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Capitolo 13

Alessio's POV

Pranziamo in assoluta tranquillità tra una chiacchiera e l'altra, a cui seguono i miei sguardi profondi.

È impossibile non fissarla, questa cucina è così immensa e l'unica cosa bella da vedere si trova davanti i miei occhi, io colgo l'occasione al volo.

Senza esitare la squadro attentamente mentre porta alle labbra i maccheroni e mastica lentamente, decisamente troppo.

<<Sbrigati, lumaca fragolina.>> Invento un nuovo soprannome che le dona decisamente di più.

La fanciulla posa la forchetta incrociando le mani davanti il piatto e indirizzandomi uno sguardo temibile, maligno.

Credo abbia capito quanto adoro infastidirla ripetutamente sempre per scherzare e non rimanere monotoni, altrimenti sembreremmo un'anziana coppia di ottant'anni a testa.

<<Come mi hai chiamata?>> esordisce schiudendo le labbra e fissando le mie per una frazione di secondo.

Purtroppo per lei questo movimento dei suoi occhi impercettibile non mi sfugge, si vergognerebbe se glielo facessi notare e dovrei correggermi chiamandola pomodorina, anche se non c'è nulla di male in questo, lo faccio anch'io.

Ho ammirato per bene la sua figura magra ma proporzionata, le braccia lunghe e le dita sottili, che assurdamente mi ritrovo a volerle tra i miei capelli, carezzandoli.

È troppo che non sento una donna vicino che magari sia così spontanea e affettuosa verso di me.

Certo, solo se prova affetto potrebbe compiere questo gesto innocente, e mi sembra proprio questo il caso.

<<Sei lenta come una lumaca, dunque...>> Deduco lascio la frase in sospeso e avvicinandomi a lei da seduto.

Accorcio la distanza togliendo la sedia e di conseguenza il posto vuoto che ci tiene divisi senza alcun motivo.

<<Lo so grazie, tu invece quando mangi divoreresti pure il tavolo>> borbotta sarcastica battendo le nocche, provocando un minimo rumore piacevole che cattura la mia attenzione.

<<E non solo quello>> affermo incurante cosa possa pensare.

La fisso insistentemente volendo sapere cosa mai possa ribattere per tenermi testa anche stavolta.

Vergognandosi lei al mio posto per le considerazioni che forse avrei dovuto tenere per me si muove cambiando posizione e abbassa anche lo sguardo.

Non mi capacito di come abbia fatto a scappare una dichiarazione del genere dalla mia bocca, sarò risultato pure inopportuno dato il suo improvviso turbamento che la logora dentro.

Separando il contatto visivo ha diviso tutto, è come se avesse alzato un muro invisibile per bloccarmi, pronta per la difesa di un imminente attacco che non
dovrebbe mai esistere.

Studio Valeria quasi incantato da tanta ingenuità che cerca di sopraffare con la sicurezza e qualche battuta.

Non sa nemmeno lei cosa voglia dire approcciarsi a qualcuno, anch'io ero così alla sua età, prima di conoscere Sofia.

Cazzo, la mia fidanzata...

Il mio cervello era già andato a fare il pisolino del primo pomeriggio e mi ha lasciato da solo per uscire da questa situazione di leggero imbarazzo, facendomi dimenticare la mia vera vita.

La mia ragazza si troverà sicuramente a casa sua, incurante che oggi non sia andato a lavoro e credendo stia facendo tutt'altro che flirtare con una ragazza.

Flirtare, io?

Non mi capacito di ciò che passa per la mia testa, quando penso a tutti i miei problemi divento matto.

Devo trovare il modo per lasciarla definitivamente, senza farmi intenerire dalle sue parole o peggio ancora da quelle di mamma.

Quella donna deve rimanere fuori dalla mia vita, anzi, dato che sono così unite ci penserà lei a riferirle la mia decisione da cui non tornerò indietro, mai più.

Deve smetterla di decidere per me, da oggi sono io l'artefice del mio destino.

Se sbaglio lo farò da solo.

