Capitolo 39 ✔️
Valeria's POV
<<Ancora in piedi?>> Una voce alle spalle mi risveglia.
Ma è mai possibile che si presenta quando ne ho più bisogno?
Mi irrigidisco quando la sua voce penetra con forza nelle mie orecchie. Volto il collo e lo fisso di sfuggita, notando che è esattamente come l'avevo visto prima in camera, a petto nudo e con un pantalone di tuta nero di sotto. Sussulto. Con che coraggio se ne va in giro così a quest'ora della notte in una casa non sua, lo dovrebbero arrestare per atti osceni in luogo in comune... oppure per istigazione a cattivi pensieri. Poteva esserci chiunque al mio posto ma lui ha scelto di farsi vedere da me, che casualità.
<<Sì>> sussurro, fissando i pezzi di plastica che giacciono sul tavolo distrutti. Non mi sembra gli debba dare altre spiegazioni, d'altronde non potrebbe mai capire cosa sto passando, in che modo il mio cuore si sta piano piano lacerando. Matteo avanza qualche passo e io lo seguo con la coda dell'occhio.
<<Come mai? Insonnia?>> chiede parandosi davanti a me e prendendo posto al mio fianco. Porta le braccia in avanti e incrocia le mani sul tavolo. Il suo tono è gentile e non vedo perché dovrei ignorarlo, così rispondo seppur a monosillabi, non me la sento di dire nient'altro.
<<Già.>> Taglio corto.
<<E si può sapere il motivo?>> Ecco la domanda del secolo al quale mi incupisco.
Tengo gli occhi bassi perché la vista del suo torace e delle ampie spalle definite mi confonde, stordisce. Non lo so nemmeno io perché sto male, so solo che un brutto presentimento mi sta logorando l'anima da ormai parecchie ore. La bocca dello stomaco mi brucia e comincio ad avvertire prurito sulla mano sinistra, per l'ansia. Potrei scoppiare in lacrime da un momento all'altro.
Inizio a passare le unghie sulla mia pelle, per tentare di alleviare il fastidio ma questo non fa altro che aumentarlo e istigarmi a grattare con più forza fino a farmi male.
<<Valeria, è successo qualcosa?>> Mi alza il mento e i nostri sguardi si incrociano. Sembra sinceramente preoccupato. Mi sento un pesce fuor d'acqua, boccheggio. Sono così patetica.
Come può mai comprendere come ci si sente a essere presi in giro dalla persona che ti piace? Scoprire con una foto che tutto ciò che lui ti ha raccontato era una menzogna. Vedere con i tuoi stessi occhi la fidanzata del tuo innamorato che lo è da chissà quanto tempo prima di te. Non è semplice ammettere che sarei diventata la sua amante senza neanche saperlo, perché nella mia ingenuità non mi sarei accorta di niente per un bel po'.
Penso. Magari quella ragazza è una cugina, ma io ricordo che Alessio ha ammesso di avere solo Giulia, i fatti parlano chiaro. L'ho sempre detto che è meglio una brutta verità subito che una bella bugia che ti fa soffrire il doppio successivamente, sto cadendo nella depressione più totale.
<<No.>> Mi divincolo dalla sua stretta e ritorno a fissare le mie mani. Sbuffo e dalla vergogna di come mi sto mostrando davanti a Matteo, nascondo il viso poggiando il capo sul tavolo. Il braccio sinistro rimane disteso e con il destro mi copro gli occhi per non vederlo. Un brivido di freddo mi percorre la schiena quando il moro sovrappone le sue dita alle mie e comincia a scorrerle su e giù per l'avambraccio. Mi viene la pelle d'oca.
Con dei movimenti lenti riesce a tranquillizzarmi. Il mio respiro ritorna regolare e non sono più intimida da lui, mi sento alla sua altezza. Quasi quasi sto riflettendo che possa essere un buon ascoltatore, mi sentirei sicuramente meglio sfogandomi. Ma forse sto sbagliando persona, sarebbe giusto dire tutto ad Alice che è la mia migliore amica, ma non voglio darle dispiaceri inutili proprio ora che è il suo compleanno.
