Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

120. || Sophie.

Quando Liam ferma la macchina davanti a casa mi chiedo per quale motivo non abbia spento il motore. Volto il capo verso di lui e faccio per parlare, ma mi anticipa.

«Devo fare una cosa, Sophie» mi dice, «ti raggiungo a casa fra un'oretta»

Prendo un lungo sospiro e, dopo avergli concesso un grande sorriso, lo saluto. Si sporge per baciarmi ed io ricambio il gesto.

«Allora ci vediamo dopo» mormoro.

Scendo dall'auto e chiudo la portiera. Liam riparte mezzo secondo più tardi, uscendo dalla via. Lo guardo finché non scompare dietro all'angolo, poi mi avvicino camminando al condominio. Apro il portone con le chiavi ed entro, sentendo calore. Il custode ha acceso il riscaldamento prima di tornare a casa dalla sua famiglia e trascorrere l'intera giornata con i suoi parenti.

Decido di prendere le scale e di evitare l'ascensore, considerato tutto quello che ho mangiato negli ultimi due giorni.

Una volta in casa, mi tolgo immediatamente i tacchi e il vestito, indossando una comoda tuta grigia. Mi lego i capelli in una crocchia e mi strucco alla bell'è meglio. Torno in cucina e mi verso un bicchier d'acqua; mentre sorseggio la bevanda, do un'occhiata al cellulare.

Nel gruppo delle ragazze – io, Shelley, Daisy, Ariana e Ginger – ci sono alcuni messaggi. Ariana scrive di essere stata a casa di Mike e di aver conosciuto i suoi genitori e la sorella maggiore, Melania. Descrive i coniugi Evans come due persone pulite, disponibili e molto allegre. Mike ha sempre parlato poco di sua madre Deidre; il contrario posso dire riguardo al padre Silver, del quale Mike parla un po' più spesso.

Shelley, invece, ha trascorso la giornata a casa dei suoi genitori, insieme a Matt e al fratello maggiore. I genitori di Shelley, Paul e Camila, hanno accettato fin da subito Matt.

Infine, Daisy e Ginger scrivono di aver pranzato insieme ad Alexandra e di aver aperto i regali per tutto il pomeriggio. Ginger aggiunge anche di essersi trovata molto bene con la madre di Daisy.

Sono felice per le mie amiche. Hanno conosciuto i genitori dei loro ragazzi e si stanno godendo in pace le vacanze di Natale. Un istante dopo realizzo che manca sempre meno al primo esame, così, guardando riluttante l'orologio della cucina, mi trascino fino alla camera.

Rimango un'ora intera a ripassare per gli esami. Tutte gli argomenti delle materie che sto studiando – fatta eccezione per filosofia – riesco a ricordarli abbastanza facilmente, gli unici concetti per cui faccio più fatica sono, appunto, quelli di filosofia.

La mia professoressa è una donna di origini italiane, dalla pelle chiara e i capelli scuri. Non ho un rapporto molto stretto con lei, ma non lo ha con nessuno dei suoi studenti... è l'esatto opposto del professor Wright.

Letteratura inglese e psicologia sono le materie in cui vado meglio. E prima dell'arrivo del professor Morris, anche in matematica me la cavavo. Non sono mai stato un genio, ma se ascolto la lezione riesco a studiare meglio a casa.

Liam è l'esatto opposto di me: non ascolta, non prende nessun tipo di appunti, però riesce a rispondere alle domande dei professori senza troppi problemi. Da quando vivo insieme a lui mi sono resa conto di quanto studi nonostante sia un ragazzo all'apparenza poco studioso.

Dopo un'oretta di studio, raggiungo il salotto e accendo il televisore. In televisione danno delle repliche della sesta stagione di Pretty Little Liars, una serie tv che seguo da quando andavo alle medie. In questo preciso istante Ariana mi scrive un messaggio, informandomi del fatto.

> lo so, ma grazie lo stesso!

Ariana mi risponde con l'emoticon che ride, poi blocco il telefono e lo lascio cadere sul divano.

Lancio un'occhiata all'orologio e mi accorgo che sono da poco passate le sette e mezza. Sospirando, raccolgo nuovamente il cellulare e compongo il numero di cellulare di Liam. Mi risponde dopo quattro squilli.

«Sophie» esclama, «tutto bene?»

«Sì, e tu?»

Si sente un rumore di soldi e poco dopo qualcosa sbatte su un oggetto. Qualcuno mormora delle parole confuse, poi i rumori cominciano ad affievolirsi lentamente.

«Tutto bene» mi risponde Liam ad un tratto.

«Dove sei? E quei rumori da dove provengono?»

Soffoca una risata e sento il motore dell'auto accendersi. Prima di rispondermi, premette il tasto di accensione della radio e sento Cheerleader di Omi.

«Sto arrivando. Fra dieci minuti sono a casa» risponde.

Roteo gli occhi al cielo. Sbuffando, mi alzo dal divano e raggiungo la cucina. Mentre Liam mi rifila una serie di scuse riguardo al suo ritardo non previsto, apro il frigo e do un'occhiata ai pochi viveri che ci sono rimasti. Sono giorni che non facciamo la spesa, perciò ci dovremo organizzare per comprare qualcosa da mangiare.

«Ci sono delle uova» mormoro ad un tratto, interrompendo il suo discorso di cui non ho ascoltato una parola.

Liam smette di parlare. Si prende qualche secondo per deglutire e abbassare le orecchie, poi annuisce, mugugnando. Mi saluta pochi istanti dopo.

Lascio il telefono sul banco della cucina e preparo la cena, chiedendomi dove si sia cacciato. Improvvisamente il mio pensiero ricade su Christian, al quale non facevo visita da un po'. Forse è meglio così... a volte mi sento davvero in colpa per aver avuto la brillante idea di fargli visita.

È cambiato tantissimo da quando l'ho incontrato in quella buia strada, dopo essere scappata dall'appartamento di Liam. Ed io sono cresciuta, solo per questo sono riuscita ad andare a trovarlo... altrimenti non avrei mai osato avvicinarmi all'ospedale psichiatrico.

Ma c'è qualcosa che mi ha lasciato l'amaro in bocca, soprattutto da quando ho scoperto la storia di Mia, il cui episodio ha accentuato questa mia perplessità. Il suicidio di Mia è accaduto in un periodo in cui Christian non poteva agire, dato che si trovava momentaneamente in carcere, eppure nessuno si è mai interessato di questo particolare. Hanno addossato la colpa del suicidio a Christian, ma senza chiedersi se davvero avesse indotto la ragazza alle due opzioni.

Improvvisamente la porta d'ingresso si apre. Mi catapulto in salotto e, dopo aver spento il televisore mentre Spencer e Caleb stanno facendo sesso, lancio un'occhiata a Liam. Ha gli occhi stanchi e la mano sinistra semifasciata. Subito mi precipito a mezzo centimetro da lui e gli chiedo spiegazioni.

«Che cosa ti è successo? Sei stato via solo due ore e torni a casa con la mano fasciata?»

Liam soffoca una risata mentre si toglie la giacca e l'appende nell'armadio. Continua ad ignorare le mie domande e a svestirsi come se non avesse una mano fasciata e come se io fossi rimasta zitta per tutto il tempo. Sto quasi per perdere la pazienza, quando Liam mi afferra per un polso e mi fa sedere su una delle sedie della cucina.

Mi accarezza il viso con la mano sana e sorride. L'altra è poggiata sul tavolo e prontamente io gliel'accarezzo, chiedendomi che cosa si sia fatto.

«Allora» lo incalzo, «mi vuoi dire dove sei stato?»

Liam alza lo sguardo e sorride: i suoi penetranti occhi verdi mi fanno rabbrividire. Si passa una mano fra i capelli e, dopo essersi schiarito la voce, si tira su la manica della camicia. La benda bianca arriva fino a metà avambraccio ed è leggermente sporca di sangue. Spalanco gli occhi e gli lancio un'occhiataccia.

«Stai tranquilla» mi rassicura, «è tutto okay»

Roteo gli occhi al cielo e sbuffo. «Mi vuoi spiegare oppure no?»

Soffoca l'ennesima risata, poi si schiarisce nuovamente la voce.

«Dunque... stamattina quando mi hai mostrato i regali mi sono reso conto che il mio non era abbastanza, perciò ho preso una decisione... direi affrettata... ma sono contento di averlo fatto. So che ne abbiamo già parlato, ma mi sembra giusto riprendere l'argomento e chiarire tutti i tuoi dubbi...»

Ho il fiato corto. Liam sta di nuovo per affrontare il discorso del nostro amore, del matrimonio, del nostro futuro? Non voglio parlarne, già so che cosa ne pensa e anche se non siamo per niente d'accordo posso imparare a sopportarlo.