E poi, se venisse a sapere di Valeria si infurierebbe soltanto, credendo sia per colpa sua che voglia lasciare la sua protetta quando in realtà non aspetto altro da mesi ma non ho potuto farlo.

La ragazza a me di fronte ha solo dato la forza di osare, senza pentimenti, incoraggiandomi a mettere la parola fine a questa relazione malata ed ormai degenerata.

È stata un supporto morale molto prezioso, un'ottima amica, ed è solo questo che rimarrà.

Mia madre ostacolerebbe qualsiasi rapporto tra me e lei, la conosco, pure una semplice amicizia.

Continueremo a uscire di nascosto insieme a mia cugina, mi accontenterò di vederla ogni tanto sull'autobus quando magari andrà a scuola, niente di più.

Mi convinco che non ho bisogno di una fidanzata ma al con tempo mi tradisco da solo con le sole meditazione su Valeria.

I suoi messaggi rallegreranno le mie giornate spente e vuote rendendomi anche solo per un attimo spensierato, stato d'animo che una fidanzata opprimente accanto non mi concede.

L'importante è che rimanga vicina in ogni caso, nella sofferenza e nella felicità.

Anche se mi sento in colpa per averle mentito dal principio, pure se tra noi non ha alcuna rilevanza sapere dei nostri fatti personali, ma è questione di lealtà.

Rimane comunque un'omissione quella che ho fatto, nascondendole della mia terribile situazione che ho sopportato per un anno e mezzo a questa parte.

Non sono stato onesto.

Sicuramente si arrabbierebbe se glielo dicessi ora, oppure resterebbe male e potrei pure comprenderne il motivo, si fida di me.

Un macigno difficile da sopportare che ho tenuto sul cuore sforzandolo ogni giorno di più, finché questa storia sarà morta e sepolta.

Io però ho tutto il diritto di non farla partecipe di un dolore per me molto grande, se posso evitare glielo evito.

Mia madre non accetta che io possa amare una ragazza che non presenti i suoi standard, renderebbe la vita impossibile pure a Valeria che è solo un'amica ed io non voglio metterla in mezzo a faccende che non la riguardano.

Merita di vivere la sua vita serena, con un uomo che la ami e la rispetti, senza che qualcuno le metta pressione come è successo a me.

Diamo tempo al tempo, anch'io un giorno troverò la ragazza che mi farà battere il cuore e nessuno dovrà permettersi di giudicarla dicendo che non fa per me.

A quel punto mia madre o capisce o capisce, altrimenti perderà un figlio invece di acquisire una nuora.

La prova ardua adesso sarà nasconderle le mie amicizie, dovrò trattare fragolina con indifferenza davanti a lei se mai dovesse accorgersene, solo in questa maniera la lascerà in pace.

La cosa fondamentale è che le possa stare accanto anche se non affettuosamente come vorrei, dimenticando del mio modo di scherzare molto alla mano, nonostante non sia questo ciò che voglia.

Ma adesso lei non è presente e posso lasciarmi andare come voglio...

<<Prendilo come un complimento, chi va piano va sano e va lontano.>> Strizzo l'occhio lasciandola sola in tavola.

Inizio a togliere le prove inconfutabili che oggi non ho pranzato da solo, non voglio che mia madre le trovi al suo ritorno.

<<Anche se non mi sembra questo il contesto... hai ragione.>> Allarga le labbra in un sorriso porgendomi il piatto sporco mentre gira il busto ancora seduta.

Si leva in piedi con lentezza muovendo le anche quasi provocante ed io da acuto osservatore non mi perdo la scena.

Dura solo qualche istante, il tempo di porgermi anche il bicchiere.

Aggrotto le sopracciglia avendo capito era solo un modo per distrarmi dalle sue reale intenzioni.

<<Tu lavi, io asciugo, siamo un perfetto duo.>> Annuisce convinta con modo innocuo posizionandosi davanti il lavandino e impedendo qualsiasi mio spostamento.

Schiudo le labbra e grugnisco, assottigliando gli occhi in due fessure per osservare il suo atteggiamento completamente trasformato.

Quasi spavalda ostenta la sua vita sottile che sta magnificamente con la figura snella e alta e le gambe lunghe.

Per poco non mi ricredo, la sua timidezza è del tutto inesistente, o forse sono io a non vederla in questo momento.

Anziché abbassare lo sguardo come di solito lo mantiene alto questa volta, non si rende conto del suo gesto poco consono.

È riuscita ad ottenere ciò che vuole solo con un movimento e uno sguardo,
furba la ragazza, un punto a suo favore.

Eppure avere il suo corpo a pochi centimetri dal mio scaturisce un'eccentrica sensazione per niente indifferente, specialmente quando accorcia la distanza che ci separa, rendendomi fortemente intrepido ed incontenibile.

Sembra quasi si atteggi di proposito in questa maniera, tanto è sicura di non provocarmi alcuna emozione.

Beh, stranamente si sbaglia, sono pur sempre un ragazzo e non sono cieco per fortuna, se non lo dimostro a parole la mia mente elabora riflessioni per conto suo, senza il mio permesso.

<<Sì, se magari mi fai spazio.>> Le cingo volutamente i fianchi con le mani bagnate d'acqua schizzandogliela un po' addosso per vederla arrabbiata.

Sobbalza per il mio gesto, come se per tutto il tempo non si fosse resa conto della tensione che aleggia nell'aria e della specie di feeling leggero che si è creato.

Aria che condividiamo entrambi e potremmo fare di meglio...

Ma cosa penso!

Mi manca una figura femminile accanto ma non è di certo lei quella giusta che fa per me o che devo sfruttare, un termine poco carino, per i miei abbracci soffocanti.

Scaccio via queste assurde constatazioni senza un senso logico, ritornando con i piedi a terra.

La maglietta un po' larga adesso le evidenzia i fianchi con le mie mani poggiate sopra, posto in cui non vorrebbero più staccarsi.

Stiamo bene in questo modo dopotutto ma il dovere mi chiama, o forse è solo la coscienza a farlo.

Le mie azioni sono controllate dall'istinto, non da altro purtroppo, altrimenti dopo aver allungato troppo le braccia me le taglierei io stesso ricordando che è minorenne.

Che mi salta per la testa?

Non capisco il motivo per cui ho bisogno di averla vicina, ne sto solo approfittando ora per quando non potrò più farlo, tutto qui.

Anche se non capisco come sia riuscita per un attimo a farmi perdere la ragione.

<<Eh no, non fare come ieri al mare o me ne vado.>> Intima con tono serio scansandosi, come se non fosse stata lei ad avvicinarsi con fare ambigui.

Forse sono semplicemente io che ho interpretato male i suoi movimenti sinuosi, o la mia vista.

Sì, direi più l'ultima.

<<Tanto non riusciresti a starmi lontano nemmeno per qualche ora.>> Stuzzico giocosamente guardandola con la coda dell'occhio e lavando le posate che poggio sul ripiano asciutto.

<<Ma non è vero.>> Nega prontamente indispettita, dandomi le spalle.

<<Per diciassette anni ti sono stata lontana, che mi dici?>> Mi provoca ulteriormente incrociando le braccia al petto.

Giro la testa volendo incrociare i suoi occhi per darle la risposta del secolo, sperando di zittirla.

<<Perché ancora non mi conoscevi, io sono come la droga: una volta che ne usufruisci è impossibile starne alla larga, come ora.>> Le rivolgo un sorriso avanzando un passo.

Lei si sistema meglio mettendosi in posizione eretta e più composta, quasi temendo la mia vicinanza.

Prima però non la pensava affatto in questa maniera...

<<Mi sbaglio, forse?>> chiedo a bassa voce non resistendo dallo sfiorarle lo zigomo seppur lasciando l'impronta dell'acqua.

Eppure lei non dice niente, neanche fa caso al mio atteggiamento tanto siamo persi l'uno nello sguardo dell'altra.

I suoi occhi così scuri e dolci emanano calore e spensieratezza, potrei rimanere in questo modo per tutto il pomeriggio.

<<Sull'ultima questione no, tutto il resto sì.>> Tira fuori la lingua burlandosi e girando su se stessa contenta della sua risposta mentre si allontana.

<<Inutile che scappi, ti prenderei comunque>> la avviso seguendola per un secondo con lo sguardo ma successivamente lascio perdere.

Subito dopo si accosta di sua spontanea volta al mio fianco, vedendomi impegnato e disinteressato a lei.

Rido sotto i baffi quando mi aiuta ad asciugare le stoviglie, almeno su questo è stata di parola e ho sempre ragione io, non riesce a starmi alla larga.

<<Quando mi puoi insegnare a cucinare un dolce?>> chiedo con un filo d'ansia che non mi rappresenta, rompendo il silenzio.

Ho paura che possa rifiutare la sua precedente proposta, non facendola più valida perché teme di rimanere troppo in mia compagnia.

Non comprendo la fretta che ho nell'imparare a fare un semplice dolce, è solo una scusa per rivederla al più presto, in fondo.

E meno male che lo ammetto pure...

Non dovrei avere questa esigenza così ingigantita, tutto ciò è molto strano e mi rende irrequieto.

<<Non so, poi si pensa.>> Scrolla le spalle, vaga, ma io non mi perdo d'animo.

Questa sua risposta mi ha deluso, significa che non ci vedremo fino quel giorno, non può essere.

Impaziente allora tento per domani, lei spiega che più tardi deve uscire con la sorella, altrimenti avremmo iniziato pure oggi.

Un sospiro di sollievo esce dalle mie labbra, allora non è per paura di rimanere sola nella stessa casa con me, invece avevo intuito fosse proprio per questo.

Lei è una ragazza coraggiosa, chi deve temere non sono di certo io e l'ha capito.

Si può fidare, non la sfiorerò nemmeno più con un dito se è necessario per metterla a suo agio.

Sorrido sincero avvolgendola tra le mie braccia non resistendo alla promessa appena fatta nella mia mente, le voglio bene e questo è l'unico modo che ho per dimostrarglielo.

Già non vedo l'ora che arrivi domani.

...............................

Valeria's POV

Mi lascio andare alla sua travolgente stretta, senza esitazione, godendomi a pieno questo dolce momento dovuto ai suoi scatti d'affetto.

<<Che si fa?>> Prendo spazio imbarazzata sciogliendo i capelli, l'ho accontentato e adesso deve fare lui qualcosa per me.

<<Io andrei in camera mia>> sostiene sicuro senza neppure rifletterci ed io sgomento.

Per poco non mi cade la mandibola a terra all'udire la sua sconcertante affermazione risoluta, è impazzito sul serio se crede di portarmi in quel posto.

Il suo lato tenero ha lasciato posto a quello ambiguo da un momento all'altro, troppo in fretta per accorgermene.

Vorrei dargli uno schiaffo sul braccio per cotanta spavalderia seppur possa solo aver frainteso ma io non credo data la sua serietà.

La mia espressione ha tutta l'aria di essere davvero confusa, forse come non lo sono mai stata per una frase pronunciata.

Neanche mi stesse costringendo prendendomi in braccio e salendo quelle dannate scale, a quel punto sì che avrei dovuto avere un pizzico di angoscia e lo stomaco in subbuglio, non ora.

Eppure con una semplice affermazione è riuscito a stordirmi e stupirmi al contempo.

<<Io dormo sempre il pomeriggio, quando posso>> aggiunge innocuo facendomi tranquillizzare.

È stato solo uno sbaglio, un'interpretazione errata delle sue parole per fortuna.

Butto fuori l'aria trattenuta regolarizzando i battiti del mio cuore, anche se non di molto.

<<Ah, per dormire>> bofonchio ad alta voce con un respiro di sollievo, alzando la montatura degli occhiali e trovando il coraggio di guardarlo nei suoi smeraldi.

<<Per cosa altri...>>

<<Nulla, io non dormo il pomeriggio.>> Mi correggo non mostrandomi troppo tesa, mi sudano anche le mani.