Pensaci Valeria, vuoi davvero confidarti con un donnaiolo come lui che ha vissuto tantissime situazioni come questa?
Non potrebbe fare altro che complimentarsi con Alessio per essere stato con due piedi in una scarpa, magari potrebbero pure diventare grandi amici e darsi consigli.
<<Devo per caso prendere a pugni qualcuno per farti ritornare il sorriso? Lo farò.>> Dal timbro della sua voce capisco che è sarcastico quanto serio e questo suo interessamento stranamente mi fa piacere.
Alzo il mento e mi faccio contagiare dal suo sorriso. È davvero riuscito a far piegare le mie labbra all'insù?
<<No, non devi picchiare nessuno.>> Scuoto la testa, tirando un sospiro liberatorio. Come può sempre stupirmi? Un momento è più rude di un orco e l'altro dolce come un bignè al cioccolato che aspetta solo di essere assaporato, mi sta tentando.
Spero che se ne vada perché non riuscirò a starmene zitta se mi guarda con quegli occhi così trasparenti in cui mi ci riesco anche a specchiare. Sembra un angelo il cui unico scopo è quello di aiutarmi... forse dovrei lasciarglielo fare.
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Matteo's POV
Oh Valeria, io rido, scherzo e ti prendo sempre in giro perché mi piace vederti incazzata, ma adesso non riesco proprio a rimanere senza far nulla. Non mi piace questa tristezza, ti voglio allegra, forte, una guerriera... devo fare qualcosa. Io ti stimo, ammiro la tua tenacia nell'aver idee diverse dagli altri e portarle avanti sempre e comunque. È per questo che mi piaci, sei stata l'unica che è riuscita veramente a catturare i miei occhi, il mio sguardo, il mio interesse, sul serio.
Tutto ciò probabilmente non te lo dirò mai ma non per questo non vuol dire che non lo penso. Non sono un mostro insensibile, un fanatico del sesso, anche se spesso e volentieri mi lascio prendere da questo pensiero. Mi correggo... sempre. Ho cercato per molto tempo di auto convincermi che in realtà era questo che mi istigavi, solo una voglia matta di sentirmi dentro te, ma non è così.
Da te non voglio solo una scopata, ne voglio dieci, cento, mille, all'infinito... fino a fare l'amore, ma tu non mi credi e non so più come fartelo capire. Mi piace battibeccare perché questo fa scattare la scintilla, accende maggiormente la passione tra noi: ti stuzzico per questo, ti desidero in tutti i sensi, in tutti i modi, non solo sotto le lenzuola.
Voglio che tu stia bene, io potrò essere la spalla sulla quale potrai poggiarti se sei giù, voglio essere l'unico a riuscire a capire cosa hai in testa. Voglio esserci nel momento del bisogno come adesso, per asciugarti le lacrime. Sembro tanto strafottente e lo sono con tutti tranne con due donne: mia sorella e tu. Temo un tuo rifiuto ed è per questo che sto cercando di avvicinarti a me come so fare, è l'unico modo che conosco.
Non ti merito però mi piaci e sono disposto a fare una promessa a me stesso: se mi darai una possibilità saprò come renderti felice e diventerò per te il ragazzo perfetto, dolce ma dall'animo un po' stronzo, perché la natura non si può cambiare.
Non hai bisogno di quell'autista da quattro soldi, guarda come ti ha conciata... sfogati con me Valeria, ti farà bene, ti sentirai così leggera che potrai volare e io, se tu vorrai, ti affiancherò in questa impresa.
<<Io so già tutto>> affermo con tono sicuro. Questa strategia dovrebbe convincerla a parlare.
<<Come...?>> domanda confusa, scuotendo il capo.
Schiude le labbra e aggrotta il viso, però mi ha creduto. Oh, mia dolce Valeria, sei così innocente. Si sistema meglio sulla sedia, sconfortata, ma sembra essersi convinta a raccontare. Per facilitare le cose le pongo un'altra domanda cercando i suoi occhi scuri, come i sentimenti che sta riservando a quel deficiente.
