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Capitolo 29

Cinzia' POV

Inutilmente avanzo qualche passo ma Alessio sbatte la porta senza permettere di replicare e va via, per sempre: crede di aver preso la sua decisione, ma non sa che l'ultima parola è sempre la mia.

Non gli permetterò di rovinarsi con le proprie mani, perché è ciò che ha intenzione di fare. Tutti i miei sogni sembrano essere andati in frantumi per colpa di una sciocca ragazzina, sicuramente incontrata in posti indecenti che meglio non nominare, oppure ai semafori la notte.

Io rimedierò, fosse l'ultima cosa che faccio. Non posso descrivere in nessun modo la sensazione di vuoto sotto ai piedi che ho provato alla vista di quel mostriciattolo dietro mio figlio, colui al quale ho sempre dato e sperato il meglio, e lui si accontenta di una di così poca rilevanza, che non è nessuno se non un'ignota.

È soltanto riuscita a scatenare gli ormoni di un giovane, non l'ha fatto innamorare, lui sa che chi fa al caso suo l'aspetta serenamente a casa, in assoluta tranquillità, perché è una ragazza che ci tiene ai valori e non se la fa con lui sotto il mio sguardo.

Se solo penso a dove quella si sia potuta appoggiare, quali mobili possa aver sfiorato con le sue manacce indenne, mi viene il voltastomaco.

Mi esaspero e cerco di concentrarmi, camminando per la casa con aria affranta e arrabbiata, butterei giù tutte le stupide bomboniere che mi passano sotto gli occhi quando arrivo in soggiorno, così come Alessio ha gettato a terra tutte le mie aspettative per un futuro prospero.

Sofia è una così cara ragazza, intelligente e benestante. Vuole un bene immenso ad Alessio che lui neanche immagina; anzi, fa finta di non saperlo, perché purtroppo lei è arrivata a utilizzare modi estremi per dimostrargli il suo amore, e non può finire tutto per una sconsiderata.

In quanti pagherebbero per essere al posto di mio figlio, per avere così tanta fedeltà da parte di una fidanzata, quando al giorno d'oggi c'è uno schifo.

È pronto a mandare in frantumi il sogno di una vita, maledizione, e io non posso aiutarlo a scavarsi la fossa da solo spingendolo tra le braccia di un'altra, devo chiedere aiuto a qualcuno perché da sola non riesco a risolvere la questione.

Penso, rifletto, gesticolo freneticamente nel tentativo di trovare una soluzione, e qualche idea mi balena in testa, anche se assieme a essa si presenta un nodo alla gola, un po' di sensi di colpa forse.

Ma che colpa, di volere il bene del proprio figlio?

Scaccio via l'ansia e prendo possesso delle mie forze: afferro il telefono decisa sul da farsi. Lentamente vado in rubrica e il primo nome che vedo è proprio colui di cui ho bisogno.

Lascio che il telefono squilli mentre mi rilasso poggiando le spalle al muro. Strofino la fronte e mi accorgo di stare sudando per quello che sto facendo, perfino la coscienza rimprovera il mio gesto.

Al diavolo questo sentimento angoscioso che mi logora il petto, Alberto è l'unica persona che mi può essere utile in questa situazione, dato che lavora nei servizi segreti da anni.

Fortunatamente risponde al secondo squillo sul cellulare personale, anche se non potrebbe neppure tenerlo vicino, ma per me starà facendo un'eccezione, tutto grazie all'amicizia che ci lega da diverso tempo.

Immediatamente dice che deve riattaccare, ma io insisto affinché mi ascolti, si tratta di una questione seria e non c'è tempo da perdere.

<<Dimmi, allora>>, sospira paziente.

<<Si tratta di avere qualche informazione su una ragazza, una poco di buono che sta raggirando e facendo perdere la testa a mio figlio, temo che possa essere una delinquente.>> Esagero senz'altro, in modo da sembrare convincente.

