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113. || Sophie.

«Liam» grido, appena entro, «sono a casa!»

Chiudo la porta alle mie spalle e mi accorgo che la luce del salotto è spenta; non si sente alcun rumore e di Liam non c'è traccia. Immediatamente poso a terra i sacchetti con i regali e mi guardo attorno con il cuore in gola. Cercando di mantenere la calma, cerco l'interruttore della luce e lo trovo. Pigio, ma rimango ugualmente al buio.

Ad un tratto, nel buio del salotto, alcune luci gialle, rosse e verdi compaiono contro il muro, fra il divano e il televisore. Poco dopo, sento un clac, come se una levetta fosse stata alzata. Provo a premere una seconda volta sull'interruttore e la luce si accende.

Liam è in piedi, di fronte all'albero di Natale addobbato con palline colorate e lucine. Con la bocca spalancata, lo fisso senza fiato.

«Mi sono reso conto che non era Natale senza questo» dice, indicando l'albero, «quando ero bambino i miei genitori me lo facevano addobbare insieme a Luke. Dopo il divorzio dei miei genitori, però, non l'ho più fatto... visto che ora... be'... tu sei come una seconda famiglia per me, ho pensato che dovessi farlo»

Mi avvicino rapidamente e, senza pensarci su due volte, getto le braccia attorno al collo e lo bacio. Liam rimane sorpreso e ci impiega qualche istante a ricambiare il gesto. Le sue braccia mi circondano la schiena e mi spingono contro di lui.

Liam mi ha definito la sua famiglia. Questo può pur significare qualcosa?

Non posso più aspettare. Le mie mani raggiungono l'orlo della sua T-shirt grigia e gliela tolgo. A corto di fiato, si stacca da me e mi guarda per diversi secondi.

Entrambi senza respiro.

Entrambi in astinenza da qualcosa che ci fa soffocare.

Le sue mani in un istante sono sulla mia giacca. La sbottona rapidamente e la lascia cadere a terra. Mi tolgo la sciarpa, la lancio da qualche parte. Chissà dove.

Mentre Liam mi toglie la maglietta, scivolo fuori dalle Vans nere; mi sbottono i jeans e li lascio cadere a terra. Torno a baciarlo, a sentire la sua lingua calda nella mia bocca, a percepire l'eccitazione a metà fra lo stomaco e il petto.

Mi tira su le gambe ed io le allaccio dietro alla sua schiena. Dopo essersi seduto sul divano, cerca con poca difficoltà di togliersi i pantaloni della tuta. Risulta così difficile che, non volendo più perdere tempo, mi lascia sdraiare sul divano, mentre lui se li sfila.

Una volta tornato sopra di me, mi sgancia il gancetto del reggiseno di pizzo nero e lo lascia cadere. Si avventa sul mio seno. La sua lingua calda mi provoca un brivido che percorre tutta la schiena.

Mordicchia la mia pelle come se fosse in astinenza.

«Liam» balbetto, «fallo ora»

Alza il capo e i suoi occhi brillano. Si china per baciarmi, per togliermi il respiro.

Le sue labbra si staccano dalle mie e, mentre io allungo la mano per spegnere la luce del salotto, lui si toglie i boxer.

«Devo andare a prend...»

Non lo lascio finire la frase. Gli dico di muoversi, perché non resisto più a quest'astinenza, e lui in un secondo è già di ritorno. Si infila il preservativo, poi mi bacia ancora, più dolcemente; nel frattempo, con il ginocchio, cerca di aprire le mie gambe. Glielo permetto e un istante più tardi è già dentro di me. Si muove rapidamente, in preda all'eccitazione.

Lo amo.

Lo amo davvero.

Ed è la prima volta che percepisco la sua mancanza. Sì, lo amerò per sempre, perché il primo amore non si dimentica mai. E cercherò di portare avanti la nostra relazione più di quanto sia necessario.

«Ti amo» mormora improvvisamente.

«Liam» ansimo, «ti amo anche io»

Qualche istante dopo lo sento venire, mentre mi chiama sottovoce, in preda all'orgasmo. Lo sento cadere sfinito sul mio corpo nudo e sudato e qualche istante dopo le sue labbra si avvicinano alle mie, in cerca di un altro bacio.

Prima di alzarsi per rivestirsi, mi accarezza il viso e mi bacia una guancia. Le lucine dell'albero illuminano abbastanza la stanza da definire tutti i margini degli oggetti, il corpo di Liam compreso.

Seduta sul divano, con le ginocchia abbracciate dalle mie braccia, mi perdo a guardarlo mentre si rimette i pantaloni della tuta. E' un ragazzo davvero affascinante, con particolari del corpo che nemmeno sa di avere. Capisco tutte quelle ragazze che si sono perdutamente innamorate di lui. Rachel compresa.

Si avvicina nuovamente a me e mi bacia. Successivamente si china a terra e raccoglie le mie mutandine e il mio reggiseno. Mi vesto frettolosamente, per il freddo, poi mi passa la sua maglietta. Gli rivolgo un sorriso compiaciuto e la infilo rapidamente.

Sospirando, mi faccio spazio fra le sue grandi braccia, e lascio che il suo calore scaldi il mio corpo.

«Ti ho preso un regalo di Natale» mormoro lentamente.

Liam volta il capo e mi fissa. «Non dovevi farlo. Non era necessario»

«Sì che lo era, Liam» ribatto, «sei il mio ragazzo e questo sarà il nostro primo Natale insieme»

Sorride e mi stringe più a sé.

«Ho deciso adesso quale regalo ti farò a Natale» dice, dopo qualche secondo.

Lo guardo con le sopracciglia incurvate.

«Di che stai parlando?»

«Be', tu mi hai fatto un regalo. Te ne farò uno anche io»

Soffoco una risata.

«Non ti preoccupare, quel maglione che voglio tanto lo prenderò con i saldi di gennaio. E anche il libro che ho visto in libreria»

Liam mi scocca un'occhiata sconvolta e dopo diversi secondi scoppia a ridere fragorosamente. Getta il capo indietro e, senza smettere di stringermi, continua a sghignazzare.

«Perché ridi?» domando sogghignando.

Volta il capo verso di me e con un piccolo gesto riesce a togliere il ciuffo di capelli dal mio viso. Dopo avermi dato un bacio, sorride.

«Non ti regalerò né il maglione né il libro. Tu sei importante e meriti un regalo importante»

Sorrido, continuando a guardare i suoi occhi verdi. Dopo qualche istante, avvertendo l'imbarazzo, abbasso il capo. Prontamente, Liam lo rialza con il pollice e mi guarda.

«Tu sei mia e, porca puttana, crollasse il cielo, resto accanto a te»

Cerco di ignorare la parolaccia e sorrido. Involontariamente, il sorriso raggiunge i lobi delle orecchie e subito Liam si fionda a baciarmi. Adora baciare i miei sorrido.

«Quando parli così» sussurro, «penso veramente che ci sarà un futuro per me e te»

Liam deglutisce.

«Tu sei il mio futuro»

Gli accarezzo il viso, sorridendo.

«Lo so, amore, lo so»

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