<<Hai litigato pesantemente con il tuo fidanzato>> dico palese, usando questo termine perché so che lei lo ritiene adatto. Ho detto che almeno un po' smetterò di essere stronzo e antipatico e inizierò da ora. Nascondo il mio viso schifato dietro un sorriso tirato che lei ricambia. Un punto per me. Riprende serenità e facendo spallucce mi chiede:
<<Non proprio... si può litigare in modo indiretto?>>
Credevo fosse una domanda fatta tanto per dire, invece osservo stupito che attende una mia risposta. Sta davvero dialogando con me in modo pacifico, senza litigare. Vuole sapere cosa ne penso, ha chiesto proprio a me, il ragazzo che qualche ora fa è stato cacciato dalla sua stanza ma che forse ha fatto breccia nei suoi pensieri.
Allora possiamo avere una conversazione come tutti gli altri. Sono un idiota, cazzo, se le avessi dato modo di parlare già molto tempo fa, sarebbe già mia, l'avrei conquistata mesi orsono. Le donne vanno ascoltate, coccolate, rese partecipi di decisioni importanti, rispettate e amate. Non ho mai sperimentato una cosa simile, mai intrapreso una relazione seria con la stessa donna per due giorni di fila, ma c'è sempre una prima volta.
<<Non so, fai un esempio>> rifletto fissandola, non perdendomi neanche un dettaglio del suo viso così spaesato. Le sopracciglia fini e inarcate, la montatura nera degli occhiali troppo spessa per posare su un nasino così piccolo. Labbra non carnose, nella media, che ho l'insana voglia di assaggiare come fossero il frutto proibito. I capelli raccolti in una treccia che vorrei sciogliere, per lasciarli liberi di intrecciarli tra le mie dita.
Trattieniti, coglione, e vedi di non rovinare tutto con i tuoi spiriti bollenti!
<<Alessio non ha risposto al messaggio che gli ho mandato di pomeriggio...>> La voce che trema mi intenerisce, sembra così affranta e indifesa che vorrei solo stringerla in un abbraccio. Mi accorgo solo ora di essere senza maglia, magari avrei potuto indossare qualcosa prima di raggiungerla.
Sì, ho sentito benissimo quando di soppiatto si è avvicinata alla porta e ha curiosato, ero ancora sveglio. Ho dormito solo un'ora e poi ho fatto zapping alla televisione perché non riuscivo a chiudere occhio senza che pensassi a lei.
Non mi piace non poter avere il controllo di me stesso, non mi era mai capitato e devo ancora imparare a conviverci. Quando poi stavo riuscendo a prendere sonno ed ero in dormiveglia ecco che mi fa visita la mia musa. Ho sorriso in quell'istante, per la sua audacia, e non ho perso tempo a fare la mia mossa e l'ho raggiunta. Il destino non sempre va lasciato al caso, spesso va aiutato.
<<Continua>> la sprono, sussurrando. Non resisto e una mano va a intrecciarsi ai suoi capelli. Tocco l'elastico alla fine della treccia e lo giro tra le dita. Non mi permetto di fare altro. Questo gesto a Valeria non piace e si irrigidisce, chiedendomi gentilmente di smettere.
<<Non farlo, per favore>> dice con un filo di voce. Sembra una supplica. Non impiego più di due secondi ad assecondarla. Non è il caso di fare cretino, le battute con un doppio senso le rimando a un secondo momento. Mi ricompongo e ritorno serio.
<<Certo, vai avanti>> dico comprensivo. Per lei non sarà facile dirmi queste cose, ma lo stesso vale per me per ascoltarle. Sentirla parlare di un altro mi manda in bestia, specialmente se la vedo soffrire in questo modo.
<<A cena ho mangiato poco perché mi sentivo lo stomaco sottosopra, avevo una brutta sensazione, una vocina in testa che mi stava avvertendo...>> si interrompe perché si vergogna, non ha colpe se è così vulnerabile.
Non ti preoccupare, un giorno ti insegnerò alcuni segreti per vivere la vita spensieratamente, uno di questi è fregartene se qualcuno ti fa un torto, perché ti vendicherai facendogliene il doppio.
<<Shhh.>> Le alzo il mento, asciugando le lacrime che rigano le guance, <<lui non merita tutto questo>> sostengo e ho ragione. Non ne ha il diritto, i patti non erano questi.
