79. || Sophie.
L'ultimo venerdì pomeriggio del mese, rientro in casa dopo aver incontrato mio fratello Travis in un bar vicino all'appartamento.
Le cose, a casa Mendes-Watson, non vanno particolarmente bene. Per la prima volta in tutta la sua vita, mio fratello maggiore Teddy ha litigato con la mamma. Se l'è presa con nostra madre poiché non mi ha ancora richiamata da quando Christian mi ha... rapita... ciò significa che non incontro mia madre da tre settimane.
Sospirando e ricacciando indietro le lacrime, apro la porta di casa e mi nascondo all'interno, evitando quindi di dover intrattenere una relazione con il vicino di casa, un uomo sulla trentina che vive da solo e resta in appartamento solo di notte.
Chiudo la porta di ingresso alle mie spalle e mi tolgo la giacca, appendendola. Scivolo fuori dalle mie Vans nere e mi dirigo verso la cucina. Mi verso un bicchiere d'acqua e mi accomodo al tavolo, sbloccando il telefono.
Ho un nuovo messaggio dal detective Hale e dalla sua assistente Sarah. Poso il bicchiere sul tavolo e comincio a leggere.
> Gentile signorina Watson, le comunichiamo che sabato dodici dicembre si terrà la sentenza per incarcerare il signor Christian Brook. Chiediamo la sua prendenza per testimoniare contro il colpevole. Cordiali saluti, Sarah Hastings.
Sospiro e lascio cadere il telefono sul tavolo.
In queso momento, rivedere Christian è l'ultima delle cose che voglio sopportare. Mi ha violentata, stuprata... non basta per sbatterlo in galera una volta per tutte? Che cosa vogliono da me? Che racconti un'altra volta la mia storia e tutto quello che mi è successo?
Mi alzo e agguanto il telefono. A grandi passi mi dirigo verso il divano del salotto e mi lascio cadere su di esso, mentre un sospiro esausto mi sfugge dalla bocca.
Da quando hanno investito Daisy – una settimana fa – tutto quello che è successo riguarda solamente cose negative. Per esempio, la gravidanza della mia amica, la sua relazione con il mio insegnante di matematica, la sentenza di Christian e in più il pranzo coi genitori di Liam.
Salto in aria. Mi sono completamente dimenticata che martedì Luke ha proposto a Liam di tornare a casa per incontrare i suoi genitori e presentarmi. Tutto questo è decisamente assurdo, ma ormai ha accettato e sono costretta ad andarci. Trovo un po' troppo instabile la base della nostra relazione per fare questo passo così lungo e importante, ma dentro di me so che Liam è davvero fondamentale per me.
Improvvisamente la porta di ingresso si apre e Liam entra in casa. Di spalle a me, si toglie la giacca nera di pelle e il cappello di lana; sgusciando fuori dai suoi anfibi neri, mi rivolge un sorriso, e dopo essersi avvicinato, mi raggiunge e mi bacia.
«Come stai?» domanda, accomodandosi al mio fianco.
Sbuffo.
«Tanto per cominciare, mi sono dimenticata del pranzo a casa tua e non ho un fico secco da mettermi»
Liam scoppia a ridere e scrolla il capo, per spostare un ricciolo di capelli castani dal viso.
«Puoi mettere quello che vuoi, ma non i jeans beige, perché altrimenti sia mio fratello che mio padre ti salteranno addosso»
Lo guardo senza parole, con una smorfia poco divertita sul volto per qualche secondo, poi sospiro e prendo il volto fra le mani.
«E la seconda cosa qual è?» chiede Liam, spostando un ciuffo di capelli castano chiaro dietro al mio orecchio.
Rialzo il capo e prendo il telefono dalla tasca. Mentre lo sblocco, Liam mi scruta con un'occhiata curiosa e, appena ha fra le mani il mio cellulare, distoglie lo sguardo. Dopo averlo letto, rialza il capo e mi stringe forte a sé.
«Mi dispiace così tanto. Pensavo che la cosa si risolvesse con una semplice carcerazione, senza il bisogno di convocarti davanti ad un giudice» mormora, tenendo stretta la mia mano.
Annuisco velocemente.
«Lo so, Liam, lo speravo anche io, ma a quanto pare non è andata così. Comunque sia, ho ancora un mese circa per prepararmi psicologicamente a questo incontro. Domani succederà qualcosa di più importante» e alzo il capo per rivolgergli un sorriso.
Liam ricambia il gesto, poi si sporge in avanti per baciarmi. Le sue labbra sono gelide e per questo motivo un brivido percorre rapidamente la mia schiena. Nel momento in cui la mia lingua incontra la sua, ad una temperatura decisamente più elevata di quella delle labbra, il calore invade il mio corpo. Il bacio dura solo pochi secondi e, quando si stacca da me, mi accarezza il viso con il pollice della mano. Sorridiamo, contemporaneamente.
«Prima ho incontrato Travis. Mi ha detto che Teddy è andato via di casa per un litigio con mia madre e che vive con una ragazza»
Liam incontra il mio sguardo. Sembra perplesso.
«Anche io vivo con una ragazza. Che c'è di così strano?»
Mi schiarisco la voce.
«Be', abbiamo sempre pensato che Teddy fosse gay» comincio io, «ma a quanto pare da qualche settimana si frequenta con questa ragazza. Travis ha accennato al fatto che si sono conosciuti al club di tennis, durante una partita»
Liam annuisce lentamente.
«Forse ha solo bisogno di tempo per comprendere quello che è successo. Mi spiego meglio: mi hai sempre detto che nella tua famiglia non avete mai litigato in modo pesante, eccetto quando tuo padre ha lasciato tua madre. Forse lui sta metabolizzando la cosa con qualche anno di ritardo»
Lo guardo con un sopracciglio alzato.
«Pensavo non studiassi psicologia» mormoro, ridacchiando.
Liam mi imita, lasciandomi un bacio sulla testa.
«Oh, me l'ha spiegato mia madre quando mio padre ci ha lasciato per la Germania. Una spiegazione... come dire... abbastanza azzeccata anche per il tuo caso?»
Faccio spallucce. Ad essere sincera non lo so. In questo momento voglio solamente riabbracciare mia madre e starle accanto, restare al telefono con lei al venerdì sera per raccontarle cos'è accaduto per tutta la settimana, ma non posso cedere: mia madre deva capire che non sono più una bambina.
«A cosa pensi?» domanda improvvisamente Liam.
Scuoto il capo.
«Nulla» mento, «solo... ehm... a quello che è successo a Daisy. Oggi ho sentito qualche professore discutere sul signor Hutcherson. Sono preoccupata per loro»
Liam fa spallucce.
«Mi dispiace per Daisy, ma francamente non per quell'uomo. La prossima volta lascerà il posto prima di cominciare la relazione con Daisy»
Sospiro. Non voglio sapere che cosa intenda con quelle parole. Chiudo gli occhi per qualche istante, poi sento Liam chiamarmi nuovamente.
«Ti va di... andare al cinema, questa sera? Penso che diano uno di quei film d'amore o strappalacrime che piacciono tanto a te.»
Lo guardo per qualche secondo e poi sorrido. Lo abbraccio, suscitando la sua sorpresa e la sua allegria.
«Certo che voglio venire al cinema con te»
Annuisce ridendo e mi bacia dolcemente, passandomi una mano sulla schiena.
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