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Capitolo 36

Alessio's POV

Non so perché ma qualcosa mi dice che dovrò prendermi cura di lei in questi mesi, ne ha davvero bisogno. Contro ogni mia raccomandazione di tenere le distanze, le vado in contro per vedere come stia.

A ogni passo percorso corrisponde un pezzo di cuore che si lacera e cade a terra, a ogni attenzione che le presterò, un sorriso in meno di Valeria. Ogni sguardo dolce nei confronti di questa ragazza è una pugnalata alle spalle del mio vero amore. Mi precipito di corsa da Sofia e ora busso energicamente alla porta, non volendo attendere oltre per entrare.

<<Posso?>> Apro, non appena accenna un flebile <<sì>>.

Abbasso la maniglia con estrema lentezza, avendo paura di vedere la futura madre di mio figlio e le condizioni in cui riversa. Non ho proprio il coraggio di guardarla dritto negli occhi per ciò che ho ammesso di provare per un'altra. Io al posto suo proverei solo schifo e indignazione a vedermi, non altro.

I capelli di Sofia sono l'unica cosa che riesco a vedere, sono davanti il suo viso fisso nella direzione del lavandino. Rimane immobile per secondi infiniti, con le braccia stese e le mani aggrappate al lavabo. Dondola da un piede all'altro, allontanandosi e avvicinandosi, indecisa come lo sono io riguardo la mia vita.

D'un tratto piega la schiena e si abbassa leggermente per pulire le labbra e anche la faccia stravolta dal pianto, con dell'acqua ben ghiacciata. Non vuole mostrarsi debole e giù di morale e cerca di nasconderlo scappando lontano da me. Una volta avrei apprezzato questo gesto ma adesso non posso permetterglielo.

<<Ti senti... bene?>> le chiedo in tono gentile.

<<Sì grazie, ora va meglio>> spiega, continuando a tamponare un asciugamano sulla pelle delicata che subito si arrossa al contatto.

<<Non è la prima volta che mi succede>> afferma per rassicurarmi, rivolgendomi mezzo sorriso tirato.

Mi si accappona la pelle alla vista della sua magrezza. Le vene visibili dal collo, le ossa delle braccia, il viso scavato con due fosse nere sotto gli occhi, è ridotta uno straccio ed è solo colpa mia... sembra quasi anoressica. No, no no, non può essere in questo stato, ne vale della vita di mio figlio.

<<Vomitare è la cosa più brutta e distruttiva che possa esistere al mondo, ti sfinisce>> biascica, nemmeno udendosi.

<<Mi mancano le forze>> sussurra, buttandosi tra le mie braccia e io non ci penso due volte ad accoglierla. La sostengo, ho paura che possa addirittura svenire, è priva di energia.

Le ho risucchiato tutta la voglia di vivere, sono un mostro... perché mi ha incontrato? Perché quel maledetto giorno del suo compleanno i miei genitori hanno portato lì anche me? Se fossi rimasto a casa tutto questo non sarebbe accaduto e io adesso starei ridendo e scherzando con la ragazza che mi ha fatto sul serio palpitare il cuore.

<<Ma per lui questo e altro>> dice, toccando la pancia invisibile.

<<Allora comincia a mangiare, altrimenti non crescerà abbastanza>> rispondo un po' freddo, senza rendermene conto. Potrei aver ferito i suoi sentimenti, per la seconda volta oggi, sono un coglione.

<<Tu non capisci.>> Scuote la testa.

<<Ho un rifiuto per il cibo come ce l'hai tu verso di me>> confessa, ed è la cosa più crudele che le mie orecchie avrebbero mai potuto udire. Non alzo la voce solo perché non ci riesco, talmente sono deluso da me stesso. Non sono un uomo se una ragazza mi dice questo.

Ha ragione, ha perfettamente ragione e non lo posso negare, non posso alleviare le ferite di un tempo ma posso provare a cambiare e comportarmi meglio da oggi. Devo riuscirci, per quella creatura innocente.

<<Non voglio più sentire una cosa simile, mi prenderò cura di te e anche tu dovrai sforzarti, anche e soprattutto per la vita che porti in grembo>> esordisco.

<<È una prova che supereremo insieme, entrambi, non ti lascerò sola>> ammetto, facendo una promessa a me stesso.

Almeno per questi mesi della gravidanza non dovrò più darle dispiaceri, ne ha già avuti parecchi e non sono positivi per il bambino, non vorrei sentirmi in colpa per come potrebbe nascere... ho i brividi al solo pensiero.