Io con le mie conquiste ero chiaro, una scopata senza sentimenti di mezzo e mi tutelavo con questo, non era poi un mio problema se si riducevano così. E soprattutto non spettava me consolarle, specialmente per colpa di un altro. Con un gesto lento le tolgo gli occhiali e passo le dita sulle palpebre chiuse.
I miei polpastrelli si inumidiscono e non ci penso due volte a portare le dita alle labbra e lasciarmi un bacio per gustare il sapore delle lacrime di Valeria, salate e amare come la vita senza di lei. Le sue guance prendono un bellissimo colorito rosa per la vergogna e io mi trattengo per non accarezzarle.
Quanto vorrei dimostrarle quanto sia importante per me, ma non riesco a farlo a parole, non so che dire. Io dimostro le cose con i fatti, sono sicuro che con un bacio appassionato riuscirei a farle dimenticare pure chi è quell'Alessio... dividerei la distanza che ci separa ma non sarebbe giusto. Se lei lo vuole deve essere accondiscende in tutto e per tutto, non deve essere spinta da un momento di debolezza.
L'attesa ripaga Matteo, ricorda. Ha solo bisogno dei suoi spazi e di tempo per capire chi realmente vuole. Si lascerà andare quando si sentirà sicura.
<<Chi merita le mie lacrime, invece?>> incalza un po' tagliente, aspettandosi la mia banale risposta. No cara, ti stupirò stavolta. Rimette gli occhiali e fissa il vuoto davanti a sé.
Decido di prendere il bicchiere da lei frantumato in mille pezzi e giocherellarci, per creare un po' di suspense. Vediamo se riesco a distogliere lo sguardo dalla sua figura per almeno due minuti.
<<Nessuno, un vero uomo non fa mai piangere la propria donna.>> Touché. Colpita e affondata. Non so nemmeno io come ho elaborato una frase così da effetto "wow" ma credo sia valsa la pena. Con la coda dell'occhio osservo la sua espressione cambiare. È rimasta senza parole.
Porta il busto in avanti per poi ritornare indietro, dondolando. Poggia il mento sui polsi e tentenna prima di parlare, intimidita ma sfacciata.
<<Piangiamo comunque>> afferma, <<se non di dolore per gioia>> continua con soddisfazione. Non c'è niente da fare, l'ultima parola deve essere la sua! Questo è un buon segno, sta ritornando la Valeria che conosco da anni. Ma stanotte ho deciso di stupirla fino in fondo e lo farò.
<<Beh, credo sia meglio piangere da felici che da tristi... no, piccolo fiore?>> Mi permetto di mettere la mia mano sopra la sua appena distesa sul tavolo. Il mio contatto questa volta non lo schiva, anzi, si lascia stringere. Tra noi ha subito inizio un legame di fiducia che questa volta non voglio tradire.
<<Ed è sempre meglio piangere in due che da soli.>> Mi avvicino a lei mantenendo il contatto visivo e mi porto il dosso alle labbra. Solo quando vedo che è d'accordo le lascio un piccolo bacio a stampo su quella parte di pelle, sensuale ma delicata come lei.
Non mi nega neanche questo e ora sono veramente speranzoso, ho proprio lasciato il segno e sta veramente riflettendo sulle mie parole. Capirà di chi è giusto fidarsi e di chi no.
<<Poi cos'è successo?>> Cerco di terminare il discorso iniziale, mi è venuta una certa curiosità mista a rabbia, percepibile dal mio tono un po' grottesco.
<<Facevo un giro su Facebook e mi sono imbattuta in una foto che forse...>> le si spezza la voce, <<anzi, sicuro non dovevo vedere>> sospira, sciogliendo l'intreccio delle nostre dita per portarsi le mani sul viso.
<<Ovvero?>> La sprono.
<<Scorrendo ho visto una foto di Alessio, di questo pomeriggio>> conclude e io sinceramente non capisco quale sia il problema. Si abbandona alla sieda battendo con forza la schiena, iniziando ad agitarsi.