<<E cosa dovrei fare io, per te?>> chiede dubbioso, forse non mi sono spiegata abbastanza.

<<Devo avere delle informazioni, sapere dove abita, che persone frequenta>> specifico con sdegno, alludendo a qualcosa di illecito.

<<Il massimo che posso fare è controllare se ha dei precedenti penali>> afferma.

Non è proprio quello che mi serviva ma è un inizio, così gli dico nome e cognome e lui svolge il suo dovere di ricerca.

<<Non ho trovato nulla, questo significa che non ha mai avuto problemi con la legge, puoi stare tranquilla>> rassicura ma io non mi lascio confortare dalle sue parole.

<<Per stare tranquilla ho bisogno di sapere, anche solo il numero di telefono, indirizzo di casa...>> parlo, ma Alberto mi interrompe.

<<Mi stai chiedendo troppo, non posso se non ho trovato nulla.>>

Mi cade il mondo addosso, come riuscirò ad allontanare quei due?

Devo inventarmi qualcosa. Scuoto la testa e ripeto una serie di "no" appena sussurrati, e poi tra confusione e rabbia mi viene in mente un'idea.

<<Potresti tenere sotto controllo il telefono di mio figlio? Così tramite lui riuscirai a risalire a questa donna>> espongo piena di fiducia e con un sorriso a trentadue denti.

<<Credi che non ci avevo già pensato? Non posso fare una cosa simile, è un incarico a mio rischio e pericolo se verrò scoperto dal mio superiore...>> spiega, e il nodo alla gola si ripresenta puntuale.

<<Ti scongiuro, è questione di vita o morte, si tratta di mio figlio>> grido per fargli pena, ormai disperata.

Dopo un po' di moine alla fine acconsente, e mi dice che già domani mattina mi farà sapere tutto ciò che desidero conoscere su questa ragazza, e mi ricorda che sta facendo un grandissimo favore, che non lo avrebbe fatto per nessun altro.

Dopo infiniti ringraziamenti riattacco, sentendomi più serena come madre ma in colpa come persona. La prossima mossa è mettere in guardia Sofia, farle capire qualcosa ma non troppo, deve solo tenere gli occhi aperti e dimostrare più affetto ad Alessio, non lasciarlo troppo libero di prendersi certe errate libertà con chiunque.

Così lui capirà di essere veramente amato, che di quella sgualdrina raccattata per strada non se ne fa niente. Con Sofia potrà avere un futuro benestante: se le nostre famiglie si uniranno sarà un'esplosione di ricchezza, e questo è fondamentale.

Quella ragazza ha sofferto così tanto, ha fatto gesti estremi dal forte amore che prova per quello scapestrato di mio figlio, e lui non la vuole. Maschi, tutti uguali, si accontentano di una che non c'è il giorno ma li fa divertire la sera e non di una ragazza genuina e semplice che ci sarà sempre, in qualsiasi occasione.

<<Cinzia cara, ciao, che bello che ti fai sentire, almeno tu...>> La voce lieve di Sofia mi risveglia dai pensieri.

Prendo una boccata d'aria e dico senza ripensamenti:

<<Ciao tesoro, dobbiamo assolutamente discutere di alcune cose.>> Senza giri di parole, in modo forse un po' troppo meschino e netto, e poi continuo.

<<Quando ci possiamo incontrare?>> Dal tono trapela la mia preoccupazione.

Sofia avrà avuto sicuramente un attacco di cuore dato che non risponde, non volevo spaventarla, solo avvisarla e farle capire che io le sono vicina, qualunque decisione dovesse prendere mio figlio: farei di tutto pur di tornare a vederli insieme, e con il mio aiuto ci riusciremo.

<<Così mi tieni in ansia, che succede?>> borbotta di rimando, non avendo più nemmeno la voce, le sarà rimasta bloccata in gola.

Sicuramente, come me, avrà sentito mancare la terra sotto ai piedi.

