Capitolo 12
Valeria's POV
Respiro affannosamente, cercando di decifrare il suo sguardo quasi sensuale mentre dalle mie labbra escono solo frasi sconnesse e confusionarie.
<<Stai f-facendo?>> Per poco non lo dico in romano, sono talmente in preda all'ansia che ho persino dimenticato come si parli l'italiano.
Il ragazzo sfida la mia capacità di resistenza e pazienza oltre ogni dire, non allentando affatto la presa e rimanendo così appiccicati.
Sa cosa provoca alle mie guance se vengo osservata in quel modo e anziché darmi una tregua continua, all'infinito.
Ma non solo lui, chiunque compia quel gesto nei miei confronti viene ripagato con la stessa reazione, non ci posso fare nulla.
Anzi, era molto peggio Matteo che con il solo pensiero riusciva a farmi arrossire fino le punte dei capelli...
Appunto, una volta, ora scaturisce in me solo qualche sensazione, seppur magnifica ugualmente ma molto minore.
<<Fragolina si vergogna di me>> cantilena dando inizio ad un sorriso sornione, sincero, aumentando la stretta al fianco che comincia a tremare anch'esso appena imprime le sue dita.
Sembra non aspettava altro per piegarsi sotto il suo tocco, lo bramava da tempo.
Non solo le gambe ora anche quello e lui mi deride...
Mi tengo ancorata alla superficie di legno come farebbe una persona in coma aggrappandosi alla vita.
È l'unica mia Speranza di Salvezza tirare fuori le unghie e lottare per ciò che voglio non succeda.
O forse sì...
La mia mente viene annebbiata dal suo profumo che non fa altro che desiderare di averlo ancora più adiacente alla mia figura.
Vorrei sedermi sul tavolo per poterlo sentire ad una distanza ancor più minima ma mi trattengo, non sapendo nemmeno da dove provengano queste singolari considerazioni.
Inarco la schiena verso di lui involontariamente, sentendo le nostre pelli nascoste dai vestiti sfiorarsi per un istante.
Mai ho avuto l'esigenza di un contatto fisico come adesso e non ho intenzione di farla tacere anche se so che sia completamente sbagliato.
È uno sconosciuto e mi sto facendo abbindolare in questa maniera...
Non ho ceduto nemmeno alla lusinghe di Matteo che conosco da due anni e, soprattutto, non ho mai avuto questo forte desiderio di volerlo sentire così vicino, in un modo così audace, a tal punto da poter scoprire un nuovo lato della mia personalità tutt'altro che tranquilla.
I suoi occhi verdi per tutto il tempo non si scollano dai miei, sembrano delle calamite, lui è un magnete.
Dovrei provare vergogna nel mostrarmi a sua completa disposizione, ci mancava che abbassasse lo sguardo per sbirciare nella misera scollatura della mia maglietta.
Ma davanti a lui gli abiti sembrano diventare trasparenti come l'acqua ma altrettanto utili se non si vogliono avere pensieri poco casti e assolutamente fuori luogo.
Queste meditazioni prendono vita propria lasciandomi sola con lui di fronte insieme alla mia immaginazione, che mai in tutta la vita era stata così tanta.
Questo autista ha l'innata capacità di rendermi incerta e timorosa con solo un'occhiata carica di adrenalina da parte sua, che trasmette successivamente pure a me.
Mi dà il coraggio necessario per osare.
Per colpa sua bramo qualcosa di ancora sconosciuto, che sarebbe dovuto appartenere solo a quell'altro ragazzo...
Il mio cuore è assordato più della mente.
Nel basso ventre percepisco una sensazione insolita di calore come in tutto il resto del corpo, lo stesso penso valga per lui ma non si scompone minimamente, oppure lo spero soltanto.
Mi sbaglio, a quest'ora non sarebbe rimasto fermo a valutare la situazione ma sarebbe già passato all'azione dettato dall'istinto.
Con un velo di tristezza e delusione conseguo lo scostamento, anziché dare ascolto ai miei assurdi pensieri per poi pentirmene a vita.
