101. || Sophie.
Dopo aver terminato di cenare, Liam carica la lavastoviglie e mi raggiunge sul divano. Si accomoda affianco a me e subito indica il giornale che ho sulle ginocchia. Sospirando e posando un ciuffo di capelli dietro all'orecchio, lo apro.
«Be', il mio... racconto... parte proprio da questo giornale» spiego, cercando la pagina giusta.
Liam annuisce e si mette più comodo per ascoltare ogni singola parola.
«Dunque» esclamo, «domenica ho trovato questo giornale sul comodino. È vecchio, perciò non pensavo di trovare notizie così interessanti... e invece mi sbagliavo»
Trovo la pagina in cui è stato inserito l'articolo su Mia e lascio a Liam il tempo di leggerlo e capire quanto è accaduto. Per un attimo ci penso anche io e mi rendo conto che in qualche modo ho comunque vinto qualcosa contro Christian: al contrario di Mia sono rimasta su questo mondo e ho preferito lottare invece di rinunciare alla mia vita. Non so ancora il vero motivo per cui ha deciso di suicidarsi, ma ho un'ipotesi... ogni persona, dopo uno stupro, ha un modo suo di reagire, e la scelta di Mia è compresa nelle varie opzioni.
«Mio Dio» mormora Liam, «è... incredibile»
«Lo so» replico, «motivo per cui... ho chiesto a Sarah Hastings l'indirizzo di Marcia Smallwood. Sono riuscita a parlare con lei, oggi pomeriggio, e... ho scoperto dei particolari che mi hanno colpita ancora di più»
Liam spalanca gli occhi e mi guarda in cagnesco.
«Sei andata da questa donna senza dirmelo? E se fosse stata una trappola? E se Christian avesse voluto attirarti in quella casa?»
Sbuffo e mi passo una mano fra i capelli. Dopo essermi calmata, prendo la mano di Liam e la stringo forte.
«Liam, ascoltami... Christian è rinchiuso in quell'ospedale psichiatrico, non può più farci niente di male, d'accordo? Lo so che ti preoccupa sapermi in giro e da sola, ma non posso accalappiarmi una guardia del corpo per uscire da questo appartamento! Sarebbe decisamente...»
«No, lo so» mi interrompe lui, «ma vorrei solo sapere dove sei e dove hai intenzione di andare quando esci da questo appartamento. Quando ti trovi in queste quattro mura so tutto di te, ma quando esci da quella porta spesso fai delle cose e frequenti luoghi di cui non conosco neanche l'esistenza. Vorrei solo che non ti accadesse niente di male»
Stringo la sua mano ancor più forte e, presa dall'emozione, una lacrima mi sfugge dall'occhio sinistro. Liam si sporge e con il pollice la raccoglie.
«Non piangere» sussurra.
«Non piango perché sono triste» spiego bisbigliando, «sono solo commossa, amore»
I suoi occhi si spalancano appena sente il nomignolo che gli ho affidato e poco dopo si inumidiscono.
«Ancora non riesco a contenere le emozioni che provo quando mi chiami amore» sussurra debolmente, stringendomi una mano.
Il calore che le sue mani trasmettono al mio corpo mi fa sentire a casa, mi invoglia ad allargare i margini di apprendimento riguardo all'immenso sentimento che Liam prova nei miei confronti.
«Scusa» mormora ridacchiando, «abbiamo un po' divagato... riprendi pure il tuo discorso»
Mentre cerco di ricordare a quale punto del racconto mi sono bloccata, gli concedo un sorriso. Poco prima di parlare, incastro il solito ciuffo dietro all'orecchio.
«Dicevo che... ho scoperto delle particolarità che mi hanno colpita molto. Per esempio, il fatto che i coniugi Smallwood siano separati. Facendo un rapido conto, Mia è stata violentata dopo di me, quando Christian aveva già appreso la notizia del divorzio»
Liam mi guarda a lungo, mentre ricollega i passaggi che ho appena spiegato.
«Vai avanti» mi incita poco dopo.
«Il secondo punto, invece, riguarda sempre il padre di Mia. Marcia mi ha detto che ha lasciato la moglie per una sua studentessa, molto più giovane di lui. Ora, la fidanzata di mio padre non era una sua studentessa, ma era comunque più giovane di lui ed è stata il motivo per cui i miei genitori hanno divorziato»
Liam mi stringe le mani e annuisce con un gesto del capo.
«Sì, sono dei punti in comune con la storia, Sophie, ma questo non significa nulla. Sappiamo che Christian è pazzo e potrebbe avere nelle preferenze, potrebbe aver selezionato le sue prede in base ad elementi comuni, come quelli che tu mi hai appena riferito»
Sospirando, lo interrompo.
«Purtroppo non sono finiti qui» esclamo, «esattamente come me, Mia ha un buonissimo rapporto con il padre, il quale, dopo il divorzio non ha più osato chiamare né far visita alla figlia. Pensi ancora che siano coincidenze, Liam?»
Si passa una mano sul viso e sospira.
«Ne hai altre da elencare?»
Ci penso su qualche secondo. Marcia ha detto tante cose, molte mi sono sfuggite, ma alcune le ricordo perfettamente, soprattutto quelle che io e Mia abbiamo in comune. Nonostante non abbia una buona memoria, queste informazioni sono ancora vive nella mia mente.
«No» dico infine, «non c'è altro. Anche se... ho ricordato qualcosa che ho sempre confinato nel mio inconscio»
Liam storce un sopracciglio e mi invita a parlare. Mi prendo qualche secondo per rivedere la situazione nella mia mente, poi comincio a raccontare. Gli dico che probabilmente è accaduto subito dopo il tentato stupro di Christian, che i miei amici sono accorsi appena in tempo per salvarmi e portarmi via. Liam ascolta attentamente tutte le mie parole e ogni volta che la mia voce si incrina mi stringe la mano, cercando di dimezzare il dolore che percepisco a ricordare un fatto così tragico per me.
Al termine del racconto, Liam sospira, forse sollevato dal fatto di non dover più vedermi soffrire. Mi stringe ancora le mani, poi prende respiro.
«Per tutti questi anni non hai mai ricordato quanto è accaduto nel tragitto dalla spiaggia all'appartamento?» domanda lui.
Scuoto il capo. «No, niente»
«Che cosa è successo quando ti sei svegliata, la mattina dopo? O meglio, lo ricordi?»
Fermo il ciuffo dietro all'orecchio e faccio spallucce.
«Lo ricordo vagamente, ad essere onesta» rispondo, «Julian mi ha svegliata alle otto e mezzo e... dopo essermi preparata siamo tornati a Londra. Non avevo la minima idea di cosa stesse succedendo, ma ho preferito non fare domande e assecondare ogni richiesta dei miei amici. Sapevo di stare male, interiormente, ma non avevo idea del motivo»
Liam si morde il labbro e sospira. Sta cercando di capire per quale motivo non ricordo perfettamente ogni piccolo istante delle ore successive al tentato stupro? Be', probabilmente il mio subconscio ha deciso da sé che sarebbe stato meglio farmelo dimenticare, piuttosto che farmelo rivivere ogni istante.
«Ascoltami bene, Sophie» mormora Liam, «ciò che ti sto per dire potrebbe ferire i tuoi sentimenti, ma penso che sia la decisione più giusta per te e per tutto quello che ti è successo»
I suoi occhi verdi fissano i miei. Per un secondo il mio cuore smette di battere: mi sta forse lasciando? Pensa che sia colpa sua tutto quello che è successo ultimamente?
«No, no» protesto, «non ti permetterò di lasciarmi solo perché quel bastardo mi ha rovinato la vita»
Liam mi guarda con un sopracciglio alzato. «Sophie, calmati... non ho nessuna intenzione di lasciarti, anzi l'esatto contrario! Voglio semplicemente consigliarti di frequentare una psicologa, così che possa aiutarti a fare chiarezza su ogni piccolo spiacevole particolare che ha accompagnato la tua adolescenza»
Per qualche istante rimango a fissare il viso pallido di Liam, cercando di comprendere i pro e i contro di ciò che mi ha appena proposto. Ho frequentato sei psicologhe da quell'estate, ma la mia situazione non è mai cambiata molto. Non ho intenzione di spendere soldi – i pochi che guadagnavo con Tilly – che avrei buttato via.
«Non lo so» dico infine, «potrebbe aiutarmi, è vero... ma non so, ho paura di spendere soldi inutilmente»
«Facciamo così» mormora Liam, sorridendo, «vediamo come stai in queste ultime tre settimane dell'anno e poi a gennaio vedremo se ampliare la questione, d'accordo?»
Sospiro e, dopo avergli sorriso, annuisco convinta.
«Va bene» sussurro.
Liam mi accarezza il viso con una mano e poco dopo mi attira a sé. Il mio orecchio sinistro si trova proprio sopra al suo cuore: sento i battiti irregolari del suo cuore emozionato, dato che si trova accanto alla persona che ama.
«Grazie per esserci sempre» mormoro.
«Non devi ringraziarmi di niente, piccola»
Si sbaglia. Dovrei ringraziarlo eccome, ma qualsiasi cosa mi venga in mente mi sembra troppo subdola. Liam è uno particolare, con dei gusti decisamente molto strani... e trovare qualcosa che gli piaccia è praticamente impossibile.
E la mia preoccupazione s'innalza sempre di più dal momento che fra venti giorni devo prendergli un regalo di natale adeguato e naturalmente non ho la minima idea di cosa portargli.
Ma lo sorprenderò.
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