«Liam...»

«No, Sophie, devi saperlo» mi interrompe lui, «come dicevo... so che è presto per dirlo, dato che stiamo insieme da due mesi, ma io ne sono sicuro: ti amo e dal primo momento in cui ti ho vista, in Auditorium. Io so che ti amerò per sempre, perché non c'è nessuno su questo mondo che sappia amarmi come fai tu... e, be', anche mia madre»

Soffoco una risata e, con gli occhi lucidi, gli rivolgo un sorriso smagliante. Liam prende un lungo respiro, poi riprende a parlare.

«Quello che voglio dire è che... un uomo normale, quello che meriterebbe di sposarti probabilmente non utilizzerebbe un modo come questo per giurarti amore, ma io ho deciso che doveva essere diverso... e quindi...»

Mi guarda ancora una volta, a disagio, poi alza il braccio, con il palmo rivolto verso di sé. Comincia a sciogliere i nodi della benda e lentamente si srotola ogni strato, finché il braccio non rimane nudo. Prima di girare nuovamente il braccio, mi guarda negli occhi e prende respiro.

«Liam...» lo chiamo, «stai bene?»

Annuisco rapidamente con un gesto del capo, poi chiude gli occhi. Prende un grande respiro e poi spiega il braccio, poggiandolo sul tavolo. Abbasso lo sguardo verso il suo polso e per poco non ho un mancamento: tatuata sulla pelle c'è una graziosa S che occupa almeno tre centimetri del suo braccio.

Alzo il capo e lo guardo con gli occhi spalancati. Non so cosa dire: Liam si è tatuato l'iniziale del mio nome per promettere di amarmi per sempre, nonostante tutto quello che succederà fra di noi. E' stato un gesto molto gentile da parte sua e non posso desiderare uomo diverso da lui.

«Liam»

Alza il capo e mi fissa.

«Smettila di dire che merito un altro uomo. Tu sei perfetto. Tu mi vai bene»

Scuote il capo e sospira, come se fosse esausto di provare a somigliare al tipo di uomo che mia madre vorrebbe al mio fianco.

«Non mi interessa se sei uno stronzo, se sei cresciuto odiando tutti, se non approvi i matrimoni e se non mi vorrai mai sposare. Ma non chiedermi di dimenticarti perché merito di sposarmi o perché merito qualcuno migliore di te. Dimenticare te? Mai nella vita. Mai»

I suoi occhi si riempiono di lacrime e pochi secondi dopo si sporge verso di me per baciarmi. È un bacio tranquillo, lento, romantico. Uno di quelli che ti fanno capire quanto la tua metà ti ami, uno dei tanti che Liam mi ha già dato.

Si stacca da me e, dopo avermi accarezzato il viso, sussurra: «Da quando ci sei tu io sono felice»

Sorrido ancora e lo bacio. Mentre la sua lingua sfiora la mia, le uova mi tornano in mente. Mi alzo di scatto, lasciando Liam di stucco.

«Cazzo!» impreco, «ho bruciato la nostra cena, Liam! E adesso che facciamo?»

Liam scoppia a ridere e si alza in piedi. Dopo aver spento il gas, mi guarda e sorride.

«Se hai fame puoi mangiarmi con gli occhi, sai quanto mi farebbe piacere»

Gli rifilo un'occhiataccia e lui scoppia a ridere.

«Naturalmente» continua, «mentre io ti scopo con i miei occhi»

Torno a guardarlo e roteo gli occhi al cielo nel momento in cui scoppia nuovamente a ridere. Mi ritrovo a sorridere e dopo aver pensato qualche secondo alla sua proposta decido di accettare.

Al diavolo la cena. Voglio fare l'amore con Liam.

Intreccio le dita dietro al suo collo e lo bacio. Dura qualche secondo, poi lui si stacca da me.

«Scusami»

«Che c'è?» domando, «qualche problema?»

«No no» risponde, afferrando la benda che si è tolto dal polso, «me la rimetto e continuiamo, magari in camera, va bene?»

Con aria ammiccante annuisce e, mordendomi il labbro, continuo a guardarlo mentre lascio la cucina. Neanche mezzo secondo più tardi mi ritrovo fra le braccia del mio ragazzo, che mi sta trascinando sul letto della nostra stanza.

E questo è il finale perfetto del nostro primo Natale insieme.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro