46. || Liam.
La porta d'entrata della villa è aperta, così la spingo e metto un piede all'interno. Ho promesso a Sophie che non ci sarei tornato mai più, per nessun motivo, ma ho mentito.
Ancora.
All'interno di quella casa ci sono alcuni dei miei amici del college, ragazzi che lei o Matt non conoscono e non possono impedirmi di vederli.
Se non vado errato, lei è andata a trovare quello sfigato di Julian, quindi siamo pari.
Entro nel salotto e i ragazzi, appena mi vedono, si alzano e mi raggiungono. Insieme a loro, alcune ragazze stanno chiacchierando sul divanetto, e con mia poca sorpresa, non mi calcolano nemmeno.
«Hamilton, che cosa ci fai qua? E' da tempo che non ci si vede!»
«Ha trovato la ragazza. Sapete, una bigotta tremenda! Penso che sia venuto perché ha avuto un'oretta libera dalla sua padroncina!»
Rachel, quella miserabile puttana.
Ha i capelli lunghi e neri sciolti. Indossa dei jeans neri e un top rosso scuro, ma il suo fisico non è niente in confronto a quello di Sophie. Certo, ammetterlo dopo aver cominciato una relazione da un giorno non è abbastanza serio, ma lo ritengo vero.
I ragazzi scoppiano a ridere, mentre le altre ragazze non si sono ancora permesse di unirsi alla conversazione. Facendo una smorfia, mi avvicino al tavolo in legno e mi siedo su una sedia.
«Se non sbaglio, questa è casa di Ginger. Perché siete qua ad ogni ora del giorno?» domando.
«Ginger ha detto che presto venderà la casa. Dice che non le piace più avere una villa enorme utilizzata solo per queste stupide feste... o per gli scambi. A proposito, Rachel ha portato altra roba, ne vuoi un po'?» mi chiede Paul, il più drogato di tutta la compagnia.
Sbuffo.
«Prendo solo le sigarette, se le avete»
Rachel scoppia a ridere.
«Devo ammettere che l'intervento di quella bigotta sta cambiando molte cose»
«Qualcuno può portarla di sopra e riempirle la bocca? Almeno sta' un po' zitta»
Scoppiano tutti a ridere, le ragazze comprende.
Si avvicinano tutte e tre e sorridendo. Una di loro dice: «Il mio nome è Annie, e sono la cugina di Paul. Loro sono le mie amiche, Karen e Claire»
Rachel si schiarisce la voce.
«A Liam non gliene frega un beato cazzo di voi. Se non l'avete capito, ha già una ragazza. Si chiama Sophie»
Karen prende a battere le mani come un'isterica.
«Mi piacerebbe conoscerla. Perché non la chiami e non le proponi di venire qua?»
La guardo, cercando di capire che cosa non vada in lei, ma ci rinuncio e abbasso il capo, sospirando.
«Sei proprio idiota, come quella puttana»
Rachel si offende, mentre Karen manco capisce che sto parlando con lei. Sbuffando, mi alzo e chiedo a Paul: «Hai ciò che ti ho chiesto?»
«Sì» risponde, «Trent, passami quella borsa»
Il biondo segue le istruzioni datogli da Paul e quest'ultimo, appena ha fra le mani la borsa, tira fuori cinque pacchetti. Mi lecco le labbra, convinto che siano la mia salvezza più grande, ma non lo sono.
«Quanto ti devo?»
«Facciamo venti dollari, amico» risponde.
Annuisco e cerco il portafoglio nella tasca dei jeans neri. Tiro fuori il denaro poi saluto i miei amici ed esco da quella casa.
In un modo o nell'altro, devo impedire che questa villa venga comprata da Rachel o dai ragazzi. Non voglio che appartenga a me e a Sophie, di sicuro avrei trovato un posto migliore di quell'appartamento malfamato, ma meno memorabile di quella villa.
Devo parlare con Ginger e convincerla a venderla a qualcun altro.
Salgo in macchina e prendo la strada che porta a casa sua. Il suo appartamento dista poco dall'università, circa quanto il mio, ma sono situati in luoghi lontani fra loro.
Nello stesso condominio vive anche il professor Hutcherson, quello di matematica. Mi sono sempre domandato se i due c'entrassero qualcosa insieme, ma ho cambiato idea poche settimane dopo essermi trasferito.
Scendo dalla macchina e raggiungo i citofoni.
La scritta
Ginger Haymitch
è illuminata da una luce gialla e al suo fianco c'è il codice dell'appartamento. Digito il numero e poco dopo mi risponde.
«Sono Liam. Posso salire? Dovrei parlarti di una cosa molto importante» esclamo, con la solita voce da maleducato.
Ginger sbuffa e acconsente, aprendomi il portone. Sospirando, entro e raggiungo le scale. Nel momento in cui arrivo al secondo piano mi accorgo che la porta è già aperta, perciò mi imbuco nell'appartamento evitando di premere il campanello.
Ginger ènella piccola cucina, con i capelli rosso fuoco raccolti in una coda alta. Miguarda attendendo una spiegazione per il mio arrivo improvviso ed io non me ne andròda questa casa senza prima ottenere ciò per cui sono venuto.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro