia di aiutare davvero qualcuno in difficoltà, e ne è la conferma la frase di rimando della donna che ascolto da lontano.
<<Thank you, Sofia!>> urla, e per la prima volta mi sento utile, non ero mai stata ringraziata ed è soddisfacente.
Tiro un sospiro sentendomi libera da tutte le oppressioni, per un attimo che sembra eterno; è stata un'esperienza unica e bellissima l'opportunità che mi è capitata, perché per la prima volta mi sono vista io stessa una brava ragazza che aiuta il prossimo, perché finora l'ho sempre e solo stroncato.
E dovrò continuare a farlo, senza pietà, altrimenti non otterrò ciò che aspetto con ansia, la tanta amata speranza di vivere lontano da qui senza alcun legame.
Quando la vista si fa più nitida parto, volendo solo andare a trovare il mio fidanzato per vedere come sta, magari riuscirà a calmare i miei singhiozzi incessanti senza una motivazione, quella scena ha scaturito qualcosa alla mia anima di davvero insolito.
Ma io so a cosa è dovuto questo scombussolamento interiore, soltanto allo stress accumulato negli ultimi giorni, perché da che sono stata venerata e soprattutto desiderata come una vera donna, Matteo mi ha fatta cadere, senza avere l'accortezza di chiedere se mi fossi fatta male, e non mi ha rialzata.
L'ho dovuto fare da sola, come ogni cosa, e la soddisfazione è sempre immensa per questo.
Arrivo a destinazione e scendo dall'auto senza neppure darmi una sistemata, diretta al piccolo cancello in ferro che impedisce di arrivare direttamente dal mio amato, esattamente come un muro mi blocca e impedisce di farmi avanti dichiarando le vere intenzioni che mi spingono a rimanerci ancora.
Scaccio queste riflessioni inadatte per ciò che sono venuta a fare, e dalla mia postazione scorgo una figura, che giace seduta a terra sulla soglia dell'entrata.
Sbarro gli occhi appena distinguo Valeria in preda alla disperazione, peggio di me poco fa; sembriamo quasi gemelle, due simili e opposti, due facce della stessa medaglia, perché anche se non ci crederebbe mai se glielo dicessi anch'io sto soffrendo, tanto quanto lei, per un amore non corrisposto per cui non ho la minima chance a differenza sua.
Quella ragazzina ha ben due che le corrono dietro, e non devo dimenticare che è a causa sua se Matteo mi ha rifiutata perché ne è innamorato -anche se lo dimostra in modo strano-, non devo farmi commuovere da questa surreale scena a cui stavo per abboccare.
Sarò senza sentimenti quando la caccio via, non capisco nemmeno cosa ci faccia qui, potrebbero vederla e sentirla i vicini, ed io non voglio diventi uno scandalo sulla bocca di tutti.
Dovrò ritornare con il cuore di pietra, lasciando da parte la buona azione appena compiuta e il senso di gratificazione che ha avvolto il mio spirito, sono ormai solo un lontano ricordo che custodirò per sempre ma non rivelerò mai a nessuno.
Devo fare qualcosa per fermarla, e al più presto, prima che Alessio esca e la prenda con sé consolandola con un lungo bacio sotto i miei stessi occhi increduli.
Mi posiziono davanti l'unico ostacolo che ho davanti, spingendolo in avanti ma con scarsi risultati, il cancello è chiuso e non so come passare.
Una brillante idea si fa spazio nella mia mente, ricordandomi di avere una copia di questa chiave da qualche parte, sia lodato il giorno in cui Cinzia me la diede.
Non devo avercela con quella donna, in fondo mi ha salvato la vita con questa menzogna, è a lei che devo la tranquillità apparente di mio padre, sapendo che presto potrà prendersi tutto ciò che vorrà senza neppure chiedere il consenso, perché gli spetta.
Un verso di disgusto mi fa contorcere il viso, mentre più rapidamente possibile torno nel mio mezzo iniziando a frugare tra le cose, dentro il cruscotto e perfino per terra sotto ai sedili, dove per fortuna trovo ciò che aspettavo.
Con una velocità immane e con dita tremule, faccio qualche giro da ambedue i versi, finché uno scatto mi avvisa che sia quello giusto e mi consente di farmi strada lungo il giardino.
L'erba sotto i tacchi non è il massimo, ma me ne infischio altamente, correndo e rischiando di inciampare, il male fisico non mi fa più paura.
Non temo più nulla dopo ciò che ho passato, nemmeno che Valeria mi riveli apertamente che ama ancora Alessio, già so perfettamente non abbia mai smesso, fingendo di volere un altro solo per non destare sospetti.
Le sembro così cretina?
Per lei è una messa in scena, una presa in giro quella di Matteo, e lui neanche se ne rende conto, anzi, forse sono fatti davvero l'una per l'altro, bugiardi entrambi.