Niente più Valeria, devo sul serio eliminare il suo ricordo dal mio cuore e cancellare la sua immagine dalla mia mente. Il suo sorriso timido, i capelli lunghi e mossi a coprirle l'esile figura che in tutti i modi voleva nascondere, le espressioni corrucciate e le labbra serrate quando superavo il limite di semplici amici, scherzandole troppo.

Adesso non mi potrò neppure più accontentare di averla come amica, è solo un fantasma che apparirà nei miei sogni, e dovrò avere anche lì la forza di scacciarla via, per chiudere definitivamente ogni rapporto. Osservo l'apparente viso sereno della mia ormai nuovamente fidanzata, che respira poggiata sul mio petto.

Appoggio il mento tra i suoi capelli, lasciandole un casto bacio in fronte come segno del sigillo del nostro patto segreto, che la creatura che tra nove mesi nascerà non dovrà mai scoprire: perché altrimenti sarei un fallimento anche ai suoi dolci e infantili occhi.

Non mi considererebbe neppure un padre sapendo che non l'ho cercato e amato fino da subito, che sono rimasto con sua madre solo per potergli stare vicino, non capirebbe. I figli sono bravi a dare la colpa ai genitori per qualsiasi cosa, e io non sono da meno.

Ma questa volta mia madre non c'entra nulla, ho causato tutto io e lei ha soltanto cercato di consolare una povera ragazza afflitta e spaventata per il suo futuro incerto. Qualcosa di buono l'ha fatta e sono sicuro che potrà stare vicino Sofia molto più di me essendo donna, capirà ogni suo stato d'animo sicuramente per me indecifrabile.

<<Grazie, non vivrei senza te>> interrompe il flusso dei miei pensieri, per fortuna, riportandomi alla realtà.

Le accarezzo le ciocche di un biondo spento il più tranquillo possibile, anche se l'ansia mi divora le viscere e mi viene la pelle d'oca per ciò che subito mi dice:

<<Non hai bisogno dell'amore di nessun'altra, non mi tradire mai più.>>

Non ribatto nulla, non voglio farla stare male ancora. Assopisco in silenzio il suo duro colpo al mio cuore, senza segni di lamenti, né smorfie, né altro. Ho accettato tutta questa situazione della gravidanza e imparerò ad accettare anche lei come compagna da avere sempre al mio fianco.

Lei alza il viso e incatena il suo sguardo al mio, vogliosa di qualcosa che io capisco al volo, un gesto innocuo che fanno tutti i fidanzati, vuole baciarmi.

Non so dove trovo la forza di scansarla, allontanandomi senza farla sentire in colpa. Non me la sento, è troppo presto, non riesco a sfiorare le sue labbra se ho ancora sulle mie il sapore di quella ragazza che mi ha rapito corpo e anima.

<<Scusami, ho sbagliato... non dovevo.>> Mi sono voltato senza rendermene conto e adesso Sofia è mortificata. Ecco, ne ho combinata un'altra delle mie.

<<Non ti preoccupare, dimentichiamo tutto.>> Le rivolgo un sorriso, speranzoso. Le sfioro le guance solcate dalle lacrime e le carezzo in modo confortevole.

<<Ricominciamo da capo, Alessio, è tutto ciò che desidero.>> La sua è una richiesta fiduciosa, vuole riprendere a fidarsi di me, e io ce la metterò tutta per donarle la serenità che le serve in questo periodo particolare della sua vita.

<<Ti posso fare solo una domanda e poi chiudiamo per sempre qui il discorso?>> Divento serio ma non aspetto che mi risponda per esprimere il mio dubbio.

<<Come hai fatto a restare incinta se hai sempre preso la pillola anticoncezionale?>> chiedo con discrezione, e a lei diventano subito gli occhi lucidi.

Cazzo, no, cosa le ho appena detto...

<<Scusa, basta, non parliamone più.>> Cerco di rimediare ma lei sorprendentemente mi risponde.

<<Sono stata così male negli ultimi tempi che dimenticavo a prenderla tutti i giorni...>> balbetta, tirando su con il naso, <<e poi avevo ricominciato a prendere gli antidepressivi, non ho potuto prenderla più nemmeno per questo motivo.>>

Basta, ho avuto ciò che ho desideravo, una spiegazione plausibile che però non giustifica ciò che è successo. Per delle dimenticanze da parte di entrambi il risultato è stato questo, e di certo non si può arretrare quando c'è in gioco la vita di un innocente, dobbiamo crescere e maturare entrambi se vogliamo crescere questo bambino come si deve.

<<Ma ho subito smesso di prendere quei medicinali non appena ho saputo della mia condizione, ho avuto tanta paura di aver potuto in qualche modo far del male a nostro figlio.>> Si confida apertamente e io solo ora posso immaginare la paura che avrà avuto.

