112. || Ariana.
«Visto che siamo qua per comprare un regalo ai nostri ragazzi» esclama Shelley, «potremmo pensare anche a quello per Daisy?»
Sabato pomeriggio, intorno alle tre, sono passata a casa di Sophie insieme a Shelley per raggiungere il centro commerciale della zona, con l'intenzione di comprare i regali di natale per i nostri ragazzi.
Alzo lo sguardo da un profumo maschile e scocco un'occhiata a Shelley.
«Be', okay» replica Sophie, «mi sembra un'ottima idea»
Shelley riproduce un piccolo sorriso sul suo volto. Si avvicina ad una maglietta completamente nera, con lo stemma di una squadra inglese di tennis. Non so che a Matt piaccia questo tipo di sport. Ho sempre pensato fosse uno da yoga, sport che pratica con Shelley da quando si sono iscritti all'università.
«Avete qualche idea?» chiede Sophie, cercando di districare i nodi della coda di cavallo.
Shelley fa spallucce. «Ad essere sincera no. Però potremmo entrare in quei negozi dove vendono effetti personali sia per madre che per figli. Mi sono spiegata?» aggiunge ridacchiando, dopo aver notato le nostre espressioni confuse.
Sophie annuisce sorridendo. «Sì, sì, certo!»
Sfodero il mio miglior sorriso. «Mi sembra un buon inizio. Dove possiamo trovarlo?»
«Il centro commerciale è enorme, Ariana!» esclama Shelley, allegramente, «ne troveremo uno»
Si volta e, saltellando, esce dal negozio. I suoi riccioli biondi rimbalzano come se avessero vita propria. I miei occhi continuano a fissarli e, mentre la inseguo affiancata da Sophie, mi chiedo per quale motivo io abbia dei semplici capelli mossi di un castano troppo scuro, quasi color cioccolato fondente.
I corridoi del centro commerciale sono colmi di persone che trotterellano verso altri negozi. Fra le mani hanno sacchetti di ogni tipo di marca, all'interno dei quali ho notato soprattutto giocattoli per bambini e vestiti.
Fare shopping di Natale mi è sempre piaciuto. Trascorrevo i weekend con le mie amiche o con mia sorella Alice prima di trovare il regalo perfetto per ogni persona cara. Quest'anno, sfortunatamente, non passerò in rassegna tutti i negozi con Alice alla ricerca del regalo perfetto per mamma e papà.
Pochi giorni mi ha scritto una e-mail – unico mezzo che i miei genitori le hanno permesso per metterci in contatto – chiedendomi quale regalo sia migliore per loro. Infine abbiamo deciso di regalar loro due tazze da tè con i loro nomi e le date del matrimonio, visto che quest'anno hanno festeggiato vent'anni.
Alice si è offerta di comprarle da sola, ma ho convenuto che fosse meglio andassi io a cercarle. Dopo averne parlato con Mike, mi ha detto che al ventesimo dei suoi genitori ha organizzato un regalo simile, grazie ad un negozio che ha diversi punti vendita. Così, solo con una prenotazione al telefono, sono riuscita ad ottenere il regalo dei miei genitori, che arriverà a casa di mia madre fra pochi giorni.
«Ariana» mi chiama Sophie.
Volto il capo verso di lei e sorrido.
«Ti dispiace se a Capodanno invito alla festa una mia nuova amica?»
Storco un sopracciglio e, dopo qualche secondo, scuoto il capo.
«Assolutamente no» replico, «ma posso sapere di chi si tratta? Viene all'università con noi oppure è esterna?»
«Oh no. È più grande. Si chiama Sarah Hastings e mi ha aiutato con la causa di Christian. Mi sembra una ragazza molto sola, perciò pensavo che invitarla a trascorrere qualche ora con noi non sarebbe proprio una cattiva idea»
Sorridendo ricordo quanto Sophie ami prendersi cura degli altri. Con un gesto del capo, annuisco e do il permesso a Sophie. Del resto un biglietto in più da aggiungere all'elenco non darà troppo disturbo.
