Capitolo 15
Valeria's POV
<<Che avete fatto di bello, oggi?>> chiede Valentina risollevando il suo morale prima a terra.
Finge di essere indifferente alle sfuriate contro il suo ragazzo quando in realtà ci tiene molto: maschera la preoccupazione con la rabbia e la quasi indifferenza, come me.
Nessuna dovrebbe stare male per un uomo, non meritiamo di soffrire per degli esseri a volte che non si possono neanche definire tali.
E purtroppo il mondo ne è colmo di questa gente ignobile, il cui obiettivo è solo far sprecare tempo per i loro maligni scopi dettati dalla loro mente malata.
Ci sono ragazze che vorrebbero una relazione seria, io per prima, ma di certo non posso andarmi a cercare un mio coetaneo.
Alla mia età sono ancora più immaturi e non pensano che ad una sola cosa, in testa hanno solo quello; non che con gli anni cambiano, ma almeno il tasso è più elevato e si vede qualche miglioramento in certuni.
Emetto un sospiro di frustrazione voltandomi dalla ragazza che sta prendendo parola, mentre nervosamente giro l'anello che porto al dito medio, simbolo della mia amicizia con Alice.
Questo piccolo gioiello in ferro, per me dal valore affettivo inestimabile, è l'unico oggetto che mi rimane come ricordo, non me ne separerei per nulla al mondo.
L'unica cosa che ancora mi tiene legata alla mia città, per un motivo positivo e non pieno di dolore.
Non mi sono portata dietro nulla che mi ricordasse Matteo, solo il suo profumo che di tanto in tanto riaffiora solleticando le narici nella mia immaginazione, così come i timpani che esplodono all'udire il suo tono fermo e autoritario che ha sempre utilizzato in mia presenza.
Non credo sia mai stato scherzoso davanti a me, non ha mai fatto una sola battuta.
<<Io ho pranzato con i miei genitori, almeno il sabato ci sediamo tutti insieme a tavola come una normalissima famiglia>> commenta in un sussurro Giulia, destandomi dalle tristi riflessioni che prendono vita nella mia mente.
Credo voglia intendere che durante la settimana siano sempre occupati per via del lavoro, quindi rimane da sola, ed io parlo per me quando non mi rendo conto di chi mi circonda.
Deve essere davvero brutto crescere soli, abbandonati a se stessi perché la carriera è più importante di allevare un figlio.
Anche se affidati a qualcun altro le persone che ci hanno messi al mondo hanno un ruolo fondamentale nel nostro sviluppo emotivo e psicologico.
Capisco lo facciano per poterci garantire un futuro, ma in certi casi si esagera e non ci si rende conto che si superano i limiti, l'affetto di un bambino non si compra con il denaro.
Magari da piccoli si resta delusi e basta, ma da grandi si capisce meglio e poi se lo ricorderanno a vita come venivano trattati, rinfacciandolo ogni qualvolta gli è possibile.
Caccio fuori lentamene il respiro trattenuto sentendomi in soggezione.
Accavallo le gambe picchiettando il piede sull'asfalto, come un tic dovuto all'ansia, sapendo che adesso dovrò parlare di me e questo mi crea sempre agitazione.
Ma non dovrebbe, non ci sono gli occhi indagatori e infuocati di Alessio ad invogliarmi, molto curioso di ciò che ho da raccontare.
Mentre io mi rintanerei in un piccolo angolo cercando di mimetizzarmi, pregando di finire il prima possibile queste dichiarazioni a cuore aperto, non riuscendo a reggere lo sguardo ammaliante che avrei puntato addosso.
L'andatura così fiera, la sua figura che avanza con sicurezza verso il mio indifeso subconscio che, non sapendo cosa dire, balbetterebbe facendo fuoriuscire dalle mie labbra frasi sconnesse.
E poi basterebbe un solo secondo per perdermi dentro quegli smeraldi, catturata dalla tanta perfezione del suo viso simmetrico, quasi una bellezza nordica, di paesi esteri.
Potrei diventare la bocca della verità se solo lui volesse, potrebbero chiedere qualsiasi cosa alla sottoscritta e io risponderei sinceramente, senza rendermi conto all'istante dell'imbarazzo che avrò però in seguito.
Muovo il capo per negare che tutto ciò ho appena affermato sia veritiero, non voglio ammetterlo.
Inghiotto la saliva che brucia come le fiamme al contatto con la gola secca, ho bisogno di qualcosa di forte per placare la mia sete assolutamente non di acqua, bensì di conoscenza.