Da sola, scoprire di essere incinta e non sapere come l'avrebbero presa i genitori e il suo ormai ex. Sì, mi ha ricattato ma io devo provare a mettermi nei suoi panni... chissà cosa le avrà detto il padre, se sarà rimasto deluso almeno come me all'inizio. Lascio perdere tutto, non ho più voglia di pensare, mi sta girando la testa, sono successe troppe cose in così breve tempo. La mia vita è cambiata come la faccia di una moneta, drasticamente, in soli pochi istanti.

Si è capovolta, per sempre, mi devo rassegnare... ma per dimenticare è ancora troppo presto, non ci riesco e forse non ce la farò mai.

Sono sicuro di non poter mai amare Sofia, ho ancora in mente tutto ciò che abbiamo passato insieme: quando eravamo felici e spensierati ma soprattutto quando lei è diventata opprimente. Solo qualche mese dopo sembrava che Dio mi avesse premiato dei momenti orribili trascorsi facendomi conoscere quel bellissimo angelo di nome Valeria, invece è stata solo una boccata d'ossigeno prima di entrare in un'apnea perenne.

Anche se Sofia si dovesse dimostrare la madre perfetta, non entrerà mai più nel mio cuore perché l'ho chiuso a chiave, e come lei non ci riuscirà nessun'altra, lo giuro.

<<Cominciamo la nostra nuova vita.>> Non so nemmeno dove trovo il coraggio di affermare una cosa simile.

Forse è il viso pallido della mia ragazza ad aver suscitato in me un moto di tenerezza, il suo essere indifesa e completamente affidata alle mie mani. È tranquilla e senza rancore solo perché non ha la forza di attaccarti Alessio, ricorda che non può essere cambiata solo perché è in dolce attesa.

Questa dolcezza deriva dalla sua debolezza mentale, il contrario di come è invece Valeria: ingenua, bella e forte di animo, per questo motivo se ne farà al più presto una ragione di questa storia; so che ce la può fare, ha tutta la vita davanti e il più tardi possibile incontrerà l'uomo dei suoi sogni e mi dimenticherà.

Inutile dire che i miei pensieri sono sempre rivolti a lei, chissà che starà facendo in questo momento e come avrà reagito al mio messaggio... non posso fare altro che scusarmi infinitamente per averla illusa, anche se in realtà mi sono illuso anch'io, perché ci ho creduto veramente a quello che stava per nascere tra noi.

Sofia mi stringe con forza la mano, come se così non possa sfuggirle. Ci avviamo verso il soggiorno, dove mia madre si alza subito per venirci in contro con un sorriso a trentadue denti. Apre bocca per congratularsi con noi, per la scelta saggia e giusta che abbiamo preso, per poi mandarci fuori casa con la scusa di portare Sofia a svagarsi un po'; in effetti non nego che farebbe bene prendere un po' d'aria a entrambi.

Anche lei vuole fare in modo che ritorniamo quelli di prima, dobbiamo legarci per questo bambino che non dovrà avere solo una madre perché il padre ha preferito l'amore di una donna a lui.

Sofia abbraccia calorosamente mamma e mi prende a braccetto, con le labbra piegate all'insù. Questa notizia che usciremo insieme l'ha resa entusiasta, e quando mi chiede di andare al centro commerciale non le posso di certo rispondere di no.

Non voglio che mai più debba essere triste a causa mia, devo trasmetterle positività affinché lo sia anche lei e riprenda a mangiare. Capisco la nausea ma non può soltanto vomitare, altrimenti che ne sarà di nostro figlio?

Ci dirigiamo in macchina e partiamo, senza aver avuto il tempo di cambiarmi dopo il lavoro. Ho ancora indosso la camicia azzurra ma per fortuna non c'è ricamato nessuno stemma, così posso benissimo uscirci in giro, sembro solo troppo formale, esattamente come il mio umore e il mio comportamento nei suoi riguardi.

Posso farcela a mettere da parte Valeria e incentrarmi solo sulla mia fidanzata, quella ragazzina dai capelli bruni non è mai esistita, non l'ho mai conosciuta.

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Valeria's POV

Giro per il negozio in cerca di qualche abito che attiri la mia attenzione come è successo ad Alice, aspetto il secondo colpo di fulmine della mia vita, perché il primo mi ha già colpita e pure dato buca oggi... altrimenti non sarei qua con lo sguardo di Matteo addosso a disturbare la mia quiete interiore.

Mi dà fastidio il suo modo di scrutarmi senza ritegno, con occhi affascinati dai miei modi di respingerlo... che controsenso che è questo ragazzo, gli piace essere allontanato e rifiutato, e ho capito che questo lo eccita e avvicina ulteriormente. Ma che ci posso fare io? Dovrei forse usare la tattica inversa, ovvero provarci? Così magari si stanca di andarmi dietro.

Non so che fare per fargli capire che voglio Alessio... credo proprio di amarlo, i miei pensieri sono sempre su di lui, e i miei sensi di colpa pure quando quel bastardo approfittatore mi ronza attorno come una zanzara e prova in tutti i modi di farmi cedere.

Ma io non sono lui e non succederà mai niente tra di noi, e se continua in questa maniera sarò costretta a togliergli pure il saluto, sarò drastica e senza rimorsi. Oppure, ancora meglio, porterò il mio ragazzo a casa e andremo in camera mia sotto lo sguardo del fratello della mia amica, invertendo del tutto i nostri ruoli di sempre. Vediamo se poi non soffre e non capisce che è tutto inutile ciò che sta facendo.

Involontariamente escono delle lacrime dai miei occhi, ancora provata da quei bruttissimi momenti in cui stavo davvero male quando vedevo certe cose. Basta, ora non succederà più, è tutto finito, quegli episodi bui sono conclusi perché è arrivato Alessio a illuminare le mie giornate e la mia vita.

È solo un brutto ricordo del passato che tale dovrà rimanere, senza immischiarsi per modificare il mio presente e il mio futuro che vorrei passare solo con una persona. Respiro profondamente passando il dorso della mano sulle palpebre dopo aver tolto gli occhiali.

Certo che la mia idea di proseguire e camminare con occhi socchiusi, essendo pure mezza cieca, non è stata un'ottima idea. Vado a sbattere contro un manichino e lo prendo al volo prima che cada. Subito rimetto la montatura e sorrido annuendo.

Quando ho detto colpo di fulmine non intendevo una vera "botta", ma meglio così, le mie preghiere paiono essere state ascoltate. Ho davanti un bellissimo vestito del mio colore preferito per giunta, viola, che a tratti e per dei riflessi dovuti alla luce risulta azzurro.

È davvero magnifico, non ho mai visto nulla del genere. Esattamente sotto al seno c'è una fascia di brillantini che completa l'opera e mi fa innamorare perdutamente. Chiedo a una commessa se lo posso provare e lei va al magazzino per prendermene uno, questo è solo da esposizione.

Aspetto con pazienza di avere il vestito tra le mani e il tempo che mi avvio verso il camerino stringo il tessuto, carezzando la stoffa liscia con i polpastrelli, quasi a torturarla. Non so perché ma ho un nodo alla gola che mi blocca l'entusiasmo, non capisco. Più mi avvicino a lui e più la situazione peggiora, non riuscendo più a respirare per l'angoscia.

Anche quando mi cambio ho lo stesso presentimento che qualcosa andrà male, eppure Matteo non mi sta fissando adesso, non dipenderà da lui, perché gli affibbio colpe che non ha?

Sono solo nervosa per ciò che mi è successo oggi, e di certo quel ragazzo che sta seduto lì fuori assieme la mia amica ci ha messo il carico con il suo atteggiamento da idiota in piena fase di ormoni, che non cerca altro che un contatto fisico da me esattamente come l'ultima volta che ci siamo lasciati in casa sua.

Scrollo le spalle e poggio le mani sui fianchi, guardando il mio riflesso imbronciato allo specchio. Porto indietro i capelli non più perfettamente lisci ma gonfi, e di fretta sfilo il mio succinto abito infilando quello nuovo. Non so perché ma ho sempre un po' d'ansia quando vado in questi posti, come se ci possa essere qualche telecamera nascosta che mi riprenda. Rimango esterrefatta quando mi specchio.

Questa ragazza così bella non posso essere io...

La figura è slanciata nonostante non sia così alta senza tacchi, e la vita non messa in evidenzia perché cade giù morbido sui fianchi senza stringere. Non si nota la mia seconda scarsa dalla scollatura inesistente attaccata al petto, e di questo ne sono felice nonostante sembri ancor più piatta: non mi sento a disagio dato che non si vede nulla, solo le braccia e il collo sono lasciati scoperti, come è giusto che sia dato che potrei trovare degli occhi famelici scrutarmi.

Passo una mano tra i capelli portandoli dietro la schiena, per poi uscire per avere un parare dai due ragazzi. Come immaginavo Alice lo definisce troppo "principesco" per un pub, e credo abbia proprio ragione, e Matteo troppo lungo, dice che mi manca solo il burka per sembrare una musulmana... razzista!

Il moro si alza in piedi e si piazza di fronte, mettendomi due dita sotto al mento. Non oppongo resistenza solo perché c'è la mia amica alle sue spalle e non voglio che capti qualcosa di strano tra noi due.

<<E sarebbe un vero peccato coprire questo faccino, angioletto mio.>> Ghigna con un sorrisetto.

Che sbruffone maleducato...

<<Tuo può essere solo qualcosa che acquisti, non una persona>> rispondo a modo, <<e la prossima volta chiudi la bocca se non vuoi che ci entrino le mosche.>> Tutta fiera di me stessa gli do le spalle, lasciandolo interdetto.

Odio la sua insolenza, detesto il suo atteggiamento sicuro... forse in fondo però un po' lo invidio. Non teme di dire ciò che pensa, e Alice è la stessa. Io pure da quando mi sono trasferita dico le cose senza neanche riflettere, però dentro sento sempre un senso di vergogna che spesso tenta di bloccarmi, ma niente e nessuno ci riuscirà o, almeno, non con lui.

<<Ragazzi, tutto ok?>> chiede Alice preoccupata, venendoci in contro.

<<Una meraviglia>> afferma il fratello con calma snervante, non distogliendo i suoi occhi dai miei.

<<Vedi di starle lontano, altrimenti il suo fidanzato si potrebbe ingelosire.>> Scherza la mia amica, ma lui sa bene come deve comportarsi con me, è stato avvertito proprio da tutti, manca solo il diretto interessato, Alessio, e poi sì che sarebbero guai.

<<Se ci vedesse, ma lui non è qui>> intima senza riguardo quel mascalzone.

La sua affermazione mi ferisce e il finto sorriso che ero riuscita a stampare in viso per amor della mia amica, rapidamente si spegne... stavolta per sempre. Le lacrime sopraggiungono i miei occhi e le labbra tremano, non è giusto. Avrebbe dovuto esserci Alessio al posto di questo pallone gonfiato con un ego smisurato.

<<Ma finiscila anche tu.>> Alice lo ammonisce, dandogli uno scappellotto in testa.

<<Vale, ti vado a prendere un vestito che ho adocchiato poco fa mentre ti cambiavi, credo sia perfetto per te>> annuncia, guardando con occhio attento il fratello e lasciandomi nuovamente da sola con il predatore cattivo.

<<Ascolta tua sorella, sciò.>> Agito la mano per mandarlo via ma lui mi blocca il polso a mezz'aria.

<<Sciò lo dici ai cani principessa, non di certo a me>> constata serio, con la mascella stretta e il petto in fuori. Respira profondamente prima di addolcire i tratti del suo viso e intimarmi di provare l'abito nero che ha preso Alice. No ok, è bipolare o cosa? Sta forse recitando una parte? Me lo auguro.

Con insolito risentimento e con il sangue amaro, stringo il vestito al mio petto e gli lancio una lunga occhiata delusa e schifata prima di ritornare in camerino, spero per l'ultima volta; non sono dell'umore adatto oggi, ho lo stomaco e la testa in subbuglio, e Matteo cerca di mettere sottosopra pure i sentimenti che provo verso quel dolce ragazzo che ha rapito per la prima volta anima e labbra.

Al solo ripensarlo sorrido come un ebete, e indosso l'abito dicendo che è quello perfetto non appena mi vedo allo specchio; e ricordo come lo stesso ho pensato di Alessio non appena abbiamo incrociato le nostre iridi. Sapevo che in lui c'era qualcosa che mi attraesse come una calamita, più di tutti il rispetto che porta non cercando di farmi fare qualcosa di cui non sono sicura.

Lui non mi mette fretta ed è come se lo conoscessi da sempre, c'è fiducia e lealtà tra noi; ovviamente anche desiderio, sì, ma di conoscerci più a fondo e non solo sotto altre vesti. C'è voglia di provarci seriamente mista ad attrazione mentale oltre che fisica. Una sola sua carezza mi causa più brividi e sensazioni di quanto ne possa provocare Matteo alle sue conquiste con altri mezzi.

Scuoto il capo indignata e schifata per essermi fatta sfiorare con quelle dita che chissà quante altre donne avranno toccato. Ricorda Valeria, con lui saresti potuta essere solo un numero.

Caccio fuori l'aria e non trattengo più il respiro, altrimenti mi fa male la pancia. Spalanco la tendina senza pensare alle possibili reazioni di entrambi alla vista non più di una ragazzina ma di una donna: è così che mi sento con indosso questo splendido abito nero, che mi regala di certo un paio d'anni in più.

È tutto nero, la parte superiore è costernata da splendidi decori in pizzo che mi piacciono un casino, e possiede pure una fascia di raso che mi definisce il punto vita nel modo giusto, facendomi apparire veramente snella, quasi come una modella. È semplice ma d'effetto.

