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40. || Sophie.

Liam mi prepara una colazione sostanziosa, a base di uova, pancetta, caffé, pane e marmellata. Lui, invece, decide di mangiare gli avanzi del pollo del pranzo precedente.

Sbuffando e ridendo, mi siedo al tavolo, ripetendogli quanto sia pazzo.

«Sì, di te» risponde lui, portando la caraffa del caffé sul tavolo.

Sorrido, concedendogli un grazie, poi mi versa da bere ed io acciuffo un pezzo di pane. Bevo il caffé in un sorso solo, poi spalmo della marmellata, rigorosamente all'albicocca, sul pane.

«Se vuoi ti preparo un piatto a parte con la pancetta e l'uovo. Lo so bene quanto ti faccia vomitare il dolce che tocca il salato» esclama dicezionando il pollo che ha fra le mani.

Scoppio a ridere.

«Veramente, l'unica cosa che mi fa venir da vomitare è la tua colazione. Si può sapere come fai a mangiare il pollo alle otto del mattino? Non è una cosa normale»

Liam sospira e mandandomi un bacio, risponde: «Prendo la tua obiezione come un sì»

E detto ciò si alza, prendendo un piatto di plastica dalla credenza. Lo poggia dinnanzi a sé, sul tavolo, e posa dentro l'uovo e la pancetta. Successivamente, sorridente, me lo porge.

«Grazie» rispondo, trangugiando il pane e marmellata.

«Figurati» replica sorridendo, poi continua: «Dopo colazione, passiamo qualche minuto al college, poi ti porto da tua madre. Non preoccuparti per la macchina, useremo la mia. Più che altro devo fermarmi a fare benzina: con il viaggio di stanotte... non ce n'è abbastanza. A pranzo che vuoi fare?»

Gli rivolgo un sorriso gentile. Sono contenta che abbia programmato la giornata, perché questo mi aiuterà a non pensare a ciò che è appena successo e soprattutto riuscirò a concentrarmi su di lui e sul nostro nuovo capitolo insieme. Tuttavia, ho paura che tutta questa organizzazione e perfezione possa distruggerci lentamente.

«Potremmo passare da Chicken's e prendere del pollo fritto. Non lo mangio da parecchie settimane e mi farebbe davvero piacere. Pago io, d'accordo?»

Liam scoppia a ridere e annuendo, risponde: «Va bene. Lo sai vero che litigheremo su questo genere di cose?»

Incrocio il suo sguardo e lo vedo che sorride.

«Lo so, e la cosa non mi spaventa. A proposito di soldi, dato che ora conviviamo devo assolutamente trovare un lavoro più sostanzioso delle ripetizioni a bambini delle medie, un lavoro che mi permetterà di pagare le bollette e tutto il resto»

«Non ce n'è bisogno, Sophie, è la mia famiglia a pagare le bollette» risponde lui.

Mi alzo in piedi e poso nel lavandino i piatti sporchi. Lui mi segue, richiudendo in una scatola di plastica il suo pollo.

Sorridendo, dico: «Non ho intenzione di farti spendere così tanti soldi, mi dispiace. Posso capire il caffè al bar o la cena fuori, ma almeno i viveri vorrei comprarli io. Liam, comportiamoci come una coppia»

Arrendendosi, solleva le mani in aria e dice: «Vedremo»

Mi avvicino lentamente e sorridendo intreccio le dita delle mie mani dietro al suo collo. Struscio il mio naso contro il suo, mentre i nostri corpi si fondono l'uno sull'altro. Le mani di Liam percorrono tutta la mia schiena, provocandomi delle vibrazioni da terremoto.

Mi bacia dolcemente ed io gli permetto di giocare con la mia lingua. Quando si stacca da me, ridacchio e durante la mia distrazione lui mi tira su. Tirandogli pugni sulla schiena, Liam raggiunge la sua camera e mi butta sul letto ridendo.

«Ti farò il solletico fino a quando non muori dalle risate» esclama.

«Non pensavo che un ragazzo come te sapesse cos'è il solletico» osservo, sorridendo.

Liam si rabbuia per qualche secondo, poi improvvisamente il suo cellulare squilla. Va a prenderlo e lo sblocca, leggendo il messaggio. Digita qualche carattere sulla tastiera, poi lo lascia sul comodino e dice: «Le ragazze ti stanno aspettando.»

«Certo. Vado in bagno» sussurro.

Scappo a fare pipì, cercando di ignorare la situazione imbarazzante che ho creato. Giuro su me stessa di non provare mai più a pronunciare una frase del genere...

Sospirando, mi passo una mano fra i capelli castano chiaro e decido di raccoglierli in uno chignon, poi esco dal bagno. Tornata in camera, mi accogo che Liam si è già vestito e ha fra le mani la sua inseparabile giacca di pelle nera e il cellulae. Gli rivolgo un sorriso, poi mi cambio. Non mi piace indossare i pantaloni che avevo ieri sera, ma non ho altra scelta. Mi metto la giacca e le scarpe, poi raggiungo Liam, sulla porta d'ingresso.

Mi afferra la mano e lasciamo la casa. Mentre lui chiude a chiave, io chiamo l'ascensore e aspetto che arrivi.


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