Ma adesso non posso avere di meglio, non ci sono le sue mani a cercare costantemente le mie, per avere un qualsiasi contatto fisico, all'apparenza ingenuo e non voluto.
Ed è così che dovrebbe essere, da parte di entrambi, ma io non so più cosa ne penso di tutto ciò...
In realtà so benissimo lui non lo faccia di proposito a confondermi con le sue azioni molto esigenti e particolari, come lo stanno diventando le mie poco a poco.
Rifletto meglio arrivando alla conclusione che quando mi stuzzica cantilenando a perdifiato fragolina, ha il preciso l'intento di far diventare le mie guance rosse e devo dire ci riesce sempre, purtroppo.
Gesto non giustificabile secondo il mio punto di vista da ancora una perfetta sconosciuta, ma che lui continua a fare, ostinato.
Eppure sembriamo due conoscenti da almeno un decennio quando ci scambiamo occhiate di intesa, come se capissimo tutto al volo.
In verità ognuno di noi interpreta i pensieri dell'altro a modo suo, ambedue erratamente mi sa.
Devo ancora imparare a controllare questa reazione spontanea dovuta alla timidezza che via via dovrà scomparire, magari truccandomi il viso per renderlo più pallido, in modo da contrastare quell'odioso colore che assumo sempre in sua compagnia per cui non ne vado orgogliosa.
<<Tu, invece?>> domanda di rimando la bionda, allargando le labbra in un sorriso sincero.
Cesso il fastidioso rumore del tic avvicinando un ginocchio al bacino, alzandolo e posandolo sulla panchina circondato da entrambe le mie mani per tenerlo fermo.
Vorrei proprio sprofondare e nascondermi dietro le gambe, mio unico scudo, ma so che non avrei scampo alla sua curiosità ed in effetti la comprendo meglio di chiunque altro.
Questo suo interessamento mi fa sentire apprezzata, voluta bene sul serio, non è una domanda tanto per dire perché sento il calore che trasmette.
Subito la mia mente si aggrappa alla telefonata ricevuta da Matteo appena arrivata, la quale ha scatenato la mia ira perché non è venuta dal cuore o da qualsiasi briciolo di sentimento che nutre verso di me.
È stato costretto.
Questa parola mi fa ribollire il sangue, io non ho mai deciso di dettare legge, ho lasciato libero arbitrio a tutti, ma in quel momento mi sono sentita responsabile di qualcosa che non ho fatto.
E questo non è stato per niente piacevole.
Facendomi forza con il cuore che pulsa fino la bocca dello stomaco schiudo le labbra, in cerca delle parole giuste che tardano ad arrivare.
<<A te non lo chiedo Valentina perché so già che avrai litigato tutto il giorno con quel povero ragazzo>> aggiunge sarcastica distraendomi e ricevendo un'occhiata crudele dall'amica.
Queste due sono formidabili e seppur non mi ricordano affatto il mio rapporto con Alice, sono fortunata ad avere la loro compagnia.
Almeno riescono a distrarmi dai torbidi pensieri; la mente adesso non è né da Matteo come una sanguisuga né al nuovo ragazzo che mi ha catturata con la sua gentilezza e spavalderia nascosta dietro a quest'ultima.
Non sono assillata, anche se Alessio rimane un chiodo fisso nonostante lo dilegua ogni volta che fa capolino nella mia testa; non so cosa mi abbia fatto per avere la mia mente sempre a sua disposizione, come se gli appartenesse e dirigesse lui le mie strane sensazioni e palpitazioni accelerate.
Mi do solo questa spiegazione per queste reazioni mai sperimentate prima d'ora, che non mi si addicono affatto.
Vorrei che il cuore si fermasse, tanto per vedere chi ha più potere su di me, se lui o io, anche se sono più propensa per la prima opzione.
Con lui anche un muscolo involontario smette di essere autonomo dandogli ascolto, potrebbe arrestarsi non appena mi rivolge uno di quei sorrisi mozzafiato che lasciano sbalorditi.
Quei denti così bianchi e perfetti come la pelle del suo corpo, come le labbra rosee che oggi avrei tanto desiderato si posassero sulle mie, zittendo tutti i miei timori e la voglia di ragionare fino allo sfinimento.
Se riesce ad avere il controllo di questa piccola parte mi sembra difficile non gestisca pure tutto il resto, e sono su tutte le furie.
I miei pensieri non sono mai stati padroneggiati o comandati da nessuno e non voglio mica iniziare ora, non ha il diritto di tenere la mia testa occupata con queste immagini di noi poco fa.