<<Niente che non possiamo risolvere con tanta buona volontà e tenacia.>>

<<C'entra Alessio, non è vero? Mi vuole lasciare? Io non ce la faccio a vivere senza lui, lo amo troppo, Cinzia...>> La fermo, prima che scoppi in un pianto inconsolabile.

<<Anche lui ti ama, ha solo bisogno di più tempo per capirlo fino in fondo, fidati>> asserisco convinta.

<<Grazie, mi sei sempre vicina quando ne ho bisogno, mi consoli come una madre>> risponde dolcemente, nascondendo il timore che le attanaglia lo stomaco.

È solo una ragazza che dopo tante sofferenze vorrebbe trovare un po' di pace rifugiandosi tra le braccia di mio figlio, e questo è un desiderio che sono pronta ad avverare, per rendere felici tutti.

<<Perché lo diventerò, un giorno potrai chiamarmi mamma.>> Mantengo il tono di voce alto e non tremante, non posso mostrarmi fragile e piena di pensieri e paure, devo risolvere qualsiasi lite ci sia stata tra questi due ragazzi e farli ritornare la coppia unita che erano una volta.

<<Che belle parole, grazie>> Comincia, rasserenandosi, per poi concludere dicendomi che anche lei deve parlarmi, e che lotterà con le unghie e con i denti per il suo amore.

Questo è ciò che volevo sentirmi dire per non apparire alla mia stessa coscienza una persona ingrata e cattiva, perché sento di stare aiutando una ragazza debole e di buon cuore che necessita di un aiuto per uscire definitivamente dal circolo di sbagli che ha commesso mesi fa, che potrebbe pure ripetere se solo Alessio si allontanasse.

Non voglio più che stia in quel modo, le voglio bene come una figlia, e farò in modo che possa definirla tale, è una promessa. Domani è il grande giorno dove tutto dovrà sistemarsi, almeno per quanto riguarda Sofia, per quella Valeria arriverà il momento di sistemarla e farla ritornare al bordello da cui è venuta.

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Valeria's POV

Più tengo la testa tra le nuvole e più automaticamente ripenso al comportamento sgarbato che ha avuto quella donna con me, senza che le facessi nulla di sbagliato.

<<Non giudicare Valeria, non giudicare...>> mi ripeto più volte in mente. <<Non sai perché l'ha fatto, e nemmeno ti riguarda, eri tu a essere di troppo, a casa sua>> sentenzio realista.

Mi ha fatto piacere però quando nel mezzo si è messo Alessio e mi ha difesa, andando contro la sua stessa madre.

Sono così importante, allora, per lui?

Il mio cuore dà una risposta, e la mia razionalità pure, solo più plausibile: ha solamente preso le difese del più debole, senza altri fini, lo avrebbe fatto chiunque. Mi deve andare bene così, senza illusioni.

Eppure lui è così diverso da Cinzia, non ha niente in comune se non lo sguardo attento e severo, che ho notato qualche volta assumere in mia presenza.
Hanno diversi modi di porsi, diverso carattere, differente tutto, tranne gli occhi verde smeraldo.

Se la prima apparenza non mi tradisce, quella donna l'ho vista irata, preoccupata, inviperita verso me, come se le stessi sul naso. È stata veramente scontrosa, e io che non sono abituata ad avere a che fare con queste persone mi sono sentita davvero a disagio: è una sensazione che non dovrebbe provare nessuno, così come l'odio e il disprezzo, li metto sullo stesso piano d'importanza.

Giro il capo verso il finestrino e fisso il mio scandaloso riflesso dallo specchietto: capelli arruffati che sistemo con le dita in modo veloce, mettendo il ciuffo dietro l'orecchio sinistro, fronte sudaticcia e guance color... ehm, fragola, come direbbe qualcuno di mia conoscenza.

<<Ti stai facendo bella?>> Alessio mi fa prendere un bello spavento con questo improvviso intervento; rompe il silenzio senza delicatezza, e io so già come andremo a finire se prendiamo questo discorso.