Mike deva comprare i biglietti oggi pomeriggio. Tiro fuori il telefono dalla tasca della giacca e gli scrivo un veloce messaggio, nel quale gli dico di aggiungere un biglietto. Dopo averne parlato con Sophie, la mattina stessa, abbiamo deciso di comprarne otto, esclusi Daisy, Damon e Ginger, la quale preferisce restare a casa con suo fratello e Daisy. Sophie ha invece chiesto a Cameron e lui ha accettato di partecipare.
«Eccoci qua» esclama Shelley.
Alzo il capo e, rimettendo in tasca il telefono, noto di fronte a me un negozio ben illuminato, colmo di giovani donne che spingono passeggini, sopra ai quali sono piacevolmente seduti bambini con paffute guance rosse e occhioni ben aperti, come se fossero estasiati alla vista di così tanti prodotti.
Sophie entra per prima e si indirizza verso uno scaffale dove ci sono delle targhette in metallo, con frasi differenti. Ne prende una fra le mani, di un rosa acceso, sopra alla quale c'è scritto: la mamma più bella del mondo.
Shelley soffoca una risata.
«Daisy sarebbe davvero felice di appenderlo nella sua nuova camera» commenta indicandolo.
«E sarebbe anche orgogliosa di essere appellata a quel modo» aggiungo io, riproducendo un sorriso.
Improvvisamente una donna si avvicina a noi. Ha lunghi capelli scuri e un sorriso contagioso. Spinge un passeggino, all'interno del quale c'è una bambina dai capelli del suo stesso colore. Entrambe hanno un viso pulito e occhi profondi. La madre, inoltre, ha un fisico ben palestrato e i jeans neri che indossa le stanno davvero benissimo.
«Avete bisogno di aiuto?» domanda, sorridendo.
«Forse» risponde Sophie, lanciando un'occhiata alla targhetta che tiene fra le mani.
La donna sorride e si avvicina. Dopo aver dato uno sguardo alla targhetta, rialza il capo.
«E' per tua madre?» domanda.
«No» si affretta a rispondere Shelley, «per la nostra migliore amica»
La donna rimane un po' colpita. Be', tutte noi siamo poco alte per dimostrare di avere diciotto anni, perciò spesso ci scambiano per adolescenti più piccole. Esclusa io, che non raggiungo neanche il metro e settanta, Shelley e Sophie non sembrano quasi ventenni.
«Oh» si lascia sfuggire, «scusatemi. Ad ogni modo, immagino sia il primo regalo da mamma che le viene fatto, giusto?»
«In realtà non ha ancora partorito, e non credo proprio che accadrà prima di Natale» specifica Shelley, «ma pensavamo potesse essere un bel regalo»
La donna sorride.
«Effettivamente è un regalo con un significato profondo. Sta per diventare madre, il che significa che è cresciuta e che la targhetta "camera della principessa" non fa più a caso suo»
La donna ci rivolge un sorriso, poi avanza lentamente verso la sezione delle targhette dedicate alle mamme. Ne prende fra le mani qualcuna, poi le rimette a posto. Ripete queste azioni per circa venti secondi, infine ne seleziona una. Dopo averla guardata a lungo, la passa a Sophie.
«Me l'hanno regalata le mie amiche quando sono rimasta incinta» spiega brevemente, «ho partorito Marie quando avevo solo ventun anni» aggiunge poco dopo, indicando la carrozzina. La bambina continua a guardarsi attorno con gli occhioni verde chiaro ben aperti.
«Spero solo che abbiate la possibilità di regalare al suo compagno la targhetta "miglior papà di sempre"» bisbiglia, abbozzando un piccolo sorriso.
Osservo Sophie deglutire pesantemente. Con il labbro che le trema, le rivolge un piccolo sorriso. La donna ci saluta pochi istanti dopo e riprende la sua passeggiata con la bambina.
Appena si trova ad almeno cinque metri di distanza, Sophie sventola la targhetta e dice: «Possiamo considerarlo il regalo di Natale di Daisy?»
Shelley annuisce velocemente. «A me personalmente piace molto»
Effettivamente non è male. E' a forma di nuvola, con i bordi colorati di rosa chiaro. Con una calligrafia corsiva, è stato scritto: "mamma migliore del mondo".
«Approvato» esclamo, sorridendo, e mi sporgo per cercare una targhetta con la stessa scritta, ma per Damon.
Shelley la trova prima di me. Sorridendo la passa a Sophie, la quale sorridendo, si indirizza verso la cassa per pagarle entrambe.
Nascondendo la mano in tasca, mi accorgo che il mio telefono sta vibrando. Lo raccolgo e guardo il display: Mike mi ha risposto al messaggio con un semplice "okay".
Durante il resto del pomeriggio troviamo tutti i regali. Dopo un consulto generale, ho deciso di comprare a Mike il cd musicale Know-It-All di Alessia Cara, la sua cantante preferita. E' una ragazzina canadese di appena diciannove anni che Mike adora ascoltare in ogni singola occasione. Non è uno che ammette facilmente quali gusti musicali gli piacciono di più, per questo ho indagato molto prima di scoprire quale sia la sua cantante preferita. Ad essere onesta è davvero un'ottima cantante e alcune sue canzoni non mi dispiacciono affatto.
Sophie e Shelley decidono di comprare rispettivamente a Liam e Matt qualcosa di più significativo e ricollegabile alla loro relazione. Sophie ha regalato a Liam una camicia bianca – a detta sua, per Capodanno – e un braccialetto argentato, con una piccola S scintillante. Mi piace molto questo regalo, e quasi sicuramente organizzerò qualcosa di simile per il primo anniversario con Mike.
Parlare del futuro da quando sto con Mike è molto più facile rispetto a quando avevo una relazione con Julian. Mike mi trasmette sicurezza, protezione e amore, tutto quello di cui ho sempre necessitato.
Anche Shelley e Matt si trovano bene insieme. Non sono affiatati quanto me e Mike, ma sicuramente lo sono molto più di Sophie e Liam, i quali non hanno mai espresso la loro considerazione riguardo al futuro.
Mike si è permesso di commentare la loro relazione, dicendo che se Liam non tornerà quello che era prima del divorzio dei suoi genitori, Sophie lo lascerà prima di festeggiare i primi sei mesi insieme. Nonostante creda nella loro relazione, ho il terrore che Mike abbia ragione.
Shelley, invece, ha preferito regalare a Matt un braccialetto con una S e una M incise sopra. E' un braccialetto molto più "sportivo" rispetto a quello che ha comprato Sophie. Non è esattamente il mio genere, ma è quello di Shelley, dato che lei odia i gioielli in argento e oro troppo sofisticati; le sono sempre piaciute le cose semplici, senza troppi sfarzi.
Infine, di comune accordo, abbiamo comprato un regalo anche a Cameron, con l'intenzione di invitarlo a festeggiare insieme a noi, come una volta. Shelley, conoscendolo più di me e Sophie, ha optato per una semplice polo blu. Anche Cameron è un ragazzo acqua e sapone, perciò organizzare un regalo per lui non è affatto difficile.
Intorno alle sei torniamo a casa sfinite. Le giornate di shopping hanno questo effetto su di noi, ma siamo alquanto felici di aver portato a termine un compito alquanto delicato. Inoltre, ho trovato più volte le mie amiche a ripensare al passato, quando al liceo praticavamo la stessa attività.
Quando torno in dormitorio, Mike vuole sapere tutto quello che abbiamo comprato. Cerca anche di sbirciare il suo regalo, ma sfortunatamente per lui, la commessa del negozio si è offerta di incartarlo.
«Non è giusto» commenta, nel momento in cui sto per tornare nella mia camera.
Scoppio a ridere. «Come no? Sei proprio impossibile. Avanti, devi solo aspettare una settimana!»
«Non ce la farò mai» sbuffa lui.
Si lascia cadere sul letto, ma nel momento in cui gli annuncio che torno nella mia camera, si alza immediatamente e mi raggiunge. Mi stringe a sé e mi bacia sulle labbra. La sua bocca sa di sigaretta. Odio il fatto che Mike fumi, ma con il tempo è riuscito a diminuire le sigarette giornaliere e questo è uno splendido traguardo. Dice che lo sta facendo per me, ma in realtà io so che lo sta facendo per se stesso.
E non lo biasimo affatto.
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