Comincia a sventolare la mano destra come per darsi una boccata d'aria all'imminente secondo pianto che sta per avvenire.
Sta cercando di contenersi ma la ferita è ancora aperta e soprattutto è stata operata senza anestesia. Vale non sa che ha davanti uno dei peggiori specialisti in sentimentologia, ma in qualche modo vedrò di sistemare la situazione.
<<E...>> annuisco.
<<Non ce la faccio>> ammette. Batte le mani sulle cosce e si lascia andare in un pianto liberatorio ma silenzioso. Poi ha la geniale idea di prendere il suo cellulare e mostrarmi la foto di cui mi parlava. Qui capisco tutto senza bisogno di alcuna spiegazione.
N'vedi sto qua che scopamica si fa alle spalle della brunetta.
Lascio da parte i miei pensieri incresciosi e assolutamente fuori luogo, non riesco nemmeno ad elaborarli vedendo l'immagine di Valeria così distrutta per quel tipo.
<<Era con questa... invece di stare con me. Mi ha nascosto la verità dal primo giorno>> formula la frase a più riprese, singhiozzando.
Allungo un braccio e le stringo un fianco, lei si avvicina leggermente rimanendo comunque composta. Massaggio la sua schiena passando la mano velocemente, a mò di conforto... più di questo non mi lascerebbe fare.
<<Forse ti sbagli>> obietto un po' scettico, ma non ci credo nemmeno io a ciò che dico. È tutto così palese che mi pare stupido, irreale. Si è fatto scoprire subito poi, non è per niente astuto... meglio così.
<<Non credo.>> Scuote la testa in segno di negazione.
<<È stata tutta una presa in giro>> dice con voce strozzata.
<<Dai tempo al tempo, devi ancora metabolizzare...>>
<<Ho già metabolizzato perfettamente purtroppo>> mi interrompe.
<<Volevo dire, devi ancora accettarlo>> mi correggo. Per me queste parole hanno lo stesso significato, non le ho mai dovute utilizzare in vita mia. Non ci sono nel mio vocabolario.
<<Non ci pensare più, va bene?>> Le volto il mento verso di me, desiderando con tutto me stesso baciare quelle labbra così rosse e gonfie dal pianto, gliele morderei. Sento già il sapore di ciliegia tra il palato.
<<Come faccio a non pensarci...>> sospira, scostandosi e voltandomi le spalle. Decido di fare qualcosa che mai avrei pensato in vita mia. Mi alzo e faccio un breve giro del tavolo prima di pararmi di fronte a lei e inginocchiarmi. Che strano, non avrei mai detto quanto fosse tutto così ambiguo da questa prospettiva.
<<Ti posso aiutare, se me lo permetti.>> Prendo la sua mano destra e la porto sul mio cuore.
<<Anch'io ho un cuore che batte, il tempo è servito a farmi capire...>>
<<Ma che dici.>> Toglie la mano, impaurita.
<<Non hai capito, ti voglio stare accanto da amico. tutto qui>> dico, nascondendo la verità. Per il momento è la cosa migliore.
<<Mi scuso per come mi sono comportato... beh, tu sai quando>> rivelo con onestà.
<<Ti perdono>> afferma immediatamente, <<sei perdonato Matteo.>> Accenna una sorriso.
<<Non ci credo, tra noi è tutto risolto?>> chiedo stranito, è successo tutto così facilmente che non ci posso credere.
<<Vedi? Ci voleva tanto a chiedere scusa in modo sincero? Umiltà, bambino.>> E ride, finalmente. Sono riuscito a strapparle una risata.
<<In te ha sempre pervaso la superbia, ti rendevi antipatico soprattutto per questo>> afferma.
<<Soprattutto?>>
<<Beh... c'è anche altro.>> Fa spallucce.
D'un tratto si ferma e rimane paralizzata.
<<Hai sentito?>> mi chiede, ma non so a che si riferisca. L'unico rumore che sto sentendo è il battito irrefrenabile del mio cuore, che cerca in tutti i modi di far arrivare ossigeno al mio cervello e non da qualche altra parte.