In questo momento mi ci vedrei perfettamente accanto a quel biondo dagli smeraldi verdi e profondi, che immagino fissarmi ammaliato. Mi porgerebbe le sue dita e io le accetterei senza pensamenti, attaccandomi al suo petto e udendo i nostri cuori battere all'unisono.

Balleremmo con movimenti lenti e sensuali ma lui continuerebbe a guardarmi senza maliziosità, non facendomi sentire a disagio per questo. Come non detto, apro gli occhi e mi ritrovo tutto l'opposto di ciò che ho sognato. Matteo mi squadra con pupille dilatate mentre si strofina una mano sul mento dalla barba incolta ma curata.

Quella peluria sul suo viso che avrei sempre voluto carezzare, assieme alle ciocche nere ribelli che gli ricadono sugli occhi talvolta. No Valeria, stop, ricomponiti e ricorda cosa ha avuto il coraggio di ricordarti pur di infangare la figura del tuo fidanzato, come se fosse colpa sua l'avermi abbandonata poco prima dell'incontro.

Ah, forse ora comincio a capire... per discriminare lui insulta me perché non può farlo in modo diretto? È da vili prendersela con una donna, ma forse non gli è stato insegnato da nessuno. Inutile che tento di giustificarlo, altrimenti risulto più patetica di quell'essere.

Il moro mi osserva con occhi bramosi e insaziabili, come se fosse lui l'imperatore del mondo e io solo una schiava che dovrebbe essere onorata per essere entrata nelle sue grazie, onorata per ricevere le attenzioni del padrone in assoluto... una sola parola, maschilista.

Il suo sguardo scende e si sofferma più in basso, sul punto vita, e cambia posizione con scioltezza ritornando a far finta non gliene freghi nulla. Smanetta con il cellulare e lascia che sia Alice a esprimere il parere su quest'abito.

<<È fantastico!>> dice prontamente la mia amica, stupita.

<<Non è un po' troppo?>> le domando incerta, scuotendo lievemente il capo e girandomi per vedermi allo specchio.

Sbuffo.

<<Troppo? Sembra ti sia stato cucito addosso, è tremendamente sexy seppur non ti lascia nulla scoperto. Alessio impazzirà non appena ti vedrà.>> Mi avvisa, con aria sognante.

Sorrido dentro ma non riesco a esternare nulla fuori, soprattutto a causa del raggiungimento di quel ragazzo che vuole farmi uscire fuori di testa.

<<E non sarà l'unico.>> Se ne esce fuori così, mordendosi le labbra in modo ardente. Ingoio la saliva e prendo un grosso respiro per non dirgli in faccia quanto sia patetico con queste sporche lusinghe che non mi recano altro che un orrendo voltastomaco,

<<Tutti gli occhi saranno puntati su di te e non sulla festeggiata>> blatera. Non capisco quale sia il suo intento. È geloso? Non vuole che mi faccia vedere vestita in questa maniera dal mio ragazzo? È proprio matto se pensa di poter controllare la mia vita e le mie scelte. Anzi, se so che è una cosa che possa infastidirlo glielo faccio di proposito, ben gli sta abbassare la cresta.

D'un tratto me lo ritrovo accanto, il tempo di un battito di ciglia. Mentre Alice socchiude gli occhi e sorride per l'amorevole e apparente innocua preoccupazione del fratello, lui ha il tempo per sussurrarmi qualcosa all'orecchio.

<<E questo non va bene.>>

<<Nemmeno ciò che stai facendo va bene>> rispondo a tono, <<non si può sempre essere accontentati dalla vita.>>

<<E chi lo dice questo?>>

<<Lo dico io>> sbotto orgogliosa e senza esitazione. Lo zittisco, o semplicemente non può più rispondere dato che Alice mi dice di non dargli retta e di acquistare questo vestito.

Sto sudando, sono stravolta. Rispondere alle sue provocazioni mi dà soddisfazione ma allo stesso tempo mi fa abbassare al suo livello. Una volta lo avrei semplicemente ignorato, perché ora no? Cos'è cambiato?

È lui che trae piacere dal punzecchiarmi, ma forse, sotto sotto, io provo lo stesso rispondendogli... non lo so, sono confusa. Non è una situazione normale questa, non dovrei voler per forza dire l'ultima, dovrei fregarmene di ciò che pensa anziché inculcargli il mio parere. Questo genere di battibecchi non solo soliti dei fidanzati?

Ci screditiamo a vicenda, con apparente odio, ma in fondo cosa proviamo davvero l'uno per l'altra? Cosa io credo di provare veramente per lui... nulla, altrimenti non ci sarei rimasta così male dal mancato appuntamento di Alessio. Ma mentirei se dicessi di essergli indifferente, a quest'ora non lo avrei minimamente considerato assieme le sue stupide frecciatine.

<<Vado a prendere il mio abito che ho lasciato in camerino e siamo pronte per dirigerci alla cassa>> afferma Alice.

Matteo non spreca occasione e riesce a trovare il modo di non far udire alla sorella il suo <<sei mozzafiato>>, chiaramente rivolto alla sottoscritta. Con un dito mi sfiora piano la schiena scoperta e sposta tutti i capelli sul lato destro.

Vengo percorsa da una scossa elettrica, un brivido si dilania per tutto il corpo, soffermandosi proprio sul mio stomaco, come una pugnalata; ed è esattamente ciò che accade dentro me quando sto con lui, la mia mente fa a cazzotti con il cuore per prendere una maledetta decisione una buona volta.

La verità è che questo ragazzo è un pugno e un calcio a nome dei sentimenti che ho ammesso di provare per Alessio.

Deve smetterla, e io pure di assecondarlo come in questo momento, non mollandogli nessun ceffone da farlo arrivare fino in Norvegia quando mi tratta come una delle tante ragazze che hanno scaldato il suo letto. Questo mi fa credere di non essere stata abbastanza seria e credibile, ma riprenderemo sicuramente questo argomento.

Gli lancio uno sguardo gelido addosso e mi scanso, ritornando dietro la tendina dello spogliatoio per potermi cambiare. Sinceramente avrei preferito tenere il bel vestito lungo nero, piuttosto di quello che mi ha prestato Alice, talmente corto che ho paura mi si veda l'intimo se sollevo le braccia.

Maledizione a me, sarei stata più coperta con una minigonna forse... non so se questo mio broncio che non riesco a cancellare dal viso sia dovuto solo a questa scelta oppure, soprattutto, per aver fatto credere a Matteo di aver campo libero con me.

Non sono come lui che non mi faccio scrupoli per appagare i miei istinti e alimentare il mio ego, io non ho le sue stesse esigenze per fortuna. Ho un cervello e dei sentimenti a differenza sua, e ne vado fiera.

Alzo gli occhi al cielo e sbuffo rassegnata all'idea che avrò gli occhi di quel ragazzo addosso per tutto il tempo, infatti non vedo l'ora di tornare a casa e indossare i miei comodi abiti larghi e non attillati che non mi evidenziano affatto la figura.

A mali estremi, estremi rimedi...

Matteo dovrà per forza indirizzare lo sguardo altrove, non gli permetterò di osservarmi con quei suoi occhi luminosi per farmi ammaliare e convincermi ad avere pensieri poco consoni. Non riesco a decifrare cosa provo nei suoi confronti. Quando mi fa -a modo suo- dei complimenti, arrossisco; ma non perché timidamente li apprezzo, tutt'altro.

Divento rossa dalla rabbia. Lui fa uscire lati del mio carattere che non credevo di possedere, tira fuori il peggio di me, e lui si diverte, gli piace. Sto giocando al suo gioco e non me ne rendo conto, perché ogni volta che esprimo queste reazioni di disappunto e contrarie a qualsiasi mio principio, lo appago. Questa cosa continuerà all'infinito se non gli darò un taglio netto.

Mi sa che il mio prossimo acquisto dopo questo splendido vestito sarà del nastro isolante, da appiccicarglielo sulla bocca ogni volta che vuole sparare cavolate a sproposito, questa sì che sarebbe una spesa utile.

Guardo un'ultima volta il mio riflesso allo specchio e timorosa esco fuori, non incrociando il suo sguardo. Schiena dritta e sguardo fiero, non mi abbasso ai suoi livelli, non voglio farmi ancora del male.

Purtroppo il mio tentativo risulta inutile dato che Matteo si posiziona al centro e tiene me e Alice attaccate a lui per la vita. Le sue dita che pressano sulla mia pelle coperta bruciano, ma non ci faccio caso. Prendo un grosso respiro e ci avviamo finalmente verso l'uscita del centro commerciale. Solo qualche passo mi divide dalla libertà, qua con lui mi sono sentita come in carcere.

.................................

Alessio's POV

Tiro il freno a mano e spengo l'auto, siamo arrivati a destinazione. Scendo e la vado ad aiutare, aprendole la portiera e porgendole la mano che lei accetta fiduciosa e sorridente. So che sto facendo la cosa giusta, devo solo continuare su questa strada affinché tutto vada al meglio. Certo, ogni suo sorriso è un colpo al mio cuore, ma è così che deve essere, non può più soffrire adesso che in grembo c'è mio figlio.

Ci avviamo all'entrata e propongo di prendere un bel gelato, sperando che abbia appetito; deve mangiare per avere anche solo le forze di stare in piedi.