<<Falso, è falso>> farfuglio chiudendo gli occhi e sospirando, in cerca delle parole esatte che le ho sulla punta a lingua.
<<Non è vero, non mi vergogno>> riformulo sensata schiudendo impercettibilmente la bocca.
Devo assolutamente prendere una boccata d'aria fresca.
Notando una porta finestra che dà sul piccolo giardino curato, la spalanco senza dargli nemmeno il tempo per comprendere e sgattaiolo fuori come una ladra.
Tra i due non sono io che rubo i sentimenti che non mi appartengono per precedenza...
Resto in piedi toccando il gomito con una mano e strofinandolo nervosamente.
Comincio a prendere coscienza di quello che è avvenuto e a respirare con regolarità solo quando gli sono più che lontana.
Ma questa posizione non dura troppo purtroppo, dato che mi raggiunge in fretta.
Senza fiatare si appoggia lo stipite della porta con le braccia conserte ed io lo ammiro di profilo.
Il ciuffo di capelli biondi spettinato ma sempre di classe, le sopracciglia non eccessivamente folte rilassate come i muscoli del viso, e la mascella ben delineata, forse anche più del solito.
Chiudo gli occhi sentendomi a disagio, come se lo stessi ammirando davvero solo oggi e lui se ne è accorto.
Non mi capacito che sia sempre uguale a quando l'ho conosciuto il primo giorno sull'autobus, ma su quella vettura non era così affascinate come lo è ora.
Il naso leggermente dritto ma non appuntito non stona per niente, anzi, mi verrebbe voglia di sfiorarlo proprio in quel punto così perfetto, per constatare sia reale e non tutto frutto di un mio sogno.
Non c'è una sola cosa che non va in lui.
Scuoto la testa risoluta, come se le avessi fatte ad alta voce queste dichiarazioni.
Così come la mia mente anche il mio corpo compie movimenti propri, non riuscendo a fissare altrove quando si ritrova con questo panorama a cui non vuole assolutamente rinunciare.
<<Scappi?>> Alessio pericolosamente avanza verso di me, noto la sua figura farsi sempre più nitida dandomi una visuale ancora più dettagliata del suo viso ma non delle sue emozioni.
Quelle si trovano dentro il cuore e nessuno ne può venire a conoscenza.
Solo le mie sembrano essere ben chiare a tutti tranne che a me stessa.
Gli ho dato un'impressione sbagliata sul mio conto, permettendogli di starmi vicino anche più del dovuto, come adesso che torna a pochi centimetri delle mie labbra.
Chissà di cosa sanno...
Sono curiosa di scoprirlo ma non sicura al contempo, né ora né mai.
È sbagliato ciò che mi passa per la testa ma ancora non me ne capacito...
<<Cosa?>> blatero con un filo di voce, eppure riesce comunque a sentirmi.
<<Parla più forte altrimenti sarò costretto a starti a questa distanza.>> Risulta quasi una minaccia questa frase seguita dal suo avvicinamento, e forse lo è.
Le nostre fronti si sfiorano causandomi un'infinità di sensazioni, non solo fisiche ma anche spirituali.
L'anima fedele solo ad una persona sta andando in frantumi, cedendo il posto a chi si comporta nel modo giusto e merita una possibilità.
Possibilità? Sono completamente andata fuori di testa...
Le labbra rosee, su cui ho fantasticato leggermente, da serie e chiuse si allargano in un mezzo sorriso furbo, facendomi rimpiangere di ciò che ho commesso.
Ma non è così sicuro che sono pentita, o almeno, non più.
<<Perché sei fuggita, da me?>> Sottolinea ed io non riesco a non dargli una risposta banale, forse per la troppa timidezza che viene a galla dal mio carattere già poco socievole.
<<Avevo bisogno di aria, lì dentro si moriva di caldo>> affermo una piccola parte di verità facendo spallucce, sperando se la beva.
<<Ah sì? E come mai io no?>> Innocentemente separa il contatto e cammina in giro con fare bambinesco.
