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54. || Sophie.

Sono tornata all'appartamento da una ventina di minuti, quando qualcuno citofona. Ipotizzando sia Liam, vado ad aprire col sorriso, ma scopro che è solo Daisy.

Un minuto più tardi è già in casa. Mi saluta, togliendosi la giacca nera in panno, e mi abbraccia.

«Allora» esordisce lentamente, «come stai?»

Alzo le spalle, facendo una smorfia.

«Non c'è male, grazie»

La conduco in cucina e lei si accomoda al tavolo. Sorridendomi, le porto un bicchiere d'acqua.

«Ti devo raccontare un bel po' di cosuccie» esclamo improvvisamente, ricordando le ultime novità.

Daisy spalanca gli occhi e agita il capo, facendo dondolare i capelli da una parte all'altra.

«Spara!» dice semplicemente.

«Be', prima di tutto» comincio io, «Liam mi ha baciata. È stato strano, all'inizio. Dopo più romantico, più intimo»

«Dov'è successo?» domanda Daisy, accavallando le gambe.

Mi gratto la testa e rispondo: «Fuori. In un vicolo della piazza qua vicino. Stava diluviando e ci siamo nascosti sotto un tendone per ripararci. E nulla, poi è successo»

Daisy sorride e mi stringe le mani.

«Sono così felice per te, amica mia!»

Le rivolgo un sorriso e, tenendo lo sguardo basso, continuo: «Sì, bellissimo, se non fosse che stamattina quando mi sono svegliata, Liam non c'era. Era andato via, non so dove»

Daisy storce un sopracciglio e mi lascia le mani.

«Vi siete già...?»

«Oddio, no! Cioè, non lo vedo da ieri sera, e la cosa mi preoccupa, ma no, stiamo ancora insieme!» rispondo io, agitando le braccia.

La mia amica annuisce.

«Tornerà a casa. Prima di tornare qua, ho ricevuto un suo messaggio. Mi ha detto che sarebbe uscito, ma non ha accennato al luogo in cui sarebbe andato»

Daisy sospira e si incurva lievemente con la schiena.

«Gli uomini sono così, non preoccuparti. Sono sicura che quando tornerà a casa stasera, ti riempirà di baci per farsi perdonare!»

Conclude scoppiando a ridere ed io la seguo a ruota. Daisy è davvero divertente e stare con lei mi rende più viva. Ho sempre adorato il suo sorriso: riesce a trasmettere un certo entusiasmo alle persone che soffrono. Nonostante il suo passato e i problemi familiari che cerca di nascondere, è una ragazza solare e sempre sorridente.

«Continuando a parlare di Liam... questa settimana andremo via qualche giorno, da soli»

«È davvero bellissimo! Sono contentissima per voi!» si complimenta lei.

Le sorrido.

«Grazie. Penso che ci servirà per approfondire il nostro rapporto. A volte non mi ricordo nemmeno che ci conosciamo da quasi due mesi mesi e già stiamo insieme... non capisco come sia possibile»

Daisy mi rivolge un sorriso e mi stringe la mano più forte.

«Non è detto che se vi conoscete da poco la vostra relazione termini in fretta. Sai quante coppie sono nate nel giro di poche settimane dalla conoscenza e quanto sono durate? Prendi i tuoi nonni come esempio, Sophie. Theresa e Louis si sono conosciuti quando hanno rispettivamente dodici e diciotto anni e si sono messi insieme molto rapidamente. E se tuo nonno non fosse volato in cielo troppo presto, si amerebbero ancora. Quanti anni sono passati, lo sai?»

Annuisco, con un gesto del capo.

«Circa cinquanta, o giù di lì»

Ricordare mio nonno Louis è un po' doloroso, considerato che è morto quand'ero piccola e non ricordo molto della sua personalità. So solo che mi manca come l'aria, quasi quanto manca alla nonna Theresa.