Ha distolto per un attimo lo sguardo dalla strada e mi osserva, e questo non nego che mi fa piacere, e pure arrossire quando continua:

<<Per me?>> Ghigna divertito.

Allarga le labbra in un ampio sorriso, distraendomi quando flette le braccia in avanti stringendo forte il volante, allo stesso modo in cui vorrei essere stretta anch'io, sentendo quelle dita sulla mia pelle mai sfiorata da nessuno.

Lui è il primo, e vorrei fosse pure l'ultimo...

<<Cosa?>> borbotto colta in flagrante, tutto ciò che dice è come se magicamente si avverasse, come se le mie mani mettessero a posto i capelli per piacergli di più, inconsciamente.

<<Non mi sto facendo bella per nessuno>> spiego, abbassando lo sguardo dal suo corpo possente che altro non fa che intimidire i miei buoni propositi di essere solo amici.

<<Ti fa ribollire anche ribollire il sangue nelle vene, ricorda>> dice la mia mente, con un sorrisetto perverso.

<<Certo, per nessuno no, ma per me sì>> contrattacca beffardo.

Com'è che ha sempre la risposta pronta a tutto?

<<Non ti illudere troppo, biondino>> dichiaro con finta sicurezza, mantenendomi pacata.

Gli lancio un'occhiata furtiva e mi giro con falsa ingenuità, facendo finta di non essermi accorta di come mi ha guardata mangiandomi con gli occhi.
Sì, alle donne piace essere corteggiate in questo modo, ci fa sentire bene, e io per la prima volta nella mia vita voglio godere a pieno questo momento, prima che sia troppo tardi per entrambi.

<<Troppo no, hai ragione, basta il giusto>> bofonchia mettendo l'ultima parola, e io sono rimasta fregata, touché.

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Alessio's POV

Cazzo se la trovo attraente quando mi sfida con quelle battute allusive che mi fanno sogghignare interiormente, anche se ancor più mozzafiato è senz'altro il suo sguardo rivolto verso di me, quando la sgamo e lei arrossisce.

Nessuna ragazza che ho conosciuto è arrossita alle mie parole dopo aver preso confidenza, solo lei può. Valeria è unica, mi piace sul serio, e questo mi preoccupa esageratamente.

Eppure dovrei stare più tranquillo, ho detto tutto quello che pensavo a mia madre, non importa se mi caccerà da casa, vorrà dire che i miei risparmi saranno utili a qualcosa: affitterò un monolocale e sarò finalmente indipendente sotto questo punto di vista, sarebbe pure il momento a ventitré anni.

Stasera mi prenderò una stanza in albergo e comincerò le mie ricerche per una piccola dimora, il lavoro ce l'ho fortunatamente quindi non ho nulla di cui preoccuparmi.

Destino non ti temo.

Sposto svogliatamente lo sguardo sulla strada, liberando la mente da qualsiasi pensiero che possa "sporcare" l'anima pura di questa giovane ragazza al mio fianco.

Capisco che siamo arrivati a casa quando noto lo stesso percorso che percorro con il mio autobus tutte le mattine. Mi fermo e osservo come lei sia sovrappensiero, sensibile com'è è ancora scossa dalle cattiverie dette da mia madre.

Mi fa tenerezza, perché è ancora una bambina che si atteggia da adulta, e ragiona sicuramente meglio di me, senza dubbio. Noto che vorrebbe lasciarsi andare ma si arresta in tempo, abbiamo un po' di autocontrollo entrambi.

<<Val...>>la chiamo.

La fanciulla si volta stranita per l'appellativo, così mi correggo:

<<Fragolina, scusami, è vero.>> Sorrido teneramente, senza scintille di malizia nei miei occhi.

Meglio mantenerci distaccati, almeno finché tutta questa storia della mia fidanzata sia definitivamente chiusa, morta e sepolta sotto metri di terra. Non voglio prendere in giro nessuno, nemmeno me stesso, quindi è meglio aspettare.

