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58. || Sophie.

«Finalmente sei arrivata!»

La voce di Liam rimbomba nel buio più assoluto ed io salto all'indietro, spaventata. La piccola abat-jour sul comodino del salotto, a fianco del divanetto nero, si accende e rivela una versione stravolta di Liam, stravaccata sul divano.

Sorridendo gli vado incontro e mi accovaccio, in modo da avere il viso a pochi centimetri dal suo. Liam mi sorride e mi bacia.

«Mi sei mancata così tanto»

Scoppio a ridere.

«Sono stata via solo tre ore, tesoro. Se ti manco dopo così poco tempo, non so che cosa accadrebbe se dovessi stare via settimane intere!» esclamo, cercando di mantenere la voce bassa.

Liam sorride divertito e mi passa le dita fra i capelli. Ricambio il gesto, scompigliandogli la folta chioma castana e lui mette il broncio.

«Vado a togliermi queste maledette scarpe. Mi raggiungi?» domando alzandomi in piedi.

Liam sbadiglia e successivamente blatera qualcosa che classifico come un sì. Sorridendo e strizzandogli l'occhio, raggiungo a grandi passi la camera. Una volta all'interno, mi siedo sulla poltroncina rossa di Liam e mi tolgo le scarpe, con una smorfia di sollievo.

«Quanto cazzo sono alti quei cosi?» mi chiede Liam ridendo, mentre entra nella stanza.

Sorrido.

«Penso otto o nove centimetri. Me li ha regalati Daisy al mio ultimo compleanno. La prima volta che li ho visti, mi sono innamorata alla follia... poi, indossandoli, ho capito che solo certe persone possono permetterseli»

Liam soffoca una risata e si avvicina sorridendo. Mi alzo e mi giro, spostandomi i capelli davanti. Liam capisce all'istante, così mi tira giù la lampo dell'abito nero.

Lo ringrazio, poi faccio cadere il vestito a terra. Lo raccolgo poco dopo e subito lo riappendo nell'armadio. Trovandomi in biancheria intima, raggiungo il letto per indossare il pigiama, ma Liam mi ferma.

«Che... c'è?» chiedo imbarazzata.

Scuote la testa, senza smettere di osservare il mio corpo seminudo. Si avvicina lentamente e come assorbito da ciò che stava esplorando, dice: «Sei... bellissima»

Liam mi ha vista seminuda solo una volta. La sera in cui mi ha salvato dalle grinfie di Christian, mi ha portata fuori da quella fabbrica abbandonata dopo avermi rivestita.

Sorrido a disagio e mi sporgo per prendere il pigiama. Lo infilo senza perdere tempo e, fra un movimento e l'altro, riesco a adocchiare la sua espressione ancora colpita.

«Liam!» lo chiamo sorpresa.

Per tutta risposta, alza lo sguardo senza parole e mi fissa dritto negli occhi. Non capisco se sta facendo realmente sul serio o se sia un semplice scherzo.

Provo a sorridere.

«C'è qualcosa che non va? Io... scusa, non avrei dovuto spogliarmi davanti a te. È stato un gesto un po' maleducato nei tuoi confronti.»

Liam si stringe nelle spalle e scuote il capo imbarazzato.

«No, scusami tu. Mi sono comportato da ragazzino liceale eccitato»

Improvvisamente divento bordeaux e mi copro il viso con le mani tremanti. Liam si avvicina sorridendo e le toglie dal mio viso, trattenendole nelle sue.

«Scusa per la seconda volta» bisbiglia, «per quanto io sappia la maggior parte delle tue cose private, ancora non riesco a contenermi nei momenti di intimità. È forse la stessa cosa per te, Sophie?»

Senza riuscire a proferire parola, dondolo il capo in modo positivo, tenendo lo sguardo basso. Liam mi sorride e mi invita a sdraiarmi sotto le calde coperte del nostro letto. Seguo il suo consiglio, così scopro il letto e ci salgo sopra.

Sotto le coperte, Liam mi ospita sul suo petto caldo, tenendo una delle due muscolose braccia sotto il mio capo. Gli sorrido contenta e lui ricambia il gesto, soffiando su un ciuffo di capelli che mi copre la visuale.

«Com'è andata la serata?» mi chiede sorridendo.

«Be'... a giudicare da come mi sono agghindata, penserai che io abbia cenato in un ristorante molto rinomato»

Ride.

«Non è così?»

«Non proprio» replico sbuffando, «Daisy ci ha praticamente obbligate a cenare da McDonald's, come delle adolescenti senza programmi per la domenica sera»

Liam scoppia a ridere divertito ed io con lui, ripensando che però tuttavia la serata è stata passabile. Fin dai tempi del liceo, è solito per me e per le mie amiche incontrarci un giorno alla settimana e passare la serata a casa di una, oppure di cenare in un ristorante, generalmente per chiacchierare, avere un momento privato per noi e per raccontarci gli ultimi gossip, che giravano a scuola o nel mondo dello spettacolo.

«E' successo qualcos'altro di cui vuoi parlare?» chiede sospirando.

«Mh, no. Non è accaduto altro, o almeno credo. Daisy ha mangiato un doppio menu... spero che tornando a casa non abbia vomitato l'anima, o che stanotte non dorma sul gabinetto del college!»

Liam soffoca un'altra risata, e successivamente comincia un giochetto che riesce sempre a calmare i miei nervi. Il motivo di tanto nervosismo non lo conosco, ma probabilmente è legato al fatto che sia così unito a me e ho paura che tutto questo presto si rivolti contro di noi.

Le sue dita strisciano in modo innaturale sulla mia pelle morbida e creano una sorta di contatto elettrico fra il suo corpo e il mio.

«Sei più spiritosa a mezzanotte, lo sai?» domanda ridacchiando.

«Be', grazie. Lo prendo come un complimento»

Incontro il suo sguardo e lui bisbiglia: «Nessuna critica per la mia principessa»

Soffoco una risata divertita, ma poco dopo essa viene interrotta da un bacio. Liam ha posato le sue labbra sulle mie e le ha schiude poco dopo, per permettere alla mia lingua di giocare con la sua.

Quando si stacca da me, si allunga per spegnere la luce e soffiando sulle mie labbra dice: «Ti amo»

Spalanco gli occhi piacevolmente sorpresa e lo guardo a lungo, mentre sul mio volto si faceva spazio un piccolo sorriso. Mi sporgo rapidamente e gli concedo un bacio casto. Quando mi stacco da lui ho un'altra certezza.

Ho delle amiche fantastiche, due fratelli meravigliosi, un migliore amico fuggito in America per conseguire il suo sogno e sì, forse non sono nel momento migliore della mia vita, ma sta andando tutto bene.

E sono felice.

Ma affiancata a questa felicità c'è qualcos'altro, qualcosa che non riesco a comprendere.

Forse sto sbagliando. Forse sto vivendo nuovamente nella bugia. Forse avrei sofferto ancora.

Non so cosa accadrà domani, eppure ho quella minima speranza di risvegliarmi nuovamente al fianco di Liam e di ricominciare una giornata insieme a lui.

Perciò seguo il mio cuore.

Un'altra volta.

«Ti amo anche io» mormoro, accarezzandogli il volto.

Ed è la verità.

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