Il suo viso vicino al mio, quasi a sfiorarlo, con il fiato prima sulle labbra e successivamente al collo, succube inconsciamente il mio cervello a tal punto che avrei preteso andasse avanti impuntandosi su un qualcosa che non gli riguarda.
Spingermi oltre mi sarebbe piaciuto, un'insana idea in tutto e per tutto dato l'amicizia appena nata che ci lega.
Ma è lui che mi tenta, fastidiosamente e amabilmente come solo un amante saprebbe fare, io non ho colpe.
Sono vittima del suo fascino legato alla dolcezza che lo caratterizza, un caso perso insomma, da cui non ne uscirò tanto facilmente.
<<Niente di che, Alessio mi ha invitata a pranzo e ha detto che cucinava lui, quindi ho accettato per semplice curiosità.>> Scrollo le spalle omettendo una piccola verità.
Ho accettato perché pensavo fosse malato, ma innanzitutto perché me l'ha chiesto lui, ed io completamente ignara di ciò che sarebbe successo e della confusione che avrebbe scatenato in me ho accettato.
Me ne pento amaramente.
Non solo scombussolamento interiore ma anche esteriore, ha causato alla mia colonna vertebrale piacevoli brividi solo con il suo tocco, oppure è bastata solo la sua voce, neanche lo ricordo più con esattezza.
Mi sono sentita disorientata come non mai, neanche appena ho messo piede in questa città la prima volta ero così afflitta e amareggiata per aver lasciato tutto.
Mollando Alessio in quella casa desolata in compagnia solo della sua ombra, mi incupisce.
Non mi capacito di tutte le emozioni provate, quelle erano del tutto nuove, così insieme alle sensazioni allo sfiorare le nostre pelli per puro caso da parte mia, oppure incastrare i nostri sguardi, che non avrebbero mai voluto distogliersi.
Rifletto meglio sulle mie azioni scuotendo la testa, arrabbiata per il comportamento che ho assunto.
Involontariamente dopo pranzo gli ho dato un'impressione sbagliata, inadatta, levandomi in piedi in modo quasi provocante, senza saperne il motivo.
Forse mi volevo solo sentire alla sua altezza, una simile bellezza con una come me accanto avrebbe imbruttito la sua figura slanciata e possente, determinata.
Non volevo sentimenti fuori luogo quando in realtà con quei modi sensuali lo sono sembrata ancor di più, che stupidaggine che ho commesso.
I miei arti hanno preso vita propria per non so quale assurdo motivo, diretti non dal cervello, che se avesse potuto me le avrebbe date di santa ragione per i miei spostamenti ammiccanti, che tuttavia non mi rispecchiano.
Non sono stata io ad avanzare con fare convinto, a capo sollevato, era come se qualcuno mi stesse spingendo per la schiena e sorreggendomi mi teneva in quel modo così composto, forse i suoi occhi intensi.
Li immaginavo profondi da poter scalfire la mia anima, ed è per questo che mi sono voltata, trovando ciò che mi aspettavo.
Forse sono stata troppo sfacciata, avendo fatto intendere un doppio fine che non avrei mai immaginato neppure nei meandri più oscuri della mia personalità.
Mi sono mostrata per ciò che non sono, ovverosia una ragazza che ostenta e sfoggia fiera la sua audacia nel raggiungere un obiettivo che, a dirla tutta, non è mai esistito.
Io non ho alcuna finalità su di lui e mai dovrei averne, l'unico mio ambito traguardo è andato in fumo forse il giorno stesso che l'ho conosciuto, stravolgendomi la vita.
Mi ha ricordato Matteo per poi farmelo dimenticare un secondo dopo, e tutte queste contraddizioni si sono susseguite, pazzesco.
A quest'ora forse ci avrei pensato due volte prima di accettare il suo invito, era meglio se fosse rimasto tutto uguale, senza questi cambiamenti che segnano fortemente il cuore.
Con sguardo perso nel vuoto mi giro verso l'interessata alla domanda, che immediata sporge il busto in avanti prestandomi tutta la sua attenzione.
<<Sei stata a casa di mio cugino e me lo dici solo ora?>> La sua voce risuona quasi sconvolta, è da ieri che dimostra questo strano atteggiamento morboso verso di lui.
Se non ci fosse questo grado di parentela penserei fosse gelosia e non avrei tutti i torti; ma sento che c'è ben altro sotto di ancor più grave e forse sconvolgente, per questo non vuole farmene venire a conoscenza.
Ma adesso sono ancora più invogliata a sapere tutto su quel ragazzo, non mi voglio perdere neanche un minimo dettaglio.