Nonostante Matteo sappia che Valeria dopotutto ha occhi solo per il mio ragazzo, lui insiste che non sia così, peggio di lui, negare l'evidenza è il male peggiore che una persona possa procurarsi da sola.
Se solo Valeria dovesse permettersi di aggredirmi verbalmente, dicendo che riuscirà a portarmelo via, io non mi starò zitta e buona, devo rimanere pur sempre calma perché so non accadrà almeno finché non lo deciderò io, ho questo piccolo potere tra le mani, l'unico che mi è rimasto e posso gestire a mio piacimento.
<<È innanzitutto colpa sua se mi trovo nei guai.>> Sforzo di ricordare, per far uscire la parte peggiore del mio essere, senza intenerirmi dalle sue lacrime sofferenti, le stesse che ho versato anch'io per la persona che farà di tutto per essere ancora il suo ragazzo.
Patetico, farei un video di come si dispera per poi mandarglielo, tanto per fargli capire che non è il centro dell'universo come crede, c'è a chi non frega nulla di lui.
Non lo faccio solo perché ho bisogno in qualche maniera di tenere occupata Valeria quando sarà tutto pronto per il grande evento di Dicembre, con Matteo affianco non potrà fare cazzate per impedire le nozze.
Saranno troppo occupati ad esplorarsi come ha fatto con me, togliendole dalla testa qualsiasi ragazzo a cui stava pensando prima di unirsi a lui.
E non so se esserne felice per questo oppure piangermi addosso come sta facendo lei, o come ha fatto dato che ha lasciato spazio solo alla rabbia, tutta la crudeltà delle parole che lancia al vento non posso ignorarla, e questo mi rasserena.
Vorrebbe più non averci a che fare con il mio fidanzato e sono sicura farà di tutto per riuscirci, perché se qualcuno dovesse accorgersi che c'è qualcosa di strano, un legame insolito che li unisce, io sarò etichettata come la sposa cornuta tradita prima del matrimonio, e l'idea non mi alletta per niente.
Preferirei finire sul giornale piuttosto che sulla bocca di mezza città, almeno quelli non li legge più nessuno, mi devo preoccupare solo di internet perché lì le notizie girano velocemente, ma non altrettanto rapide come le bocche delle pettegole esperte, che fanno questo di mestiere da quando hanno imparato a parlare.
Sospiro spazientita di questa assurda commedia, è ora di farla finita, rompendo ogni dialogo che si fa da sola, interrogandosi sul perché Alessio abbia scelto me a lei.
<<Non sai quanto avrebbe voluto fare il contrario...>> vorrei confessarle, solo per far tacere le sue urla che stordiscono la mia mente.
Invece non posso, devo farmi detestare più di ogni altra cosa, così solo andrà tutto secondo i piani, odiando me automaticamente mollerà la presa pure per il mio fidanzato, lasciandolo libero di farsi la sua vita.
È dura sapere di essere arrivati secondi, peccato che io lo sono sempre stata in confronto a Francesca, ma non questa volta, è tutto diverso, le situazioni non hanno niente in comune ed io sono riuscita ad avere il posto d'onore.
La cosa che non capisco è questo suo disperato comportamento, anch'io soffro ma non lo do a vedere, lei sarà talmente viziata e abituata ad ottenere tutto ciò che vuole che un rifiuto non lo manda giù al contrario mio.
Non è perché amo meno, semplicemente ho già perso le emozioni più belle che potesse regalarmi il fato, quindi non mi angoscio più per nulla.
Potrebbero strapparmi il cuore anche adesso, senza anestesia, squarciando il petto e prendendo quell'organo di cui ho scoperto l'esistenza e saputo a cosa servisse solo qualche giorno fa.
Ed il merito di questa maledetta rivelazione va solo ad una persona anche se mi costa ammetterlo, Matteo, che nel bene o nel male ha fatto risorgere dei sentimenti che credevo morti, insieme la costante paura di cosa significasse perdere chi più si ama.
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Spazio autrice
Heyla! Buon lunedì! Che dire, a voi i commenti 💖 vi è piaciuto? Spero proprio di sì! Sofia è sempre stata buona, solo che non l'ha potuto e non può tuttora dimostralo purtroppo, penso l'abbiate capito il motivo dopo 60 pagine strazianti di questo capitolo 😂 scusate se vi ho annoiati, non era mia intenzione! Come sempre lasciate delle stelline per supportarmi 🌟 e niente, io sto già piangendo perché è quasi finito Agosto e non voglio tornare proprio a scuola 😩
Voi invece? Volete iniziare un nuovo anno? Siete pronte? 😆
Ci vediamo la prossima settimana con un nuovo capitolo fanciulle, ciao ciao! 💋
~Sabrina~ ❤️
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