<<Matteo, il lampadario sta oscillando>> commenta con un filo di voce. Mi levo in piedi e faccio per camminare per raggiungere la portafinestra ma vengo catapultato nuovamente giù.
Valeria mi afferra con forza l'avambraccio in cerca di un contatto, un qualcosa dove aggrapparsi. Involontariamente mi provoca un graffio ma non me ne curo perché adesso la sua mano è intrecciata alla mia, ed è tutto ciò che volevo. Stringe forte e glielo lascio fare.
<<È l'Etna?>> borbotta impaurita, poggiando i piedi a terra e dandosi forza con essi si alza.
Provo nuovamente a raggiungere la vetrata ma dimentico che sono legato alla brunetta e con la mia spinta la faccio incespicare nei suoi stessi piedi e mi cade addosso. Riesco a prenderla al volo prima di schiantarci entrambi sul pavimento. Per fare ciò mi sono divincolato dalla sua presa e adesso le mie mani calde stringono i suoi fianchi e lei non mi dice nulla, sa che l'ho salvata da una probabile rottura di schiena.
Il suo corpo è attaccato al mio ma non c'è segno di vergogna sul suo volto, solo gratitudine. Giro la testa rimanendo in quella posizione e confermo la sua ipotesi.
<<Sì, l'Etna sta eruttando.>>
<<È impressionante>> dice basita quando vede scendere giù la lava rossa escandescente, non sapendo che la temperatura del mio corpo sta di gran lunga superandola. Il fumo che fuoriesce a tratti copre tutto come se fungesse da nebbia, lasciando nel cielo scuro delle meravigliose nuvole.
<<Come te.>> Le prendo il mento per poter vedere cosa si cela dentro i suoi occhi e scorgo tanta paura. I boati che udiamo leggermente ci fanno dondolare come se fossimo nel pieno di un terremoto. Mi sciolgo da quell'abbraccio perché il mio amichetto laggiù si stava svegliando e arzillo avrebbe potuto combinare disastri.
<<Vieni.>> La invito ad avvicinarsi alla portafinestra per goderci insieme questo spettacolo della natura.
<<Non mi piace, mi mette ansia...>> battibecca contrariata.
<<Ci sono qui io, non ti preoccupare.>> La sprono e lei accetta senza ulteriori suppliche. Apprezzo la sua volontà e il fatto che mi stia dando fiducia. Non posso deluderla comportandomi come avrei fatto in una situazione come questa.
Senza malizia ma con estrema dolcezza la metto avanti dandomi le spalle. Mi controllo, penso ad altro e non al fatto che il suo fondoschiena è così vicino alla mia parte più sensibile.
<<È un vulcano attivo, deve eruttare altrimenti ci potrebbe essere un terremoto>> spiego, facendo il professorino. A lei piacciono gli uomini così, che sanno tutta questa roba di cui non frega un cazzo a nessuno, me in primis.
<<Queste cose chi te le sta suggerendo? Come fai a saperle?>> domanda serena, non tremando più ma lasciandosi abbracciare da dietro.
Con le dita le sfioro il collo che subito si riempie di pelle d'oca e a me sembra essere ritornati a qualche ora fa sul balcone.
<<Così mi offendi>> mormoro, <<sono un corteggiatore da mille qualità>> afferma evidente.
<<Certo...>> ribatte, annuendo a occhi socchiusi.
Porto la mano sotto il suo seno e subito lei la stringe tra le sue, facendo forza e aderendo ancora di più a me. Profuma di bagnoschiuma, di fiori di mandorlo.
<<Non sono poi così ignorante in materia>> sussurro vicino al suo orecchio.
<<Però delle ripetizioni non mi farebbero male>> ammicco con voce roca e lei scoppia a ridere.
<<Ti stai rivolgendo alla ragazza sbagliata, quella che una volta dopo aver studiato ore per la verifica di geografia è riuscita a prendere quattro meno, e chi non aveva studiato invece quattro>> racconta divertita.
<<Non si smette mai di imparare nuove cose>> rivelo e lei si volta.
<<E neanche di stupirsi.>> Annuisce.
<<Dunque, ora che sono simpatico...>> Colgo la palla al alzo, sperando accetti.
