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64. || Damon.

Quando il cucù di legno nella mia stanza comincia a suonare, mi sveglio. Riesco a vedere le lancette che indicano il dodici, perciò mi passo una mano sul volto, apprendendo che ormai l'università sa già tutto.

Sospiro e poco dopo sento delle voci.

La mia camera e quella di un altro ragazzo sono separate da una piccola stanzetta, come un atrio, nel quale ci sono due persone che conosco. Sono la signorina Watson e il signor Hamilton, due studenti, compagni di corso e amici di Daisy.

Oddio, Daisy! Come sta?

Sospiro e comincioo ad ascoltare la conversazione. Sophie è estremamente preoccupata e tiene un tono di voce alquanto ansioso, mentre Liam cerca di tranquillizzarla.

«Liam» dice Sophie, «il medico ha detto che erano tre nella macchina, ma Daisy non ne sa nulla. E se il professor Hutcherson avesse portato con sé un amico per poi fare qualcosa a Daisy?»

Cosa? Tre persone?

Liam scoppia a ridere.

«Non credo proprio. È uno stronzo, ma non fino a quel punto»

Sophie sospira.

«Be', andrò in fondo alla questione!» e detto ciò spalanca la porta della stanza. Appena mi vede sveglio, sobbalza e deglutisce. In un attimo Liam è al suo fianco.

«Professor Hutcherson» esordisce avvicinandosi, con aria di una che vuole dettare le regole, ma non ne ha il coraggio, «le devo parlare»

Allargo le braccia, a mo' di permesso, e lei comincia a camminare con sicurezza, fino a raggiungere il letto. Il suo ragazzo si ferma sulla porta, poggiato sullo stipite con le braccia conserte. Mi lancia un'occhiataccia e poi sospira, aggiungendo una piccola smorfia. Probabilmente sta pensando a quanto faccio schifo perché scopo con Daisy...

«Ho parlato con il dottor Cox e mi ha riferito che nell'auto c'erano tre persone! Una era lei, l'altra Daisy e la terza?»

La guardo stupefatto. Non c'era nessun altro nella mia macchina, che non sia Daisy. Lei e mia sorella sono le uniche persone che ci entrano, ma prima c'eravamo solo io e Daisy.

«Non so di cosa lei stia parlando, signorina Watson» mormoro lentamente, guardandola negli occhi.

Sophie sbuffa e allarga le braccia.

«Se pensa che io sia cretina, si sbaglia di grosso, professore. Non so perché la mia migliore amica abbia scelto un uomo come lei, ma sinceramente adesso è l'ultimo dei miei problemi, quindi mi dica, per cortesia, chi era la terza persona nell'auto»

I miei occhi non osano staccarsi da quelli di Sophie. Vuole sembrare potente, sicura di sé, ma una diciotenne contro un trentunenne è una presa per il culo.

Abbasso il capo.

«Come ho già detto, nella mia macchina c'eravamo solo io e Daisy. Eravamo innamorati e stavamo andando al centro commerciale, quello più lontano, per fare shopping»

Sophie sospira.

«Non era la prima volta, vero?»

«No» ribatto, «Daisy e io ci frequentiamo da metà settembre. Se ora siamo in questa situazione è colpa mia, perché sono stato io a provocarla la prima volta. Ma la amo, la amo per davvero»

Liam sbuffa e si avvicina ridendo. Quand'è a pochi centimetri dal letto, poggia le mani sulla poggia piedi e mormora: «Non vorrei essere scortese, professore, ma esiste YouPorn»

Sophie lo guarda scandalizzata, ma lui rimane impassibile a fissarmi, come se voglia incutermi paura. Ma un ragazzino di diciotto anni è proprio un cazzo per me.

Se dovessi dire di chi ho più paura fra Liam e Sophie, direi il primo, ma solo perché se dicessi la verità farei la figura dell'idiota.

«Professore, immagino che lei sia informato del fatto che il campus intero sia al corrente dell'incidente» mormora Sophie.

«Pensa che non lo sappia, signorina Watson? So perfettamente che quando avrò il permesso di uscire da questo maledetto ospedale, mi licenzieranno»

Liam soffoca una risata.

«Non è preoccupato? Insomma, sta per perdere il lavoro! Come farà a badare a se stesso?»

Gli lancio un'occhiataccia e, poco dopo, Liam comincia a camminare verso la porta, mentre Sophie rimane a guardarmi con un sopracciglio alzato.

«Si ricordi una cosa professore: anche se lei intrattiene una relazione con la mia migliore amica, sarà sempre obbligato a darmi del lei. Arrivederci!»

Volta le spalle e raggiunge il suo ragazzo. Insieme escono dalla stanza e chiudono la porta alle loro spalle.

Quando rimango solo, mi chiedo chi possa essere la terza persona nella macchina. Non ho mentito, c'eravamo solo io e Daisy. Ma se il medico è così sicuro del fatto che fossimo tre, devo assolutamente scoprire l'identità della persona incognita.

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