Sono sicura che lui farebbe lo stesso con me se avesse la possibilità di approfondire, solo per curiosità, quale è la mia; o forse mi nascondo solamente dietro questa patetica scusa.
<<Perché, che c'è di male?>> sbotto impulsiva non tenendo a freno la lingua che, come ogni tanto mi capita, non resiste alla tentazione del sapere, non accontentandosi di qualche misera spiegazione.
O mi viene detta tutta la verità o nulla, non accetto vie di mezzo confusionarie.
<<Niente, però... è strano che ti abbia invitata a casa sua, tutto qui>> esordisce emettendo un sospiro, non sapendo come uscire dalla situazione in cui si è cacciata.
Questa risposta non mi soddisfa per nulla e glielo faccio capire dandole le spalle e fissando la mora, per avere un suo supporto in questa assurda causa.
Mi sembra di non essere io la strana che cerca tutte le scuse plausibili per zittire una ragazza troppo vittima e succube di questo bizzarro interesse.
Dovrebbe farlo e basta, adempire al suo dovere di amica, ovvero dirmi ciò che ho bisogno di sentire per placare la mia irrequietudine.
Non riesco a stare ferma un attimo e prendo il cellulare, quasi a voler chiamare Alessio per mettere in chiaro questa situazione in cui tutti ci ritroviamo.
Le mie mani cominciano a sudare al solo pensiero, facendo rivalutare la mia decisione con riluttanza.
<<Cioè, non è da lui, non me lo aspettavo>> spiega meglio impappinandosi con le parole, anche peggio come succede a me di solito quando sono nervosa.
Questo suo tono tremante e insicuro fa sì che incroci le braccia al petto, spazientita del tutto.
Si respira tensione nell'aria, anche più di quando ero a casa del cugino; questa volta non è affatto piacevole, è opprimente e carica di mistero non accettabile ai miei occhi.
Credevo mi sarei trovata bene con lei somigliandomi molto, invece non andremo d'accordo se continua con queste frasi così vaghe prive di un senso logico.
Ricapitolo in mente ciò che ho ascoltato distrattamente, ha dichiarato che questo atteggiamento secondo lei è abbastanza strano, anche se non comprendo il motivo, piuttosto a me lo sembra il loro avvicinamento.
Osservo la sua espressione corrucciata con la coda dell'occhio, il viso pallido, le labbra serrate cominciano quasi a tremare, sembra le stia puntando una pistola alla tempia, solo perché voglio sapere cosa si cela dietro tutta questa storia.
Non trova il coraggio di far uscire dalla sua bocca ciò che pensa, se le cose stanno così avrei preferito non avviare mai questo discorso, per evitare ogni sorta di incomprensione che si sta venendo a creare.
<<E che ti ha cucinato?>> interviene Valentina spezzando il silenzio e alleggerendo l'atmosfera.
Afferra il braccio girandomi completamente verso di lei, così sono costretta ad ignorare la ragazza che ha insinuato diversi dubbi nel mio subconscio.
Non capisco se l'abbia fatto per cattiveria oppure non volutamente, in ogni caso non mi ha fatto piacere.
<<Pasta alla norma>> borbotto posando lo sguardo su mia sorella, vedendola sorridere spensierata insieme le sue amiche.
Beata lei che ancora ad undici anni non ha alcun tipo di problema di amori non ricambiati, spero se ne accorga il più tardi possibile di provare qualcosa verso un ragazzo, soffrirebbe sicuramente alla prima rottura, come tutti d'altronde.
Potremmo aver avuto tutte le esperienze che vogliamo, ma sono certa faccia comunque male essere lasciati, a qualsiasi età.
Il sentimento, anche se per persone diverse, è intenso ad ugual modo, ogni volta si ama fino allo sfinimento credendo sia quello giusto, e si rimane male quando ci rendiamo conto che anche questa volta non è andata come speravamo.
Ma non per questo mi arrendo e nessuno dovrebbe mai farlo, bisogna sempre tentare.
<<Cucina bene e non me l'aspettavo sinceramente>> confesso onesta, con occhi che vagano liberamente per il paesaggio, come se voglia captare un qualsiasi dettaglio che continui a ricordarmelo meglio.
Non ho vergogna a parlare di lui, non sono a disagio, d'altronde quando l'argomento principale è un amico non ho motivo per sentirmi sotto pressione, tralasciando i nostri trascorsi insieme.
