100. || Sophie.
Nel momento in cui chiudo la porta dietro alle mie spalle, Liam fa capolino nel salotto e mi squadra per qualche secondo. Togliendomi la borsa e poggiandola sul comodino in entrata, riproduco un piccolo sorriso e lo saluto.
«Dove sei stata tutto il pomeriggio?» domanda avvicinandosi.
Gli scocco un bacio sulle labbra e dopo essermi allontanata mi tolgo la giacca e la sciarpa, appendendole all'attaccapanni.
«Ho delle commissioni da fare» rispondo, mentre mi slaccio le stringhe delle scarpe.
Liam non sembra berla; incrocia le braccia al petto e mi guarda con un sopracciglio piegato. La sua espressione mi dice chiaramente di sputare il rospo. Be', questa sarebbe stata la verità e deva crederci.
«Mi stai mentendo?»
Lo supero e raggiungo la cucina.
«No» rispondo poco dopo, mentre lancio un'occhiataccia alla cena che Liam ha preparato per me e per lui. Prima di voltare il capo verso il mio ragazzo, guardo l'orologio appeso al muro: segna le sette di sera.
Sospiro e mi volto.
«Abbiamo promesso che ci saremmo raccontati tutto» sibila Liam, parandosi davanti alla porta della cucina.
Ponendo le braccia al petto sbuffo; dopo avergli lanciato un'occhiataccia, alzo gli occhi al cielo e gli chiedo di spostarsi: non voglio litigare con lui per nessun motivo.
«Perché non mi parli, Sophie? Lo so perfettamente che è successo qualcosa! Ti devo ripetere che cosa è successo quella volta che sei scappata da casa mia?»
I miei occhi si spalancano e per un attimo cerco di convincermi del fatto che non l'abbia detto veramente. Liam ha tirato in ballo la mia fuga, antecedente al secondo tentato stupro di Christian, una cosa di cui non voglio assolutamente parlare e lui lo sa bene.
Infastidita, lo spingo indietro e lo supero, con l'intenzione di nascondermi in camera. Liam mi raggiunge poco prima di chiudere la porta e mi afferra per un polso, voltandomi verso di sé.
«Lasciami andare» sibilo.
Liam scuote il capo. «Dimmi che cosa c'è che non va, Sophie. Sei la mia ragazza»
I miei occhi si riempiono di lacrime e, con un movimento brusco, riesco a liberarmi della presa.
«E questo ti da il permesso di ricordarmi tutti gli errori che ho commesso nella mia vita? Scusa tanto, Liam, ma non accetto questa cosa... lo sai che ho fatto una cazzata, quella sera... e penso che non la ripeterò mai più per il resto dei miei giorni, ma questo non ti offre l'opportunità di giudicarmi»
Senza rendermene conto sono scoppiata, stavo letteralmente gridando contro il mio ragazzo...
Sto quasi per scusarmi, ma Liam mi stringe a sé e mi abbraccia forte, cercando di calmarmi. La sua mano destra mi massaggia la schiena dolcemente, mentre la sinistra mi accarezza i capelli. Il mio viso, a contatto con la sua maglietta nera, si sta lentamente bagnando per le lacrime.
«Sophie, perché bisogna sempre arrivare al momento in cui esplodi e scoppi a piangere?» sussurra Liam, con voce delusa, «lo sai che ti amo, ma odio vederti in lacrime, e se devi dirmi qualcosa lo devi fare subito, non quando hai superato il limite massimo dei segreti»
Sospirando, mi asciugo le lacrime dal viso e prendo un gran respiro.
«Mi dispiace, scusa» esclamo, «non sono triste, davvero... solo che ultimamente sono un po' stressata, tutto qui. Non devi preoccuparti, seriamente»
Liam mi accarezza il viso e sorride.
«Piccola burgiardella»
Roteo gli occhi al cielo. «E' vero!» protesto subito dopo.
«Certo certo»
Liam si affretta a baciarmi. La sua lingua calda a contatto con la mia mi aiuta a non pensare più a quanto accaduto negli ultimi minuti, da quando sono rientrata in casa.
Ho appena trascorso un pomeriggio in cui ho appreso quanto Christian sia ossessionato dalle ragazzine, quando male abbia seminato e quanto meriti la galera.
Ho ricordato un momento della mia vita che ho totalmente cancellato dalla mia mente. Com'è possibile una cosa del genere? Dovrei parlarne con qualcuno?
«Vuoi parlare di qualcosa in particolare? Sfogarti o... non so... semplicemente rimanere abbracciati tutta la serata?»
Soffoco una risata e, sorridendo, mi lecco il labbro. Dopo aver congiunto le mie mani dietro al collo di Liam, tiro un sospiro di sollievo e faccio per parlare, ma il brontolio proveniente dal mio stomaco mi interrompe.
«Magari prima possiamo mangiare qualcosa?» domando, ridendo.
Mentre soffoca una risata, acconsente la mia proposta. Ridendo, gli concedo un altro bacio, poi insieme raggiungiamo la cucina. Nonostante Liam non sia un gran cuoco cerca sempre di stupirmi con le sue ricette... ad essere sincera l'unica pietanza che gli riesce sempre è la pasta.
«Siediti» mi dice, «preparo tutto io, davvero»
Gli rivolgo un sorridetto ammiccante e, dopo aver soffocato una leggera risata, mi accomodo al mio posto. La tavola è già apparecchiata, perciò Liam deve solo riempire i piatti e posarli su di essa.
«Spero sia di tuo gradimento» mormora Liam, nel momento in cui si accomoda.
«Lo è sempre» replico, sorridendo.
Ricambia il gesto, poi si ficca in bocca una forchettata di pasta. Mastica con calma e si gusta la cena preparata da lui stesso, poi incontra il mio sguardo e immediatamente dopo aver deglutito mi chiede se voglio condividere con lui qualcosa della mia giornata.
«Be'... dovrei partire dal principio» mormoro.
Liam riproduce un'espressione alquanto perplessa.
«D'accordo» esclamo, «parliamone dopo, con calma. Va bene?»
«Assolutamente sì» replica Liam, poggiando la sua mano sulla mia.
Gli concedo un sorriso gratificante, poi continuo a mangiare.
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