Le sue iridi color cioccolato si incontrano con le mie, due sguardi diversi che vorrebbero trovare un punto di incontro e rimanere a fissarsi per l'eternità, se potessero.

<<Hey, non c'è niente di sbagliato in te>> affermo, prendendole il viso con le mani, e non resisto a non lasciarle una carezza, per poi continuare:

<<Dimentica ciò che ha detto mia madre, ok?>>

Annuisce, chiude gli occhi e io caccio in fuori l'aria trattenuta, sospirando sommessamente.

<<È tutto a posto.>> Cerca di rassicurarmi.

<<Quando mi dici che va bene, fallo guardandomi in viso>> replico immediatamente e con questa scusa sbatte le palpebre e mi fissa, a pochi centimetri di distanza.

<<Altrimenti?>> riprende fiato e percepisco il suo cuore accelerare, per l'ansia.

<<Altrimenti non ti credo>> concludo da gentiluomo spavaldo, accorgendomi troppo tardi di starla corteggiando e persuadendo con strani ammiccamenti.

Passo la mano destra lungo il suo braccio, carezzandola vicino al collo in un moto involontario. I brividi che le provoca questo mio gesto la riempiono di pelle d'oca, e le labbra tremano incerte sul da farsi.

Alla fine commette un errore che non avrebbe mai dovuto fare e di cui più avanti forse ne pagheremo le conseguenze: piena di coraggio separa la distanza dei nostri volti, che si trovano poi così vicini che è inevitabile non far scontrare le nostre bocche.

Le labbra si congiungono solamente a stampo da parte sua ed è subito festa; un campanellino dall'allarme suona prepotentemente dentro il mio cervello ma io non gli do retta, anzi, approfondisco questo contatto tanto desiderato.

Ora non ci stacca più nessuno, neppure le mie paure che sembrano essersi volatizzate nel nulla, così come il difficile passato.

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Valeria's POV

Mi decido che questa è la volta buona per far succedere questo momento tanto atteso che rimarrà indimenticabile. Non mi respinge, d'altronde non avrebbe mai potuto dirmi o farmi intendere di aver frainteso, se ha iniziato lui a mettere mani dove non avrebbe dovuto, se il suo intento non fosse stato proprio quello di farmi perdere la testa.

Volevo solo un bacio da lui, sperimentare una nuova sensazione di cui tutti parlano e sono esperti, perché anche i dodicenni hanno più esperienza della sottoscritta, di questo ne sono quasi certa.

Non importa se me ne pentirò, ora voglio godermi questo attimo che potrebbe trasformarsi in lunghi secondi, se non addirittura minuti.

Subito la mia adrenalina si abbassa e dà spazio alla timidezza, non so cosa fare dopo aver poggiato le mie labbra alle sue. Alessio capisce che non ho voglia di smettere, che mi fermo solo per inesperienza, così mi asseconda e guida.

Schiudo la bocca, sentendo la sua premere contro la mi, un contatto talmente vicino da farmi girare la testa e quasi perdere i sensi, sembra tutto irreale, che qualcuno mi dia un pizzicotto per farmi risvegliare.

Anzi no, se è un sogno continuate a farmi sognare...

Muove lentamente la testa e io con lui, e poi viene tutto così naturale, spontaneo: semplicemente ci baciamo, senza altro da aggiungere.

Una marea di sensazioni si scatenano dentro, il muscolo propulsore non ha intenzione di diminuire i battiti, perché necessito sempre di più ossigeno per non morire d'amore per lui.

Sto respirando l'aria che non mi fa passare, per gelosia forse, vuole che niente e nessuno si intrometta tra di noi.

Sono sua, adesso sono solo sua e lui mio, domani si vedrà.

La nostra è una dolce danza che non vorrei finisse per nulla al mondo, mi sento viva come non mai. Muoio a ogni suo tocco, brucio dove poggia le sue dita stringendomi con vigore.

