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50. || Daisy.

«Ho promesso ad Ariana e a Shelley che sarei rimasta in camera a studiare» replico, parlando al telefono con Damon.

Sabato pomeriggio me ne sto sdraiata sul letto del dormitorio a guardare il soffitto; con una mano tengo il telefono all'orecchio, con l'altra mi guardo le doppie punte.

Damon soffoca una risata calda e roca.

«Perché non ti trasferisci qui e non la ripassi con me?»

«Perché non sarebbe corretto nei confronti degli altri studenti!» esclamo sedendomi sul letto, «le ragazze mi odiano tutte, considerando che sono la tua ragazza»

Damon ghigna ancora.

«Perché, qualcuno lo sa?»

«Solo Ginger, per ora, ma credo che Sophie e le altre lo sospettino. In fondo, che ci sarebbe di male? Loro sono le mie migliori amiche e non potrebbero mai tradirmi»

Sento Damon sospirare.

«Dai, perché non passi da me? Solo un po'... ti giuro che oltre a del buono e sano sesso ti aiuterò a comprendere gli ultimi capitoli spiegati»

Quando odo la parola "sesso" salto in aria e, assumendo un'aria completamente assorta dalle mie visioni sconce, mi alzo e dico: «Sarò da te fra venti minuti»

Arrivo a casa di Damon alle tre in punto. Dopo aver aperto il portone con la copia delle mie chiavi, entro e prendo le scale. Il suo appartamento si trova al terzo piano, a destra.

La porta è già aperta, così metto un piede all'interno e la richiudo lentamente alle mie spalle. Damon spunta dalla cucina e viene verso di me, cingendomi la vita con le sue muscolose braccia.

Mi bacia in modo deciso e immediatamente la sua lingua entra nella mia bocca, e prende a giocherellare con la mia. Il bacio dura così tanto che, con un balzo, allaccio i piedi dietro alla sua schiena e, pochi istanti dopo, Damon raggiunge la stanza.

Damon è così cauto nei movimenti, cerca di restare calmo anche nelle situazioni che, si vede, gli facnno dare di matto. In un modo o nell'altro, è gentile, è tranquillo... cosa che invece io non sono affatto.

Sembra voglia rispettare quei dodici anni che ci dividono, irrompendo dentro di me solo in caso di necessità e, soprattutto, quand'è veramente sicuro che lo voglia anche io.

L'attrazione che provo per il mio professore è superiore a qualsiasi altra cosa e non posso paragonarla a nessun'altra esperienza, perché è completamente nuova.

Non mi sono mai innamorata così tanto di una persona... perché sono innamorata di Damon, no?

Qualsiasi sentimento provi per lui, sono troppo presa, sono annodata come le cuffiette nella mia borsa. Non riesco a liberarmi dall'opprimente senso di colpa di essere crudele nei suoi confronti: se anche solo una persona scoprisse ciò che io provo per lui, probabilmente Damon dovrebbe rinunciare alla sua carriera lavorativa. Non voglio che questo accada, ma non riesco a smettere di baciarlo.

«Prima sesso o prima matematica?» soffia sulle mie labbra calde.

Ghigno.

«Che razza di domanda è? Prima il sesso, naturalmente»

Damon ridacchia e subito mi toglie la maglietta. Indosso un reggiseno nero in pizzo, con un fiocco nel centro. Stesa sul suo letto matrimoniale, mi faccio osservare, poi sfioro i suoi fianchi con le dita. I suoi occhi si illuminano, così gli levo la maglietta.

Il suo petto nudo è così eccitante, cazzo. Lo sfioro con le mani, come la prima volta, poi lo bacio. Lui mi tiene il capo con una mano, mentre con l'altra mi sfiora la guancia.

Indietreggio e lui mi tira giù la zip dei jeans. Dopo qualche secondo mi meraviglio di vederli sul termosifone...

«Eccitante vederli in quella posizione» commento ridacchiando.

Damon, senza smettere di fissare i miei slip neri in pizzo, risponde: «Sei molto più eccitante tu»

Rido, poi lui guarda la tapparella della stanza e chiede: «Preferisci che la tenga su o giù?»

«Al buio sarà più divertente, Damon» rispondo.

In un nano secondo, si alza e tira giù la tapparella: lentamente attorno a me appare il buio più totale. Ridacchio, poi lo sento posizionarsi sopra di me.

Cerca la mia bocca con la sua lingua calda e quando la trova si tuffa all'interno. Attorcigliando i piedi sul suo fondo schiena, mugolo.

Si alza da me e ansimando mi toglie le slip, facendole volare chissà dove.

«Damon» bisbiglio.

«Ti amo» replica lui in risposta.

Annuisco energicamente, ma un istante dopo realizzo che cosa ha appena detto. Mi ha confessato di amarmi e, per una ragazza come me, questo dovrebbe risultare un problema. Invece no, invece mi sento bene, mi sento apprezzata e sono felice che l'abbia fatto.

Cercando di tornare alla realtà, mi allungo per togliergli i boxer. Senza nemmeno sporgersi verso il suo comodino per prendere un prendervativo, entra in me e attua dei movimenti veloci, come ha già fatto diverse volte.

Sotto di lui, ansimo. I nostri corpi sudati si avvicinano sempre più alla fusione. Non è la prima volta che succede, cazzo, ma ricordo benissimo la prima.

«Sto per venire, Damon» lo avverto.

«Sì» ansima lui, «anche io»

E qualche secondo dopo, esplode dentro di me. I nostri nasi si sfiorano e i nostri respiri si mescolano. Tenendo le mani attorno al suo collo, sorrido e lo baciodelicatamente. Non voglio pensare al fatto che non abbia usato un preservativo, perché tanto prenderò la pillola e non succederà niente di male.

«Cazzo, quanto sei sexy così»

Scoppio a ridere.

«Così come? Tutta sudata nel tuo letto?»

«No» replica lui, «nuda nel mio letto»

Rido ancora e lo bacio.

«Ti amo, Daisy, non dimenticarlo mai, qualsiasi cosa accada»

Mi accarezza i capelli neri e sorrido.

«E come potrei dimenticarlo? Tu sei mio»

Mi sfiora il naso sorridendo.

«Certo che sono tuo, che domande»

Mi bacia dolcemente e continua fino a quando non mi rendo conto che anche oggi le ripetizioni di matematica sono andate a farsi benedire.

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