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45. || Sophie.

Alle quattro in punto, esco di casa con le chiavi dell'auto di Liam. Mi dirigo verso la macchina, appena uscita dal condominio, e salgo. Metto in moto velocemente e parto alla volta dell'università.

Ho intenzione di parlare con Julian, poiché ieri mattina mi ha scritto dicendomi di volermi assolutamente dire una cosa molto importante. Sono tesa, ad essere onesta, perché non ho la minima idea di ciò che mi deve dire.

Per tutto il viaggio, continuo a sospirare ansiosamente, sperando che un po' di musica possa in qualche modo affievolire i miei nervi tesi.

La voce tranquilla e soave di Ariana Grande mi tranquillizza per qualche minuto, giusto il tempo di una canzone, ma poi il cuore ricomincia a battere.

Entro nel campus e mi dirigo verso il dormitorio maschile. Parcheggio la macchina esattamente di fronte e scendo, raggiungendo il portone d'entrata.

Sulla soglia, incontro alcuni compagni di corso e mi salutano, chiedendomi il motivo delle mie ripetute assenze.

«Nulla di cui preoccuparsi, una semplice malattia» rispondo sorridendo e sperando che loro non mi porgano altre domande.

Fortunatamente è così. Salutandoli nuovamente, entro nel dormitorio e raggiungo la stanza di Julian. Il suo compagno di stanza e coetaneo, Mark, mi apre e mi saluta animatamente.

«Tutto bene? Non ti vedo da un bel po'» esclama facendomi entrare.

«Uhm, sono stata male. Ho qualche linea di febbre, ma ora sto bene, non preoccuparti. Anzi, potresti passarmi gli appunti? Li copio sul mio quaderno, poi te li riporto»

Mark sorride.

«Assolutamente sì, ma se ti va puoi tenerli»

Storco un sopracciglio e chiedo: «Perché?»

Proprio in quel momento Julian esce dal bagno della stanza. Tiene un asciugamano legato dalla vita in giù e lo passa fra i capelli fradici. Sorridendo, viene verso di me e mi abbraccia, lanciando un'occhiataccia all'amico.

«Che sta succedendo?» domando poi, osservando che ci sono due valigie pronte per essere portate nel bagagliaio di un'automobile.

Julian sospira, mentre Mark si infila nel bagno.

«Immagino che tu debba parlarmi del motivo per cui ci sono quelle valigie. Prego, hai tutto il tempo che vuoi»

Julian si avvicina.

«Ad essere sincero, prima voglio sapere come stavi. Shelley mi ha detto che hai incontrato Christian»

La gola mi si secca all'improvviso. Ogni singolo ricordo riemerge nella mia mente e, dopo aver scosso violentemente la testa, riapro gli occhi.

«Be', "incontrato" mi sembra una cosa positiva, ma quello che è successo è una cosa completamente opposta! Comunque sia, non ne voglio parlare. Stamattina ho pure discusso con mia madre per questo motivo»

«Non ha preso molto bene la tua relazione con Liam, giusto?»

Alzo lo sguardo e incontro i suoi occhi scuri. Per un secondo, ricordo quando Julian ha capito ogni cosa di me, solo guardandomi negli occhi. È bravo, in questo genere di cose, lo è sempre stato. E questo suo pregio lo fa diventare ai miei occhi così buono, così perfetto per il ruolo di migliore amico.

«Sophie, ascoltami» sussurra prendendomi le mani, «hai presente quando, al liceo, ti ho detto che mi sarebbe piaciuto lavorare alla NASA?»

«Certo che me lo ricordo» rispondo.

Sospira ansiosamente.

«Ecco, è proprio questo. Due settimane fa, io e Mark abbiamo fatto un test online per il corso di Aeronautica controllata dalla NASA. Non pensavo ci avrebbero presi, ma è successo... Mi dispiace tanto, Sophie, ma questo è il mio sogno fin da bambino, e ho sempre saputo che non ci sarebbe stato verso di arrivarci... ma ci sono, manca un gradino soltanto e sarò chi ho sempre sognato»

Non rispondo. Sono ancora frastornata dalle sue parole e pronunciarne mi è impossibile. Julian vuole trasferirsi, cambiare università, città e stato. Come farò io senza di lui? È sempre stata la parte risoluta di me, la parte che mi dava certezza, sicurezza...