Il caldo scende giù e si propaga ovunque, facendomi vergognare delle mie stesse sensazioni che provo, che tra l'altro sono del tutto normali. Che assoluto imbarazzo.

Pensieri confusi mi balenano in mente e fanno a botte per prevalere, ma alla fine ha la meglio il cuore: non mi riconosco difatti proprio perché mi sto lasciando andare, però so per certo che tutto questo mi piace un casino, potrei pure morire in questo momento, lo farei con il sorriso a fior di labbra.

Porto una mano sul suo viso, ricambiando la carezza e inarcando la schiena verso di lui; la posizione in cui mi trovo è fin troppo scomoda oltre che sovrannaturale, ma non riesco a rovinare tutto, quindi mi adatto meglio che posso.

Purtroppo ci stacchiamo, non so quanto tempo sia passato ma posso affermare che non mi sia affatto bastato.

<<Se si tratta di lui credo non ne avrò mai abbastanza>> ammetto in cuor mio.

Rimaniamo inerti, con i nasi che si sfiorano e i respiri che si condensano, sconcertati entrambi per ciò che è accaduto, finché non spezzo il silenzio dicendo che devo andare.

<<Ciao, Alessio.>> Adesso il suo nome è più melodico, suona così bene pronunciato da me.

Il cuore non ha smesso di martellare nel petto così come le mani ancora sudano per la tensione, e in testa frullano mille domande: mi faccio mille paranoie su questo bacio, se gli sia piaciuto, se gli abbia fatto schifo e non voglia più rivedermi, oppure se gli sia piaciuto tanto quanto me, o di più.

Non attendo risposta, so di essere tutta rossa in faccia, preferisco fuggire per non avere subito un suo giudizio, non sono ancora pronta, non me la sento.

Faccio per aprire lo sportello e uscire ma vengo ricondotta dentro. Sussulto per la sorpresa quando mi prende il polso e i nostri visi sono nuovamente vicini e i nostri corpi così caldi da mandare in fiamme l'auto.

Ti prego, non provocarmi più, non saprei resistere...

Vorrei toccarti come fai tu con me, ma sembrerei inopportuna, e non voglio che tu mi dipinga come una ragazzetta facile, non voglio che tu mi desidera solo fisicamente come Matteo, perché io ho un cervello e dei sentimenti che vanno accuditi con pazienza.

Voglio essere presa mentalmente, e tu ci stai riuscendo senza il minimo sforzo...

Mi bacia, questa volta con meno vigore, come se la passione di prima sia stata troppo avventata, quello di adesso è un bacio a fior di labbra, casto.

Questo momento sarà per sempre nel mio cuore, sono al settimo cielo. Non mi pento di aver aspettato tutti questi anni, sono contenta della mia decisione.

Mi sento così bene qui con lui che le gambe non eseguono i miei comandi e rimangono piantate saldamente dentro l'auto. Non vorrei ma devo andarmene.

A malincuore mi stacco dalle sue labbra e vado via sciolta come burro all'udire il suo "Ciao fragolina" .

Non dice nient'altro e forse ci rimango un po' male. Ma insomma, che mai avrebbe potuto dirmi? È scosso forse più di me, devo dargli il tempo di metabolizzare.

E io devo ancora capire come ho fatto a fare il primo passo, Alessio mi sta facendo avere un sacco di prime volte, in tutti i sensi. Mi sento così felice e completa che non mi accorgo di stare quasi saltellando per strada prima di entrare a casa.

Ho proprio perso la testa per quel ragazzo, sono cotta.

Apro la porta con indifferenza, salutando tutti con un grido dall'ingresso. Vado in cucina essendo sicura di trovare mia madre che prepara la cena, tiro fuori dalla mia borsa le fette di dolce che ho portato e le poggio sul tavolo.

Sembro così naturale come tutti i giorni che mi stupisco di quanto sia brava a fingere, potrei benissimo fare l'attrice come mestiere.

