107. || Sophie.
Tornata a casa, scopro che ha cucinato un piatto di pasta per entrambi. Prima di cenare con lui decido di farmi una doccia e di lavarmi i capelli, dato che il domani non avrò abbastanza tempo.
Daisy ha la prima ecografia e mi ha esplicitamente chiesto se posso accompagnarla. Ho accettato, dato che Ginger domani pomeriggio ha il suo primo turno di lavoro. Mi è giunta voce che ha deciso di mettere da parte dei soldi per comprare un appartamento vicino alla villa dove vivono Damon e Daisy, così da poter lasciar loro la villa. Ma i soldi che ha ricavato dalla vendita dell'appartamento dove abitava precedentemente non le sono bastati per acquistarne un altro.
Per questo, domani pomeriggio, comincerà a lavorare in un bar vicino al campus. Sono entrata giusto due volte, solo per prendere un bicchiere di caffè. E, avendo trascorso poco tempo all'interno di quel bar, non sono in grado di dare una recensione su quel posto. Mi ricordo il particolare abbigliamento che i camerieri e le cameriere sono costretti ad indossare; nel caso di Ginger, una gonna a pieghe blu e una camicia bianca, a maniche corte. Fortunatamente Ginger è abbastanza calorosa, perché in questo periodo dell'anno non credo che nessuno abbia voglia di servire i clienti di gonnellina e camicetta.
Ma anche se Ginger non fosse calorosa, avrebbe ugualmente deciso di lavorare in quel bar. Ha bisogno di soldi, soldi che non ha mai ricevuto da parte di nessuno. Prima di trasferirmi in università mia madre mi ha dato abbastanza soldi per vivere da sola. Per noi non sono mai stati un problema: ne abbiamo abbastanza per sopravvivere e non li sprechiamo per alcun motivo. Lo stipendio di insegnante di mia madre non è abbastanza per spendere inutilmente soldi in vestiti troppo costosi o borse firmate.
Nonostante questo ho sempre ottenuto tutto ciò che mi serviva, anche se per certe cose ho dovuto attendere più di quanto fosse stato necessario.
Da quando mio padre ci ha abbandonato, non osava inviarci soldi neanche con la posta. Il suo stipendio da imprenditore è molto più elevato rispetto a quello di mamma, ma questo non è mai stato un motivo per imporsi di dividere i soldi anche con i suoi figli, oltre che con la sua compagna.
Improvvisamente una domanda mi sorge spontanea. Sono passati quattro anni da quando l'ho visto nel letto matrimoniale insieme ad Elizabeth, la sua fidanzata. Stanno ancora insieme? Oppure si sono lasciati perché mio padre ha ripetuto quel fatidico errore?
Mi ricordo ancora quando mi ha inviato quella lettera, qualche settimana dopo il suo trasferimento. Era trascritta in penna nera, su un foglio A4 bianco, infilato in una busta color crema. E sopra di essa il mio nome e il mio indirizzo. Ancora non sono riuscita a digerire tutto quello che mio padre ha combinato, semplicemente perché ero troppo piccola. Dopo aver letto la lettera ho pensato a lungo alla risposta che avrei dovuto dare a mio padre.
I miei fratelli non volevano assolutamente parlare di quanto fosse accaduto. Sviavano l'argomento, cercavano di ridurre a zero i ricordi di nostro padre. E per un certo periodo Travis si è affidato all'alcool. Fortunatamente è riuscito ad uscirne insieme a Teddy, ma se non fosse stato per lui forse mio fratello si sarebbe smarrito e non avrei mai più potuto guardare in faccia mio padre, pur sapendo che l'aveva condotto lui su quella via.
Così, dopo settimane di silenzio, ho rinunciato all'incontro con mio padre, soprattutto perché non volevo vedere la mamma soffrire più di quanto avesse mai fatto.
Mia madre lavora al liceo che frequentavamo io e le mie amiche. Insegna studi sociali, ma non è l'insegnante di nessuna di noi, dato che il rapporto che ci lega è troppo profondo. Parole del preside, che sinceramente capisco.
Dopo il tradimento di papà, mia madre si è presa alcune settimane di ferie ed è stata sostituita dalla maggior parte delle sue colleghe. La mia insegnante mi guardava sempre con la testa piegata e mi screditava davanti ai miei compagni di corso, solo perché sapeva tutto quello che è successo.
Ad essere onesta, ogni singolo abitante è al corrente di quanto è accaduto quel venerdì sera. Be', è un piccolo quartiere composto da vicini con orecchie sempre ben aperte, alla ricerca di qualche gossip succoso. E decisamente il tradimento di mio padre rientrava nella categoria.
Non sono mai riuscita a guardare avanti, soprattutto perché in una sola sera è riuscito a distruggere la mia famiglia, tutto quello di più caro che possiedo.
Uscendo dalla doccia mi fermo a guardarmi allo specchio. Al liceo non sono mai stata la ragazza bella, quella popolare. No, l'esatto contrario.
Nonostante l'amicizia con Daisy nessun ragazzo ha mai chiesto di me. Escluso quel ragazzo con cui ho instaurato una relazione di poche settimane. Ma lui non contava più.
Sono mentalmente cresciuta e fisicamente sono migliorata. Mi sento più accettata da me stessa, più conforme all'idea di giovane donna che ho sempre immaginato. La donna forte, sicura di sé.
Bugia.
Non è esattamente così, ma nonostante questo ce la sto mettendo tutta per cambiare.
Il mio sguardo finisce sulla cicatrice che percorre tutto il braccio, dal polso fino al gomito. Con le dita ancora calde la sfioro e un piccolo brivido percorre la mia schiena. Terrò questo simbolo sul mio corpo per sempre, come un tatuaggio, come un marchio.
Che cosa racconterò ai miei figli? E ai miei nipoti? O a qualsiasi persona con cui dovrò interagire?
La verità è così crudele che solo qualcuno psicologicamente pronto può apprenderla. Dovrei dare la colpa a mio padre o alla mia debolezza? Oppure ad entrambi?
Sospiro e mi tolgo l'accappatoio. Dopo aver sistemato un asciugamano sul capo per trattenere i capelli ancora bagnati, mi infilo l'intimo e il pigiama.
Prima di uscire dal bagno ricordo un altro motivo per cui ho rinunciato all'incontro con mio padre.
Lui ha spedito una lettera a me, alla figlia con cui andava più d'accordo. L'ha fatto perché sapeva che prima o poi avrebbe potuto ottenere il mio perdono, facendo leva sulla mia ingenuità.
Non lo avrei mai perdonato. Tutto quello che ha commesso è troppo crudele per essere dimenticato.
Quando arrivo in cucina, Liam mi rivolge un sorriso. Sul tavolo sono già disposti i due piatti con pasta e ragù. Non ho mai conosciuto qualcuno migliore di lui a cucinare. Anche Julian fa schifo, un po' come Travis e Teddy.
E anche mio padre.
Mentre deglutisco mi chiedo per quale motivo mi sia tornato in mente lui. Inizialmente penso che sia perché fino a pochi minuti prima lo stavo pensando, ma mentre assaggio la gustosa cena preparatomi dal mio ragazzo, realizzo che mio padre resterà sempre e comunque nella mia vita, anche se nascosto nell'oblio più buio della mia mente.
Biologicamente è comunque mio padre. Ed è il primo uomo con cui ho avuto a che fare. L'unico dal quale ho imparato, l'unico che mi ha insegnato ad essere gentile e premurosa, l'unico che mi ha istruita.
L'unico che rimarrà per sempre mio padre.
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