<<Ho una tavoletta di cioccolato al latte in camera e dato il mio altruismo, vorrei condividerla con te. Accetteresti di aiutarmi a finirla? Pensaci bene, gli amici ci sono quando hai bisogno e io necessito di questo piccolo aiuto.>> Faccio l'occhiolino ma senza malizia, è un innocuo invito.
<<Umh...>> riflette, <<beh, è giusto che ricambi il favore e poi ho un po' di fame, d'altronde non ho mangiato nulla a cena.>>
<<Tu sì che sei una grande intenditrice di cioccolato.>>
<<Modestamente>> incrocia le braccia al petto, <<stai parlando con una professionista.>> Si vanta.
<<È quello che ti serve per farti dimenticare i brutti pensieri>> dico fiducioso e le si illuminano gli occhi. Come un cavaliere le tendo una mano e faccio mezzo inchino abbassando solo la schiena e la testa.
<<Dopo di lei, sua grazia.>> Valeria getta nel cestino la plastica distrutta e si fa strada verso camera mia con il cellulare stretto al petto. Spengo la luce dopo essere stato sicuro di non aver lasciato tracce di noi, solo il riconciliamento impresso nelle nostre menti, di cui è testimone solo l'Etna.
La ragazza che desidero è nella mia camera da letto ma io devo andarci piano, come è crudele la vita. Sarebbe potuto cambiare il luogo, potevamo essere dispersi in un bosco ma questo non avrebbe diminuito l'attrazione che ci unisce.
Accendo la televisione e abbasso il volume al minimo. Valeria mi guarda stranito, prima me e poi lo schermo, come se fossi un alieno.
<<Che c'è?>>
<<Come ci è finito qui un televisore?>> Capisco che l'espressione contorta era dovuta a questo. Non si sta chiedendo perché l'abbia portata a letto se sono solo un amico. Rimane seduta scomoda ai bordi, non si espande.
<<Ah... ho chiesto a tua mamma se poteva momentaneamente spostare quello del salotto, sai, è l'unico che mi tiene compagnia la sera>> affermo con sguardo innocente, stavolta può credermi.
<<Non hai il cellulare con cui passare tempo?>> Indica il mobiletto su cui è poggiato.
<<Questo? Non so che farmene>> ammetto. Specialmente ora che ho la possibilità di averla affianco lo butterei dalla finestra.
<<Mettiti pure comoda, non ti mangio.>> Nel frattempo vado a prendere la cioccolata conservata dentro il cassetto, mancano solo due quadretti, non sono un grande mangiatore di dolci.
<<Valuta attentamente e assapora il gusto intenso del latte>> ordino, facendo finta di essere in una pubblicità.
Spezza una striscia da quattro quadretti e la mangia con gusto in soli due bocconi, strano da lei perché è sempre stata lentissima. Noto che non è ancora a suo agio, non si lascia andare, la muscolatura troppo rigida. Decido di indossare una maglia, magari si sentirà meno intimidita.
<<Ho fatto bene?>> domando, non so nemmeno io se riferito alla proposta di farla mangiare oppure per l'aver coperto il mio petto.
<<Decisamente>> conferma in ogni caso. Siamo amici, nient'altro che amici per ora.
Valeria mi cede con generosità metà tavoletta ma rifiuto educatamente, mi viene la nausea alla vista di tutto quel cioccolato stucchevole.
<<No, è troppo, a me non fa impazzire>> mi giustifico e lei sbarra gli occhi.
<<Cosa hai detto?>> chiede scioccata, <<hai appena bestemmiato!>> Mi dà un leggero colpo sulla spalla e io rido per la sua espressione così seria da risultare buffa. Questo cibo per lei è prezioso come l'oro, ora so cosa regalarle ogni qual volta dovessimo litigare per delle cazzate, meglio di acquistare una collana, le altre donne sono molto materialiste. Ma lei mi fa impazzire proprio perché non ha niente a che vedere con queste.
<<Va bene, un po' lo mangio, ma questo è troppo, dividiamocelo.>> Afferro metà tavoletta e la metto tra i denti come se fosse la rosa rossa dei ballerini di flamenco. Alzo un sopracciglio per essere riuscito nella sfida.