Mamma dice che mangeremo il dolce dopo cena, per non rovinarci l'appetito, e io le chiedo di dire a papà che sono stata da un'amica. Lei sa la verità, ma certamente non l'ultima parte che è successa, quella non ce la farò a raccontarla, al solo ripensarci mi vengono i dubbi se sia stato frutto della mia immaginazione.

E invece no, era tutto vero, lui era in carne e ossa e passionale come non avrei mai creduto.

Parlo sottovoce in modo che nemmeno i miei fratelli sentano cose che è meglio rimangano nascoste a più persone possibili. Gli potrebbe sempre scappare qualcosa durante la cena e far insospettire papà, d'altronde sono ancora piccoli.

<<Ora cambiati che tra poco c'è la cena e papà sta tornando.>> Mi dilegua mamma e io obbedisco.

Torno in stanza e faccio una doccia veloce per placare il fuoco che mi arde dentro, nelle viscere, al solo ripensare alla giornata trascorsa oggi.

Un sorriso increspa le mie labbra mentre mi rilasso fuori in balcone, appoggiata alla ringhiera; mi godo il panorama con una sensazione di pace nell'anima che non riesco a spiegare, so solo affibbiarla a una persona, Alessio.

Quel bel ragazzo mi ha donato felicità, e io gliene sono grata, dopo anni passati dietro a un altro che neppure sa il mio nome intero. Conoscerà molto bene le forme del mio corpo, quando mi squadrava negli ultimi tempi lo faceva davvero per bene, ma più di quello no.

Cancello quegli episodi ormai vecchi e lontani, che non riusciranno a intralciare il mio presente in alcun modo, perché per me Matteo non esiste più. Non deve esistere più.

Penso solo alle mani di Alessio sulle mie esili braccia e tutto il mondo è più bello. Penso alle labbra sulle mie e il cuore riprende a palpitare incessantemente contro la gabbia toracica. Immagino i nostri respiri fondersi l'un altro e vorrei ripetere tutto dall'inizio, rivivere quelle sensazioni.

Le mie riflessioni vengono interrotte da mamma che annuncia che è pronta la cena. Qualcosa che attira l'attenzione di mamma c'è, il mio insolito appetito. Mangio tutto con gran fame e lei se ne accorge, al che lo fa notare ad alta voce:

<<Che bello, da quant'è che non ti vedo finire tutto il piatto.>> Batte le mani in avanti, tutta sorridente.

Non saprei come spiegare questa mia voglia di mangiare, è come se avessi saltato il pranzo, anche se ho pure fatto merenda poco fa. Mi sa che Alessio ha risvegliato non solo i miei ormoni ma anche il mio stomaco...

<<La verità è che quel ragazzo mi ha fatta sudare sette camicie questo pomeriggio, è logico che non abbia più riserve di energie in corpo.>> mi giustifico mentalmente.

Mamma mi tenta ancora, mettendo della frutta fresca a centro tavola, così prendo qualche ciliegia e una pesca noce, adoro la frutta estiva, non so resistere.

Terminata la cena mi sento letteralmente scoppiare, non mangiavo così tanto da Pasqua. Posso alzarmi e rotolare sino la mia stanza, se ci riesco.

Che poi, diciamolo in confidenza, a chi non piace mangiare?

Fosse per me oggi come oggi sarebbe il mio passatempo preferito, il mio sport: credo di distinguermi dalla massa però, perché al contrario dei miei coetanei a me piace mangiar sano, ci tengo alla linea e al mio peso.

Possono dirmi che sono magra quanto vogliono, ma se non mi sento bene con me stessa io voglio cambiare. Non mi importa del giudizio della gente, interessa stare in pace con il mio corpo.

Il mio peso è un argomento delicato che ho dovuto affrontare anni fa, alle scuole medie. Verso i tredici anni il mio corpo ha cominciato a cambiare, il mio stomaco brontolava pure a mezzanotte per la fame e io lo accontentavo, con piccoli sfizi.