Alessio per fare doppi sensi è unico e un po' mi terrorizza questo, ma finché la questione rimane detta a voce senza alcun gesto non è preoccupante.

Probabilmente sono solo io che capisco sempre tutto il contrario di ciò che dice, seppur non riesca a capire per quale assurdo motivo poi...

Le mie orecchie sentono ciò che il cuore vorrebbe ascoltare, forse.

Sbigottita dalle mie stesse riflessioni arrossisco, ma non voglio che lui pensi sia dovuto alla nostra vicinanza perché non è affatto così.

Per togliermi dall'imbarazzo chiedo se ha la PlayStation e dopo diversi disguidi lo informo che sono bravissima e potrei pure batterlo.

Alza un sopracciglio beffardo proponendomi una scommessa che io accetto senza però stabilire alcuna condizione.

Tremo appena stringiamo la mano destra per sigillare questo patto indissolubile da cui non si torna indietro.

Con una stretta è riuscito nuovamente a far vibrare di eccitazione la spina dorsale, curiosa di conoscere la sfida che affronteremo.

Sale su per le scale per poi collegare l'apparecchio alla televisione del soggiorno; mi perdo guardandomi attorno, spaesata.

Mi siedo sul divano in pelle dello stesso colore di tutti i mobili qui intorno, bianco, panna e avana, che rendono giustizia alla casa rendendola più luminosa e ampia.

<<Se perdi tu dovrai darmi un piccolo bacio>> sentenzia iniziando la partita e rimanendo concentrato.

Il mio cuore batte inspiegabilmente all'impazzata ed io mi giro di scatto cercando un contatto visivo che purtroppo non ricevo.

Non credo all'enorme sforzo che mi sta chiedendo.

Che altro avrei potuto dargli, sennò?

Non so in che guaio mi sono cacciata, lui è indubbiamente più bravo di me, d'altronde ha ragione, sono solo una ragazza.

Per non parlare di queste richieste che si addicono perfettamente ai ragazzini adolescenti, non di certo a noi un po' più grandi.

Come può chiedermi un bacio in cambio?

Dovevo aspettarmelo in fondo che desiderasse una ricompensa di questo genere, solo per scherzo e riderci su poco dopo.

Sì, lui magari...

Personalmente non mi sarei aspettata che io il mio primo bacio l'avrei dato per una scommessa, ho sempre odiato chi lo facesse ed ora mi ritrovo nella stessa identica situazione.

Sì, a diciassette anni non ho nemmeno questa esperienza che per molti è frivola e senza importanza ma per me è una cosa seria.

Non mi capacito di come gli abbia detto di sì senza prima chiedergli quale fosse il premio che sono sicura Alessio riscatterà immediatamente, senza ripensamenti.

So come sono fatti i ragazzi per queste cose, non si tirano indietro e non posso farlo neppure io, ho dato la mia parola seppur presa in contropiede.

Certo, non è mica per lui che io ho aspettato vanamente questo giorno...

Per quanto possa averlo ben inquadrato è un ragazzo per bene, a parte qualche gesto affettuoso che però mi fa intendere nutra semplice amicizia, così come me.

Almeno ho la sicurezza che il primo bacio non andrà ad uno qualsiasi che il giorno dopo mi avrebbe fatto le corna, come Matteo ad esempio, tanto per dire un nome a caso...

Basta pensare a lui, adesso non è proprio il momento più opportuno, sento addirittura lo stomaco brontolare come se volesse inveire anch'esso contro questa stupida scommessa.

Sarà stato un segno del destino, sia nel bene che nel male.

Ormai rassegnata riporto lo sguardo sullo schermo del televisore vedendo cosa mi aspetta, la sfida consiste nel superare più livelli possibili.

<<Dovrai farmi da autista personale per un giorno intero, se vinco io...>> sussurro senza speranza dato so già non lo batterò mai, è solo per distrarlo e fargli perdere una vita nel videogioco e per fortuna riesco nel mio intento.

Esulto interiormente per questo, non mi importa se è davvero carino con me, avrei preferito che le cose rimanessero così come sono, invariate.