Mi copro il volto con le mani e sbuffo, mentre i miei occhi si riempiono di lacrime salate. Non sopporterò questa lontananza, ma non posso permettergli di restare qua e di rinunciare ad uno dei suoi sogni più grandi. Ha sudato così tanto durante la sua adolescenza e privarlo di ciò che desidera di più al mondo è un comportamento del tutto egoista.

«Sei sicuro di questa tua scelta? Insomma, non voglio impedirti di realizzare il tuo sogno, sarebbe un comportamento molto egoista da parte mia»

Julian soffoca una risata e mi sfiora la spalla con la sua mano.

«Non devi preoccuparti per me, io starò bene in America. Mia madre mi ha già detto che va bene, quindi non ho più nulla da fare qui»

Gli rivolgo un sorriso gentile e lo abbraccio.

«Sono davvero contenta per te, sul serio. Mi piace che ti stia creando una vita tua. Se realizzare i nostri sogni, comporta vivere separati, aspetterò il momento in cui tutto tornerà alla normalità»

Julian ride.

«Sai, abbiamo affittato un appartamento, io e Mark... era compreso nell'iscrizione al college. Nella cucina ci sono gli sgabelli di bar, quelli che ti piacciono tanto»

Scoppio a ridere.

«Julian!»

«Che c'è? Ho pensato subito a te quando li abbiamo visti nelle fotografie. Ti inviterò sicuramente per prendere un caffé, o per rimanere da me qualche giorno, se ti va»

Annuisco ridendo, poi guardo l'orario sull'orologio da polso. Mancano dieci minuti alla chiusura degli uffici universitari.

«Ascoltami, devo proprio andare. Ho promesso a Liam che sarei passata agli uffici centrali dell'università per il cambio di residenza, e chiudono fra dieci minuti. Se ti va, possiamo vederci un altro giorno... quando parti?»

Julian mi guarda con un sopracciglio alzato.

«Quale cambio di residenza? Di che cosa stai parlando?»

«Mi sono trasferita a casa di Liam. Pensavo lo sapessi... o che lo avessi capito. Abbiamo una relazione»

Julian diventa rosso di rabbia e si volta dalla parte opposta per non guardarmi negli occhi. Provo ad avvicinarmi, per chiedergli che cosa non concepisca, ma lui non osa guardarmi.

«D'accordo, chiamami quanto ti sarai ripreso. Ciao, Julian»

Amaramente, mi chiudo la porta della sua stanza alle spalle, apprendendo che questa è l'ultima volta che lo vedo questa camera.

Vorrei dirgli che non ho rinunciato a lui accettando di stare con Liam, ma non mi crederebbe mai, perché ora come ora è arrabbiato. Mi chiedo per quale motivo abbia preso così male la mia decisione di vivere insieme al mio ragazzo, ma non trovo un valido perché, così cerco di non pensarci.

Devo riconoscere che è stato un po' frettoloso andare a vivere da Liam, ma sono adulta e so cavarmela da sola.

Adoro Julian, nonostante tutto è ancora il mio migliore amico, ma non posso permettere a me stessa di crollare a causa sua. Mi manca ogni piccolo dettaglio della nostra amicizia, delle avventure del liceo, molte delle quali cadute nel dimenticatoio della mia mente offuscata da nuovi ricordi.

Da nuove persone.

È sempre così, anche nei romanzi che leggevo a quindici anni.

Il migliore amico è ancor più geloso della migliore amica, quando in scena entra il ragazzo che ti fa battere il cuore. E così è stato anche per me.

Julian non vede Liam di buon occhio perché è molto diverso da noi, ha vissuto per tutta la sua adolescenza in un borgo di Londra completamente differente dal nostro, sotto il controllo di una famiglia più agiata economicamente, al fianco di persone che l'hanno peggiorato.

Ma l'ho trovato e questo è ciò di cui mi importa di più.

Qualcunomi sta dando l'occasione di ripulirlo, di salvarlo dall'Inferno in cui si stacacciando e farò di tutto per impedire la sua caduta.


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