Non lascio nulla al caso, non mi perdo nemmeno un suo sospiro fuoriuscito dalla bocca che desidero insanamente assaggiare, gustare piano per sentirmi sazia e appagata di questo mio piccolo desiderio, -o capriccio-, per il momento.
Osservo anche il modo come mette le mani nelle tasche dei jeans alzando lo sguardo al cielo.
Eh lo so, con me ci vuole molta pazienza...
<<Non lo so>> balbetto frustrata da tanta insistenza, quest'oggi sono irrequieta, stressata.
Dove vuole arrivare?
Non so più nulla, più niente do per scontato, nemmeno i miei prossimi spostamenti.
<<Hai paura?>> Muove il capo e alza un sopracciglio, deliziandomi con il suono profondo della sua voce che mi manda in confusione, turbandomi ma non in senso negativo.
<<Certo che no.>> Tiro fuori un sospiro troppo a lungo trattenuto, non so cosa mi stia facendo.
Il mio corpo è plagiato e sotto il suo controllo perché reagisce perfettamente alle avance che fa anche se non vorrei.
Mancava solo che prendeva ad accarezzarmi il collo per un crollo emotivo definitivo ed ora è arrivato anche questo momento.
I polpastrelli strusciano languidi ed io mordo il labbro per trattenere dei versi favorevoli, di approvazione.
Soprattutto completamente inopportuni e osceni alle mie orecchie.
Mi sento ridicola per ciò che sto concependo dentro la mia testa, non pensavo sarebbe stato così semplice avermi in pugno.
<<Cosa vuoi, Valeria?>> Ansima roco e io perdo del tutto la mia lucidità, appoggiandomi al muro per evitare di cadere.
Questo non lo lascia indifferente e avanza qualche passo, schiacciandomi al suo petto.
Socchiudo gli occhi con la vana speranza non veda la realtà in cui mi trovo, come se non fossi io questa ragazza che si lascia più che corteggiare da un ragazzo dalle intenzioni non ben specificate.
La protagonista di questo alto tradimento contro la mia persona non posso essere io...
<<Forse ti serve solo un po' di sano solletico per farti tornare il buon umore...>> Non termina che si getta a capofitto iniziando la sua tortura peggiore.
Questo supera pure il mio strano senso di sbandamento che ho provato per questi pochi attimi sembrati un'eternità.
Non lo recepisco: un secondo fa era sul punto di fondere i nostri respiri e quello dopo gli è passata tutta la serietà prendendolo come un gioco.
E forse lo era dal principio.
Mi sento in colpa per aver frainteso dei naturali gesti amichevoli e aver messo di lato Matteo in quel momento.
Non so che mi prende, sono solo suscettibile e cambio opinione ogni minuto, so perfettamente che quello che ho provato per il fratello della mia amica non lo potrò provare per nessun altro.
Eppure tra le braccia di Alessio mi sono trovata in un'altra dimensione, con la mente libera e felice seppur intontita.
<<No!>> urlo dimenandomi dalla sua presa e scappando da quell'assurda situazione così come ho sempre fatto con i miei sentimenti.
Invece di dichiararli li ho tenuti nascosti fuggendo, invece di giungere dal destinatario e farglielo sapere.
Corro calpestando l'erba e il ragazzo mi afferra subito per il polso, è più veloce di me e non si può mettere in discussione.
<<Bene bene, a quanto vedo non stai un attimo ferma, sei ribelle>> ammicca serio strizzando l'occhio facendo fermare il mio cuore, o forse solamente il tempo.
Mentre provo a respirare a pieni polmoni vengo riportata indietro di fianco la cucina.
Alessio adagia la mia schiena alla porta finestra mettendomi comoda, per quel che riesce.
Con movimenti lenti e incerti si avvicina accarezzando i capelli raccolti,
ignorando per fortuna il petto che ancora scosso per lo sforzo fa su e giù.
Non fissa altro che i miei occhi color cioccolato, la sua attenzione non viene intaccata in nessun altro modo ed io gliene sono grata.
Sorridenti rimaniamo a squadrarci come se stessimo chiacchierando animatamente con lo sguardo, e di fatto è questo ciò che stiamo facendo.
La nostra spensieratezza e apparente serenità viene interrotta da uno sgradevole odore di bruciato.
<<Oh cazzo.>> Impreca serio stringendo la mia mano più forte ed io sussulto di rimando, sorpresa per questo gesto così vigoroso ed energico.
Le nostre dita intrecciate sono un contatto completamente nuovo, un segno che ci rende davvero uniti.
Mi porta dentro con una velocità tale da frastornarmi e subito posiziona entrambe le mani sulle tempie alla vista delle melanzane carbonizzate.
<<Tu sì che sei un vero chef.>> Nonostante non sia il momento mi burlo di lui ridendo e ricevo un'occhiata severa in risposta.
<<Erano affidate a te, non c'entro io.>> Crede di lavarsene le mani molto facilmente ma ci sono io a ricordargli cos'è successo sul serio.
<<Davvero? E allora chi mi ha spinta lì iniziando a scherzare?>> Indico il tavolo e poggio le mani sui fianchi, autoritaria.
<<Come, così?>> Mi attira a sé dalla schiena compiendo lo stesso gesto, solo senza poggiarmi da nessuna parte.
Annuisco boccheggiando dall'imbarazzo, è di nuovo a pochi centimetri dal mio viso e i nostri respiri si fondono insieme creando una specie di suspense per chi dovesse vederci dall'esterno.
Accade o non accade?
Se fossimo in un film mi bacerebbe senza esitazione ma dato che non è questo il caso prendo le distanze, non è ciò che spero.
Stavolta è durato davvero qualche attimo, il tempo per metabolizzare che il ragazzo soffre di attacchi di ira incontrollabili e glielo faccio notare.
<<Sì>> ammetto incurante le farfalle che svolazzano nel mio stomaco, avrei molte domande da porgli a questo proposito, magari mi saprebbe dare delle risposte concrete.
Ma non so se voglio venirne a conoscenza...
<<E comunque non fare più in quella maniera.>> Esito, prima che ci rimanga male.
Spiego calma il suo strano comportamento e lui ci ride su come fosse una barzelletta, sono diventata una comica adesso.
<<Io li definirei più scatti di affetto incontrollabile>> sostiene sicuro e il suo ragionamento non fa una piega.
<<Sono punti di vista.>> Scrollo le spalle prendendo un'altra padella e friggendo ciò che ne rimane di quella intera melanzana.
<<Come qualsiasi cosa>> ammicca filosofico strizzando un occhiolino.
Preparata la salsa, a suo dire speciale, avvicina il cucchiaio alle labbra soffiandoci sopra per non scottare e dopo me la fa assaggiare.
Mi imbocca senza che possa oppormi e un complimento sincero mi scappa facendogli montare la testa per le sue doti culinarie.
Racconta che gli ha insegnato la nonna a cucinare, ed io che pensavo non sapesse nemmeno accendere un fornello...
<<Con i dolci come te la cavi?>> chiedo interessata prendendo posto sulla sedia e seguendolo con lo sguardo.
Mi piace che abbia tutti sotto controllo, è un perfetto padrone di casa, accogliente -forse un po' troppo-, e soprattutto sa tenere davvero compagnia, senza mai un momento di noia.
Le mie orecchie sono sempre aizzate, pronte per captare un qualsiasi segno che mi lanci.
Devo cogliere ogni suo sguardo e imparare ad interpretarlo come si deve.
<<Ehm, i dolci... sono bravo solo a mangiarli>> ammette ed io per poco non esulto.
Oh grazie Dio, allora c'è qualcosa che non sa fare questo ragazzo, ha un punto debole.
<<Allora non sei perfetto.>> Rifletto ad alta voce facendo una grossa brutta figura dato che lui si gira immediato.
Tappo la mia bocca che a volte parla a sproposito senza chiedere il consenso prima al mio cervello, impulsiva.
<<Mai detto di esserlo.>> Alza le mani scoppiando in una sonora risata ed io lo seguo anche se nervosamente.
Ovviamente doveva succedere a me, non capisco cosa mi sia passato per l'anticamera del cranio e chi abbia dato il permesso a quest'ultimo per sperperare le mie considerazioni personali al vento.
<<Non ci fare caso, sto delirando.>> Emetto un sospiro sistemandomi meglio accavallando le gambe.
<<Se vuoi comunque ti posso insegnare a preparare qualcosa.>> Propongo passando le mani sul viso, forse vergognandomi per questo strano invito.
Alessio gira la pasta in pentola lasciandola per un attimo sul fuoco mentre invade il mio spazio personale.
<<Sarà un onore per me mademoiselle, accetto volentieri>> informa con un quasi inchino strappandomi un sorriso, quando il mio viso prima di conoscerlo era sempre serio.
Mi sta totalmente cambiando, e in meglio.
Prepara due piatti di pasta condendoli con salsa, melanzane e ricotta salata, facendo parlare i miei occhi dalla fame.
Questa volta il mio stomaco si fa sentire per un motivo a me conosciuto finalmente, lasciando da parte il garbuglio emotivo in cui si trova il mio cuore, adesso non è il momento.
<<L'hai impiattata davvero bene.>> Mi complimento sistemando le posate e i bicchieri dinanzi a noi.
<<Come scusa?>> Sgrana gli occhi, incredulo per quello che ho detto.
Ho forse sbagliato qualcosa?
<<È un complimento, giuro.>> Metto una mano sul cuore, avendo avuto buone intenzioni di non offenderlo adesso.
<<Lo vedo, ma non lo saprai mica per il momento>> ammicca malizioso e le mie sopracciglia si aggrottano confuse.
Che intende?
<<A che ti riferisci?>> I miei occhi vagano sul suo corpo cercando di capire da un suo gesto se mi stia prendendo in giro o meno.
<<Per come l'hai detto hai lasciato intendere un'altra cosa nel mio dialetto che è meglio non ti sveli, se no te la prenderesti con me>> rivela, ed io scettica muovo il capo, facendo finta di aver capito.
<<Ma io lo voglio sapere>> annuncio poco dopo aver riflettuto gustando una forchettata di questa delizia.
Vorrei chiederlo a mio padre cosa voglia dire ma è meglio vivere nel dubbio, non si sa mai sia qualcosa di sconcio inaspettata.
<<Credimi, mi prenderesti per un maniaco per aver colto un doppio senso nella tua frase...>> mormora con la bocca viene ed io mi convinco sempre di più sia strano forte.
Eppure è per questo che mi fa ridere e sto bene insieme a lui.
<<Ah, bene>> sussurro tra me e me.
<<Anche se mi sembra di aver parlato italiano.>> Alzo le spalle senza arrossire, non ho colpa questa volta se la sua mente capisce tutt'altro di ciò che dico.
<<I pensieri li controllo io fino a prova contraria però, non ho forse questa libertà?>> replica con tono accattivante ed io inghiotto un fiotto di saliva amaro, in soggezione del suo sguardo languido.
Purtroppo sì, ognuno decide quali persone siano così importanti da circolare liberamente nella propria mente.
E io ho già scelto la mia tempo fa, anche mi sa tanto è arrivato il momento di sostituirla, forse.
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Spazio autrice
Ciao a tutti e Buona Domenica 💜Allora che ne dite del capitolo? Ve gusta? 🤗 Ho messo tutte le sensazioni che hanno provato i nostri protagonisti. Visto la parte galante di Alessio? Sembra che Valeria ne sia rimasta affascinata, non è vero? Noi ci vediamo con un nuovo capitolo Martedì, baci baci 😊💜 Ah una cosa, non so più se posso continuare ad aggiornare 3 volte la settimana perché sto aiutando una mia compagna di classe a studiare perché deve recuperare ben 3 materie... io farò tutto il possibile, come sempre! Vi voglio bene tesori miei, grazie per le 600 letture! 💕😘 Fatemi sapere con un commento e una stellina ⭐️ se la storia vi piace! Ps: "impiattare" in catanese vuol dire proprio scientificamente che lui l'ha 'fatto', in questo caso con lei 😆
Per questo il nostro Alessio era sbalordito, il senso sarebbe quello!
~Sabry13❤️
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