Questo gesto mi spoglierà di tutte le mie sicurezze e convinzioni di una vita intera, rovinando tutto e riducendo a pezzi lo scudo di cui mi sono servita per rimanere fedele solo al mio primo e vero amore.

L'unico che sarebbe dovuto rimanere tale, invece è arrivato qualcun altro a stravolgere la mia quotidianità, forse in positivo anche se non l'ho ancora inteso.

Degli occhi verdi mi hanno stregato per la seconda volta ma non ad egual modo, e desidero comunque stargli alla larga nonostante il mio corpo non la pensi alla stessa maniera.

I piccoli crampi dovuti dall'ansia mi fanno contorcere le viscere, desiderando solo che tutto questo finisca al più presto.

Per togliermi questo pensiero che gira vorticosamente dentro la mia testa, suppongo.

O forse è solo per accontentare il mio cuore che grida disperato compia questo gesto da stamattina, da quando le nostre menti si sono unite e i nostri corpi sfiorati.

È vero, quando sto con lui il tempo sembra fermarsi, sto bene, passo la giornata tranquillamente senza mai però poter abbassare la guardia.

Forse invece dovrei farlo e lasciarmi andare un po', essere meno rigida con me stessa...

Si arresta al quarto livello facendomi perdere un battito mentre agevole mi passa il controller ed io esitante lo afferro.

Vengo assalita da un preoccupante senso di angoscia, e il suo sguardo posato su di me brucia la pelle rendendomi irrequieta.

La rende cenere ai suoi occhi, allo stesso modo di come mi ridurrò io allo sfiorare le sue labbra...

Questi pensieri insensati si mescolano all'adrenalina e alla pressione a cui sono sottoposta, rendendo tutto dannatamente più difficile di quanto già non sia.

<<Brava.>> Si complimenta poggiandomi addosso la mano bollente, sono sicura lo faccia di proposito.

Inarco la schiena cercando di spostarmi dalle sue dolci torture assolutamente fuori luogo, e non solo ora.

Dovrebbero darmi solo fastidio invece di piacermi e volerne sempre di più...

La spina dorsale comincia a formicolare e tremo tanto che alla fine con una rotazione del polso perdo l'ultima vita all'inizio del terzo livello.

Abbandono il controller come la speranza di uscire da quella porta così come sono entrata.

Sarò ancora più scombussola, lo so...

Inizio ad innervosirmi, le mani non stanno un attimo ferme e a loro posto, andando a finire sul mio viso e tra i capelli insistentemente.

<<Hai perso la scommessa>> annuncia a fior di labbra reprimendo una risata.

Non riesce però a trattenere il sorriso che pian piano si forma sul volto, sfumandosi fino a diventare buio ai miei occhi, quando li chiudo, preparata al peggio.

Trasalisco appena cerca il contatto con le mie mani, stringendole tra le sue in una presa decisa, così come lo è lui delle sue intenzioni.

Prenditi ciò che ti spetta e lasciami in pace, ti scongiuro...

Non reggo più questa oppressione.

Il sangue scorre nelle vene troppo velocemente a causa del cuore che palpita all'impazzata, spero non lo senta.

Quest'ultimo tradirebbe la razionalità che ho sempre utilizzato ma darebbe ragione ai miei sentimenti nascosti.

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Spazio autrice
Hello, buon martedì!! Come state? 😊 Grazie per essere arrivati a questo punto della storia, nei prossimi capitoli ci sarà una vera svolta, forse... 😌 Basta, ho già detto troppo 😂 Ancora non posso dirvi niente di sicuro perché ci devo pensare 💕
Secondo voi che succederà tra i due? Commentate! ❣️
Avete visto? Trovo sempre il tempo di aggiornare, anche se ho molti impegni... Mi farebbe davvero piacere se lasciaste una piccola stellina ⭐️ Ci vediamo con un nuovo aggiornamento Giovedi che ho già un capitolo pronto per voi! Grazie e a presto! Baci 😘
~Sabry13❤️

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