Lui non è qui, non mi sta ascoltando o spiando messo dietro un albero, a quest'ora con uno sguardo mi intimidirebbe facendomi pentire di aver preso parola, su questo non ho dubbi.
Pure fargli un complimento mi imbarazzerebbe come un oltraggio: tanto è questo che si fa con le amiche, parlare delle proprie cotte o simpatie, non è nulla di diverso da ciò che sto facendo in questo momento, solo a modo mio e tenendomi certe considerazioni per me.
Adirata sbuffo, non resistendo più al silenzio di Giulia che subito si spezza, seppur per ciò che non le ho chiesto.
<<Ha coltivato questa passione grazie a mia nonna, ha appreso da lei>> biascica prendendo tempo.
È una bella storia e tutto il resto, commovente se fossimo stati in un altro contesto, ma non è quello che mi serve per placare questo senso di vuoto alla bocca dello stomaco.
<<Che carino che è stato, non è vero Giuly?>> Valentina cerca di calmare il mare in tempesta tra me e l'amica, anche se mi sa non ci riuscirà.
Roteo gli occhi strofinando la mano sul polso, nella vana speranza di rilassarmi buttando fuori le energie negative e lo stress accumulato negli ultimi giorni.
Sto per scoppiare, muoio dalla voglia di sapere questo sconcertante arcano che mi ha fatto capire lui nasconda, ed io sono assolutamente determinata a farlo venire alla luce.
<<Davvero un gesto gentile, certo... ma dimmi, c'è sotto qualcosa tra voi due?>> Ecco venuta fuori la fatidica confessione che angoscia tanto la cugina del protagonista delle nostre discussioni animate.
Allora è questo che la preoccupa tanto, ma non comprendo il motivo.
Non sarei forse all'altezza di Alessio?
Che assurde domande retoriche mi pongo, non dovrebbe importarmi nulla di ciò che pensano entrambi, non è quello il mio intendo, non sono venuta qui per fare conquiste.
In questa città voglio solo essere apprezzata per ciò che sono, senza nascondermi o lasciarmi abbindolare.
Solo che sentirmi così fuori luogo e non adatta magari per passare dei pomeriggi in compagnia di quel ragazzo mi stranisce e non poco.
Lei non è nessuno per dirmi di stargli lontano, siamo grandi e possiamo decidere autonomamente se esseri amici o meno, o addirittura qualcos'altro.
<<Scusa, ma anche se ci fosse più di un'amicizia tra di noi, che ci farebbe?>> Non tengo a freno la mia collera mostrandomi pure scorbutica, anche se non lo sono.
Mi imbestialisce questo mistero taciturno, il suo comportamento dapprima affettuoso nei miei confronti è ora freddo, come se non volesse più avermi tra i piedi.
Con le sopracciglia aggrottate e il viso che non è da meno, attendo pazientemente una sua risposta.
<<No niente, hai frainteso...>> asserisce sicura venendo interrotta dalla mia ira.
<>Io non ho frainteso nulla, sei tu che mi stai raccontando solo frottole, esigo la verità>> ammonisco più severa di quanto avrei voluto, ma solo in questa maniera forse deciderà di accontentarmi.
<<Vuoi sapere come stanno realmente le cose? Chi è davvero Alessio e cosa nasconde di così brutto da non poter essere rivelato a nessuno?>> prorompe a denti stretti battendo gli avambracci sulle cosce, alterata anche lei.
Alzo un sopracciglio, sorpresa per il poco tempo c'è voluto per convincerla a dire la verità.
<<Sì>> dico con un filo voce, ma non sono stata io a parlare.
Il mio cuore preferirebbe restare ignaro di un possibile altro sconvolgimento, invece la mente urla disperata perché vuole sapere ciò che mi nasconde da quando ci siamo conosciuti.
A chi devo dare retta?
Sono ancora in tempo per fermarla, basterebbe tapparmi le orecchie e fingere questa chiacchierata non sia mai avvenuta, ma non so se è questo il mio desiderio più profondo, devo ancora capirlo.
Purtroppo non ho più tempo, devo comunicare adesso la mia decisione definitiva, sperando di non pentirmene.
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Spazio autrice
Bonjour e buona Domenica! 🤗Come state? 💜 come vi è sembrato il capitolo? Valeria cosa deciderà? Vorrà sentire ciò che ha da dire Giulia? E lei? Se la "canterà" (da me si usa questa espressione) rivelando la verità su Alessio? 🤔
E niente, buon proseguimento!😜
Fatemi sapere commentando e magari lasciando una stellina⭐️ se il capitolo vi è piaciuto!
~Sabry13❤️
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