Poi, d'un tratto, mi è preso qualcosa dentro la testa e non riuscivo più a ingoiare il cibo, solo se sciolto insieme all'acqua. Avevo fame ma non riuscivo a mangiare, ed è una cosa davvero brutta se penso che nel mondo migliaia di bambini hanno fame e vorrebbero mangiare ma non possono, invece di non riuscirci come è successo a me.

Non so cosa ho avuto, so solo che ricordo di aver affrontato tutto prima da sola, per la vergogna, ma mia madre se ne è accorta e anche se non mi ha portata da nessuno psicologo, perché io non ci sarei mai andata testarda come sono, ne sono uscita all'improvviso.

Un giorno è come se il mio cervello si fosse riparato, forse è stato un momento -anche se durato mesi- dovuto allo stress, per le tante cose che sono successe quell'anno, non saprei dirlo.

Non so definire cosa mi è preso ma l'importante è che sono scampata da quel vicolo cieco che sembrava non avere vie d'uscita, non peso più quarantasette chilogrammi per un metro e sessantacinque di altezza ma cinquantatré, e per me questo è il peso ideale che vorrei mantenere.

E quando la gente mi dice che per loro sono troppo magra io rispondo che sto bene così. Non sono una che si priva di tutto, adoro i dolci in generale e anche se sono delle vere bombe caloriche non me ne privo, tutto fuorché nei giusti limiti.

Di questo brutto periodo non ne ho parlato con nessuno, nemmeno i miei fratelli lo sanno: a tavola notavano strani comportamenti, che ero più lenta del solito a mangiare, ma poi loro finivano e se ne andavano a giocare.

Rimanevo solo io con un bicchiere d'acqua sempre pieno tra le mani e il mio piatto davanti, mentre mamma aspettava con pazienza che io lo finissi, distraendosi pulendo la cucina.

Nemmeno papà ne sa nulla, non ho avuto il coraggio di parlare di questa strana malattia, me ne vergogno anche solo ricordandola e mi rattrista.

Non mi accorgo di essere già arrivata in camera come un'automa. Cerco di non pensare più a niente di brutto prendendo il cellulare tra le mani. Sul balcone il vento scompiglia i miei capelli lasciati sciolti e mi rilasso, accompagnata dalla luce che emanano le stelle.

Il mio volto si illumina quando penso ad Alessio, e anche se mi ero ripromessa di non cercarlo io per prima non riesco a evitare di mandargli un messaggio, ho bisogno che mi tranquillizzi anche solo chattando.

So che è capace di questo e molto altro, con lui accanto ciò che non devo proprio temere è la monotonia, perché ci sarà sempre da divertirsi e sorridere. Poco a poco scaccerò i ricordi che gli logorano l'anima e la rinsavirò come meglio sono capace, tappando i buchi con ago, filo e tanto affetto da donare, che spero possa trasformarsi in vero amore, ciò che credo già di provare per lui.

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Spazio autrice
Bonjour e buon lunedì ciambelline al cioccolato 🤗 non so perché ma mi è venuta voglia di dolci, tanto per cambiare ahah 😂 piaciuto il capitolo? Finalmente Alessio e Valeria si sono baciati! 😘 che carini, vero? Abbiamo conosciuto un po' il passato della protagonista e i suoi disturbi alimentari, che ne pensate? Ve lo sareste mai aspettato? 😅 se vi va lasciate una stellina ⭐️ e un commentino per farmi sapere cosa ve ne pare 😊 io questa estate non so come farò ad aggiornare, sto facendo lo stage con la scuola e mi trovo fuori dalla mia regione, tre mesi lontana da casa! Certo, sarà una bella esperienza, ormai è tre settimane che sono qui, il lavoro è massacrante ma diciamo che ce la sto mettendo tutta 🙆🏻 e non mollerò! Così come quando avrò un attimo libero penserò a scrivere questa storia, la mi storia, è come se fosse mio figlio quindi trattatemelo/a bene! 👋🏻 bye bye, ci vediamo appena possibile!
~Sabrina~ ❤️

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