<<D'accordo, la nausea mi è passata>> risponde tranquillamente, prendendomi a braccetto.

Appoggia la testa sulla mia spalla e così ci incamminiamo verso l'entrata del centro commerciale, per poi dirigerci subito all'angolo bar che dista un paio di metri. Ci sediamo e lei mi fissa con i suoi grandi occhi verdi, dai quali riesco a distinguere mille colori e scintille diverse.

Prima che mi possa dire qualcosa di sdolcinato o semplicemente un ti amo al quale io faticherei rispondere, le chiedo il gusto del gelato che vorrebbe. Subito mi alzo e ordino un cono fior di latte e uno al caffè, come se altra caffeina mi possa calmare invece di agitarmi ulteriormente.

Mi volto verso di lei e noto come abbia cambiato umore a distanza di così poco tempo, semplicemente perché si è sentita amata e protetta. Appoggio la schiena al bancone e mi sento una persona migliore per non aver rigato il viso della madre di mio figlio di lacrime, come sarà successo un'infinità di volte nelle ultime settimane.

Nonostante ciò non riesco a rilassarmi come sta facendo lei, in mente ho mille pensieri e tutti che mi riportano a un unico nome: Valeria. Ce l'ho così tanto dentro la testa e nel cuore che è impossibile farla uscire. Se potessi me la strapperei via dal petto, cancellerei ogni suo ricordo. La sua risata, i suoi occhi innocenti, i capelli che le sfiorano il viso dolce e pulito, le nostre mani che si stringono, i nostri corpi in sintonia, le nostre labbra che si sfiorano.

Penso talmente tanto a lei che mi pare di vederla ovunque. Esatto, proprio così. Chiudo gli occhi, mi sono proprio rincretinito. Quando li riapro mi sembra ancora di vederla. Diamine. Nemmeno la cocaina avrebbe lo stesso effetto stupefacente. Scuoto il capo, stranito e incredulo.

Non può essere lei, non voglio crederlo, è solo un brutto scherzo della coscienza che conosce  il mio punto debole e mi vuole ferire, allo stesso modo in cui io ho ferito lei. Mi vuole fare morire lentamente dello stesso dolore... e la cosa brutta è che lo meriterei.

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Spazio autrice
Buonasera! 😍 e buon primo dell'anno 🥳 spero che questo 2020 vi porti delle cose belle: tanto amore, pazienza e salute! E poi ovviamente lavoro, soldi e fortuna, ma questi sono bisogni secondari! Che dire di questo 2019, è stato il più particolare che abbia mai vissuto, il più bello e al contempo più brutto della mia vita... sono stata tanto felice per un momento, mi sono sentita la ragazza più fortunata di questa terra, la più amata e desiderata, ma purtroppo le cose belle a me durano poco e ben presto sono sprofondata in un buio abisso dal quale spero che con questo 2020 riesca a uscirne completamente ❤️ i miei amici mi sono stati molto accanto per superare questo periodo, specialmente la mia migliore amica che potrei definire ormai una sorella, Chiara... abbiamo vissuto insieme per tre mesi estivi in uno stage scolastico, più tutte le gite e tanto altro durante l'anno, si può dire che siamo state più insieme noi che a casa con le nostre famiglie 🤣 ed è stata di vitale importanza in questi ultimi mesi, mi ha sopportata molto e non fatto pesare la mia situazione 😅 la ringrazio per questo perchè è veramente unica. ❤️
Questo sarà l'anno più bello e impegnativo, ma anche il più soddisfacente, perché sono al quinto superiore e finalmente se tutto va bene finirò scuola 😌🤷🏻‍♀️ e poi solo lavoro e hobby!!! Un po' di libertà 😍 potrò dedicarmi più a questa storia, e chissà, magari provare a mandarla a qualche casa editrice una volta terminata 😲 intanto questo rimane un sogno dentro al cassetto che spero di poter realizzare un giorno 🤗 questo mese ho anche una gara importante con la scuola, che si terrà a Rimini, dunque dall'altra parte di dove sto io 🤣 spero che andrà tutto bene, l'importante è partecipare non vincere! Vi lascio con le impressioni di questo capitolo, con i mille dubbi di Valeria su Matteo 🤔 e con il ritorno di Sofia con Alessio... come andranno le cose? Per supportarmi commentate e lasciate una stellina ⭐️ grazie 🥰
Scusate di avervi annoiato, se siete arrivati fin qui siete davvero degli angeli scesi dal cielo 😙 ci vediamo con un nuovo aggiornamento quando potrò, vi ho già spiegato i miei impegni e non sono pochi 😅 devo dare il massimo questi ultimi mesi di scuola!! Vi voglio bene 💜
~Sabrina~ ❤️

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