«Allora sai che ti dico?» esclama Daisy, con voce decisa, «fra cinquant'anni io e te saremo sedute su questi sgabelli e staremo parlando del tuo matrimonio con Liam. E se non accadrà, vorrà dire che avrai fatto la cazzata più grande della tua vita»

Soffocando una risata, mi asciugo una lacrima. Daisy si sporge verso di me e mi abbraccia, stringendomi forte a sé. Sebbene sia pericolosamente ossessionata dai budini al cioccolato e dai ragazzi più grandi, adoro la mia migliore amica e non avrei permesso a nessuno di portarmela via.

Daisy è una delle poche certezze che ho.

Sorridendo, termina di bere dal bicchiere, poi lo riposa sul tavolo e mi guarda.
«Altro?»

«Oddio sì!» esclamo, ricordandomi con chi ho pranzato, «non indovinerai mai con chi ho condiviso la mia pausa pranzo!»

Daisy storce un sopracciglio e dice: «Tom Felton?»

Scoppio a ridere.

«No, stupida! È una persona che conosci anche tu...»

Socchiude gli occhi qualche istante, poi bisbiglia: «Ci sono andata a letto?»

Le scocco un'occhiataccia.

«No, non penso proprio. Quando usciva con noi, ha una ragazza, ma non so se stanno ancora insieme»

Fa una smorfia, come per dire che non ha idea di chi sia. Be', la lista dei ragazzi con cui non è andata a letto credo sia molto ristretta, quindi non dovrebbe avere problemi a scoprire di chi sto parlando.

«Aspetta... Cameron?»

«Sì!»

Daisy si tappa la bocca con le mani.

«Oh mio Dio, ma è incredibile! Che cosa ci fa a Londra?»

«Si è trasferito nella nostra università. Non vedo l'ora di scoprire quali corsi abbiamo in comune. Lui sì che è un bravo ragazzo»

Daisy mi guarda.

«Pensi che Cam possa essere migliore di Liam nel ruolo del ragazzo perfetto?»

Alzo lo sguardo e incontro i suoi occhi, un po' schifata.

«Sophie?» mi chiama Daisy all'improvviso, «ti squilla il telefono!»

Volto il capo e vedo il display del mio cellulare illuminato. Lo prendo e rispondo.

«Polizia di Londra, lei è la signorina Sophie Watson?»

«Sì» rispondo con voce tremante, «sono io»

«Sono l'avvocato George Hale. Mi spiace disturbarla a quest'ora del primo pomeriggio, ma ciò che sto per riferirle è molto importante. In seguito alle due aggressioni ricevute dal signor Christian Brooke, siamo tenute a chiederle di non lasciare la città per le prossime settimane»

Spalanco gli occhi.

«Posso sapere il motivo?»

«Certamente. Il suo ragazzo, Liam Hamilton, si è premurato di farci sapere che non dispone di un avvocato, perciò mi sono proposto per difendere la sua posizione. Dobbiamo ascoltare la sua versione dei fatti, il che implica un appuntamento fra lei e la mia segretaria. La richiamerò per fissarlo»

Annuisco.

«D'accordo, mi chiami pure all'ora che ritiene necessaria. La ringrazio. Arrivederci»

Spengo la chiamata e poso il telefono sul tavolo. Sono chiaramente senza parole. Prima di tutto Liam si è preso la briga di trovarmi un avvocato (indirettamente, ma l'ha fatto) e ora devo anche incontrarlo, per rispondere alle domande che ha intenzione di farmi.

«Ehi, tutto bene?» mi chiede Daisy.

«Devo annullare il viaggio con Liam. Questa settimana mi dovranno interrogare per quella cosa...»

Daisy sospira e mi prende una mano.

«Non pensarci» bisbiglia sorridendo, «anzi, preparati perché stasera usciamo a cena: io, te, Ariana e Shelley, come ai vecchi tempi!»

Le rivolgo un mezzo sorriso, cercando di non pensare veramente a ciò che mi aspetta. Mi spaventa davvero il fatto di dover parlare con un avvocato di quanto accaduto con Christian.

«D'accordo» mormoro debolmente e accentuo il sorriso.

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