<<Ora è il tuo turno.>>
<<Sono più coraggiosa di te, non mi faccio supplicare!>> esclama divertita e non riesco a non cogliere un doppio senso. Ti vorrei vedere supplicare per altro...
Istintivamente le prendo la treccia e sfilo l'elastico con una scusa.
<<I tuoi poveri capelli chiedono pietà, li sento.>> Mi sporgo di lato e con indice e medio della mano destra sciolgo le ciocche che ormai hanno preso quella forma.
<<Sì, in effetti un po' mi duole la cute>> ammette, massaggiando la zona interessata.
<<Non te l'ho detto ma sono anche un parrucchiere, sai?>> esordisco, mentendo.
<~Ma smettila, a questo non ti credo>> farfuglia.
<<Touchè.>> Mi sdraio, mettendo una mano sulla faccia e strofinando più volte gli occhi.
<<Certe cose le capisci proprio a pelle, non c'è bugia che regga!>> mi informa, sdraiandosi anche lei e spargendo i suoi lunghi capelli castani e profumati sulle lenzuola. Dio mio, solo tu sai cosa avrei fatto in momenti come questi. Menomale che la prospettiva laterale assopisce le mie intenzioni, vederla dall'alto non mi farebbe avere più controllo.
<<Guardiamo un po' di tele?>> Propongo, cercando di sviare i miei pensieri. Annuisce piano e volta la testa, non spostandosi. Io sto troppo scomodo per rimanere con le gambe fuori dal letto e a pancia all'aria, quindi mi giro sul fianco sinistro e ammiro questo splendore nel buio della stanza. Un raggio di sole.
Prendo una ciocca dei suoi capelli vicino l'orecchio e la intreccio continuamente, fino a che penso si sia infastidita difatti mi rivolge un'occhiata ma stranamente mi dice un'altra cosa.
<<Grazie.>> Una parola sincera, riconoscente. Dopo questo si rannicchia piccola piccola con il viso verso lo schermo e non dice più nulla. Passano minuti, lei guarda un programma di televendite senza udire alcun suono e io continuo a svolgere il mio lavoro di massaggio alla cute per rilassarla. Ho occhi solo per lei, non mi perdo un solo dettaglio. Le lascio un bacio tra i capelli e questi mi provocano un piacere solletico alle labbra.
Non pensavo si potesse stare così vicino a una persona che desideri ardentemente, senza fare nulla, neanche un bacio, solo coccole e smancerie. Mi accorgo che Valeria si è addormentata, cullata dalle attenzioni di un amico.
Resto a fissarla ancora per qualche minuto finché non decido che forse è meglio portarla nella sua stanza prima che ci scopri qualcuno. Piano faccio scivolare un braccio sotto la testa e l'altro sotto le ginocchia e la sollevo. Lentamente raggiungiamo la destinazione, ammetto con un po' di fatica, quello zucchero non mi ha fatto decisamente bene. O forse sono stato così tanto concentrato su questa ragazza che ho perso di vista il mio obiettivo fisico e mi sto allenando di meno e male.
Ah Valeria, mi hai stravolto in tutti i sensi. La adagio piano sopra il letto ed estraggo dalla tasca il suo cellulare, lasciandoglielo sul comodino.
<<Buonanotte piccolo scricciolo>> dico, prima di chiudermi la porta alle spalle. Spero che Valeria domani si ricordi di questa serata e della gentilezza che mi ha riservato, non voglio ritornare al punto di partenza, ormai ho acquisito punti e me li tengo stretti.
...............................
Spazio autrice
Ciao a tutti tesori 😍 Come state? Piaciuto il capitolo?
La nostra protagonista si è confidata con Matteo e pare pure che lui si sia comportato in modo gentile ed onesto con lei, non trovate? 🤔 spero che vi abbia stupiti come ha fatto con me 🙈ditemi i vostri pareri e se il capitolo vi è piaciuto lasciate una piccola stellina ⭐️ Mi sto nuovamente mettendo sotto con la scrittura, mi è mancata un sacco in questi... spero di riprendere a postare regolarmente! Baci 😘
~Sabrina~❤️
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